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lunedì 27 gennaio 2020

CASA LYDA BORELLI

via Saragozza, 236 - Bologna


La grande villa in stile Art Déco su via Saragozza nei pressi del Meloncello, ospita dal 1931 la Casa di Riposo Lyda Borelli per Artisti Drammatici, registi e musicisti, creata da un'associazione di artisti dello spettacolo.


Casa-di-riposo-Lyda-Borelli-Bologna






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L'idea, unica in Italia, è stata quella di offrire un pensionato agli artisti indigenti nella ultima parte della loro vita, perchè un tempo non esisteva la pensione per le persone che avevano lavorato nel mondo dello spettacolo.
Nasce dall'impresario teatrale Adolfo de Riccardi, nel 1917, in seguito promossa dal suo braccio destro Lorenzo Ruggi, avvocato e commediografo bolognese.

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Il primo benefattore di questa Casa è stato il Comune di Bologna, che dona il terreno per l'edificazione.

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Nel giardino i busti di Eleonora Duse (1858-1924), attrice teatrale e Tommaso Salvini (1829-1915), attore e patriota.

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Ruggero Ruggeri (1871-1953), attore italiano.

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Accanto alla casa vi è la chiesetta dedicata a San Genesio, protettore degli attori, nata insieme alla costruzione della casa.
Dopo decenni di abbandono, nel 2006 è stata ristrutturata ed è sede di una biblioteca con un importante archivio storico riguardante i più grandi artisti italiani.

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La struttura, inizialmente sala di lettura dove gli ospiti potevano trascorrere il loro tempo, nel 1951 si ampliò a seguito della donazione di più di 5000 opere teatrali, alcune del 1500 e 1600, da parte dell'attore comico Antonio Gandusio.

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Nella nicchia della parete centrale della biblioteca il busto romano di San Genesio, donato alla Casa negli anni '30 da Augusto Jandolo.

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Nel tempo, il fondo archivistico si arricchì sempre più con nuove donazioni, come quella di Antonia Brancati, figlia di Anna Proclemer, che donò i volumi appartenuti all'attrice.

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L'entrata della Casa.

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All'ingresso accolgono due busti: Eleonora Duse e Lyda Borelli.

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Sarà il marito di Lyda Borelli (1884-1959), attrice del cinema italiano, a donare nel 1959 cento milioni di lire, con i quali è stato possibile edificare gli ultimi tre piani della villa e il Teatro delle Celebrazioni, inaugurato nel 1983.
In memoria di Lyda, la Casa di Riposo avrà questo nome, in contrapposizione con la precedente volontà del marito, Vittorio Cini:
quando Lyda era in vita, geloso, cercò di far sparire dalla circolazione tutti i suoi film, e la figura di attrice venne quasi del tutto dimenticata.

Il libro di Manuel Lambertini "Le stelle non stanno a guardare"¹, riporta un'analisi di Antonio Gramsci del 1917 su ciò che intimamente rendeva Lyda Borelli una diva.

Senza scusanti è stata estrema la gelosia del marito, una reazione dovuta ad una certa forma di sessismo.
Vittorio Cini nel 1951 aveva dato il via alla → Fondazione Giorgio Cini, in memoria del figlio scomparso, fondazione filantropica sull'Isola di San Giorgio Maggiore a Venezia.

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La Casa nel 1931, cui si aggiunsero altri piani a seguito della donazione Borelli.

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© cittàdegliarchivi.it



La Casa di Riposo è sopravvissuta grazie alle donazioni di tanti privati cittadini, anche se oggi le donazioni non sono più quelle di un tempo e si regge soprattutto sulle rette degli ospiti. 
I maggiori benefattori sono iscritti all'entrata.

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Nel corridoio al piano terra si aprono le stanze visitabili con un'esposizione di alcuni cimeli provenienti dall'archivio.

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Antonio Gandusio, che ha dato il maggior contributo all'archivio, con la donazione di opere teatrali.

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Alcune opere teatrali originali.

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Eleonora Duse, lettere indirizzate a Ciro Galvani (attore della compagnia teatrale della Duse) e scrittura teatrale (archivio Galvani).

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Fanny Marchiò e il suo servizio da toeletta personalizzato.
L'attrice, ritiratasi definitivamente dalle scene nel 1968, muore a Bologna nel 1980 ospite della Casa di Riposo.

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Il corpetto utilizzato dall'attrice Giannina Chiantoni in "La figlia di Iorio".
Si è spenta in questa casa, ultranovantenne, nel 1972.

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Alla parete due immagini teatrali de "La figlia di Iorio", con Lyda Borelli e Giannina Chiantoni.

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Una Divina Commedia illustrata da Amos Nattini, 1929, appartenuta a Gilberto Govi.

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Infine la piccola meravigliosa stanza, arredata con divanetto, sedie e tavolino disegnati da Melchiorre Bega.

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Nel disegno, il progetto per il mobilio della villa.

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Alla parete immagini di attori ospiti della casa.

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Il lascito della figlia di Anna Proclemer: oltre a libri sul teatro, anche oggetti e abiti di scena.

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Due meravigliosi manifesti di Alfons Mucha, che pubblicizzavano i tour teatrali di Sarah Bernhardt al Theatre de la Renaissance a Parigi.
Sarah Bernhardt ha interpretato il personaggio maschile di Lorenzo de' Medici nella tragedia romantica di Alfred de Musset.

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"La Dame aux Camélias" ("La Signora delle Camelie"), dal romanzo di Alexandre Dumas figlio.
La riproposizione teatrale e il manifesto del 1896.
L'attrice considerava La Signora delle Camelie il dramma chiave del suo repertorio.
Questo manifesto divenne uno dei suoi preferiti.

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La forma allungata e i colori pastello di queste opere d'arte meravigliose chiudono la visita alla Casa di Riposo Lyda Borelli che si è svolta durante le giornate FAI autunnali.
Su prenotazione, è possibile una visita accompagnati da un referente della struttura, con poche persone per volta. 



Cerca Bologna




Bibliografia:

¹Manuel Lambertini, "Le stelle non stanno a guardare. I divi, l'umanitarismo e l'uso politico della celebrità", Infinito edizioni, novembre 2019. 

-resoconto visita guidata organizzata durante le giornate FAI autunnali 2019.


Sitografia
-www.casalydaborelli/storia
-www.bibliotecasalaborsa/1931-casa-di-riposo-per-artisti-drammatici
-www.muchafoundation
-www.cittadegliarchivi





mercoledì 26 aprile 2017

TEATRO DUSE

via Cartoleria, 42 - Bologna

E' uno dei teatri più antichi di Bologna, per tradizione teatro di prosa. Già nel 1600 era attivo, nel Palazzo del Giglio che lo ospita, il teatrino San Saverio utilizzato per le recite scolastiche di un collegio gesuita.


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Nel 1822 l'ingegnere Antonio Brunetti rilevò la sala, che prese il nome di Teatro Brunetti
Inizialmente il cartellone era riservato agli spettacoli di burattini e alle esibizioni circensi, poi alla morte del proprietario, i nipoti decisero di effettuare una ristrutturazione per ammodernare il teatro.

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Nel 1865, con una festa in maschera, si inaugurò la nuova sala con due ordini di gallerie e un loggione, e un'illuminazione a gas, una novità per l'epoca.
Il Teatro Brunetti, con un programma di prosa e concerti, divenne presto uno dei più importanti teatri della città, tanto da ospitare il re Umberto I con la consorte Margherita nel 1878, Crispi e Carducci figurano come relatori di conferenze e Sarah Bernardt recita in due spettacoli: "La Dame Aux Camèlias" e "Frou-Frou".

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Nel 1898 il teatro cambiò ancora proprietario e nome:
fu chiamato TEATRO DUSE in onore di Eleonora Duse, la più grande attrice italiana dell'epoca. 
La Duse all'epoca aveva quarant'anni ed era in piena attività.

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Il teatro fu ristrutturato nel 1904 e poi negli anni 40, quando assunse l'aspetto attuale.
Infine un ultimo intervento di restauro nel 2003.

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La sala dispone di quasi 1000 posti, divisi fra platea e gallerie.

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Ha vissuto un periodo di incertezza dal 2010 al 2011, quando l'Ente Teatrale Italiano, che gestiva politicamente la promozione del teatro in Italia e all'estero, è stato soppresso. Oggi, in parte, la delega è al Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

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Nella stagione 2016/2017 il Teatro Duse collabora con il Piccolo Teatro del Baraccano attraverso un progetto di teatro musicale (musica, dramma, parola, danza ed effetti luce) con l'Associazione Atti Sonori: otto spettacoli al Baraccano e due al Duse.


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