Las Grietas sono delle formazioni geologiche, formate da fratture naturali situate alle pendici del vulcano Montaña Blanca, da non confondere con la Caldera Blanca di Timanfaya.
Le crepe, lunghe 20 metri, si estendono attraverso stretti corridoi di lava solidificata.
COME ARRIVARE?
Il parcheggio, non segnalato ma facilmente individuabile su Google Maps, si trova a metà strada tra Tías e San Bartolomé, lungo la LZ-35.
![]() |
Montaña Blanca da Google Earth - ©didascalie Monica Galeotti |
ORIGINE DELLE CREPE
Le fratture sono formate dalla lava che si raffredda a contatto con la roccia sottostante, scavate dall’acqua nel corso del tempo.
Si trovano vicine al parcheggio, ai piedi del vulcano, ma non è scontato individuarle nell'immediato, perchè non ci sono cartelli indicativi.
Le più spettacolari sono due, distanti pochi metri l’una dall’altra, e possono essere attraversate tramite un corridoio naturale dalle pareti irregolari.
Questa è l'entrata della prima che incontro, la più alta.
La seconda, più bassa.
IL SENTIERO SULLA MONTAÑA BLANCA
Un sentiero conduce alla cima del vulcano (596m), dove si possono osservare gli strati di lava provenienti dalle diverse eruzioni, e altre fratture dall'alto: Sendero de la Montaña Blanca n.6.
Non solo: Montaña Blanca è importante per la storia dell’acqua a Lanzarote, grazie ai suoi serbatoi.
Inizio quindi a salire, anche se non arriverò fino in cima, il tracciato giallo indica il mio cammino.
Per effettuare il sentiero ad anello che gira intorno alla montagna e comprende la salita alla croce della caldera, occorrono circa 2 ore, un itinerario da destinare ad una prossima visita a Lanzarote.
![]() |
©escursione GPS Relive 3D - ©didascalie Monica Galeotti |
Raggiungo il pannello informativo, dove viene descritto il sito archeologico di Montaña Blanca.
Mi trovo nel versante sud della montagna, e qui ci sono numerosi canali e conche scavate nella roccia di tufo dai Majos, gli antichi abitanti di Lanzarote, ma il loro utilizzo o scopo è ancora oggi sconosciuto.
Tra questi canali le formazioni rocciose venutasi a creare evocano teste di caproni.
LAS MARETAS E LA STORIA DELL'ACQUA A LANZAROTE
Il termine spagnolo maretas normalmente si riferisce alle maree.
In questo caso, esclusivamente nelle isole Canarie, il termine viene usato per indicare un deposito d'acqua che viene scavato nel letto di un burrone o nelle cavità per immagazzinare acqua piovana.
Qui sulla Montaña Blanca ci sono due maretas, entrambe identiche, con una lunghezza di 54 metri, una larghezza di 5 e una profondità di 7.
Questi bacini furono progettati per raccogliere l’acqua piovana che scendeva da questo versante sud della montagna, e veniva canalizzata lungo un percorso scavato nella roccia.
Per gravità, l’acqua fluiva attraverso una serie di filtri che trattenevano materiali solidi come rocce e ghiaia, permettendo così il passaggio dell’acqua all’interno delle maretas.
Questo sistema era destinato a trasportare l’acqua a Tias, che da sempre dipendeva da Arrecife per l’approvvigionamento di acqua (ad Arrecife l'acqua arrivava dalle gallerie di Famara).
I bacini d’acqua delle maretas, costruiti a partire dal 1950 e completati nel 1968, furono fondamentali per Tías, migliorando la vita della comunità e anche del sud di Lanzarote, riducendo la partenza delle persone, costrette a migrare verso la capitale. La cisterna finale, situata nell’attuale Avenida Central di Tias, è oggi simbolicamente rappresentata da una scultura*.
La presenza di queste opere idriche evidenzia quanto fosse limitata la disponibilità di acqua a Lanzarote in passato, un’isola con risorse idriche scarse e precipitazioni minime o assenti.
![]() |
Struttura d'accesso al sistema idraulico Las Maretas - ©blog Occasionally Lost |
Come scrive Francisca Maria Pereira Betancourt nel suo "Storia dell’acqua a Lanzarote", nonostante il breve periodo trascorso, tutte le infrastrutture realizzate, come pozzi, tunnel, cisterne, stagni e i complessi idrici di Montaña Blanca e Guatisea, che erano di estrema importanza e avevano richiesto un enorme lavoro, sono ormai completamente abbandonati.
I bacini d’acqua di Montaña Blanca, purtroppo, riuscivano a soddisfare solo le necessità più basilari per i circa 36.000 abitanti di Lanzarote all’epoca, e già nel 1965, prima che fosse completato l'impianto de Las Maretas, fu inaugurato il primo impianto di dissalazione dell'isola: il primo delle Isole Canarie, di tutta la Spagna e uno dei primi di tutto il pianeta.
Con l’entrata in funzione dell’impianto di dissalazione, l’isola ottenne una risorsa stabile e affidabile che le permise di aprirsi a nuovi settori economici, ponendo le basi per superare un lungo periodo di sottosviluppo.
Il clima sub-desertico che per secoli aveva segnato Lanzarote con carestie ricorrenti e flussi migratori massicci cominciò a essere contrastato dall’introduzione di questa innovazione tecnologica.
Poi nel 1966, tornò sulla sua isola l’artista César Manrique, che si fece promotore di un progetto ambizioso: trasformare Lanzarote in una destinazione turistica rispettosa della sua identità paesaggistica e culturale. La sua visione trovò supporto nel presidente del Cabildo, José Ramírez, il cui appoggio istituzionale fu fondamentale per avviare il processo di trasformazione.
Mentre continuo a salire, il mio sguardo alterna continuamente l’alto e il basso, perché ogni passo mi porta ad osservare precipizi creati dall’erosione dell’acqua che scorre sotto di me.
Sullo sfondo Tias e Macher.
All'orizzonte, verso ovest, Montana Tersa.
Il programma PANGAEA dell’ESA prepara astronauti e tecnici alle esplorazioni lunari e marziane, attraverso esercitazioni geologiche in siti terrestri analoghi.
Lanzarote, con il suo paesaggio vulcanico privo di vegetazione e simile a quelli extraterrestri, è tra i luoghi scelti per approfondire il tema del vulcanismo planetario.
Qui, gli astronauti imparano a riconoscere e analizzare strutture geologiche, acquisendo competenze fondamentali per le missioni scientifiche su Luna e Marte.
Molti dei siti utilizzati in questo programma non sono accessibili al pubblico per motivi ambientali, ma alcuni – come la Caldera Blanca a Tymanfaya e la Cueva de los Verdes, il tubo lavico che assomiglia a quelli rilevati sotto la superficie lunare – possono essere visitati anche dagli escursionisti.
Queste formazioni geologiche aiutano a comprendere come l’uomo possa adattarsi a climi estremi, come quelli aridi e privi di risorse idriche, in modo simile a ciò che ci si aspetta accada su Marte.
Le peculiarità della Montaña Blanca, con le spettacolari Las Grietas alle sue pendici, raccontano ancora oggi il duro lavoro dell'uomo per gestire l'acqua in un ambiente così inospitale.
Per questo motivo, Lanzarote è spesso chiamata affettuosamente dai suoi abitanti: "Marte sulla Terra".
____________________
→ *LA SCULTURA DELL'ACQUA A TIAS nel post "Casa Josè Saramago" (a fondo pagina troverai un trafiletto intitolato"Due parole su Tias", dove si parla della scultura che simboleggia l'importanza dell'acqua per l'isola).
→ CUEVA DE LOS VERDES, tubo lavico della Corona
→ IL BLETTERBACH, laboratorio naturale del programma PANGAEA (il mio racconto)
_______________________
RIFERIMENTI: