domenica 23 giugno 2024

I LUOGHI E LE PAROLE DI ENRICO BERLINGUER

MOSTRA
12 giugno - 25 agosto 2024
Museo Civico Archeologico
via dell'Archiginnasio, 2 - BOLOGNA
aperta tutti i giorni dalle 10:00 alle 19:00
(escluso il martedì)
ingresso gratuito


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Berlinguer fotografato prima del suo intervento ai funerali delle
vittime della strage di Piazza della Loggia,
Brescia, 30 maggio 1974 - ©Renato Corsini


"I luoghi e le parole di Enrico Berlinguer" è il titolo della mostra ideata, organizzata e realizzata dall’Associazione Enrico Berlinguer, dedicata alla conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale della sinistra italiana.


 Questo evento è stato promosso dalla Fondazione 2000, dal Centro Studi e Ricerche sulla Cultura, Formazione, Innovazione Politica e Amministrativa, e dal Centro Studi e Ricerche Renato Zangheri, in collaborazione con il Museo Civico Archeologico del Settore Musei Civici di Bologna, con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna e del Comune di Bologna.


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Enrico Berlinguer (1922-1984) è stato uno dei più influenti politici italiani del XX secolo, segretario del Partito Comunista Italiano dal 1972 fino alla sua morte. 
Berlinguer ha introdotto la strategia del "compromesso storico", promuovendo un dialogo tra comunisti e cattolici per stabilizzare la democrazia italiana durante gli anni di piombo. 
La sua visione politica, caratterizzata da un forte impegno per la moralità nella vita pubblica e per l'indipendenza del partito rispetto all'Unione Sovietica, ha lasciato un'eredità di modernità e lungimiranza rilevante ancora oggi. 
Berlinguer ha saputo anticipare temi come l'ecologia, i diritti civili e la necessità di un'Europa unita, mostrando una capacità di leggere il futuro che continua a influenzare il dibattito politico contemporaneo.

La mostra, organizzata in occasione del centenario della nascita e a quarant'anni dalla sua scomparsa, si propone di ravvivare e valorizzare il suo lascito politico. 
Attraverso materiali originali, tra cui audiovisivi, registrazioni sonore, fotografie e documenti d'archivio, la biografia di Berlinguer viene ripercorsa per offrire una nuova prospettiva sulla sua eredità. 
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La mostra, suddivisa in 6 gallerie, si sviluppa attraverso due linee narrative principali.

La prima linea narrativa ha un carattere storico ed è organizzata in cinque sezioni tematiche: gli affetti, il dirigente, nella crisi italiana, la dimensione globale, attualità e futuro.

La seconda linea narrativa è di tipo iconografico e comprende fotografie da reportage, manifesti di partito e vignette satiriche.

Inoltre, dopo essere stata esposta per la prima volta al Mattatoio di Roma, la mostra si arricchisce nella sua tappa bolognese di una nuova sezione dedicata al profondo rapporto tra Berlinguer e i militanti dell’Emilia-Romagna, che offrirono un sostegno eccezionale alle sue strategie politiche.

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©mappa Musei Civici Bologna - ©legenda Monica Galeotti




GALLERIA 1
Gli affetti


La prima galleria esplora la dimensione privata di Berlinguer, mostrando nelle due teche foto familiari, dalla sua infanzia alla maturità, con i suoi figli e la moglie Letizia Laurenti, e lettere dall’archivio della Fondazione Gramsci che evidenziano le sue relazioni con intellettuali, artisti, militanti e persone di diverse convinzioni politiche.

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Lettera di Renato Guttuso a Berlinguer e biglietto di risposta, 1975.

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Alle pareti, una timeline rappresenta graficamente anno per anno gli eventi della sua vita attraverso il suo percorso politico.

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IL PERCORSO POLITICO

Enrico Berlinguer si iscrive al PCI nel 1943, aderendo alla sezione giovanile di Sassari.
Come molti giovani della sua generazione, diventa comunista attraverso l'antifascismo.
Condivide la proposta del "partito nuovo" di Palmiro Togliatti, che conosce nel 1944 grazie al padre Mario. 

Nel PCI di Togliatti, le istanze di emancipazione sono inquadrate nella democrazia progressiva, pensata in un contesto di collaborazione tra forze antifasciste, che però si esaurisce con la guerra fredda.
Il PCI mantiene l'obiettivo di una via democratica al socialismo, partecipando alla stesura della Costituzione, pur continuando a riferirsi all'URSS e ai paesi del blocco sovietico. 

Berlinguer cresce politicamente in questo contesto.
Nel 1949 è eletto segretario della Federazione Giovanile Comunista Italiana e l'anno successivo presidente della Federazione Mondiale della Gioventù Democratica. 

Sale ai vertici del PCI: nel 1958 entra nella segreteria nazionale, dal 1962 è in direzione e segreteria, nel febbraio 1969 è eletto vicesegretario accanto a Longo, e nel marzo 1972 diventa segretario. 

Guida ora una forza nazionale che vuole interpretare i bisogni di cambiamento degli anni '60, difendendo la Repubblica da attacchi eversivi. 

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Dopo la repressione della Primavera di Praga, Berlinguer accentua l'autonomia del PCI dal campo socialista, sollecitando una riforma in senso democratico.
La sua proposta per l'Italia si concretizza nel 1973, dopo il golpe in Cile, con la formula del compromesso storico, che mira a una nuova intesa tra le grandi forze popolari costituenti (cattolici, comunisti e socialisti), linea premiata dagli elettori.
Nel 1976, superato il 34% dei voti, il PCI esce dall'opposizione ma non entra nel governo.

La stagione della solidarietà democratica (1976-79) si svolge in una grave crisi economica e politica, culminata nel delitto Moro, che priva Berlinguer del suo principale interlocutore.

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Berlinguer si scontra con la leadership sovietica, ribadendo l'inscindibilità di democrazia e socialismo.
Si muove su un piano globale: costruisce un fronte eurocomunista con i partiti comunisti francese e spagnolo, sostiene movimenti di liberazione, dialoga con le sinistre europee e riprende i rapporti con la Cina nel 1980.

La solidarietà democratica consente importanti riforme nel welfare italiano, ma la politica dei sacrifici e dell'austerità mina il consenso del PCI.
Tornato all'opposizione, Berlinguer rafforza il rapporto con le classi popolari e si allinea ai nuovi movimenti di massa: sostiene gli operai di Mirafiori, solleva la questione morale dopo il terremoto in Irpinia, si oppone agli euromissili, dialoga con il femminismo e difende la scala mobile nel 1984, anno della sua morte.

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LA BIBLIOTECA GIOVANILE
La selezione di libri della biblioteca personale di Berlinguer, risalenti al suo periodo giovanile, includono la filosofia, dai greci antichi (Socrate, Platone, Aristotele) ai moderni (Hegel, Nietzsche, Croce), la scienza politica (Machiavelli, gli illuministi, il pensiero risorgimentale italiano) e le teorie della conoscenza applicate alla scienza e alle tematiche religiose.

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La mostra è multimediale, con diverse postazioni video dotate di cuffie.

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Al termine della prima galleria c'è il primo focus di approfondimento con la Stagione Riformatrice di Berlinguer, con le informazioni sulla promulgazione di leggi fondamentali per la democrazia e la proiezione di filmati d'epoca che illustrano la pluralità dei movimenti sociali che hanno reso possibile la nuova Italia.

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GALLERIA 2
Il dirigente

La galleria 2 ripercorre il percorso politico di Berlinguer, dalla sua iscrizione al Partito Comunista nel 1943 fino alla sua elezione a Vicesegretario nel 1969.


Anni '70.

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Berlinguer assiste alla manifestazione dell'Alleanza nazionale dei contadini dal balcone di Botteghe Oscure, Roma, via delle Botteghe Oscure, 26 giugno 1974 - ©Alma Mater Studiorum Bologna.

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Nella crisi italiana

Eletto Segretario del PCI nel 1972, guidò il partito durante la crisi italiana.
Questa sezione ricostruisce il contesto in cui operò, ripercorrendo i momenti cruciali della sua biografia politica fino alla sua prematura scomparsa nel 1984, nel pieno di una profonda crisi sociale.

Un secondo focus di approfondimento intitolato
Violenza politica, stragi e terrorismo in Italia, ricostruisce la lunga scia di attentati e delitti che dal 1969 al 1984 hanno funestato la vita democratica del paese.


Corrispondenza con la famiglia Moro.
Messaggio di Berlinguer a Eleonora Moro, 16 marzo 1978 - ©Fondazione Gramsci, Archivio E. B.

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Dibattito alla Camera sulla fiducia al governo Andreotti.
Appunti manoscritti preparatori dell'intervento di Berlinguer, 16 marzo 1978 - ©Fondazione Gramsci, Archivio E.B.

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GALLERIA 3
Berlinguer in Emilia Romagna


La sezione emiliano-romagnola della mostra su Enrico Berlinguer evidenzia due grandi fasi della sua biografia politica.

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La prima fase, tra gli anni '40 e '50, vede Berlinguer alla guida della Federazione Giovanile Comunista Italiana (FGCI), ricostituita nel 1949, di cui diventa segretario generale a 27 anni.
L'Emilia-Romagna giocò un ruolo cruciale in questa fase di rilancio, con Palmiro Togliatti che nel maggio 1949 tenne un importante discorso a Reggio Emilia.
Nel 1953, la FGCI era già una vasta organizzazione di massa con 460.000 iscritti e 8.800 sezioni. Questo periodo rappresentò per Berlinguer una palestra di organizzazione politica.


L'opera "I funerali di Togliatti", di Renato Guttuso è visibile presso il MAMbo di Bologna, via Don Minzoni, 14.

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La seconda fase, tra il 1972 e il 1984, vede Berlinguer come segretario nazionale del Partito Comunista Italiano (PCI).
Questo periodo è noto per i suoi memorabili comizi alle Feste nazionali dell'Unità e appuntamenti politici in Emilia, che si chiude con l'inaugurazione di una sezione comunista a Lagosanto, Ferrara, il 1º maggio 1984, poco prima della sua morte.


Berlinguer ai funerali delle vittime dell'attentato fascista del 2 agosto 1980 alla stazione ferroviaria di Bologna.
Sulla gradinata di San Petronio dalla quale parla il sindaco della città, Renato Zangheri, si riconosce anche il Presidente della Repubblica Sandro Pertini.
Bologna, Piazza Maggiore, 6 agosto 1980 - dal libro "Berlinguer a Bologna", a cura della Federazione del PCI di Bologna.

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In visita alla Ducati Elettrotecnica, Bologna, 8 maggio 1983 - ©Archivio storico Paolo Pedrelli della Camera del Lavoro di Bologna.

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Berlinguer alla Festa nazionale dell'Unità al Campo Volo, Reggio Emilia, 18 settembre 1983 - dal libro "Enrico berlinguer. Il sogno di un'altra Italia", a cura di L. Capitani - foto Luigi Ghirri.

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La voce di Berlinguer
I manifesti.


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GALLERIA 4
Lo sguardo del reporter


"Lo sguardo del reporter" è il titolo dell'esposizione di fotografie di Angelo Palma esposte nella quarta galleria.

Membro della scuola romana di fotogiornalismo, Palma ha documentato eventi politici e culturali, contribuendo alla costruzione dell'opinione pubblica e la sua costante presenza agli eventi legati al PCI lo rende una preziosa fonte iconografica per la ricostruzione delle vicende di Enrico Berlinguer.

Nato a Riofreddo nel 1948, ha pubblicato su importanti quotidiani e riviste, e nel 2000 il suo archivio è stato dichiarato di particolare interesse storico.

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I libri su Berlinguer

La figura e la politica di Berlinguer sono state ampiamente trattate in vari volumi, sia durante il suo periodo come leader del PCI che dopo la sua scomparsa.
Tra le opere più rilevanti ci sono i lavori di Gianfranco Piazzesi, Vittorio Gorresio, Chiara Valentini, Giuseppe Fiori, Francesco Barbagallo e Silvio Pons.

Negli anni '90 si avviò una riflessione sul suo lascito, mentre dal decennio successivo storici e autori contemporanei continuano a esplorare la sua eredità politica e culturale.
Berlinguer rimane una figura significativa nella letteratura, nella cultura popolare e tra i giovani, con molte testimonianze di chi lo ha conosciuto.

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GALLERIA 5
La dimensione globale


Enrico Berlinguer è stato una figura di spicco, che ha incarnato un nuovo corso del PCI.
Qui vengono illustrati i punti salienti della sua politica internazionale:

. la ridefinizione dei rapporti con l'Unione Sovietica:
dal 1968, con la condanna dell’intervento in Cecoslovacchia, Berlinguer ha sostenuto la democrazia e guidato la rottura con l’URSS dopo lo stato d’assedio in Polonia del 1981, diventando promotore dell'eurocomunismo in Europa, insieme ad altri leader comunisti di Spagna e Francia.

. l'appoggio ai paesi non allineati, promuovendo principi di indipendenza, sovranità, pace, cooperazione internazionale e critica all'imperialismo, cercando di instaurare relazioni di solidarietà con i movimenti di liberazione e i governi non allineati in Vietnam e altri paesi del Terzo Mondo.

. il riavvicinamento alla Repubblica Popolare Cinese.

 . le riflessioni sul Cile e il sostegno ai partiti progressisti in America Latina.


Il mondo di Berlinguer è il terzo focus di approfondimento:
le mappe delle sue relazioni mostrano i luoghi che ha visitato e i leader che ha incontrato, evidenziando il suo impegno a cavallo tra l’Europa occidentale, il mondo comunista e il Sud globale, dimostrando una visione politica all’avanguardia.

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Attualità e futuro

Questa ultima sezione della biografia politica di Berlinguer esamina il suo lascito, apprezzato e riconosciuto oltre i confini del proprio partito, per la coerenza e il rispetto degli avversari.

I documenti e le fotografie testimoniano come sia ancora una figura centrale nel dibattito pubblico italiano.
La sua eredità comprende "la questione morale" e la riforma del sistema dei partiti.
Il suo successo postumo deriva anche dalla sua capacità di anticipare temi globali come l'emergenza ambientale, le risorse energetiche, la critica del capitalismo, la pace, la cooperazione internazionale, e l'impatto della rivoluzione informatica, che oggi sono al centro della politica mondiale.

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GALLERIA 6
Berlinguer nella satira


Berlinguer è stato oggetto sia di ammirazione sia di critica.
Le fotografie lo hanno reso un'icona di massa, mentre la satira ha offerto una visione dissacrante della sua figura.
Le copertine de "Il Male" lo hanno ritratto in modo caricaturale, evidenziando un tratto borghese e aristocratico in contrasto con l'immagine proletaria.

Falsa prima pagina de l'Unità, Il Male, 19 settembre 1978.

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Il Male, 11 aprile 1979.

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Roberto Benigni prende in braccio Berlinguer sulla terrazza del Pincio, alla manifestazione della FGCI, Roma 16 giugno 1983 - ©sequenza fotografica Mimmo Chianura.






La Galleria 6 conclude la mostra esponendo altri libri su Berlinguer, in continuità con la Galleria 4.
 Infine, sono presenti postazioni di approfondimento.

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CONCLUSIONI


Matteo Lepore, sindaco di Bologna dice:
"Quella di Berlinguer non è una mostra celebrativa, ma un'occasione per comprendere il suo punto di vista intellettuale, filosofico e le sue passioni, per capire le sue scelte e l'importanza della sua figura per il cammino e il futuro del nostro paese.

Il 2 agosto è stato uno dei momenti più tragici della vita sociale del nostro territorio.
In quel periodo, la destra al potere in alcuni paesi metteva a rischio la stabilità dei paesi democratici, portando alla nascita del compromesso storico come riflessione e scelta politica.

Una figura come Enrico Berlinguer oggi deve essere vista come una chiave di lettura del mondo, della società e del ruolo della politica.
Non si tratta di una scelta nostalgica, ma di una decisione orientata al futuro, al dibattito pubblico, e alla volontà di Bologna di trasformare i propri musei in porte aperte sull'attualità, la storia e il futuro.
Approfondire il periodo dal dopoguerra ad oggi, che nelle scuole si studia poco, è fondamentale per comprendere che l'Italia non è stata solo Tangentopoli e il governo della Democrazia Cristiana.
Questa consapevolezza è cruciale, in quanto rappresenta una delle grandi mancanze democratiche del nostro paese."


Alexander Höber, curatore:
"Questa mostra è il risultato di un grande lavoro collettivo.
Abbiamo insistito molto sulla seconda parte, dove Berlinguer emerge non solo come leader italiano, ma anche europeo.
I temi trattati dimostrano la sua visione ampia e globale, evidenziata dalla ricchezza delle sue relazioni internazionali, come illustrato nella mappa della galleria."


Gregorio Sorgonà, curatore:
"La mostra "I luoghi e le parole di Berlinguer" vede la sua prima tappa a Roma, dove ha attirato 70.000 visitatori.
 La seconda tappa non poteva essere che Bologna, città che ha storicamente rappresentato un baluardo del pensiero e delle politiche di Enrico Berlinguer, riflettendo la forte tradizione progressista e l'impegno civico della comunità locale.
Il successo di questa iniziativa ci spinge a riflettere sulle ragioni di tale affluenza.
Berlinguer ha un pubblico affezionato che ci invita a considerare la sua eredità politica e il rapporto con la comunità di partito.
La mostra ha attirato molti giovani, sottolineando la capacità di Berlinguer di instaurare un legame sentimentale con il popolo, come testimoniato dai suoi funerali.
Le sue idee di libertà, eguaglianza e fratellanza si sono fuse in una proposta politica progressiva e transnazionale.
La sua politica può essere riassunta in due parole: comunismo e democrazia.
Questa mostra è un'occasione importante per noi, curatori e collaboratori dell'Istituto Gramsci, che conserva l'archivio di Berlinguer, e per la società civile italiana, invitata a discuterne e prenderne parte."

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Bibliografia:
-pannelli informativi mostra "I luoghi e le parole di Enrico Berlinguer".
-comunicato stampa della mostra, a cura di Bologna Musei.


-resoconto conferenza e visita in anteprima.


La mostra è curata da:
Alessandro d'Onofrio, architetto e critico d'architettura.
Alexander Höbel, storico contemporaneo, collabora con la Fondazione Gramsci.
Gregorio Sorgonà, storico contemporaneo e coordinatore del Consiglio d'indirizzo scientifico della Fondazione Gramsci.
Carlo de Maria, direttore Centro Studi e ricerche Renato Zangheri.

Un ricco calendario di eventi accompagnerà l'esposizione, consultabile nel  sito dedicato alla mostra


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Conferenza stampa 11 giugno 2024. Da sinistra Gregorio Sorgonà, Carlo de Maria,
il sindaco di Bologna Matteo Lepore e Alexander Höbel - ©Monica Galeotti






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Matteo Lepore visita la mostra - ©Monica Galeotti


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