domenica 30 giugno 2024

LE CHITARRE DI WANDRÈ

MOSTRA
11 maggio - 8 settembre 2024
Museo Internazionale e Biblioteca della Musica
Strada Maggiore, 34 - BOLOGNA
(chiuso il lunedì)
ingresso gratuito



Immagine guida della mostra "Wandrè, la chitarra del futuro".



 

Il Museo della Musica celebra il suo 20º anniversario (2004 - 2024) con la mostra "Wandré, la chitarra del futuro".


Inaugurato nel 2004 nel Palazzo Sanguinetti, il museo si è sempre distinto come un vivace centro di conservazione e ricerca musicale.
Dopo la mostra sulle Fender Stratocaster nel 2004, il museo celebra ora le chitarre innovative di Wandré.


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Il marchio italiano Wandré, fondato da Antonio Vandré Pioli, è noto per il suo carattere eccentrico e sperimentale negli anni '60.
Vandré, liutaio innovativo, creò la prima fabbrica di chitarre elettriche a Cavriago, in provincia di Reggio Emilia, utilizzando tecniche edilizie avanzate poi riprese per il Madison Square Garden.
Le sue "sculture sonore" pop, lontane dai modelli mainstream, sono ora protagoniste di questa mostra curata da Marco Ballestri.

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La mostra su Wandrè celebra anche il ventennale della sua scomparsa, riconoscendo il suo genio, poco noto in Italia ma venerato all'estero.
Il percorso espositivo, tra strumenti, note biografiche e opere, esplora i sogni e le innovazioni del liutaio: dai primi strumenti elettrici italiani ai contrabbassi con manico pieghevole e l'uso dell'alluminio.

Non è una semplice esposizione di cimeli, ma un viaggio emotivo nel fervido cosmo artistico del dopoguerra emiliano.


SALA 1

La mostra inizia con la sua biografia al centro e le prime chitarre.

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Antonio Vandré Pioli nasce il 6 giugno 1926 a Cavriago, Reggio Emilia, da Roberto e Virginia Tarasconi.
Il padre, falegname eccentrico e sognatore, esercitò su di lui una grande influenza: disertò per amore di Virginia durante la Prima Guerra Mondiale, ipotecò la casa per costruire una macchina volante, e fu liutaio per contrabbassi e chitarre.
 Antonio, soprannominato "Gateina" per la sua affinità con gli animali, adotta il nome d'arte "Wandré" dal suo secondo nome, Vandrè.

A 14 anni, lavora alle Officine Meccaniche Reggiane, imparando i segreti dell'alluminio, esperienza cruciale.




MODELLO ROBERTO
💥 La prima chitarra esposta nella mostra è il modello Roberto, costruita negli anni '40 da Wandrè sul modello del padre.
Fino al 1957 infatti realizza qualche lavoro nel laboratorio del padre utilizzando modelli paterni.
La grafica e i materiali trasformano lo strumento in un gioco simbolico erotico: profilo traforato di una ragazza con cappello e fori armonici rovesciati come allegoria fallica.
Il corno, materiale simbolo di fecondità e potere afrodisiaco, riflette le teorie di Jung sul principio maschile e femminile.

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Nel 1944, aderisce alle squadre di azione patriottica e partecipa al primo sabotaggio anti-nazifascista a Reggio Emilia.
Si arruola nelle Brigate Partigiane Garibaldi come vice caposquadra, con il nome di battaglia Koska (gatto in lingua russa).

Dopo la guerra, sconvolto dall'esperienza, diventa pacifista e si diploma capocantiere edile al Convitto Scuola della Rinascita a Rivaltella (Reggio Emilia) nel 1950, con lezioni tenute da luminari come Loris Malaguzzi e Carlo Salinari.

I convitti erano scuole create dall'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia e dal Ministero del Lavoro per consentire agli ex combattenti partigiani e ai prigionieri, di età compresa tra i 16 e i 24 anni, di imparare un mestiere.

Vive anche una storia d'amore travagliata che culmina in un tentato suicidio.

Nel 1950, Wandrè progetta il Teatro Nuovo di Cavriago e dirige lavori edili tra Milano e Cosenza.
Cofondatore e direttore del periodico "Paese Nostro", è molto impegnato socialmente.
Nel 1953, come direttore di una cooperativa edile, subisce un grave incidente sul lavoro che lo segnerà.
Trasferitosi a Cosenza, si scontra con i dirigenti per il suo sostegno agli operai e, deluso, abbandona l'edilizia nel 1957, tornando a Cavriago con la moglie Ida e la figlia Puny.

A Cavriago, Wandrè trasforma la sua vita passando da capocantiere a liutaio, sfruttando le sue radici familiari nella liuteria e il sostegno di una comunità musicale locale prospera.
La sua transizione è alimentata dalla libertà creativa offerta dalla liuteria, che cancella per sempre la sua deludente esperienza nel settore edile, mantenendo salda la sua formazione e cultura acquisita al Convitto Scuola.

💥 Dal 1957 al 1960 lavora nella Fabbrica Cavecchi, costituendo una società con Enzo Cavecchi, e collabora con i Fratelli Meazzi e Athos Diavoli.


BRIGITTE BARDOT - 1957
La chitarra dedicata a Brigitte Bardot, prodotta dal 1957 al 1963, presenta allusioni all'Eros nelle sue forme.

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Questa chitarra del 1959, sempre ispirata a Brigitte Bardot, incanta e si distingue per la finitura al fumo di candela.
Per me la più bella presente in questa mostra.
I fori armonici richiamano reggiseni a fascia mossi dal vento, omaggio al film "E Dio creò la femmina" di Roger Vadim del 1956, che sdoganò il topless.

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Alla fine degli anni '50, Wandrè trasforma la chitarra in una protesi bionica per il musicista, rivoluzionando la liuteria con strumenti che uniscono estetica ed emozione.


ROCK OVAL "FRANCESCO GUCCINI" -  1958
La Rock Oval fu la prima chitarra elettrica di Francesco Guccini, mostrato a sinistra nella foto con il complesso I Gatti.
Guccini descrisse queste chitarre come dotate di un'anima propria, ribelli e pericolose, tanto che suonarle poteva portare a perdersi completamente.

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WAID BASSO - 1959-1962
Il basso Waid con piano armonico concavo è rivoluzionario, costruito con parti avvitate su un'unica barra di alluminio e dotato di una futuristica paletta a T con meccaniche in filo di acciaio.

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SALA 2
Le opere di Wandrè, influenzate dal contesto socio-politico, esplorano temi come la guerra fredda e il progresso scientifico, con un'attenzione all’impatto scenico e un erotismo onnipresente.
Frutto della contaminazione tra arte e design, assorbono influenze di futurismo, surrealismo, metafisica e astrattismo, incarnando l'eccellenza nel dopoguerra.


SELENE II - 1959
Questo modello, prodotto nelle versioni basso e chitarra dal 1958 al 1962, si ispira alla luna calante, osservata da Wandrè in una notte insonne.

ROCK BASSO - 1960
Prodotto dal 1960 al 1964, è una scultura musicale ispirata alla tavoletta del WC, che dissacra la liuteria classica utilizzando il vuoto e l'aria come materiali per il corpo della chitarra. L'opera mostra una chiara influenza stilistica di Duchamp.

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PIPER II - 1959-1960
Prodotta dal 1959 al 1961 per i fratelli Meazzi di Milano, si ispira al Piper Club, con l'intento di essere uno strumento popolare.
Inizialmente aveva un manico in legno per ridurre i costi. 
La pubblicità ne esaltava la qualità e il prezzo accessibile, rendendola un sogno per i giovani chitarristi.

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SALA 3 DELLA FABBRICA ROTONDA

💥 Dal 1960 al 1963 Wandrè realizza una società con William Cavecchi e altri, e termina la collaborazione con i Meazzi.
Questa società si realizza con l'idea della Fabbrica Rotonda, costruita su progetto originale di Wandrè con calcoli strutturali dell'ingegnere Giuliano Bugli.

Al centro della sala il modellino in scala 1:33 della celebre fabbrica di Cavriago, in via della Repubblica, n.78: fu considerata la più moderna del mondo per la costruzione di strumenti musicali.

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Wandrè elaborò una filosofia del lavoro che univa scienza e umanesimo, anticipando lo Humanistic Management. 
La sua fabbrica produceva strumenti musicali unici, frutto della creatività collettiva.
Incentivava lo sviluppo personale e le aspirazioni dei suoi dipendenti, incoraggiandoli a studiare lingue straniere, disegno tecnico e musica.
Insegnava alle donne a fumare, considerandolo un simbolo di emancipazione.
Non ci furono scioperi, tranne uno organizzato dallo stesso Wandrè per solidarietà con operai di un'altra fabbrica.



BLUE JEANS - 1962
Suonata in concerto dagli Skiantos nel '79, da Bocephus King nel 2018 e Peter Holmström (Dandy Wharhols).

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ROBY - 1962-1965
La chitarra Roby fu progettato alla fine del 1961 per celebrare la nascita del figlio Roby. La forma della chitarra richiama un bambino a braccia aperte. 
Il prezzo base della Roby era di 125.000 lire, tre volte lo stipendio di un operaio nel 1961.
La chitarra a sinistra presenta una spettacolare finitura al fumo di candela di Gianfranco Borghi.
Un’isola di cartone mantiene la corda sospesa, riducendo l'assorbimento di energia da parte del ponte e prolungando la vibrazione della corda, a vantaggio del sustain.

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💥 Dal 1963 al 1967, la Fabbrica Rotonda diventa ditta individuale Wandrè, con la collaborazione di Stefano Beltrami.

Wandrè diceva: "Il lavoro non è una condizione naturale per l'uomo. Gli operai devono poter sempre vedere il cielo e ricordare che sono nati liberi. Devono potersi vedere reciprocamente e conversare fra loro.
Inoltre affermava che, una volta stabiliti gli obiettivi personali, gli operai potevano gestire autonomamente il loro tempo di lavoro. Potevano accedere alla fabbrica nel tempo libero e utilizzare le attrezzature per i loro progetti personali."

TIGRE E COBRA - 1965-1966
Le bellissime chitarre sono qui esposte sullo sfondo di un'immagine che riproduce l'interno della fabbrica.

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SCARABEO - 1965
La chitarra Scarabeo, progettata con Stefano Beltrami e prodotta fino al 1967, rende omaggio ai Beatles.
Il corpo imita uno scarabeo, mentre la paletta riproduce il volto di John Lennon con un caschetto di capelli allungato, anticipando il suo futuro look. Nell'immagine Sean Lennon.

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💥 Nel 1967 e 1968, per migliorare la produzione e la distribuzione, la Fabbrica Rotonda adotta la strategia dell'affiliazione con la società Reggio Impex.


MINI - 1967
Nel 1966, con l'inizio della produzione della Mini Innocenti e la diffusione della minigonna di Mary Quant, Wandrè crea una mini chitarra sofisticata e immaginifica, rompendo le convenzioni.
Questo capolavoro di Flower Power design, prodotto dal 1967 al 1968, è paragonabile all'iconicità di Jane Birkin in "Blow-up".

PSYCHEDELIC SOUND - 1967
Dopo un decennio di bizzarie, come A. Ginsberg,  Wandrè ritiene che la cosa più rivoluzionaria, quando tutti cercano di essere eccentrici, sia un ritorno al classicismo, e nasce questo modello di chitarra e basso, prodotto dall’aprile 1967 al 1968, con filetti incassati sul body e sulla paletta.
 Il tutto alla vigilia della Summer of Love, l'apice del movimento hippy e della controcultura dell'epoca a San Francisco.
La chitarra esposta è una delle ultime, assemblata con materiale di giacenza.

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Nel 1968 la Fabbrica chiuse i battenti, segnando la fine di un'utopia guidata dalla fantasia, dove gli operai donarono giornate di lavoro gratuito nei momenti difficili.

Dopo la chiusura, Wandrè continua a esprimere la sua creatività attraverso abbigliamento, pirografia su cuoio e motociclette.
Le sue opere riflettono esperienze personali, come la vita da pendolare negli anni ’50 e la solitudine interiore nel cammino della vita, simboleggiata da un uomo che attraversa una pianura con i bagagli del proprio vissuto.

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Nel 1976, Pioli si innamora dell'editrice e gallerista Rosanna Chiessi e si inserisce nel movimento Fluxus, contribuendo all'organizzazione del primo festival internazionale Fluxus Italia a Cavriago nel marzo 1977.
Precedentemente, nel 1972, aveva già realizzato la sua prima performance con il "Funerale del Sasso", simbolicamente denunciando la limitazione della libertà espressiva e l'oppressione dell'autoritarismo.

Nel 1990, la relazione tra Wandrè e Rosanna termina in modo drammatico.
Da allora, Wandrè decide di perseguire un "lentissimo suicidio" utilizzando tabacco e alcol fino alla sua morte avvenuta il 15 agosto 2004.



Durante questi anni, continua a esprimere ferventemente le sue idee su politica, libertà, pace e ecologia attraverso dipinti, sculture, murales, graffiti e installazioni.
Si autodefinisce un "artista di vita" e la sua casa-laboratorio, l'Osteria della Pace Eterna, diventa un luogo senza serratura frequentato da amici e giovani che lo vedono come un profeta e un difensore appassionato della pace e della libertà, incarnando il "romanzo di vita" che narra attraverso le sue opere.

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FENDRÈ - 1999
La chitarra Fendrè è nata dalla collaborazione immaginaria tra Fender e Wandrè, quando il bassista Martin Iotti decise di far personalizzare il suo Fender Precision.
Wandrè ne ridusse il peso di 1 kg trapanandolo!
Completò l'opera presentandola pubblicamente in Piazza Lenin a Cavriago, criticando simbolicamente il peso eccessivo dei bassi americani.
Questa fu l'ultima performance di Pioli.

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IL CONTRABBASSO ELETTRICO
La mostra si chiude con il contrabbasso elettrico. Strumento brevettato da George Beauchamp nel 1936, fu prodotto da Wandrè in Italia nel 1957 e fu il primo a costruirli con il manico smontabile e poi reclinabile, spinto dall'amico musicista Pietro Bertani, sempre in viaggio con il suo contrabbasso.
Va ricordato che in quegli anni i musicisti si spostavano quasi sempre in treno.

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Il contrabbasso elettrico Wandrè con manico smontabile.



Nel 1995, Wandrè recupera alcuni contrabbassi degli anni '50 e '60, trasformandoli in nuove opere d’arte, influenzato dalla lettura di Patrick Süskind.
Attraverso queste opere, risolve ironicamente il suo complesso edipico, culminando nella performance "Auto-contrabbasso", in cui si trasforma in un contrabbasso e si auto-suona, liberandosi simbolicamente dall'influenza della madre castrante (che si identifica con l'ex compagna Rosanna).

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La visita all'esposizione delle chitarre di Wandrè è stata per me una rivelazione.
Scoprire questo artista, di cui non avevo mai sentito parlare, mi ha sorpresa e affascinata per la sua straordinaria creatività e l'impulso ad operare sempre controcorrente.
Sono grata a questa mostra per avermi fatto conoscere il suo mondo così l'innovativo.

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Legenda:
💥 la liuteria nelle sue 5 fasi

Bibliografia:
-pannelli informativi mostra "Wandrè. La chitarra del futuro".


La mostra è curata da:
Marco Ballestri, 
con la collaborazione di Oderso Rubini e il collettivo I Partigiani di Wandrè.

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