Pale di San Martino
Falcade (BL)
aggiornato 2022
Il Monte Mulaz fa parte del SISTEMA DOLOMITICO NUMERO 3 UNESCO, inserito nella sezione Parco Naturale Paneveggio - Pale di San Martino.
ACCESSI
Si può arrivare da:
- Garés, sentiero 754,752 e 722, ore 4,30-5 ↝ EE
- Falcade, sentiero 722, ore 4-4,15 ↝ E
- Passo di Vallés, sentiero 751, ore 3-3.30 ↝ E
-Passo Rolle-Baita Segantini, sentiero 710A e 710, ore 3 ↝ E
-Val Venegia- parcheggio Pian dei Casoni, sentiero 710, ore 3 ↝ E
Distanze diverse, caratteristiche diverse, ma ogni percorso è piuttosto impegnativo.
©google earth - ©mappatura Monica Galeotti |
L’ itinerario da me scelto prevede l’accesso dalla Val Venegia.
DALLA VAL VENEGIA AL RIFUGIO MULAZ
Difficoltà: E
Dislivello: 925m
Tempo:
-ore 3 andata (da Pian dei Casoni)
-ore 2,40 ritorno
Lunghezza complessiva andata e ritorno sullo stesso percorso: 12,6 km
©relive - ©mappatura Monica Galeotti |
Per questa salita non ci sono particolari difficoltà tecniche, ma è piuttosto lunga e con un discreto dislivello.
Conviene essere allenati ad avere un equipaggiamento adeguato: pedule, acqua, snack, mantella pioggia, crema solare.
Inizio il percorso dal secondo parcheggio di Pian dei Casoni in Val Venegia.
(per arrivare vedi pubblicazione ↝ Val Venegia).
Conviene arrivare presto la mattina nei periodi di alta stagione.
Mi incammino lungo la valle solcata dal torrente Travignolo, accompagnata dalla spettacolare cornice delle Pale: a sinistra la parete nord del Mulaz.
Con la sua imponenza e la sua altezza, 2906 metri, il Monte Mulaz appare isolato, situato nella parte settentrionale delle Pale di San Martino.
Raggiungo la Malga Venegiota, inserita nello stesso panorama da cartolina.
Oltrepasso la teleferica che rifornisce il rifugio Mulaz: arriverà a Passo Mulaz dove un’altra cabina porterà verso il basso i rifornimenti.
50 metri dopo inizia il Sentiero 710 Quinto Scalet.
Dal parcheggio fino a qui circa 30 minuti di camminata turistica.
Proseguendo si arriva alla Baita Segantini, ma oggi si svolta a sinistra per il Mulaz.
L’inizio del sentiero 710 riporta 2 ore per arrivare al rifugio, io ho impiegato 30 minuti in più, me la sono presa comoda.
La tempistica è puramente indicativa, si può impiegare molto meno se si è allenati, come si può impiegare più tempo se si è meno allenati o se si vuole andare con tranquillità godendosi il panorama, i fiori, l’atmosfera.
Devo raggiungere Passo Mulaz e poi scendere verso il rifugio.
La salita inizia quasi subito, rimane all’interno del bosco e dopo 15 minuti ne sono fuori.
Appare il primo grande paretone roccioso.
Il paretone è sempre lì, e si continua a salire.
Dopo un’ora di salita il panorama è mozzafiato, visibile in lontananza la serpentina che porta alla Baita Segantini.
Mi entusiasma distinguere chiaramente anche il Monte Costazza e il Monte Castellaz, che ho percorso un anno fa. Vedi ↝ Monte Castellaz.
Sullo sfondo la Catena di Lagorai.
La salita lungo il sentiero 710 è lunga,
prendo quota salendo con tratti a zig-zag fra ghiaie piuttosto stabili, in un terreno aperto lungo un vallone.
Poi a ridosso di una parete a strapiombo la salita diventa più marcata fino a Passo Mulaz.
Salgo attraverso un paesaggio dolomitico unico e raggiungo l'intaglio di Passo Mulaz.
PASSO MULAZ 2619 m
Il più è fatto, nel senso che la salita è terminata, da qui si scende al rifugio in 10 minuti: si trova più in basso, a 2571 m.
Qui sul passo è d’obbligo concedersi cinque minuti per ammirare il meraviglioso panorama sulle Pale.
L’ambiente è severo, dominano roccia e detriti.
Proseguo e mi dirigo verso il basso.
Sulla sinistra si stacca il sentiero per la cima del monte Mulaz (circa un’ora, difficoltà EE), dove si trova una campana.
Io continuo nella mia discesa, il sentiero scende verso la conca dove il rifugio Mulaz è quasi mimetizzato.
IL RIFUGIO
Eccolo ai piedi della cima il Rifugio Giuseppe Volpi di Misurata al Mulaz, dedicato al politico veneziano e industriale, fondatore della SADE, Società Adriatica Di Elettricità, personaggio già incontrato nell'interessante storia del Mulino Stucky di Venezia.
Si trova nel Comune di Falcade ed è di proprietà del CAI di Venezia; possiede 39 posti letto + 13 d'emergenza.
La sosta al rifugio prevede per me un confortante minestrone di verdura.
Prima di intraprendere la via del ritorno mi allungo al Sasso degli Arduini, un rilievo panoramico con cippo commemorativo che raggiungo in 10-15 minuti.
Mi allontano quindi dal rifugio fino ad osservarlo da un'altra angolazione.
Il cippo ricorda il centenario del Rifugio Mulaz 1907 - 2007, "Esemplare ed ospitale base per l'ascesa silente dei monti ricordando leggendarie vicende alpinistiche e quanti per amore delle altezze quassù sono caduti".
Inoltre i pionieri Giuseppe d'Anna e Giorgio Bernard che per primi salirono sulla cima del Focobon nel 1887.
Il panorama dal sasso mi permette di osservare Falcade e la Valle del Biois.
Da una parte tutto il Gruppo del Focobon.
La Cima del Focobon è la più alta del gruppo.
Le Pale di San Martino sono, fra i gruppi dolomitici, le più vicine alla pianura e al mare, spesso le nubi avvolgono le vette soprattutto nella stagione estiva, per il calore proveniente dalla Val Padana.
Dall'altra parte il Mulaz imponente, grosso, in contrasto con le vette aguzze e verticali del Focobon.
Ritorno lungo lo stesso sentiero effettuato in salita, mi godo in maniera più rilassata il magnifico panorama e mi soffermo su alcuni splendidi fiori gialli che ricoprono i pendii.
È il Doronico dei macereti, tipico dei pendii detritici e dei ghiaioni, presente fra i 1700 e i 2900 metri.
Si potrebbe confondere con l'Arnica montana: quest'ultima ha le foglie opposte, mentre nel Doronico sono alterne.
Il trekking è stato lungo e impegnativo ma assolutamente appagante, un percorso che può essere effettuato dall’escursionista di media esperienza che non possiede capacità alpinistiche.
→ MONTAGNE
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Note:
-l'itinerario qui descritto è stato percorso personalmente il 9 agosto 2021 consultando preventivamente le previsioni meteo, prestando attenzione all'evoluzione del tempo nella stessa giornata.
-carta topografica Tabacco - Pale di San Martino 022 - 1:25.000
-per i livelli di classificazione delle difficoltà nell'escursionismo vedi ↦ Dolomiti presentazione
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Sitografia:
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