Mantova
Finito di costruire nel 1534 su commissione di Federico II Gonzaga, è l'opera più celebre dell'architetto Giulio Romano.
E' sede del Museo Civico e dal 1990 Centro Internazionale d'Arte e di Cultura che organizza mostre.
Ma è il palazzo stesso meritevole, una vera perla ricca di stanze e dipinti incantevoli.
Una delle ipotesi più attendibili sul significato del termine Te, sarebbe teieto, giardino di tigli, o tiglieto, località di tigli.
Il palazzo ha proporzioni insolite: si presenta come un largo e basso blocco a un piano solo.
Palazzo Te, veduta aerea.
©Franco Cosimo
Francesco II Gonzaga scelse questa zona come luogo di addestramento dei suoi pregiati e amati cavalli.
Il casato dei Gonzaga veniva dalle campagne, erano allevatori e mercanti di cavalli.
Alla sua morte, il figlio Federico II di Mantova, decise di trasformare questo luogo per lo svago e il riposo e per fastosi ricevimenti con gli ospiti più illustri, dove poter sottrarsi ai doveri istituzionali assieme alla sua amante Isabella Boschetti.
La loggia d'onore, vista dall'esedra.
Trovò l'ottimo realizzatore della sua idea di "isola felice" in Giulio Romano, che alternò gli elementi architettonici a quelli naturali della zona, decorando sublimemente stanze e facciate, esprimendo tutta la sua bravura nella costruzione di Palazzo Te.
L'emiciclo dell'esedra.
A inaugurare ufficialmente il palazzo fu l'Imperatore Carlo V nel 1530, che vi trascorse l'intera giornata.
Conferì a Federico II il titolo di duca, perchè fino ad allora i Gonzaga erano stati dei Marchesi.
Facciata interna |
Cortile interno |
Ogni stanza è caratterizzata dalla simbologia.
Il simbolo più interessante è la salamandra, che Federico elesse come personale, assieme al quale spesso viene utilizzato il motto:
"Quod huic deest me torquet"- ciò che manca a costui mi tormenta.
La salamandra infatti era ritenuta l'unico animale insensibile agli stimoli dell'amore, in contrapposizione concettuale al duca e alla sua natura sensuale e galante, tormentato dai vizi dell'amore.
LE SALE DEL PALAZZO
Il Palazzo elogia, attraverso le pitture e i simboli dell'arte romana e del paganesimo dei miti dell'Olimpo, la figura dell'imperatore Carlo V e del dio Giove.
Ecco le immagini delle sale più belle:
SALA DI OVIDIO
CAMERA DEL SOLE E DELLA LUNA
Prende il nome dall'affresco centrale della volta che raffigura i carri del Sole e della Luna: Apollo per il sole e Diana per la luna.
LOGGIA DELLE MUSE
SALA GRANDE DEI CAVALLI
In questa maestosa sala destinata al ballo, ci sono i ritratti in grandezza naturale dei sei destrieri preferiti dei Gonzaga.
I cavalli spiccano in tutta la loro bellezza
SALA DI AMORE E PSICHE
E' la sala da pranzo del duca. Ogni parete raffigura la mitologica storia di Psiche. E' il simbolo dell'amore del duca per Isabella Boschetti.
SALA DEI BASSORILIEVI
Omaggia l'imperatore Carlo V, da cui Federico ottenne il titolo di duca.
SALA DEI GIGANTI
E' l'ambiente più famoso di Palazzo Te.
L'affresco ricopre la sala dalle pareti al soffitto con la rappresentazione della battaglia dei giganti che tentano di salire l'Olimpo, ma Giove li punisce scatenando contro di loro la furia degli elementi.
Riproduzione in bassorilievo del dipinto originale.
Alle pareti i giganti cadono sconfitti.
Dall'alto del soffitto, Giove scatena gli elementi.
La Loggia d'Onore si affaccia alle pescherie e all'incantevole visuale del giardino che si chiude con l'esedra.
Nella volta della Loggia d'Onore è rappresentata la storia biblica di Davide.
Lo spazio espositivo del museo civico si trova al piano superiore.
Interessante la raccolta egizia di Giuseppe Acerbi.
Console Generale d'Austria in Egitto, partecipò nel 1829 ad alcune fasi della celebre spedizione archeologica condotta da Jean François Champollion.
APPARTAMENTO DEL GIARDINO SEGRETO
Concluso il percorso del palazzo, lasciando alle spalle la loggia d'onore, vicino all'esedra si trova l'appartamento della grotta.
Poche stanze e una loggia che si apre in un piccolo giardino.
La loggia, decorata a finissime grottesche, è animata da putti vendemmianti sotto un pergolato d'uva.
Dal giardino si accede alla grotta, una realizzazione insolita che doveva stupire il visitatore, dando l'idea si trattasse di una caverna, un ambiente naturale, da utilizzare come bagno.
Palazzo Te:
"Un poco di luogo da potervi andare e ridurvisi talvolta a desinare, o a cena per ispasso".
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