BOLZANO - Trentino Alto Adige
Il massiccio dello Sciliar fa parte del SISTEMA DOLOMITICO NUMERO 7 PROTETTO UNESCO, insieme ai gruppi del Catinaccio e del Latemar.
Il Sistema 7 è circondata dalla Val d'Ega, la Val di Fassa e la Val Gardena.
Il toponimo Sciliar (in tedesco Schlern; in ladino Scilier) sarebbe da identificarsi in 'sala' (base pretedesca e preromana), ovvero fossato, rio, canale.
GLI ACCESSI AL RIFUGIO BOLZANO
Si può arrivare da:
- Fiè (laghetto di Fiè), sentiero 1, ore 4,30 ↝ E
- Tires (Bagni di Lavina Bianca), sentiero 2, ore 4 ↝ E
- Siusi, sentieri 5 e 1, ore 2,30 ↝ E con tratti EE
|
Google Earth - ©mappatura Monica Galeotti |
DA SIUSI AL RIFUGIO BOLZANO
Difficoltà: E con tratti EE
Dislivello: 644 m
Tempo:
-andata ore 2,30 (da stazione a monte seggiovia Spitzbühl)
-ritorno ore 2,15
Lunghezza complessiva andata e ritorno sullo stesso percorso: km 13,2
|
Escursione GPS Relive 3D - ©mappatura Monica Galeotti |
La salita al Rifugio Bolzano sullo Sciliar con accesso dall’Altopiano di Siusi è piuttosto impegnativa anche se, a confronto con gli altri accessi, è la più breve per arrivare.
Nelle due ore e trenta di andata, la prima mezz’ora è in discesa e le altre due ore sono su un sentiero che rimonta a zig-zag il versante nord-est dello Sciliar.
Nessuna paura, non ci sono ferrate, ma è bene essere un po’ allenati.
Salgo in auto da Siusi prima delle ore 9:00, ora in cui la strada verso l’altopiano viene chiusa al traffico delle auto → vedi Alpe di Siusi. Mi fermo al parcheggio gratuito della seggiovia Spitzbühl.
La seggiovia si trova prima di Compaccio.
Ho preferito non andare fino a Compaccio, dove il parcheggio è a pagamento (euro 19 tariffa giornaliera) e la salita al Rifugio Bolzano (senza seggiovia) più lunga di un'abbondante mezz’ora.
Inoltre non amo effettuare itinerari che seguono gli impianti di risalita.
Comodamente seduta sulla seggiovia biposto ammiro il superbo panorama sul massiccio e le aree circostanti.
Scendo alla stazione a monte della seggiovia, che coincide con il Rifugio Spitzbühl, ottimo per un caffè prima della partenza o per una fetta di torta al ritorno.
Si parte, seguo il segnavia n.5 che mi porterà in 30 minuti circa alla Malga Saltner.
È tutta discesa e raggiungo in breve la splendida malga.
Ancora discesa e, nel frattempo, un vitellino mi scruta.
Il ponticello che scavalca il Rio Freddo è il punto di svolta dell’itinerario, il segnavia cambia e diventa sentiero n.1, denominato anche "Sentiero dei Turisti", in pratica inizia la salita.
Fra tratti boschivi e qualche tratto sassoso continuo a salire e la Malga Saltner mi appare già lontana.
Il superamento di un tratto roccioso è stato facilitato da gradoni in legno.
Raggiungo il pianoro dello Sciliar e il panorama che circonda il massiccio è splendido, peccato per le nuvole che coprono in parte le catene del Catinaccio e del Latemar.
Sul pianoro il sentiero è facile e in 10 minuti arrivo al rifugio ed appare proprio così come viene descritto, un "castello fra le nuvole".
IL RIFUGIO BOLZANO
Il rifugio fu costruito nel 1873 dalla DÖAV, un'associazione formata dal Club Alpino Tedesco, dal Club Alpino austriaco e alpinisti boemi tedeschi, molto diverso da quello che vediamo oggi: una più modesta struttura in pietra.
Si chiamava Santnerhanshütte, dal nome del committente, l'alpinista austro-ungarico Johann Santner, considerato il padre dell'alpinismo tirolese.
Il suo nome è indissolubilmente legato allo Sciliar, perchè nel 1880 per primo scalò la Punta Grande di Razzes, oggi denominata Punta Santner.
A Santner oggi sono dedicati anche una ferrata, un passo e un rifugio in una delle più belle escursioni sul Catinaccio.
Il rifugio Santnerhanshütte era stato costruito da puristi della montagna, quindi destinato esclusivamente come riparo per escursionisti-alpinisti, senza destinazione turistica.
In seguito fu ampliato da un albergatore di Fiè e dalla sezione di Bolzano della DÖAV, che nel 1918 si staccò e fondò il Club Alpino di Bolzano.
A seguito dell'esproprio da parte del regime fascista, nel 1924 il rifugio passò completamente al CAI di Bolzano, che in seguito lo ristrutturò, dotandolo di una teleferica e di un impianto di depurazione delle acque nere.
Ancora oggi ne è il proprietario.
Ecco perchè oggi si chiama Rifugio Bolzano, o Schlern-haus.
Il meteo purtroppo non è dalla mia parte, mi affretto a scattare alcune foto panoramiche e rinuncio a salire sul Monte Pez, la cima più elevata dello Sciliar, a soli 15-20 minuti da qui.
Si apre davanti al rifugio l'intera e maestosa catena del Catinaccio e, all'estrema destra, il Latemar parzialmente coperto dalle nuvole.
Il rifugio Bolzano è molto accogliente, gli arredi sono classici tirolesi.
Ottimi canederli.
Il tempo sta peggiorando, meglio scendere.
Le nuvole coprono le cime circostanti e arriva un po’ di pioggia mista a neve.
Mentre scendo intravedo i Denti di Terra Rossa, una serie di picchi che in pratica collegano lo Sciliar al Catinaccio, alla base dei quali vi è il Rifugio Alpe di Tires.
Quasi al Rifugio Spitzbühl il sole dietro le nuvole regala un intravisto azzurro di cielo.
Lo Sciliar dapprima pare un fantasma, poi si rivela.
_______________________________________
Note:
-l'itinerario qui descritto è stato percorso personalmente il 30 agosto 2021 consultando preventivamente le previsioni meteo, prestando attenzione all'evoluzione del tempo nella stessa giornata.
-carta topografica Tabacco - Sciliar-Catinaccio-Latemar 029 - 1:25.000
-per i livelli di classificazione delle difficoltà nell'escursionismo vedi ↦ Dolomiti presentazione
___________________________
L'articolo ha vinto l'ultima edizione del Best Travel Post dicembre 2021, contest organizzato da Travel365, la più grande guida di viaggio online, con la seguente motivazione:
"Vince l’ultima edizione del Best Travel Post una meravigliosa escursione in montagna, un paesaggio alpino tra pascoli di montagna, ruvidi altipiani, sentieri e castelli fra le nuvole. Monica ci fa da guida per raggiungere il Rifugio Bolzano da Siusi, con una dovizia di particolari e un reportage fotografico così dettagliato da avere la sensazione di essere lì con lei, di sentire i campanacci delle mucche, il suono del vento e l’odore dell’erba umida.
Un bellissimo percorso, e quella sensazione di libertà e leggerezza che solo i paesaggi montani riescono a dare."
_____________________________
Nessun commento:
Posta un commento