Appennino tosco-romagnolo
(Appennino cesenate)
Questo è il racconto di una breve escursione al Monte Fumaiolo e della scoperta di altri luoghi interessanti nelle vicinanze: i Sassoni, il paese Balze e la cascata dell'Alferello.
Il Monte Fumaiolo, con i suoi 1.407 metri di altitudine, è conosciuto soprattutto perché poco sotto la vetta, a 1.268 metri, si trova la sorgente del fiume Tevere.
COME ARRIVARE
Da Bologna servono circa due ore per raggiungere il punto di partenza dell’escursione.
Percorro l’autostrada A14 fino al casello di Cesena, per poi proseguire sulla superstrada E45.
L’imbocco di questa strada segna la metà del viaggio: mancano ancora un’ora e 74 chilometri.
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Tracciato con GPS Relive, dal casello di Cesena al parcheggio delle sorgenti del Tevere. |
L’uscita è quella di Verghereto, da cui la strada continua verso il valico del Monte Fumaiolo. Qui al valico mi concedo una pausa caffè.
Dal valico si può scendere a piedi lungo il sentiero che porta alle sorgenti, ma l’opzione più funzionale e tradizionale è quella di proseguire in auto fino all'ampio parcheggio ufficiale delle Sorgenti e Monte Fumaiolo.
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Tracciato GPS Relive, da Verghereto al parcheggio delle Sorgenti del Tevere – disascalie Monica Galeotti |
Con la pausa colgo subito l'aria più frizzante rispetto alla città, un paradiso!
Scendo quindi verso il parcheggio delle sorgenti, dove noto l’Hotel Monte Fumaiolo, chiuso ormai da tempo: motivo per cui la sosta caffè va fatta al valico.
La sorgente è raggiungibile quindi da due accessi: dal valico, lungo un sentiero in discesa, oppure da questo ampio parcheggio ufficiale, con un percorso in lieve salita.
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Parcheggio presso l’ex hotel Monte Fumaiolo, punto di partenza per il sentiero delle sorgenti del Tevere. |
A mio parere questa seconda opzione è la più interessante: partire dal valico significa scendere alla sorgente e poi risalire, perdendo così il tratto iniziale lastricato che costeggia le prime acque del Tevere e attraversa una faggeta di grande suggestione.
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Inizio percorso lastricato che costeggia le prime acque del fiume Tevere (a sinistra nella foto) |
L'ITINERARIO
Parcheggio ex hotel Monte Fumaiolo > Sorgenti del Tevere > valico > Monte Fumaiolo > Sassoni
Difficoltà: T
ore 1:27
Lunghezza: 4 km
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Tracciato GPS Relive dell’escursione alle Sorgenti del Tevere, Monte Fumaiolo e Sassoni – didascalie Monica Galeotti. |
Il cammino è semplice e in gran parte protetto da uno steccato in legno.
Mi ritrovo immersa nella faggeta che avvolge il Monte Fumaiolo e in una decina di minuti raggiungo la sorgente: una vasca in pietra da cui scaturiscono le acque, sormontata da una stele in travertino.
Fino all’epoca fascista questa zona apparteneva alla Toscana. Nel 1923 Mussolini decise di modificare i confini tra le province di Arezzo e Forlì per includere la sorgente del Tevere nella sua terra d’origine, la Romagna.
Sulla stele campeggia la scritta: "Qui nasce il fiume sacro ai destini di Roma", ornata dai simboli di Roma: l’aquila imperiale e la lupa capitolina.
Venne inaugurata il 15 agosto del 1934 con una solenne cerimonia.
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Cartellonistica in loco. |
La lapide e i versi dedicati al Tevere
Accanto alla sorgente si trova una lapide che reca inciso un verso in dialetto romanesco:
"La libbertà d’un popolo è compagna all’acqua che vie giù da la montagna…"
Fu posta qui dal Centro Romanesco Trilussa, in omaggio ai poeti di Roma e al loro fiume, e reca la data XXI-V-MCMLXXII (21 maggio 1972).
IL PERCORSO DEL TEVERE
In passato il Monte Fumaiolo era chiamato Fiumaiolo, proprio per le numerose sorgenti che vi sgorgano.
Due sono le aree sorgive del Tevere: la più importante, detta Vene del Tevere, è segnalata dalla colonna in marmo appena descritta e alimenta con maggiore abbondanza il corso del fiume.
Le acque scendono verso il paese Balze e, dopo pochi chilometri, entrano in Toscana attraversando la provincia di Arezzo, dove il Tevere conserva inizialmente un regime torrentizio.
Successivamente attraversa l’Umbria: qui, per circa 50 km, forma il Parco fluviale del Tevere e a Città di Castello aumenta progressivamente la sua portata.
Raggiunto il Lazio, il fiume attraversa Roma e riceve le acque dell’Aniene, per poi sfociare nel Mar Tirreno presso Ostia.
Oggi il delta è formato da due bracci, uno naturale e uno artificiale, mentre in epoca antica i rami erano tre e la foce si trovava nei pressi di Ostia Antica.
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Mappa cartellonistica in loco che illustra il percorso del Tevere dal Monte Fumaiolo |
GLI ASPETTI NATURALISTICI DEL LUOGO
Le faggete del Monte Fumaiolo sono per lo più pure e gestite a ceduo, cioè tagliate periodicamente per far ricrescere nuovi fusti dal ceppo, ma in alcuni tratti gli alberi vengono lasciati crescere fino a diventare alti e maestosi.
Qua e là infatti si incontrano esemplari isolati di dimensioni monumentali, che conferiscono alla foresta un aspetto solenne e suggestivo.
IL MONTE FUMAIOLO
In breve, raggiungo a piedi il valico, dove questa mattina mi ero fermata in auto a prendere un caffè. Accanto al ristorante-rifugio Lo Scoiattolo parte il sentiero che sale al Monte Fumaiolo.
Anche questa passeggiata è facile e breve (sempre classificata T).
Se il versante delle sorgenti è coperto da un fitto bosco di faggi, quello occidentale, che percorro per salire al Fumaiolo, alterna inizialmente abeti e poi faggi.
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Sentiero nella prima parte della salita al Monte Fumaiolo, immerso nella fitta foresta di abeti. |
Raggiungo presto la cima, a 1.407 metri, da cui intravedo un bel panorama tra gli alberi di faggi.
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Cima del Monte Fumaiolo a 1407 metri, ricoperta da una fitta rete di faggi. |
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Panorama dal Monte Fumaiolo sui rilievi dell’Appennino, lo sguardo è in direzione di Verghereto. |
Per il resto non è particolarmente interessante: ci sono alcuni ripetitori piuttosto antiestetici e i faggi limitano quasi del tutto la visuale.
Tuttavia merita salire fin quassù: è pur sempre il monte da cui nasce il Tevere, il fiume che attraversa Roma!
Il punto panoramico da cui osservo fra gli alberi è caratterizzato da una ripida parete di rocce detritiche, alla cui base si trovano i caratteristici accumuli di massi chiamati Sassoni.
Li raggiungo poco dopo, scendendo dalla cima e seguendo la segnaletica che indica una deviazione di appena cinque minuti a piedi.
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Deviazione dal sentiero del Monte Fumaiolo che porta al punto panoramico dei Sassoni. |
Ed effettivamente, in questo punto si apre un bel colpo d’occhio su questi massi sparsi.
Il rientro verso il parcheggio è sullo stesso percorso, ma non è affatto noioso: ho già in mente il lauto pranzo (a base di... panino!), che mi attende al tavolino lungo il sentiero delle sorgenti.
IL PAESE BALZE
Dal parcheggio delle sorgenti del Tevere, dove riprendo l’auto, in pochi chilometri arrivo a Balze, il paese più alto dell'Appennino Romagnolo con i suoi 1096 metri.
Un borgo minuscolo, con alcune case storiche raccolte lungo stretti vicoli.
È dominato dall'imponente falesia che si innalza alle sue spalle: un’insieme di rupi ciclopiche, che danno il nome al paese e segnano il versante sud del Monte Fumaiolo, proprio dove scorre il Tevere.
Fino al 1920 vi si poteva giungere solo a cavallo o a piedi.
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Piazza principale di Balze dominata dalla falesia rocciosa del Monte Fumaiolo. |
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La falesia vista dalla strada prima di entrare nella piazza del paese. |
Dopo aver visitato velocemente il paese Balze, mi sono diretta verso il paese di Alfero, sempre nel comune di Verghereto, per scoprire la Cascata dell’Alferello, una delle meraviglie naturali dell’Appennino tosco-romagnolo.
🌿 LA CASCATA DELL'ALFERELLO
La Cascata, conosciuta anche come "Cascata di Alfero" o "Cascata delle Trote", si trova lungo il torrente Alferello, che nasce nei pressi del Monte Fumaiolo.
A circa 2 km dal centro abitato di Alfero, il torrente forma un salto d’acqua spettacolare di circa 32 metri, creando una vasca naturale alla base.
Il Ponte Romano
Durante il tragitto in auto, prima di arrivare al parcheggio della cascata, ho incontrato il Ponte Romano di Alfero, una struttura in pietra con un unico arco che attraversa il torrente Alferello.
Sebbene comunemente chiamato "romano", il ponte fu progettato nel 1839 dall’ingegnere Ulisse Dragoni per sostituire una palancola precaria, rendendo più sicuro l’attraversamento del torrente.
Vale la pena fermarsi, è molto suggestivo.
IL PERCORSO ALLA CASCATA
Lunghezza: 1,6 km
Ho parcheggiato l’auto nel parcheggio dedicato, situato a monte della cascata.
Il percorso per raggiungerla è ben segnalato.
Dal parcheggio, ho imboccato un sentiero in discesa che, in circa 18 minuti e percorrendo 0,8 km, mi ha condotto alla cascata.
Consiglio di indossare scarpe da trekking e di prestare attenzione in caso di pioggia, soprattutto nel tratto finale dove il terreno può diventare scivoloso.
Lungo il sentiero incontro un grosso bruco: è la larva del codilegno rosso (Cossus cossus), un lepidottero xilofago che nello stato larvale scava gallerie nel legno e causa gravi danni agli alberi. Curioso pensare che, secondo quanto racconta Plinio il Vecchio, gli antichi Romani ne consumassero le larve come alimento pregiato.
Il sentiero attraversa una fitta vegetazione di cerri e carpini.
Arrivo a monte della cascata, dove si apre un grosso banco piatto di calcare arenaceo spesso circa 3 metri.
Da qui l’acqua sprofonda nel salto della cascata e io mi affaccio alla balconata per osservare l’ampia vasca alla base, non molto profonda.
In estate le persone si siedono con costume e asciugamano, godendosi il fresco e il panorama.
Scendo alla base della cascata e vedo l’imponenza dei suoi 32 metri e la bellezza dell’acqua che si riversa nella roccia.
E sulla roccia, per il curioso gioco della mente chiamato pareidolia ho riconosciuto la faccia di un grande pesce, che ho cerchiato in rosso nella foto.
La cascata segna l’ultimo tratto del fiume Alferello: il torrente scorre ancora per una decina di metri, per poi tuffarsi in una serie di marmitte di erosione (cavità scavate dall'acqua) che formano altre pozze.
> MONTAGNE: Alpi, Prealpi e Appennini
> ROMA
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Mappa OpenStreet con tracciato GPS Relive per cascata dell’Alferello. |
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