domenica 19 ottobre 2025

CHIESA DEI SANTI BARTOLOMEO E GAETANO

Strada Maggiore, 4
BOLOGNA


È una delle chiese più antiche di Bologna: la prima documentazione certa risale al 1288 con un monastero femminile cluniacense e una chiesa dedicata a San Bartolomeo (nel 1253 se ne costruiva il chiostro e si ricorda una cripta).


Veduta della chiesa di San Bartolomeo e Gaetano a Bologna ripresa dalla Torre degli Asinelli.
Veduta della chiesa di San Bartolomeo e Gaetano a Bologna,
ripresa dalla Torre degli Asinelli, dal post Le due torri : Asinelli e Garisenda, 2016.



DOVE SI TROVA

La chiesa si trova dietro le Due Torri: la facciata, realizzata dai Teatini nel Seicento, era rivolta verso Piazza di Porta Ravegnana, mentre oggi l’ingresso principale è su Strada Maggiore.

L'impressione è che le Torri ne oscurino la facciata, mentre in realtà esistevano già da secoli.

I Teatini orientarono consapevolmente la facciata verso la piazza, sacrificando la piena visibilità, perchè volevano un legame prestigioso con lo spazio pubblico.

Vista aerea della chiesa dei Santi Bartolomeo e Gaetano a Bologna, situata dietro le Due Torri su Piazza di Porta Ravegnana.



LA STORIA DELLA CHIESA DEI SANTI BARTOLOMEO E GAETANO

La storia la raccontano i suoi esterni, con il portico cinquecentesco, che ha pilastri imponenti e decorazioni di candelabre in arenaria, con ornati e fregi rinascimentali, oggi logorate dal tempo.

Esterni della chiesa dei Santi Bartolomeo e Gaetano a Bologna con ingresso sotto portico decorato in arenaria.



Particolare del portico della chiesa dei Santi Bartolomeo e Gaetano a Bologna ornato con candelabre in arenaria.
Particolare del portico ornato con candelabre in arenaria.


Questo portico si deve alla decisione del pronotario apostolico e governatore di Modena e Reggio, Giovanni Gozzadini che, secondo alcune fonti, ne avviò la costruzione nel 1512.

L'incarico fu affidato ad Andrea da Formigine.

L’ambiziosa opera, ispirata a modelli romani, era parte di un progetto palaziale, non pensato per una chiesa, ma per un edificio civile e di rappresentanza.

 Rimase però incompiuta: Gozzadini fu assassinato nel Duomo di Reggio Emilia nel 1517, vittima di una congiura.

Portico integrale della chiesa dei Santi Bartolomeo e Gaetano a Bologna, resto del palazzo incompiuto di Giovanni Gozzadini.


Nel 1599 l'edificio passò ai padri Teatini.

Più di cinquant'anni dopo, tra il 1653 e il 1684, in piena epoca barocca, decisero di ricostruire l'edificio proprio nel luogo dove avrebbe dovuto innalzarsi il palazzo del Gozzadini.

Lì dove il progetto del palazzo era rimasto incompiuto i religiosi lo riadattarono alle strutture già esistenti della chiesa medievale, consegnandoci l'aspetto che ancora oggi vediamo affacciarsi su Strada Maggiore.

Eleganti sono cupola e campanile, dalle linee barocche. Il campanile, costruito nel 1694 (guglia nel 1748), si innalza per circa cinquanta metri ed è tra i più alti di Bologna, anche se la sua imponenza risulta in parte offuscata dalla vicina e dominante presenza delle Due Torri, Garisenda e Asinelli.

Campanile e cupola della chiesa dei Santi Bartolomeo e Gaetano incorniciati dalle Due Torri di Bologna.


Prima di entrare nella chiesa, vale la pena soffermarsi sul bel portone del XVI secolo, collocato nel braccio laterale del portico.

Fa parte del progetto civile di Gozzadini e ricorda l'origine del complesso come palazzo incompiuto.

Portale quattrocentesco della chiesa di San Bartolomeo e Gaetano a Bologna rivolto verso le Due Torri.
Portale del XVI secolo, da una mia foto del 2018.


GLI INTERNI

Entro nella chiesa e resto subito colpita dall’eleganza raffinata dello spazio: il contrasto tra la luce intensa che filtra dai grandi finestroni della cupola, le colonne ioniche dorate e i toni scuri degli arredi e delle pareti.

Alzo lo sguardo verso la volta della navata maggiore: Angelo Michele Colonna e Giacomo Alboresi l’hanno dipinta nel 1667.

L’edificio è articolato in tre navate con brevi cappelle che si aprono lungo i fianchi laterali, un transetto e un’abside semicircolare, il tutto arricchito da una decorazione affrescata di gusto barocco.

Interno della chiesa dei Santi Bartolomeo e Gaetano a Bologna con impianto a tre navate.



ricche decorazioni barocche nella chiesa dei Santi Bartolomeo e Gaetano a Bologna.
Le ricche decorazioni barocche nella chiesa.


La grande cupola, posta all’incrocio del transetto, fu dipinta dai fratelli Antonio e Giuseppe Rolli: al centro Incoronazione di San Gaetano e cacciata di Lucifero, 1689-1692.

Cupola affrescata dai fratelli Antonio e Giuseppe Rolli con la Gloria di San Gaetano e la cacciata di Lucifero.


Nei pennacchi i quattro Dottori della Chiesa.

Nei pennacchi della cupola della chiesa dei Santi Bartolomeo e Gaetano i quattro Dottori della Chiesa



Raffigurazione dei quattro Dottori della Chiesa nei pennacchi della cupola dei Santi Bartolomeo e Gaetano a Bologna.



Nelle cappelle hanno particolare rilevanza alcuni dipinti:

PARETE DESTRA

Nella II cappella, un dipinto maturo di Ludovico Carracci raffigurante San Carlo inginocchiato al Sepolcro di Varallo con l'angelo, 1614.

Dipinto di Ludovico Carracci, San Carlo inginocchiato al sepolcro di Varallo con l’angelo, 1614, Bologna.


Nella IV cappella trovo l’Annunciazione, di Francesco Albani, uno dei migliori allievi dei Carracci.

La straordinaria bellezza dell’Arcangelo ha valso all’opera il titolo popolare di "Madonna Annunziata dal bell’Angelo".

La Vergine appare sorpresa, quasi turbata dalle parole di Gabriele, proprio come narra il Vangelo di San Luca, mentre dall’alto schiere di angeli e serafini la contemplano con intensa attenzione.

Dipinto di Francesco Albani raffigurante l’Annunciazione conservato nella chiesa di San Bartolomeo e Gaetano a Bologna.



PARETE SINISTRA

La cappella del Santissimo Sacramento custodisce una piccola tela ovale di Guido Reni, La Madonna del Suffragio, dove il Bambino dorme sereno tra le braccia della madre.

La delicatezza di quest’opera nasconde una vicenda rocambolesca: nel 1855 fu rubata da due malviventi che si erano nascosti nel campanile.

Solo nel 1859 la tela fu riconosciuta a Londra e, grazie a fortunate circostanze, ritornò a Bologna nel 1860.

La Madonna del Suffragio, piccola tela ovale dipinta da Guido Reni nella chiesa dei Santi Bartolomeo e Gaetano a Bologna.

Ai piedi del dipinto si trova il baldacchino processionale della Beata Vergine di San Luca.

Commissionato nel 1746 per accompagnare la solenne processione in città, fu realizzato dalle Putte del Baraccano su disegno dei fratelli Toselli, e rappresenta uno dei capolavori della tappezzeria bolognese.

In velluto rosso di seta ricamato con fili d’argento e sormontato da un angelo in cartapesta e coppie di statue ai quattro lati, veniva sollevato da otto portantini.

Ritenuto perduto, è stato recentemente ritrovato e oggi viene esposto qui (solitamente nella Cattedrale di Bologna durante la settimana di permanenza dell’immagine), in attesa di restauro.

Baldacchino processionale del 1746 per l’immagine della Beata Vergine di San Luca, prezioso manufatto di tappezzeria bolognese.


IL BATTISTERO della CHIESA DEI SANTI BARTOLOMEO E GAETANO

Il Battistero venne ricavato nel Cinquecento, trasformando l'antico oratorio, e custodisce il prezioso dipinto Madonna delle Grazie, di Lippo di Dalmasio, pittore bolognese (1355 circa–1410).

Vista esterna del battistero della chiesa dei Santi Bartolomeo e Gaetano a Bologna.
Vista esterna del battistero in una foto del 2018.

Per capire le vicissitudini di questo dipinto, e quindi il motivo per cui oggi si trova in questo battistero, è utile sapere quali siano stati i proprietari della Torre Garisenda, che ha un collegamento strettissimo con il dipinto.

La torre è situata proprio di fronte al Battistero.

Originariamente costruita dai Garisendi, passò successivamente ai Zambeccari, all’Arte dei Drappieri, ai Ranuzzi, ai Malvezzi-Campeggi, ai Franchetti e, infine, al Comune di Bologna, sotto la cui tutela è posta tutt’oggi dal 1904.

Quando la torre era di proprietà della Compagnia dei Drappieri, essi fecero costruire, nel 1710, la chiesetta della Madonna delle Grazie – detta anche della Madonna di Porta o della Garisenda – per custodire il dipinto di Lippo di Dalmasio.

La chiesetta sorgeva addossata alla torre, tanto che l’immagine sacra era collocata direttamente sul suo muro, sul lato di fronte a strada San Donato, ora via Zamboni.

Quando la torre fu acquistata da Piriteo Malvezzi nel 1804, egli acquistò anche la chiesetta, con tutti gli arredi sacri e la statua di San Petronio.

Chiesa della Madonna delle Grazie prima del 1871, anonimo > archivio fotografico Fondazione Carisbo


Nel 1871 il Comune di Bologna ordinò l’abbattimento delle costruzioni ai piedi della Torre Garisenda per agevolare la viabilità di Piazza Ravegnana: tra gli edifici demoliti figuravano due botteghe artigiane (ciabattini e battirame) e la piccola chiesa.

Si era ritenuta l'operazione necessaria in quanto le costruzioni impedivano "il libero transito" nelle vie San Donato e San Vitale, rendendo "molto angusta" l'imboccatura di queste strade; erano inoltre considerate aggiunte estranee rispetto all'aspetto originario della torre, alla quale fu poi applicato alla base un rivestimento in selenite.

Secondo l’inventario parrocchiale della Chiesa di San Bartolomeo, dopo la demolizione l’immagine rimase murata alla torre fino al 1885, quando fu staccata e trasferita nel Battistero nel 1886 dai fratelli Alfonso e Francesco Malvezzi (eredi di Piriteo).

I due fratelli si erano spesi per trovare al dipinto la giusta collocazione chiedendo al parroco della Chiesa di San Bartolomeo di trovare un luogo adatto.

Su proposta del parroco, si scelse di creare una cappella nel Battistero: era infatti l’unico spazio che potesse rispondere a tale esigenza.

I due fratelli accettarono con entusiasmo e, a proprie spese, fecero eseguire i lavori necessari.

All'ingresso del Battistero è appesa una targa con un'iscrizione latina che ricorda l'evento.

Targa con iscrizione latina posta all’ingresso del battistero della chiesa dei Santi Bartolomeo e Gaetano a Bologna.




Traduzione:

Questa antichissima immagine della Vergine Maria,

già dipinta da secoli sul muro addossato alla Torre Garisenda,

accanto a un piccolo oratorio presso la porta, comunemente chiamata di Ravenna,

dove veniva venerata pubblicamente o custodita,

e il cui possesso era dei conti Ranuzzi, Geronimo e Piriteo,

quando il terreno doveva essere liberato per l’apertura della strada,

fu trasferita in un nuovo oratorio da Alfonso e Francesco, fratelli, marchesi Malvezzi Campeggi,

eredi,

e fu restituita alla sua primitiva venerazione

nell’anno del Signore 1885.


Nelle carte si legge di una nuova cappellina, ornata con una decorazione elegante e dotata di un altare in marmo ben proporzionato, così come appare oggi, con l'antichissima immagine della Vergine Maria di Lippo di Dalmasio.

L’artista, conosciuto come il "Madonnaro" bolognese, non ha lasciato una data certa per questo dipinto.

È tuttavia verosimile che l’opera sia stata realizzata dopo il 1387, anno del suo ritorno a Bologna, e più probabilmente tra il 1390 e il 1400, periodo a cui risalgono molte delle sue celebri Madonne.

Dipinto di Lippo di Dalmasio, Madonna delle Grazie, situato all’interno del battistero della chiesa dei Santi Bartolomeo e Gaetano a Bologna.


Dipinto di Lippo di Dalmasio, Madonna delle Grazie, all’interno del battistero della chiesa dei Santi Bartolomeo e Gaetano a Bologna.


Anche Giosuè Carducci, in qualità di segretario della Reale Deputazione di Storia Patria, si era speso con forza affinchè fosse preservato l'antico dipinto:

"che vedesi sur una delle pareti della chiesetta, che è pur parete esterna della torre", importante "come monumento di storia patria".


Nel battistero si conserva anche una tela di Giuseppe Valoti raffigurante Le tre Marie al sepolcro di Cristo.

Panoramica dell’interno del battistero della chiesa dei Santi Bartolomeo e Gaetano a Bologna.
Panoramica dell’interno del Battistero.


Dipinto di Giuseppe Valoti, Le tre Marie al sepolcro di Cristo, esposto nel battistero della chiesa dei Santi Bartolomeo e Gaetano a Bologna.
Le tre Marie al sepolcro di Cristo, di Giuseppe Valoti.



> PIAZZA DI PORTA RAVEGNANA

> CERCA BOLOGNA


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NOTE:

-Tutte le foto sono di Monica Galeotti.

-La mappa iniziale è tratta da Google Earth, con didascalie personalizzate a cura dell'autrice.
Per vedere nitide e ingrandite le foto e la mappa, cliccaci sopra: si aprirà una versione ad alta definizione.
Per una visione ottimale della narrazione attraverso le immagini (fotoreportage) consiglio il PC.



FONTI:

Libri:
- Corrado Ricci e Guido Zucchini, "Guida di Bologna", ed. Alfa Bologna, 1976, pp. 83-84.


Siti Web:

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