LAGORAI (TN)
Il percorso si snoda su sentieri e mulattiere militari, con un giro ad anello immerso nel paesaggio del Lagorai.
![]() |
Capanna Manghen accanto al laghetto Cadinello |
I punti di interesse sono:
🔷 Passo e Capanna Manghen
🔷 Lago delle Buse
🔷 L’Eterno, albero monumentale dal grande fascino
🔷 Il Re Leone, l'albero monumentale più grande della Val di Fiemme (che, purtroppo, non sono riuscita a trovare).
COME ARRIVARE
L’escursione inizia al Passo del Manghen, il valico che collega la Val di Fiemme (Molina) con la Valsugana (Telve).
Questa strada panoramica, unica via di attraversamento dell’intera Catena del Lagorai, è già di per sé un’esperienza: stretta, ripida e spettacolare, è entrata più volte nella storia del Giro d’Italia, con la sua prima scalata nel 1976.
Si può quindi raggiungere il passo sia da Molina di Fiemme (in 30 minuti), sia da Telve, in Valsugana.
ITINERARIO AD ANELLO
Segnavia n. 322A
Difficoltà: E
Tempo: 4 ore
Dislivello: 384 m
Lunghezza: 8 km
CAPANNA MANGHEN
Parcheggio l’auto a Capanna Manghen, dove prendo un caffè e mi preparo a partire.
Questa baita, accanto al laghetto Cadinello, si trova poco sotto il passo in una posizione suggestiva.
L’escursione inizia proprio da qui, lungo il sentiero della Translagorai 322A.
LA TRANSLAGORAI
Questa via è molto nota per le sue caratteristiche selvagge, un tracciato di 80 km che parte dalla Panarotta e arriva fino al Passo Rolle, in 7–8 giorni.
L'itinerario classico, però, percorre solo il tratto ridotto da Passo Manghen al Passo Rolle (circa 50 km in 4–5 giorni), concentrandosi sulla parte più impegnativa e spettacolare, con le cime più elevate della catena.
Tengo da parte il sogno di percorrerla e racconto invece l'escursione che ho vissuto.
Subito incontro una cappella scavata nella roccia, che ricorda i caduti di tutte le guerre.
Il sentiero aggira lo sperone della montagna e scende nella valletta sottostante.
L'ETERNO
Raggiungo l’albero monumentale chiamato l’Eterno, un pino cembro secco da tempo immemorabile, abbarbicato su un masso di porfido a 2050 m.
È una vera scultura naturale, sopravvissuta per secoli.
LAGO DELLE BUSE
Arrivo al Lago delle Buse in 45 minuti.
Il sentiero 322A prosegue lungo il lago, costeggia tutta la sua riva, e poi sale per continuare verso il Lago delle Stellune.
Il mio itinerario invece piega a sinistra verso la Malga delle Buse, alla ricerca dell'albero più grande della Val di Fiemme: il Re leone (che non troverò).
Il sentiero che costeggia il lago è panoramico, incorniciato da Cima Zoliera, 2478 m., e il Montalon, 2385 m.
Il lago, a 2059 metri di quota, è un piccolo bacino glaciale di 220 per 120 metri.
È immerso in un paesaggio di prati circondati da antichi depositi morenici, in parte ricoperti da rododendri, ginepri e mirtilli neri.
Sulle sue rive si sviluppa una torbiera e una ricca vegetazione acquatica (rana temporaria e tritoni alpini).
Distinguo lunghe e sottili foglie, immerse nell'acqua limpida.
Si tratta di esemplari di Coltellaccio Natante, piante acquatiche tipiche di laghi d’alta quota e zone umide del Trentino.
Queste specie svolgono un ruolo fondamentale negli ecosistemi lacustri: ossigenano l’acqua, forniscono rifugio a piccoli organismi acquatici e contribuiscono alla stabilità del fondo del lago.
Torno sui miei passi all'inizio del lago, e ritrovo il segnavia con il simbolo dell'albero Re Leone.
MALGA DELLE BUSE
Continuo verso nord scendendo verso Malga delle Buse (1935 m). Questo sentiero non ha segnaletica CAI, da qui in poi è necessario navigare a vista cercando palette, omini di pietra e simboli albero.
![]() |
Veduta dall’alto su Malga delle Buse |
![]() |
Malga delle Buse |
Il percorso compie un ampio giro a mezzacosta affacciato su un grande vallone verde: è Pian delle Fave.
Nel frattempo ecco l'Eriophorum, una pianta erbacea perenne.
I piccoli semi a maturazione si ricoprono di una massa bianca e soffice simile al cotone.
Queste setole favoriscono la dispersione dei semi con il vento.
La specie ha una distribuzione prevalentemente boreale: cresce nelle torbiere acide, tipiche della tundra artica e di ambienti alpini umidi.
Il rivestimento cotonoso non ha solo una funzione di trasporto, ma agisce anche come isolante, contribuendo a mantenere una temperatura più elevata negli organi riproduttivi e proteggendo così lo sviluppo della pianta in climi freddi.
La segnaletica è scarsa, ad un certo punto credo di essere all'incirca nel punto in cui, secondo indicazioni, l'albero si troverebbe circa 150 metri più in basso, fuori dal sentiero principale.
Guardo il GPS ma non mi indica l'albero.
Non sono riuscita a individuarlo: probabilmente un tempo la segnaletica era presente, come suggerisce questa foto in cui si vede un cartello rotto a terra con un’altra indicazione. Forse quella relativa all’albero è proprio mancante: qualcuno l’avrà buttata?
Risalgo, quasi ignara di aver lasciato l'albero alle mie spalle, continuando a vedere simboli, indicatori però per chi arriva dall'alto.
Solo al termine del giro ho potuto ricavare questa mappa ingrandita: al momento, infatti, il GPS non mi segnalava l'albero.
La condivido qui: potrebbe essere utile.
Inserisco quindi una foto tratta dal PDF "Guida escursionistica Custodi del Tempo" (vedi allegato a fondo pagina).
Il Re Leone è stato segnalato nel 1970 dal boscaiolo Leone, di Masi di Cavalese, che ne impedì l’abbattimento. Misura 7,10 m di circonferenza alla base, 5,40 m a 1,30 m di altezza, raggiunge i 20 m e ha circa 800 anni. È un pino cembro monumentale, considerato il più grande albero della Val di Fiemme.
![]() |
©foto Provincia Autonoma di Trento |
Proseguendo, mi ricongiungo al sentiero 322A; trovo un pianoro a 2100 m, dove pascolano le mucche: il luogo ideale per una sosta.
Mi consolo osservando la Dafne Alpina, con le sue bacche rosse: una pianta velenosa, come tutte le specie del suo genere, rara sulle Alpi, ma incredibilmente bella.
Ora sono di ritorno, il sentiero scende e si stringe lungo la parete, con tratti esposti.
Riesco ad avere una visione d'insieme, il Lago delle Buse e la malga omonima: prima parte di questo percorso.
Incontro un cartello che ricorda l’ex teleferica militare della Prima Guerra Mondiale.
A quota 2122 m passava infatti una linea di rifornimento austriaca, usata per trasportare viveri e materiali alle postazioni di Forcella Ziolera.
Oggi restano solo tracce e la memoria che racconta le difficoltà logistiche della vita in quota durante il conflitto.
Poi il sentiero diventa un’ampia mulattiera dell’epoca austriaca che passa sopra il Lago delle Buse.
Chiudo l’anello ricollegandomi al sentiero dell’andata poco prima dell’albero secolare dell’Eterno.
Una volta arrivata a Capanna Manghen mi bastano pochi minuti a piedi per risalire al Passo Manghen (2047 m), dove una croce segna la sommità.
Lo sguardo si apre sulla spettacolare serpentina della strada che precipita verso la Valsugana, disegnando curve ardite tra i pendii del Lagorai.
→ DOLOMITI
→ MONTAGNE
_______________________________________
NOTE:
-L'itinerario descritto è stato effettuato giovedì 7 agosto 2025, consultando preventivamente le previsioni meteo, prestando attenzione all'evoluzione del tempo nella stessa giornata.
-Tutte le foto sono di Monica Galeotti, salvo quella dell'albero Re Leone (copyright indicato).
-La mappa iniziale è stata creata utilizzando l'app Relive, che registra i miei spostamenti in tempo reale tramite GPS.
I nomi delle località sono stati aggiunti successivamente.
-Carta topografica Tabacco - Val di Fiemme Lagorai Latemar 014 - 1:25.000
-Per i livelli di classificazione delle difficoltà nell'escursionismo vedi
-Le 10 regole base per affrontare un’escursione in montagna
RIFERIMENTI:
Questo sentiero fa geograficamente parte della Catena del Lagorai.
________________________
IL COMPAGNO DI VIAGGIO
Nessun commento:
Posta un commento