(torna al Colosseo)
Il colle del Palatino è un'area suggestiva, con alberi, zone d'ombra, rovine e superbe vedute.
Secondo la leggenda qui Romolo e Remo furono salvati da una lupa e Romolo fondò la sua città nel 753 a.C.
Che il mito sia vero oppure no, la data è confermata da ritrovamenti archeologici di capanne dell'VIII secolo avanti Cristo.
Camminando sul colle e osservando i ruderi è necessario IMMAGINARE la magnificenza di quello che furono i palazzi imperiali.
Il Palatino infatti era il luogo di residenza più ricercato.
Augusto, nato sul Palatino, vi trascorse tutta la vita e i suoi successori costruirono residenze sempre più opulente (la parola 'palazzo', palatium, deriva proprio da Palatino) e negli anni furono collegate a creare un complesso unitario.
Nel corso dei secoli, infatti, il Palatino passò da imperatore a imperatore arricchendosi sempre di più:
-Augusto, che morì nel 14 d.C.
-Tiberio, figlio adottivo di Augusto
-Nerone, 37-68 d.C.
-Domiziano, 81-96 d.C.
Il Palatino dal Circo Massimo - ©Wikipedia |
Entro dunque al Palatino dall'ingresso principale di via San Gregorio.
Il percorso inizia verso sinistra con un sentiero che dolcemente porterà sul colle. Purtroppo, sia al Palatino che ai Fori, le indicazioni non sono ben segnalate e un percorso pratico da seguire non esiste. Nonostante la mappa fornita alla biglietteria, rimango disorientata.
Il primo rudere è quello dell'ACQUA CLAUDIA, l'acquedotto iniziato da Caligola, poi da Nerone e dai Flavi.
Non va sottovalutata questa visione, proseguo e mi volto: è bello provare ad immaginare che la costruzione scavalcava la valle fra Celio e Palatino e capisco come costituì un'autentica prodezza architettonica.
L'acquedotto infatti serviva a portare l'acqua alla Domus Severiana e alle relative Terme di Settimio Severo, attraverso cisterne di raccolta, da cui si diramava una capillare rete di distribuzione con condutture in piombo.
Ancora più in alto una suggestiva immagine dei resti dell'acquedotto incorniciati dal Colosseo.
Da una ricostruzione, ecco come si presentava l'acquedotto dell'Acqua Claudia che saliva al Palatino, nell'età antica.
©Ricostruzione di Gismondi - ©Museo della Civiltà Romana |
Oltre l'acquedotto incontro la DOMUS SEVERIANA, a torto definita Domus, in realtà 'edificio Severiano', perchè è un prolungamento della Domus Augustana.
Le relative TERME DI SETTIMIO SEVERO, furono probabilmente costruite da Domiziano, terminate da Settimio Severo e interamente rifatte da Massenzio.
Edificio Severiano |
Di questo edificio restano soltanto le imponenti arcate (sostruzioni) di sostenimento di quello che era l'edificio vero e proprio.
Edificio Severiano |
Sopra le sostruzioni dell'edificio Severiano, oggi è stata ricavata una TERRAZZA, cioè quella che un tempo era la base su cui poggiava il vero e proprio palazzo.
Per noi che visitiamo oggi, un magnifico panorama.
Il Vaticano.
Il Circo Massimo.
Le Terme di Caracalla.
Tutto ciò che si incontrerà dopo l'edificio Severiano con la sua terrazza, sarà in buona sostanza il PALAZZO DI DOMIZIANO, cioè tutto ciò che rimane (ruderi) di questo complesso imperiale e che copre la maggior parte del Palatino:
-la DOMUS FLAVIA (zona pubblica)
-la DOMUS AUGUSTANA (residenza privata dell'imperatore)
-uno STADIO
L'importanza del Palazzo Imperiale di Domiziano è quello di un caposaldo. Per la prima volta un unico complesso riuniva tutte le funzioni e le necessità della vita politica e dello Stato. Il palazzo fu la risposta alla 'monarchizzazione' del potere, attuata proprio sotto Domiziano, che si manifestò anche nell'architettura.
STADIO
Un giardino utilizzato per giochi e cerimonie private degli imperatori.
Dallo Stadio sono visibili i resti delle TERME.
Terme di Settimio Severo |
Terme di Settimio Severo |
DOMUS AUGUSTANA
Accanto allo Stadio si trovano le rovine della grande Domus Augustana, la residenza privata dell'imperatore Domiziano.
Nella foto, scattata dal Circo Massimo, si può avere un'idea globale dei resti antichi:
all'estrema destra i resti del palazzo di Settimio Severo, uniti alla Domus Augustana e Domus Flavia.
La Domus Augustana è costruita su due livelli.
Domus Augustana, secondo livello. |
Domus Augustana, secondo livello. |
Il piano inferiore è chiuso, ma dall'alto è possibile vedere il bacino di una fontana e, al di là di questo, le stanze che un tempo erano rivestite in marmo colorato.
Il cortile quadrato con la fontana della Domus Augustana |
Fontana della Domus Augustana - ©ricostruzione virtuale di Altair4 |
Nella ricostruzione virtuale la Domus Augustana si riconosce dalla monumentale facciata curvilinea rivolta al Circo Massimo.
Palatino - Domus Augustana, ©ricostruzione virtuale di Andrè Caron |
A seguire il MUSEO PALATINO (incluso nel biglietto d'entrata), che sarebbe stato molto interessante poter visitare. Purtroppo l'ho trovato chiuso e, insieme ad altre persone, ho cercato di capire il perchè, dato che non è stato trovato nessun cartello di avviso o motivazione, e all'entrata al momento dell'acquisto del biglietto nessuno è stato informato.
Si può comprendere tutto, anche la chiusura temporanea di un museo così importante, quel che avvilisce è l'incuria di una gestione che non si preoccupa di avvisare.
A fianco la DOMUS FLAVIA, la parte ufficiale e pubblica del palazzo di Domiziano.
La Domus aveva tre grandi zone:
Domus Flavia - ©Wikipedia |
-il Vestibulum, con l'Aula Regia per le udienze e la Basilica per il Consiglio dell'Imperatore
-il Peristilium, giardino interno con la Fontana Ottagonale
-il Triclinium, con la Cenatio Iovis, sala da pranzo.
Il pavimento a intarsio marmoreo del Triclinium, dove si trovava la Cenatio Iovis, la sala da pranzo destinata ad allietare gli invitati al banchetto, ha un raffinato disegno geometrico-floreale, lo si vede nella foto, ondulato nei resti.
Serve immaginare un palazzo, da ciò che rimane.
Domus Flavia, pavimento marmoreo |
Domus Flavia, pavimento marmoreo |
Il Triclinio si apriva su un grandissimo Peristilio, il giardino interno, circondato da un portico colonnato. Al centro una fontana ottagonale ancora ben conservata.
Domus Flavia, Peristilio, fontana ottagonale curata con fiori e piante - ©wikipedia |
Domus Flavia, Peristilio, fontana ottagonale nello stato in cui si trova oggi |
La fontana di forma ellittica, un tempo rivestita in marmo bianco, si trova nel Triclinium, fra la pavimentazione marmorea e la Casina Farnese.
CASINA FARNESE
Quando l'Impero Romano crollò, sui resti del Palatino furono edificate chiese e fortezze. Nel Rinascimento, alcune famiglie come quella del cardinale Alessandro Farnese, vi crearono giardini; anche questo edificio, poi acquistato all'inizio dell'800 dallo scozzese Charles Mills, che ne aveva fatto un villino neogotico.
L'Aula Regia (ciò che ne rimane) conclude la visita alla Domus Flavia.
Ma eccone una ricostruzione virtuale.
Domus Flavia, 1-2 Aula Regia e Basilica, 3-Fontana ottagonale, 4-Cenatio Iovis, sala da pranzo |
CASA DI LIVIA e CASA DI AUGUSTO
Sono gli edifici meglio conservati del Palatino ma al momento della mia visita erano chiusi per restauro. Periodicamente le stanze semi-sotterranee vengono aperte al pubblico su prenotazione (coopculture) ma visitabili solo per gruppi di 20 persone.
La Casa di Augusto (da non confondere con la Domus Augustana) contiene superbi affreschi con colori vivaci gialli, rossi e blu.
Allego ↝ il link di due minuti di Alberto Angela che illustra la visita alla casa.
Si tratta di stanze della prima casa, che essendo stata sepolta dalla seconda, si è conservata esattamente come Pompei.
Le sale della Casa di Livia (da non confondere con la Villa di Livia a Primaporta, lungo la via Flaminia) sono decorate con affreschi raffiguranti scene mitologiche, paesaggi, frutta e fiori.
Palatino-Casa di Livia - ©itineroma |
ORTI FARNESIANI
A metà del XVI secolo il cardinale A. Farnese acquistò le rovine della Domus Tiberiana, le fece coprire e commissionò uno dei primi giardini botanici d'Europa, in cui vennero coltivate piante allora sconosciute in Italia.
Due padiglioni gemelli sono situati al limite settentrionale del giardino.
La decadenza degli Orti avvenne con la famiglia dei Borbone, gli ultimi proprietari, i quali decisero di trasferire a Napoli la maggior parte delle statue e dei marmi.
I papi avevano distrutto la Domus Tiberiana, i Borbone distrussero gli Orti Farnesiani.
Attigua vi è la terrazza che copre i resti della DOMUS TIBERIANA, la dimora dell'imperatore Tiberio, figlio naturale di Livia e adottivo di Augusto.
Da questa terrazza il panorama sul Foro Romano è magnifico.
Ai bordi della terrazza alcuni angoli ombreggiati dove poter consumare un pic-nic veloce, prima di scendere e visitare il Foro Romano.
"Quando si considera un'esistenza come quella di Roma, vecchia di oltre duemila anni e più, e si pensa che è pur sempre lo stesso suolo, lo stesso colle, sovente perfino le stesse colonne e mura, e si scorgono nel popolo tracce dell'antico carattere, ci si sente compenetrati dei grandi decreti del destino".
Johann Wolfgang Goethe, "Viaggio in Italia"
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