sabato 12 aprile 2025

CANYON LAS GRIETAS E SENTIERO DELLA MONTAÑA BLANCA

TÍAS, Lanzarote - Spagna


Las Grietas sono delle formazioni geologiche, formate da fratture naturali situate alle pendici del vulcano Montaña Blanca, da non confondere con la Caldera Blanca di Timanfaya.

 Le crepe, lunghe 20 metri, si estendono attraverso stretti corridoi di lava solidificata.





COME ARRIVARE?

Il parcheggio, non segnalato ma facilmente individuabile su Google Maps, si trova a metà strada tra Tías e San Bartolomé, lungo la LZ-35.

Montaña Blanca da Google Earth - ©didascalie Monica Galeotti




ORIGINE DELLE CREPE

Le fratture sono formate dalla lava che si raffredda a contatto con la roccia sottostante, scavate dall’acqua nel corso del tempo.




Si trovano vicine al parcheggio, ai piedi del vulcano, ma non è scontato individuarle nell'immediato, perchè non ci sono cartelli indicativi.

Le più spettacolari sono due, distanti pochi metri l’una dall’altra, e possono essere attraversate tramite un corridoio naturale dalle pareti irregolari.

Questa è l'entrata della prima che incontro, la più alta.







La seconda, più bassa.









IL SENTIERO SULLA MONTAÑA BLANCA

Un sentiero conduce alla cima del vulcano (596m), dove si possono osservare gli strati di lava provenienti dalle diverse eruzioni, e altre fratture dall'alto: Sendero de la Montaña Blanca n.6.

Non solo: Montaña Blanca è importante per la storia dell’acqua a Lanzarote, grazie ai suoi serbatoi.




Inizio quindi a salire, anche se non arriverò fino in cima, il tracciato giallo indica il mio cammino.

Per effettuare il sentiero ad anello che gira intorno alla montagna e comprende la salita alla croce della caldera, occorrono circa 2 ore, un itinerario da destinare ad una prossima visita a Lanzarote.

©escursione GPS Relive 3D - ©didascalie Monica Galeotti





Raggiungo il pannello informativo, dove viene descritto il sito archeologico di Montaña Blanca.




Mi trovo nel versante sud della montagna, e qui ci sono numerosi canali e conche scavate nella roccia di tufo dai Majos, gli antichi abitanti di Lanzarote, ma il loro utilizzo o scopo è ancora oggi sconosciuto.

Tra questi canali le formazioni rocciose venutasi a creare evocano teste di caproni.




LAS MARETAS E LA STORIA DELL'ACQUA A LANZAROTE

Il termine spagnolo maretas normalmente si riferisce alle maree.

In questo caso, esclusivamente nelle isole Canarie, il termine viene usato per indicare un deposito d'acqua che viene scavato nel letto di un burrone o nelle cavità per immagazzinare acqua piovana.

Qui sulla Montaña Blanca ci sono due maretas, entrambe identiche, con una lunghezza di 54 metri, una larghezza di 5 e una profondità di 7.

Questi bacini furono progettati per raccogliere l’acqua piovana che scendeva da questo versante sud della montagna, e veniva canalizzata lungo un percorso scavato nella roccia.

Per gravità, l’acqua fluiva attraverso una serie di filtri che trattenevano materiali solidi come rocce e ghiaia, permettendo così il passaggio dell’acqua all’interno delle maretas.

Questo sistema era destinato a trasportare l’acqua a Tias, che da sempre dipendeva da Arrecife per l’approvvigionamento di acqua (ad Arrecife l'acqua arrivava dalle gallerie di Famara).

I bacini d’acqua delle maretas, costruiti a partire dal 1950 e completati nel 1968, furono fondamentali per Tías, migliorando la vita della comunità e anche del sud di Lanzarote, riducendo la partenza delle persone, costrette a migrare verso la capitale. La cisterna finale, situata nell’attuale Avenida Central di Tias, è oggi simbolicamente rappresentata da una scultura*.

La presenza di queste opere idriche evidenzia quanto fosse limitata la disponibilità di acqua a Lanzarote in passato, un’isola con risorse idriche scarse e precipitazioni minime o assenti.

Struttura d'accesso al sistema idraulico Las Maretas - ©blog Occasionally Lost


Come scrive Francisca Maria Pereira Betancourt nel suo "Storia dell’acqua a Lanzarote", nonostante il breve periodo trascorso, tutte le infrastrutture realizzate, come pozzi, tunnel, cisterne, stagni e i complessi idrici di Montaña Blanca e Guatisea, che erano di estrema importanza e avevano richiesto un enorme lavoro, sono ormai completamente abbandonati.

I bacini d’acqua di Montaña Blanca, purtroppo, riuscivano a soddisfare solo le necessità più basilari per i circa 36.000 abitanti di Lanzarote all’epoca, e già nel 1965, prima che fosse completato l'impianto de Las Maretas, fu inaugurato il primo impianto di dissalazione dell'isola: il primo delle Isole Canarie, di tutta la Spagna e uno dei primi di tutto il pianeta.

 Con l’entrata in funzione dell’impianto di dissalazione, l’isola ottenne una risorsa stabile e affidabile che le permise di aprirsi a nuovi settori economici, ponendo le basi per superare un lungo periodo di sottosviluppo.

Il clima sub-desertico che per secoli aveva segnato Lanzarote con carestie ricorrenti e flussi migratori massicci cominciò a essere contrastato dall’introduzione di questa innovazione tecnologica.

Poi nel 1966, tornò sulla sua isola l’artista César Manrique, che si fece promotore di un progetto ambizioso: trasformare Lanzarote in una destinazione turistica rispettosa della sua identità paesaggistica e culturale. La sua visione trovò supporto nel presidente del Cabildo, José Ramírez, il cui appoggio istituzionale fu fondamentale per avviare il processo di trasformazione.

Mentre continuo a salire, il mio sguardo alterna continuamente l’alto e il basso, perché ogni passo mi porta ad osservare precipizi creati dall’erosione dell’acqua che scorre sotto di me.










Sullo sfondo Tias e Macher.




All'orizzonte, verso ovest, Montana Tersa.



Il programma PANGAEA dell’ESA prepara astronauti e tecnici alle esplorazioni lunari e marziane, attraverso esercitazioni geologiche in siti terrestri analoghi.

Lanzarote, con il suo paesaggio vulcanico privo di vegetazione e simile a quelli extraterrestri, è tra i luoghi scelti per approfondire il tema del vulcanismo planetario.

Qui, gli astronauti imparano a riconoscere e analizzare strutture geologiche, acquisendo competenze fondamentali per le missioni scientifiche su Luna e Marte.

Molti dei siti utilizzati in questo programma non sono accessibili al pubblico per motivi ambientali, ma alcuni – come la Caldera Blanca a Tymanfaya e la Cueva de los Verdes, il tubo lavico che assomiglia a quelli rilevati sotto la superficie lunare – possono essere visitati anche dagli escursionisti.


Queste formazioni geologiche aiutano a comprendere come l’uomo possa adattarsi a climi estremi, come quelli aridi e privi di risorse idriche, in modo simile a ciò che ci si aspetta accada su Marte.


Le peculiarità della Montaña Blanca, con le spettacolari Las Grietas alle sue pendici, raccontano ancora oggi il duro lavoro dell'uomo per gestire l'acqua in un ambiente così inospitale.

Per questo motivo, Lanzarote è spesso chiamata affettuosamente dai suoi abitanti: "Marte sulla Terra".




____________________


→ *LA SCULTURA DELL'ACQUA A TIAS nel post "Casa Josè Saramago" (a fondo pagina troverai un trafiletto intitolato"Due parole su Tias", dove si parla della scultura che simboleggia l'importanza dell'acqua per l'isola).


CUEVA DE LOS VERDES, tubo lavico della Corona


LANZAROTE PRESENTAZIONE


IL BLETTERBACH, laboratorio naturale del programma PANGAEA (il mio racconto)


IL BLOG DI PANGAEA



_______________________



NOTE:

-il progetto ESA-PANGAEA è un corso d'addestramento per astronauti sviluppato dall'Agenzia Spaziale Europea, specifico per le missioni sulla Luna e su Marte.
I siti selezionati sono: il Bletterbach sulle Dolomiti (ambiente sedimentario), Ries in Germania (cratere da impatto) e Lanzarote alle Isole Canarie (paesaggi vulcanici).


RIFERIMENTI:

Siti web:

-toponomastica di Lanzarote

-trekking anello di Montaña Blanca

lunedì 7 aprile 2025

CASA DEL PALMETO DI CÉSAR MANRIQUE A LANZAROTE

C/ Elvira Sánchez, 70 - HARÍA

La Casa-Museo è aperta tutti i giorni
(10:30-17:30)
Il biglietto d'ingresso aggiornato al 2025
è di €10.
Il biglietto cumulativo delle due case di Manrique,
Casa del Palmeto ad Haría + Casa del Vulcano a Tahíche: € 17.



LA CASA DEL PALMETO AD HARÍA

Dopo aver descritto la Casa del Vulcano a Tahíche, oggi Fondazione e dove César Manrique visse dal 1968, anno in cui tornò definitivamente a Lanzarote dopo aver esposto la sua arte nei musei più prestigiosi del mondo, è il momento di parlare della Casa del Palmeto dove, dal 1988, visse fino alla fine dei suoi giorni.

Casa del Palmeto, di Cesar Manrique a Lanzarote, tra natura e architettura unica.


La Casa del Vulcano, dove ha vissuto per vent'anni, rappresenta pienamente la sua arte prorompente.

La Casa del Palmeto ad Haría, sembra invece incarnare gli anni della "pensione". Manrique qui si trasferì a 69 anni, cercava un luogo tranquillo per dipingere.

Anche se purtroppo vi soggiornò solo per quattro anni a causa della prematura morte, trovò il riposo e il contatto con la natura che tanto amava.

Nel 1986, iniziò i lavori di costruzione della sua nuova casa, adattando una vecchia cascina in rovina che si trovava su un terreno agricolo con un giardino di palme, acquistato negli anni ’70.

Casa del Palmeto, di Cesar Manrique a Lanzarote, tra natura e architettura.

La residenza è un perfetto esempio di architettura domestica che si integra con la tradizione rurale di Lanzarote, ma reinterpretata da Manrique in chiave contemporanea.

Oltre alla casa principale, realizzò una dependance per il servizio domestico, un atelier dove realizzava le sue opere e dei garage.


Questa casa è stata aperta al pubblico nel 2013.

L'artista è considerato una figura di riferimento nella tutela ambientale di Lanzarote, un vero e proprio pioniere della salvaguardia ecologica, ed è per questo profondamente amato.

Questo legame con il territorio spiega l'attenzione con cui viene raccontata ogni stanza della casa.


PATIO DEI LIMONI

Superata la porta d’ingresso, si accede al primo patio della casa, così chiamato per la presenza di una pianta di limone al centro.

Il cortile, pavimentato con lastre di pietra lavica, materiale locale caro all’artista, accoglie il visitatore con due elementi dominanti: un camino decorativo, realizzato con intarsi di basalto attorno alla bocca di un antico forno, e un insieme di oggetti legati alla vita contadina e marinaresca, utilizzati come decorazioni.

Il bianco dell’intonaco, il nero della pietra, il legno e il verde della vegetazione compongono la tavolozza della casa.

Qui oggi c'è la biglietteria, ed è lo spazio che introduce all’universo creativo di Manrique.

Casa del Palmeto, di Cesar Manrique a Lanzarote, natura e architettura unica.
©turismolanzarote



SPOGLIATOIO PER GLI OSPITI

In questo spogliatoio, all’interno dell’armadio, sono conservati alcuni indumenti e calzature tipiche, che l’artista indossava abitualmente: camicie gracioseras, tipiche dell’isola, kimono e sandali giapponesi.

Casa del Palmeto, di Cesar Manrique a Lanzarote, spogliatoio.



Da questa dependance si accede a uno dei bagni della casa.

Casa del Palmeto, di Cesar Manrique a Lanzarote, bagno.






CAMERA DA LETTO E BAGNO

Ampia e luminosa, la camera da letto è caratterizzata da un soffitto in legno, secondo lo stile tradizionale delle case Canarie. L’arredamento è stato interamente progettato da Manrique.

Sopra il letto campeggia un suo grande dipinto astratto della serie Enterrados (1974).

Casa del Palmeto, camera da letto di Cesar Manrique a Lanzarote.



La camera si apre su un ampio bagno privato, che celebra il legame tra benessere e natura.

Casa del Palmeto, bagno di Cesar Manrique a Lanzarote.



SALA

La sala è il cuore della casa, da cui si accede all’atrio, ad un altro bagno, alla cucina e alla sala da pranzo.

Casa del Palmeto, sala di Cesar Manrique a Lanzarote.



Aperta verso nord grazie a grandi vetrate, accoglie la luce naturale.

Al centro dell’arredamento spicca un camino in basalto, simbolo dell’identità materica dell’isola.

Tutto intorno, l’artista ha disposto una ricca collezione di ceramiche locali e numerosi oggetti decorativi che esprimono comfort e raffinatezza: piante, lampade disegnate da Manrique negli anni ’60, dipinti, mobili che uniscono antico e moderno, ricordi personali e un pianoforte a coda, testimoniano il suo gusto eclettico e la sua visione artistica.

Casa del Palmeto, sala di Cesar Manrique a Lanzarote.




Casa del Palmeto, sala di Cesar Manrique a Lanzarote.




Casa del Palmeto, sala di Cesar Manrique a Lanzarote.



CUCINA

Casa del Palmeto, cucina di Cesar Manrique a Lanzarote.



SALA DA PRANZO

Adiacente alla sala principale e alla cucina, la sala da pranzo fa parte dell’ampliamento della casa avviato da Manrique nel 1992, ma rimasto incompiuto a causa della sua morte.

Lo spazio è dominato da una grande vetrata priva di supporti strutturali visibili, che abbraccia l’ambiente e, come in altri suoi interventi, riflette l'idea di fusione fra architettura e natura.

Casa del Palmeto, sala da pranzo di Cesar Manrique a Lanzarote.


Attorno al grande tavolo da pranzo si tenne il primo incontro per la creazione della Fundación César Manrique, fondata ufficialmente il 27 marzo 1992 a Tahíche.

Casa del Palmeto, sala da pranzo di Cesar Manrique a Lanzarote.


PISCINA

Il lavoro incompiuto della casa riguarda anche una grande vetrata sospesa sulla piscina, pensata per dialogare con la sala, creando un ambiente continuo e armonioso.

Casa del Palmeto, sala di Cesar Manrique a Lanzarote.


 Uno spazio che avrebbe dovuto respirare in continuità, senza barriere, dove il dentro e il fuori si rincorrevano in un abbraccio di trasparenze.

Casa del Palmeto, piscina di Cesar Manrique a Lanzarote.



 Anche la stanza degli ospiti e il bagno, situati accanto alla piscina, furono aggiunti ma mai ultimati.

Casa del Palmeto, camera degli ospiti di Cesar Manrique a Lanzarote.
Stanza degli ospiti




Casa del Palmeto, bagno degli ospiti di Cesar Manrique a Lanzarote.
Bagno degli ospiti




Casa del Palmeto, piscina di Cesar Manrique a Lanzarote.




Casa del Palmeto, piscina di Cesar Manrique a Lanzarote.




Casa del Palmeto, pergola blanca di Cesar Manrique a Lanzarote.
Pergola Blanca



Casa del Palmeto, pergola de madera di Cesar Manrique a Lanzarote.
Pergola de Madera


I pergolati, nel progetto non portato a termine, avrebbero dovuto unirsi alla stanza da letto e bagno degli ospiti, come effetto di continuità.

 Il progetto è comunque intuibile e testimonia la costante ricerca di luce, trasparenze e fusione armonica tra gli spazi, con l’obiettivo di creare ambienti belli e accoglienti.



ATELIER

L'atelier si trova nel giardino del palmeto, separato dal corpo della casa.

Casa del Palmeto, atelier di Cesar Manrique a Lanzarote.




Casa del Palmeto, atelier di Cesar Manrique a Lanzarote.


È un ampio spazio rettangolare seminterrato, rifugio quotidiano e creativo.

Casa del Palmeto, atelier di Cesar Manrique a Lanzarote.



Ricco di pigmenti, tavoli con schizzi, cavalletti, lattine di acrilico e oggetti singolari, è stato mantenuto così com’era dopo la sua morte.

 La luminosità della stanza, con ampie finestre e lucernari, era l’ambiente ideale per il suo lavoro.

Casa del Palmeto, atelier di Cesar Manrique a Lanzarote.



Solitamente iniziava a lavorare sui suoi quadri stendendoli a terra e li rifiniva sui cavalletti, specialmente per le opere di piccole dimensioni.

Casa del Palmeto, atelier di Cesar Manrique a Lanzarote.


Nella teca il modellino in scala di una BMW 730i del 1990, decorata da Manrique nell'ambito del progetto "BMW Art Car Collection", che coinvolgeva artisti di fama mondiale nella personalizzazione di veicoli.

L'auto originale è esposta al Museo BMW di Monaco di Baviera.

Casa del Palmeto, atelier di Cesar Manrique a Lanzarote.




Casa del Palmeto, atelier di Cesar Manrique a Lanzarote.



Nel giardino d'ingresso della casa mi fermo davanti alla Seat Ibiza-Manrique-Del-Sol, esposta come un'opera d'arte.

Nel 1987 a Manrique fu commissionata la decorazione di questo modello, poi presentato al Salone Internazionale dell'Automobile di Barcellona.

L'auto in mostra è proprio quella che gli fu regalata.

Sull'isola, la compagnia di autonoleggio CICAR ha fatto dipingere alcune vetture con la stessa grafica:

nel 2015 ha inserito 96 Seat Ibiza, mentre nel 2019 ha realizzato 8 BMW 740i in occasione del centenario della sua nascita.

Entrambe le iniziative, svolte con l'autorizzazione della Fondazione Cesar Manrique, riflettono l'impegno dell'azienda nel valorizzare l'eredità artistica dell'artista.

È facile riconoscerle mentre sfrecciano per le strade di Lanzarote.

Casa del Palmeto, auto di Cesar Manrique a Lanzarote.


Manrique muore il 25 settembre 1992 in un tragico incidente stradale vicino alla Fondazione Casa del Vulcano, a Tahíche. Alcuni ipotizzano che la sua morte non sia stata casuale, ma non ci sono prove a sostegno.

Esco dalla Casa del Palmeto e osservo le palme che svettano nel cielo di Haría, come custodi della sua eredità.

Casa del Palmeto, casa di Cesar Manrique a Lanzarote.




Ora sono in Plaza Leon y Castillo, dove c'è la chiesa di Nuestra Señora de la Encarnación, la chiesa principale di Haría.

Chiesa di nuestra senora, Haria, Lanzarote.


Rimango qui, dove grandi alberi di eucalipti regalano ombra e quiete.

Il tempo sembra scorrere più lentamente, e allora penso che Manrique non ha plasmato solo spazi, ha indicato una via.

Ha mostrato che bellezza e tutela possono convivere, che l'isola, come ogni altro luogo del mondo, va ascoltata, non sfruttata.

 Il sussurro di Manrique vive ancora fra le palme di Haría.

Plaza Leon y Castillo, Haria, Lanzarote.


______________________


CASA DEL VULCANO (TAHICHE)


LANZAROTE PRESENTAZIONE


DIARI DI VIAGGIO


_______________________



RIFERIMENTI:

-pannelli informativi Casa-Museo Cesar Manrique.

-pieghevole Casa-Museo Cesar Manrique.


Siti web:

-fcmanrique.org