via Oberdan, 25 - BOLOGNA
aggiornato 2022
La Basilica costituisce una parrocchia retta dai padri Carmelitani. Davanti alla facciata scorreva all'aperto il torrente Aposa fino al 1496, che si poteva attraversare mediante un ponticello in legno.
Da questa piazza si accede, quando è possibile, ai sotterranei dell'Aposa attraverso un passaggio, aperto nel 2000.
Sul sagrato si erge la Colonna della Beata Vergine del Carmine, di Andrea Ferreri, 1705.
Nel 1683 Ferreri si trasferì da Milano a Bologna e questa è la sua prima opera.
La Vergine Maria, signora di questo luogo, viene salutata con l'invocazione "Salve Regina" e queste iniziali sono stagliate nello scapolare che la Vergine tiene nella mano destra.
In via Marsala, sul fianco destro della chiesa, l'antico portale con una lunetta, decorata da un rilievo che rappresenta San Martino che ricopre un povero, 1531.
Dall'angolo di via Marsala e via Mentana si vedono l'abside e il campanile da una diversa e bella prospettiva.
L'abside è originale del primo '500, arricchita da pinnacoli nel 1929.
LA FACCIATA
La chiesa, edificata nel 1227, ha subìto rifacimenti e la facciata è stata ridisegnata nel 1879.
E' in cotto bolognese, poco ricca di marmi.
Le tre croci poste nelle tre ripartizioni corrispondenti alle navate interne, simboleggiano il Calvario.
Alle quattro estremità della croce centrale della facciata sono incastonati quattro piatti, fatti arrivare dalla Tunisia nel 1879 dall'architetto Giuseppe Modonesi.
Nella parte posteriore portano la scritta araba "Allah hu Akbar" che significa "Dio è il più grande".
Allah è il nome che la Sacra Scrittura attribuisce a Dio: Elohim.
Uno dei quattro piatti tunisini che ornano la croce della facciata.
All'interno di nicchie, i mosaici dei quattro evangelisti e degli arcangeli Gabriele e Michele.
Nella lunetta San Martino e, nel medaglione, al vertice del timpano, è rappresentato il Mistico Agnello dell'Apocalisse, in marmo di Carrara, ad opera dei maestri scalpellini Venturi.
GLI INTERNI
L'interno, gotico, è a tre navate, divise da pilastri e archi ogivali.
I vetri colorati sono di Carlo Devéques di Beauvais.
Nelle cappelle, i capolavori degli artisti più famosi di Bologna rendono questa basilica una vera e propria galleria d'arte.
NAVATA DESTRA
Pala d'altare con "L'adorazione dei Magi" di Girolamo da Carpi, 1532.
"L'adorazione dei Magi, Girolamo da Carpi, 1532 |
"Sant'Onofrio", eremita, affresco su semicolonna, di Dalmasio Scannabecchi.
"Sant'Onofrio" centrale, "Sant'Elia" profeta (in alto), "Sant'Antonio" abate (in basso), DALMASIO, sec. XIV. |
"Madonna col bambino", affresco di Lippo di Dalmasio (figlio di Dalmasio Scannabecchi), 1398.
Fra la quarta e la quinta cappella un pilastro con un frammento di "Crocifissione", di Vitale da Bologna, XIV sec.
"Angeli custodi", Domenico Rizzi.
"Madonna col bambino e santi" di Amico Aspertini, 1510, quinta cappella.
Chiude la navata destra la cappella più importante per il culto di questa chiesa: quella della Madonna del Carmine.
Riccamente decorata in forme barocche su disegno di Torreggiani nel 1773.
All'altare una scultura lignea della Madonna col bambino di Guglielmo Bergognone, colorita dal Guercino.
La cupoletta è affrescata con la Madonna del Carmine che dona lo scapolare a San Simone Stock, un tema tipicamente carmelitano, dipinto da Vittorio Bigari.
La Madonna del Carmine dona lo scapolare a San Simone Stock.
Sulla parete destra "Il martirio di Sant'Orsola", di Sementi.
Su quella sinistra "San Carlo e altri santi", di Alessandro Tiarini.
A sinistra dell'altare maggiore, la Cappella del Battistero, con un trittico di pittore bolognese, 1480 ca: "Crocifissione e i santi Biagio e Cristoforo".
Nella predella: "Storie di San Biagio e di San Sebastiano".
SACRESTIA
Le notevoli e numerose opere d'arte rendono la Sacrestia come una delle più belle di Bologna.
Alcune immagini:
sopra l'altare "Crocifisso e i Santi" di Francesco Carboni.
Sopra l'affresco del Crocifisso, nella cimasa, "Eterno padre" di Guido Reni.
"Sacra famiglia e San Giovanni Battista" di Pellegrino Tibaldi.
IL TEATRO
Sopra la Sacrestia, al primo piano, l'ex biblioteca del convento ospita il Teatro San Martino, finito di costruire nel 1629. Ha un soffitto e cassettoni della fine dell'800. La parete di fondo contiene un grande affresco di Lucio Massari che raffigura "La disputa di San Cirillo di Alessandria" ed è composto da oltre 60 figure (1629). Massari fu allievo di Ludovico Carracci; le sue opere sono esposte al Louvre, agli Uffizi e nei musei di Roma, Boston e Praga.
L'ex biblioteca è stata sala cinematografica parrocchiale, poi teatro filodrammatico ed infine sede delle lezioni universitarie del professor Umberto Eco.
Attualmente non è accessibile per motivi di sicurezza in quanto necessita di restauro.
Teatro San Martino - ©Fortebraccioteatro |
Esco dalla Sacrestia e trovo tracce dell'antica chiesa trecentesca con alcuni frammenti di affreschi di Vitale da Bologna.
Gli affreschi mostrano Abramo che accoglie sotto il suo manto i Beati e al tempo stesso indica i dannati all'Inferno.
Inoltre gli Apostoli nell'Ultima Cena.
CHIOSTRO DEI MORTI
A fianco, l'entrata al Chiostro dei Morti, così chiamato perchè originariamente cimitero del convento: sono visibili infatti numerose iscrizioni sepolcrali. E' porticato su quattro lati e venne realizzato nel 1511.
Le iscrizioni sepolcrali del chiostro.
La lastra tombale del nobiluomo signor Bandino di Giovanni Garzoni, morto nel 1380.
NAVATA SINISTRA
Nuovamente all'interno della chiesa:
"Madonna dell'Umiltà" di Simone dei Crocifissi, sec. XIV.
"L'Assunta", tavola di Lorenzo Costa.
"San Girolamo" di Ludovico Carracci.
La visita si conclude con la bellissima Cappella Paltroni, di architettura rinascimentale toscana.
Per questa cappella Francesco Francia dipinse su tavola la pala d'altare "Madonna in trono col Bambino e santi" e il "Cristo portacroce" della predella.
Nella predella "Cristo porta la croce".
Nel paliotto dell'altare, "Cristo deposto nel sepolcro" di Amico Aspertini.
Rappresenta un Compianto con evidenti rimandi alla Pietà di Nicolò dell'Arca.
Alla parete sinistra "Madonna col Bambino" di Jacopo della Quercia, in terracotta.
"Adorazione dei Magi" di Paolo Uccello, frammento di affresco.
L'affresco di "Elia profeta" è di Alessandro Guardassoni.
Una basilica che occupa un posto di grande importanza, per il suo valore architettonico, per la sua storia e la sua arte. Una delle chiese più belle e interessanti della città.
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Bibliografia:
- Enrico Secondin e Giorgio Ronchi, "Basilica di San Martino Maggiore in Bologna - Santuario della Madonna del Carmine, Costa Editore 2010
- Corrado Ricci e Guido Zucchini, "Guida di Bologna", Edizioni Alfa 1976
- Emilia Romagna, Touring Editore 2010
Sitografia:
brava ottima spiegazione
RispondiEliminaGrazie mille Maurizio.
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