aggiornato novembre 2020
E' una delle aree verdi più ampie di Bologna, si estende per una trentina di ettari subito fuori Porta San Mamolo.
Tre sono le entrate:
1-via San Mamolo, 105 (dal basso)
2-via Martucci (dal basso)
3-via di Gaibola (dall'alto)
Il suo ricco patrimonio botanico, particolarmente variegato, è un campione rappresentativo della collina bolognese: in questo 'poco' spazio si possono osservare aspetti anche molto diversi.
Per queste sue caratteristiche l'amministrazione comunale e alcune associazioni naturalistiche cittadine hanno fondato, nel 1980, il
Centro Villa Ghigi, che si prefigge di utilizzare il parco per attività divulgative delle scienze naturali, meta abituale delle scolaresche bolognesi.
Il Centro fornisce inoltre un contributo al dibattito culturale in campo scientifico e ambientale attraverso convegni, mostre e interventi di ecologia urbana, in particolar modo con il monitoraggio della qualità dell'aria con api e piante.
Un recente studio universitario dell'Orto Botanico di Bologna in collaborazione con Villa Ghigi e il Parco Regionale dei Gessi Bolognesi, si è occupato dell'interessantissimo
LA STORIA DEL PARCO E DELLA SUA VILLA
Della villa, appartenuta alla nobile e potente famiglia Malvezzi, si hanno notizie a partire dal '600.Per i Malvezzi, che avevano altre tenute nella comunità di Gaibola e nel resto del contado bolognese, la villa rappresentò una proprietà minore e il pendio era già allora intensamente coltivato.
Dai Malvezzi in poi si succedettero numerose altre proprietà, fino al 1874, quando venne acquistata dall'avvocato Callisto Ghigi, e rimase alla famiglia fino al 1972.
©fondazionevillaghigi.it - ©Paolo Nanni 1982 |
Il territorio era, come ora, tenuto in parte ad uso agricolo e parte a giardino.
Callisto, appassionato di uccelli, si dedicò al parco arricchendolo di alberi e arbusti rari.
Uno dei figli, Alessandro, abitò nella villa per tutta la vita, dal 1875 al 1970, coltivando fin dall'infanzia la propria vocazione di naturalista.
Nel 1922 ottenne la cattedra di zoologia dell'Università di Bologna, della quale fu rettore fra il '30 e il '43.
Infaticabile viaggiatore, compì esplorazioni in diversi paesi del mondo e i suoi studi assunsero presto rinomanza internazionale.
A lui si deve la nascita di importanti istituti scientifici, fra i quali il laboratorio di Zoologia Applicata alla Caccia, diventato Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica, oggi ISPRA e il centro Avicolo di Corticella, oggi → Oasi dei Saperi.
E' stato inoltre fondatore dell'Unione Bolognese Naturalisti.
Alla fine degli anni '60 donò una parte del parco all'Amministrazione Comunale, pur continuando a risiedere nella villa.
Il parco venne aperto al pubblico nel 1975, conservando la precedente commistione di aree coltivate e aree più naturali.
IL PERCORSO
L'area è molto vasta e ho inserito due percorsi:il primo, illustrato sulla cartina, è sull'entrata storica di via San Mamolo:
1- GRANDE QUERCIA
2- FILARI DI ALBICOCCHI
3- CASA COLONICA IL BECCO
4- PUNTO PANORAMICO
5- VILLA GHIGI
6- CEDRO DELL'HIMALAYA
7- CASA DEL CUSTODE
8- MONUMENTO A CALLISTO E ALESSANDRO GHIGI
9- VIGNETO
Oggi di questi vulcanetti non c'è più traccia e rimane solo un arido burrone lungo via di Gaibola, dove nel Medioevo venivano gettati i cadaveri di giustiziati, suicidi e scomunicati.
Però sulle colonne del vecchio cancello d'ingresso di via San Mamolo si legge "Villa Ghigi" e "Alle salse".
(il cancello automatizzato chiude alle 20 da ottobre a maggio e alle 24 da giugno a settembre.
Per chi dovesse trovarsi all'interno dopo la chiusura può uscire azionando il pulsante del piccolo cancello a lato).
Una strada asfaltata passa inizialmente attraverso un paio di condomìni, poi una bacheca in legno con informazioni segnala l'inizio vero e proprio del parco.
1- LA GRANDE QUERCIA
La monumentale Roverella, specie di quercia più diffusa in Italia, che si presume risalga al XVI secolo, ha numerosi rami che si protendono sulla strada, ed è stata potata per via della sua conservazione.
A fronte, insieme a un filare di fichi, un'altra maestosa Roverella.
2- FILARI DI ALBICOCCHI
A destra un prato solcato da filari di Albicocchi.
Le lunghe cavedagne fiancheggiate da alberi da frutto sono una caratteristica del parco, in molti casi non più utilizzati ma patrimonio storico e genetico: Susini, Kaki, Ciliegi, Meli, Fichi e Mandorli.
3- CASA COLONICA IL BECCO
La strada sale verso la casa colonica "il Becco".
Vi sono diversi animali da cortile.
4- PUNTO PANORAMICO
Prima di raggiungere la villa imbocco la strada che mi porta al punto panoramico più bello di questo percorso.
Al termine del filare di Kaki
la bellissima visuale sul centro cittadino e lo sperone boscoso di San Michele in Bosco.
5- VILLA GHIGI
È la tipica residenza signorile di collina che, dalla morte di Alessandro Ghigi nel 1970, non è più abitata.
La villa, purtroppo abbandonata, mostra interni di estremo degrado.
Sul retro il cortile interno è coperto dalla vegetazione.
5- CEDRO DELL'HIMALAYA
Il prato è dominato da un secolare Cedro dell'Himalaya.
7- CASA DEL CUSTODE
Un lato del piazzale della villa è occupato dalla Casa del Custode, con area pic-nic per pranzi al sacco.
Anche le aree di sosta di fianco alla villa sono spesso utilizzate per il pic-nic.
8- MONUMENTO A CALLISTO E ALESSANDRO GHIGI
Scavalcando la villa per fare ritorno in direzione ingresso di via Martucci, sull'erba del prato è collocato il monumento in arenaria a Callisto e Alessandro Ghigi: un quaderno per appunti con lente d'ingrandimento, opera dello scultore Nicola Zamboni.
Sopra vi è una dedica rovinata dal tempo e ormai illeggibile.
9- VIGNETO
Percorrendo il sentiero in discesa dal punto si attraversa un piccolo vigneto allevato con sistema di potatura Guyot, tipica della collina bolognese.
Infine il sentiero, ancora nella parte recintata di bosco, tra cespugli di Bosso scende rapidamente verso l'ingresso di via Martucci.
La visita al parco risulta molto diversa a seconda dell'accesso utilizzato.
Il percorso appena descritto da via San Mamolo inizia con una zona ombrosa, dove la vista si apre solo più avanti.
Stessa cosa dall'accesso di via Martucci, anzi da qui una zona d'ombra ancora più accentuata perchè subito penetra nel fitto del bosco.
L'entrata su via di Gaibola abbraccia invece quasi subito una panoramica dall'alto.
👉 vai al secondo percorso su via di Gaibola 😊
Il percorso appena descritto da via San Mamolo inizia con una zona ombrosa, dove la vista si apre solo più avanti.
Stessa cosa dall'accesso di via Martucci, anzi da qui una zona d'ombra ancora più accentuata perchè subito penetra nel fitto del bosco.
L'entrata su via di Gaibola abbraccia invece quasi subito una panoramica dall'alto.
👉 vai al secondo percorso su via di Gaibola 😊
Bibliografia:
-pieghevole "Villa Ghigi", a cura del Centro Villa Ghigi, serie parchi e giardini bolognesi n. 17, omaggio ai lettori di "Repubblica", 1992.
-pieghevole "Villa Ghigi", a cura del Centro Villa Ghigi, serie parchi e giardini bolognesi n. 17, omaggio ai lettori di "Repubblica", 1992.
Sitografia:
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