sabato 11 giugno 2022

CAPRAIA ISOLA

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Arrivo al porto di Capraia.


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©foto Claudia Guernelli


L’isola deve il nome, sin dall’antichità classica, alla presenza di capre selvatiche.


Le capre sono oggi estinte, anche se un fiorentino, stabilitosi sull’isola come produttore di formaggi, ha riportato le capre nel 2016.


A metà degli anni '70 l'amministrazione provinciale inserì sei esemplari di muflone (che in fondo è una grande capra).
La mancanza di predatori naturali e le condizioni ambientali dell'isola, hanno favorito la sua espansione, tanto da dover attuare attività di controllo per riequilibrarne la presenza.


UN PO' DI STORIA

Abitata sin dal II-I millennio a.C. (da un ritrovamento avvenuto nel 2017 sul Monte Castello), Capraia è stata in seguito base di approdo etrusca come le altre isole del Tirreno nel VII secolo.

Nel IX secolo, conquistata dalle razzie dei pirati saraceni, fu abbandonata dai suoi abitanti e deserta per circa due secoli, divenendo punto di appoggio per i pirati musulmani.

Nel 962 l’imperatore Ottone I la concesse in feudo a Pisa; nel 1055 fu di nuovo conquistata dai pirati saraceni, in seguito dominata dai pisani e dai genovesi. 
Furono i genovesi a costruire la fortezza di San Giorgio e tre torri di avvistamento per controllare la pirateria.

Divenne oggetto di numerosi e brevi possedimenti da parte corsa, francese e Regno di Sardegna.


Nel 1837 vi fu istituito il porto franco e una manifattura di tabacchi, per aiutare la popolazione locale.

Dopo circa trent’anni furono aboliti porto franco e manifattura, e vennero portati a domicilio coatto 660 persone.

Con il Regno d’Italia fu provincia di Genova e, dal 1925, passò alla provincia di Livorno.

Dal 1873 al 1986 è stata sede di Colonia Penale Agricola, che provocò una decisa emigrazione della popolazione locale e l’azzeramento del tessuto culturale dell’isola.


I PUNTI DI INTERESSE NELL'AREA DEL PORTO E DEL PAESE:

1- IL PORTO 
2- CHIESA DI SAN NICOLA
3- CHIESA E CONVENTO DI SANT’ANTONIO
4- CALA SAN FRANCESCO
5- FARO 
6- TORRE DEL PORTO (BIBLIOTECA)
7- CALA LA GROTTA 
8- FORTE DI SAN GIORGIO
9- CALA TORRETTA DEL BAGNO
10- CALA DELLO ZURLETTO

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©google earth - ©mappatura Monica Galeotti




1- IL PORTO

Il porto è l’unico attracco disponibile nell’isola per il traghetto e anche l’unico luogo da cui partono le escursioni via mare verso le varie calette.

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Organizzato fra due moli, dispone di circa 200 posti barca. 

Sulla banchina si trovano l’ufficio della Marina, quello della Capitaneria di Porto e quello delle informazioni turistiche gestito dalla Proloco.

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Il porto e il paese sono divisi da una strada in salita lunga circa 800 m.

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©google earth




Sono gli unici centri abitati con circa 350 residenti che diventano fino a 2500 in agosto con i turisti.

Importanti sono le architetture religiose, le architetture militari e il faro. 

Le case del paese si arroccano sulla collina che sovrasta la baia del porto, storiche quelle del nucleo centrale intorno a San Nicola, la chiesa principale dell’isola, e alcune moderne di classica destinazione turistica che però si sposano bene con il territorio.

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2- CHIESA DI SAN NICOLA
Eccomi partire quindi dalla chiesa di San Nicola che si affaccia in Piazza Milano, fulcro del centro abitato.

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Questa chiesa a tre navate, secondo la tradizione, deve il proprio nome alla statua lignea di San Nicola ripescata in mare e visibile all’interno.

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San Nicola di Mira vescovo, patrono e titolare di Capraia nacque fra il 250 e il 260 a.C. a Patara, nella Licia, divenne vescovo di Mira in tempo di persecuzione e si salvò con l'Editto di Costantino nel 313 a.C.
Difensore dell'ortodossia, morì nel 335 circa; nel 1087 le sue reliquie arrivarono a Bari, dove è venerato come patrono.

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Nell’abside un coro ligneo del XVII secolo, sovrastato dalla cantoria e dall’organo a canne. 
Fu costruito per il convento di San Francesco in Bastia (Corsica) e qui trasferito nel 1793.

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3- CHIESA E CONVENTO DI SANT’ANTONIO DA PADOVA

Mentre mi allontano dal centro del paese osservo da un punto panoramico questa chiesa, l'annesso convento e il faro.

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Chiesa e convento furono costruiti dai capraiesi per ospitare una comunità di francescani nella seconda metà del XVII secolo.

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Nel 2016 si sono conclusi i lavori di restauro della facciata e dell’interno della chiesa.
Sulla facciata una statua del santo in marmo di Carrara.

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È stata sconsacrata nel 1863 con l'arrivo della colonia penale; il convento ha ospitato la centrale del carcere, con direzione e uffici.

Oggi il complesso è adibito a mostre, concerti e conferenze.




4- CALA SAN FRANCESCO

Il viottolo sterrato che porta alla cala prende il nome dal vicino convento appena descritto.

70 metri di discesa a strapiombo sul mare, ma in sicurezza per via delle staccionate in legno.

Il belvedere è attrezzato con sedute in legno, dal quale osservo il Forte medievale.

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Qui una parte dell'accesso al mare è delimitato per pericolo di caduta massi.
Nelle calette dell'isola le rive sono costituite da sassi, più o meno grandi, non ci sono spiagge, ad eccezione della Mortola, zona est di Punta della Teglia, il cui accesso è possibile solo dal mare.

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5- FARO 

Il Faro di Capraia è detto anche Faro di Punta del Ferraione, luogo in cui si trova, ed è costituito da una torre a sezione quadrata in muratura bianca che si eleva da un fabbricato a pianta quadrangolare, articolandosi su due livelli.

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Prima della attuale automatizzazione al suo interno vi erano le abitazioni dei guardiani.

Sulla sommità la lanterna metallica grigia ad alimentazione elettrica e ad ottica fissa, con una lampada principale che emette un lampo bianco ogni sei secondi dalla portata di 16 miglia nautiche.

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La sua costruzione risale al 1868, voluto dalla Marina Militare per l’illuminazione del lato orientale dell’isola.

L'illuminazione della costa occidentale è di epoca recente dopo la dismissione dello storico semaforo di Monte Arpagna alla sommità dell’isola.






6- TORRE DEL PORTO (BIBLIOTECA)

Torno sui miei passi per dirigermi verso la torre meglio conservata dell'isola perché l’unica, delle quattro, ad essere stata restaurata.

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Anch’essa si trova su un’altura ad est come il faro, costruita dai genovesi nel 1516.
Oggi ospita la biblioteca pubblica.

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7- CALA LA GROTTA 

La discesa alla Cala della Grotta ha una lunghezza di 225 m e il suo nome è dovuto alla presenza di una grotta naturale.

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Mentre scendo vedo ancora la Torre della Biblioteca.

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Una discesa panoramica: si può osservare infatti la cala dall’alto, la Marina, il Porto e, in lontananza, la grande area dell’ex Colonia Penale.

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Per migliorare l’accesso ai bagnanti sono stati effettuati dei lavori di riqualificazione, con pavimentazione e varie sedute in legno.

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Alla mia destra la grotta che dà il nome alla cala.

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E questa è una panoramica con la discesa Torre-Cala la Grotta.

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8- FORTE DI SAN GIORGIO

Per dirigermi verso il forte risalgo la Cala della Grotta e ritorno alla piazza del paese, chiudendo un percorso ad anello.

Risalgo via Carlo Alberto fino in cima e il forte me lo trovo davanti, alto e imponente.

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La costruzione è composta dal castello (costruito nel 1540 dai genovesi a seguito della distruzione ad opera del corsaro Dragut dell’insediamento preesistente) e dal forte, che poteva eventualmente ospitare tutta la popolazione.

Nell’Ottocento una grande frana coinvolse il lato est provocando numerose vittime fra i suoi abitanti distruggendo il "Quartiere delle donne", che comprendeva un monastero di suore.
La grande frana è ben visibile dal mare.

©Di Luca Aless - Opera propria, commons.wikimedia


Oggi il castello è stato ristrutturato e vi sono stati ricavati appartamenti privati.





9- CALA TORRETTA AL BAGNO

Dal Forte proseguo verso Torretta al Bagno, una cala che si trova ai suoi piedi.
Poco distante infatti vi è l'indicazione. 

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La discesa è ripida ma breve.

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Si raggiungono scogli piatti e l’acqua è profonda.

La torre fu costruita dai genovesi nel 1790 per difendere Forte San Giorgio.

Ha forma cilindrica, alta e stretta, con un arco rampante che la collega alla parete rocciosa, dove un tempo esisteva un camminamento protetto che conduceva al Forte.

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10- CALA DELLO ZURLETTO

Da Cala Torretta del Bagno, risalgo il sentiero e, in zona adiacente all’Elibase, prendo il sentiero indicato per Cala dello Zurletto (20 minuti ca).

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L'ho raggiunta anche dal Sentiero del Reganico in 30 minuti, di ritorno dal percorso trekking di Punta dello Zenobito (vedi mappa iniziale traccia verde).
Il percorso è paragonabile ad un percorso di montagna considerato turistico (T).

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Il toponimo Zurletto è il nome che viene dato dagli isolani all'Asfodelo, una pianta meravigliosa molto diffusa nell’isola, che incontrerò numerosa nel percorso dello Stagnone.

Il sentiero ha una discreta pendenza, con scalini anche alti e irregolari.

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L’insenatura è suggestiva: acqua trasparente con roccette vulcaniche a picco sul mare.

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L'acqua di maggio è freddissima ma il bagno in mare è stato rigenerante.


Così carica sto già pensando a come illustrerò la ex colonia penale e le rimanenti due torri nei prossimi tre itinerari trekking. 




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Sitografia:





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