via Castel Firmiano, 53 - BOLZANO
Il Messner Mountain Museum (MMM) è un progetto museale ideato e realizzato dall’alpinista altoatesino Reinhold Messner, distribuito in sei diverse sedi sparse nell’arco alpino.
È diretto dalla figlia dell’alpinista, Magdalena Messner.
LE SEDI
1- MMM FIRMIAN - nei pressi di Bolzano, la prima e principale sede, dedicata al rapporto uomo-montagna.
2- MMM ORTLES - Solda (frazione di Stelvio), dedicato al ghiaccio.
3- MMM DOLOMITES - Monte Rite (2181 m), dedicato alla roccia e alla storia dell’alpinismo dolomitico.
4- MMM JUVAL - in Val Venosta, abitazione di Messner, dedicato al mito e alla sacralità della montagna.
5- MMM RIPA - castello di Brunico, dedicato ai popoli della montagna.
6- MMM CORONES - Plan de Corones, dedicato alla storia dell’alpinismo.
Messner, noto al grande pubblico per essere stato il primo alpinista al mondo ad aver scalato tutte le 14 cime del pianeta che superano gli Ottomila metri senza ossigeno, afferma che il progetto MMM è il suo 15º Ottomila, la somma di tutte le sue esperienze.
Anzi, precisamente dice che è stato più difficile realizzare la sua idea di museo dedicato alla montagna che portare a termine le scalate di tutti e 14 gli Ottomila.
In cordata, per usare un termine alpinistico, con il Presidente della Provincia Autonoma di Bolzano, Luis Durnwalder.
Per questo progetto, il 3 giugno 2014, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, gli ha conferito l'onoreficenza di "Grande Ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana".
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IL MESSNER MOUNTAIN MUSEUM DI
FIRMIAN
Si trova fra le mura di Castel Firmiano, una fortezza posta sulla sommità di un’altura che domina la città di Bolzano ed è la prima e principale sede del complesso museale, inaugurato nel 2006.
Di tutto il complesso rimangono oggi le rovine, simbolo pietrificato di un lontano potere.
Con l’aiuto dell’arte, delle reliquie e delle testimonianze il desiderio di Messner è quello di condividere con il pubblico tutte le esperienze che ha potuto fare nel mondo arcaico della montagna.
©dipinto di Weiner Vaccari |
Un grande parcheggio poco distante permette di accedere all'entrata attraverso un breve sentiero.
Le bandiere di preghiera tibetane sono appese all'entrata e in diversi luoghi del castello.
Di stoffa colorata, hanno un testo stampato che riporta un mantra e in Tibet sono ovunque: nei passi di montagna, sui ponti sospesi, tra le case e i templi.
I tibetani credono che i mantra vengano sparsi dal vento, e le buone intenzioni e la compassione pervada lo spazio intorno, quindi portano beneficio a tutti gli esseri. Quando il vento passa sulla superficie delle bandiere l'aria si purifica e viene resa sacra dai mantra.
Il percorso espositivo è fra le torri, le sale e i cortili del castello, e offre una visione d’insieme sul tema della montagna attraverso opere, cimeli e reperti naturali che raccontano:
il rapporto che unisce l’uomo alla montagna,
la genesi delle catene montuose,
la maestosità delle vette più famose e
la storia dell’alpinismo.
Il restauro del castello e l’allestimento degli spazi espositivi è stato affidato all’architetto Werner Tscholl, che lo ha reso accessibile dotandolo di una sovrastruttura moderna in acciaio corten e vetro, in modo che gli elementi originali del castello potessero essere completamente tutelati.
- "Resurrectio", ©Martin Riegler, prototipo brevettato di parete d'arrampicata, 2012. - "Skyrunner, ©Walter Angerer der Jüngere, 2012. |
L’ambiente è ampio e la cartina invita a percorrerlo in senso orario attraverso otto punti, girando intorno alla rupe centrale del castello attraverso numerosi saliscendi fra torri e viste panoramiche, come un tour in montagna.
Proprio per questo l’accesso è sconsigliato alle persone in sedia a rotelle.
La rupe è dominata dalla rocca, unico elemento non restaurato e non accessibile: Messner ha voluto creare una kora, cioè il giro intorno alla montagna sacra, così come viene chiamato in Tibet.
La vetta del Monte Kailash in Tibet è tabù, così come la rocca di questa rupe.
Messner ci ricorda subito che l’uomo si confronta con la montagna in primo luogo con la mitologia ed è la religione per prima a dare una risposta:
Milarepa, siddha tibetano, vola verso una vetta del Tibet, Petrarca trova una prova dell’esistenza di Dio e nel 1492 Antoine de Ville fa piantare sulla vetta del Mont Aiguille in Provenza tre croci.
L’alpinismo è un’espressione culturale che nasce nelle Alpi come decostruzione della religione.
Possiamo intenderlo come conquista, con i suoi gradi di difficoltà: si tratti di alpinismo alpino o di alpinismo himalayano, oggi è un fenomeno globale.
L’alpinismo tradizionale non è comunque solo sport o turismo. Si interroga sulla natura umana ed è, e resta, poesia.
GLI OTTO PUNTI DEL TOUR MUSEALE
1- ART GALLERY
2- TORRE BIANCA
3- TORRE NORD
4- GALLERIA
5- PALAS
6- TORRE EST
7- TORRE OVEST
8- TORRE DEL PORTALE
1- ART GALLERY
La visita si apre con la Art Gallery, che ospita mostre temporanee.
GROWING MOUNTAINS MASUYAMA
(Le Montagne in crescita, di Hiroyuki Masuyama , fino al 14 settembre 2021)
Hiroyuki Masuyama è nato in Giappone nel 1968 ed è pittore, scultore e fotografo.
Allo stesso tempo esploratore, ingegnere e filosofo.
Vive e lavora a Dusseldorf, Germania.
L’artista espone quelle che lui chiama light box, scatole luminose, realizzate con la tecnica della sovrapposizione fotografica e della retroilluminazione LED.
Durante la sua carriera mette a punto diverse serie:
Montagne
Per rendere visibile l'atmosfera di una montagna, Hiroyuki crea la sua montagna immaginaria, scattando da un elicottero 300-400 foto del Monte Jungfrau, del Cervino e del Monte Bianco nelle Alpi e assemblando frammenti di ogni scatto.
Voli
Durante il volo da Londra a Venezia scatta ogni 20 secondi una fotografia della terra dall'oblò dell'aereo.
Seleziona circa 500 singole immagini ricomposte al computer, che creano un quadro della terra e del percorso di volo, simulato come volo panoramico.
Dalla necessità di esprimere il paesaggio visto in un volo durato due ore, nasce una fotografia panoramica di 15 metri di lunghezza.
After Turner
Ripercorre le orme dell'artista inglese William Turner (1775 -1851). Pittore e viaggiatore, Turner fra il 1802 e il 1844 attraversò spesso le Alpi per raggiungere l'Italia dall'Inghilterra.
Hiroyuki ripercorre il suo cammino e scatta fotografie ogni volta in cui si trova in uno dei suoi luoghi.
Assemblando le fotografie dei paesaggi di oggi con i dipinti di Turner, il risultato di immagine diventa un’opera di luce che, attraverso la sovrapposizione, supera i limiti spazio temporali, quindi trasmette una nuova percezione della realtà.
©Hiroyuki Masuyama, "From Rheinfels looking over Goar to Burg Katz", 1817/2014, LED Lightbox, 21 x 32,5 x 4 cm - ©foto Monica Galeotti |
©Hiroyuki Masuyama, "Würzburg from the Path to the Käppele", 1840/2018, LED Lightbox, 18,8 x 27,7 x 4 cm - ©foto Monica Galeotti |
©Hiroyuki Masuyama, "The Red Rigi, Sunset", 1842/2009, LED Lightbox, 30,5 x 45,8 x 4 cm - ©foto Monica Galeotti |
©Hiroyuki Masuyama, "The Devil's Bridge, near Andermatt", 1802/2008, LED Lightbox, 47,1 x 31,8 x 4 cm - ©foto Monica Galeotti |
Nella ART GALLERY è presente anche una splendida cartografia tridimensionale dell'artista Wolfang Push, di Monaco di Baviera.
Gli studi in geodesia e sistemi informativi geografici gli hanno fornito le conoscenze per realizzare i 14 Ottomila in rilievo.
La cartografia occupa la parte centrale dell'Art Gallery, mentre alle pareti le opere di Hiriyuki Masuyama.
Nanga Parbat
Everest, la conquista di Hedmund Hillary e Tenzing Norgay, 29 maggio 1953.
K2
2- TORRE BIANCA
La storia di Castel Firmiano.
I piani della torre ripongono disegni, mappe e quadri della fortezza in rovina e della sua storia.
Per lungo tempo in questo luogo gravitavano le lotte per il potere fra principi e vescovi, fra i conti di Appiano e i conti di Tirolo.
Il castello era un baluardo di difesa della seconda metà del XV secolo, voluto dall’arciduca Sigismondo, trovandosi in posizione ideale sul colle al margine di Bolzano, già fortificazione creata dalla natura.
Dal XVII secolo, come tipo di difesa già superato, iniziò a decadere.
Durante gli scavi archeologici condotti durante i lavori di realizzazione del museo è stato rinvenuto questo scheletro nel cortile meridionale del castello, datato fra il 946 e il 1161.
Dalla spaccatura nel cranio si presume che l’individuo sia morto a seguito di un impatto violento.
Nella torre vi è anche la storia del Sud Tirolo per l'autonomia, conclusa con la Provincia Autonoma di Bolzano, indipendente da quella di Trento.
3- TORRE NORD
Le religioni delle montagne, i fondatori e i discepoli.
Diversi cimeli di carattere religioso provenienti dall'Himalaya sono qui conservati.
Centrale la ruota della preghiera, un cilindro ruotante su un asse centrale, con impresso un mantra.
Secondo la tradizione del buddhismo tibetano far girare questa ruota ha più o meno lo stesso effetto di recitare una preghiera.
Zakariyya Ibn Muhammad al-Qazwini (1203-1283), principale cosmografo musulmano, polimatematico e divulgatore, diceva: "Se non ci fossero le montagne, la superficie della terra sarebbe completamente piatta, e le acque dei mari la inonderebbero affluendo da ogni lato".
Da una didascalia del sotterraneo della torre:
"Gli spiriti indipendenti che mille anni fa meditavano sulle cime dell'Himalaya, Gesar Ling, Marpa, Milarepa, colpiscono più di ogni alpinista. Le loro caverne e i loro pensieri sono tutt'ora reperibili. Le vette ghiacciate che li sovrastano si perdono nel cosmo".
Scendere per elevarsi.
TEATRO E CINEMA
4- GALLERIA
Grotta e cristalli della montagna; il regno di Re Laurino.
Molto prima di scalare una vetta, l'uomo entrò dentro la montagna per cercare protezione, e si imbattè in cristalli, minerali e anche misteri.
Fu così che nacquero miti come quello del re Laurino, che nascondeva il suo palazzo in un giardino di rose, un regno di rocce sotterraneo situato nei pressi di Bolzano.
Questa grotta è uno dei punti più affascinanti del museo.
Fra le saghe dell'Alto Adige spicca quella del "Regno dei Fanes", un racconto mitologico-leggendario dei Ladini delle Dolomiti.
Alcune protagoniste della saga sono qui riprodotte in busto: Moltina, la principessa delle Fanes; Dolasilla, la regina vergine delle Fanes; Kelina, la ragazza aquila, padrona del massicio del Sella; Samblana, metteva in guardia contro freddo e intemperie, ogni giorno attirava il sole nelle valli profonde e la sera lo portava via.
Un'apertura in fondo alla grotta conduce al "Nodo di Pietra", di Marco Gastini, 2003.
Precede la Torre Palas (punto 5), un'area all'aperto dedicata a Paul Preuss (1886-1913), precursore dell'arrampicata libera.
Nel 1912 Paul Preuss scriveva: "Il principio della sicurezza fa parte dei principi più alti. Tuttavia esso non va inteso come la correzione disperata della propria insicurezza, raggiunta per mezzo di ausili artificiali, ma come quella sicurezza primaria che per ogni scalatore si basa sulla giusta valutazione del suo saper fare in rapporto al suo voler fare.
Anche solo un metro di percorso che non si riesce più a superare diventa un traguardo infinitamente lontano; qui la natura ci ha posto davanti a un limite insuperabile con le nostre sole forze".
È il caso del "second step" poco prima della vetta, che costò la vita a Herbert Leigh Mallory durante la spedizione britannica all'Everest del 1924.
"Walter Bonatti e Paul Preuss per me spiritualmente fratelli" (Reinhold Messner).
5- PALAS
L'orogenesi delle montagne e la storia della loro conquista (dal 1768 ai giorni nostri).
I ritratti fotografici di alcuni fra i più importanti alpinisti della storia.
In primo piano i fratelli Alexander e Thomas Huber, famosi per le scalate estreme realizzate in tutto il mondo.
Walter Bonatti
6- TORRE EST
Punti chiave: Eiger, Matterhorn, Dolomiti, Cerro Torre, El Capitan.
"Alba sulle tre cime", Alois Hans Hubner, 1909.
7- TORRE OVEST
Montagne chiave: i "7 summits" e gli Ottomila.
Tra i piani di questa torre si trova la cappella con i ritratti dei molti che non ce l'hanno fatta: il lato oscuro dell'alpinismo, che non si può difendere.
"Steve Strang, Paul Holmes, Christ Stefanich, Becky Davis, Sue Lowe, Wanda Rutkewicz, Bruno Cormier, Giancarlo Grassi, solo alcuni dei tanti.
Riesce difficile credere a un ideale per cui tante persone sono morte". (Mark Twith)
Mi colpisce il giovane volto di una donna bellissima: è Chantal Mauduit (1964-1998), morta a 34 anni colpita nella sua tenda da una valanga al Campo II del Dhaulagiri, insieme allo sherpa, amico nepalese Ang Tsèring.
È stata la prima donna al mondo ad aver raggiunto sei vette di oltre ottomila metri senza apporto di ossigeno.
Di nuovo all'aperto, sul muro dell'ARENA le bandiere di Meltdown Flags, un'iniziativa sui dati climatici che visualizza gli effetti del ritiro globale dei ghiacciai riducendo la quantità di bianco nelle bandiere dei paesi dei ghiacciai.
In Italia, come si può vedere, la situazione è drammatica.
Prima di entrare nell'ultima torre, l'opera di Lorenzo Pitigoi, "4 Chörten", omaggio alle vittime sherpa.
Chörten è il nome tibetano degli stupa buddhisti diffusi in alcune regioni dell'Asia, soprattutto nella regione Himalayana; costituiscono l'espressione architettonica più diffusa del buddhismo.
8- TORRE DEL PORTALE
Montagne e deserti; mito e dissoluzione.
Messner è affascinato da quelle vette che hanno un significato speciale per gli abitanti locali, come Uluru (o Ayers Rock), in Australia.
Montagne di rifiuti
Non solo qui, alle porte di Bolzano, anche nel campo base dell'Everest si ammucchiano i rifiuti.
Al contrario degli aborigeni dell'Australia, che considerano la loro montagna sacra che si erge nel deserto il luogo del nulla, e non vi ammettono nient'altro che il nulla, il consumatore della natura riempie di rifiuti il suo habitat, come per lasciare una traccia di se stesso.
Messner ha attraversato tre fasi nella sua vita:
la prima è stata quella di arrampicatore in roccia, alla scoperta di nuove vie sulle Dolomiti;
la seconda quella dell'alta quota, gli 8000, la fama;
Infine le traversate, Polo Nord, Polo Sud, Sahara e, l'ultima sfida, il Gobi.
Nel 2004, a 60 anni, da solo e senza alcun supporto logistico, Messner ha attraversato a piedi il Deserto del Gobi in un mese, 2000 km in direzione est-ovest, con uno zaino, un GPS e una tanica speciale per l'acqua.
Eccomi all'uscita, dove una didascalia del museo accompagna una bellissima porta tibetana dipinta:
"Con l'alpinismo su pista l'arrampicata diventa sempre più sport - skyrunning, gare di ogni tipo, arrampicata olimpica in palestra - ma noi ci soffermiamo sulla narrativa dell'alpinismo tradizionale.
Dopo la caduta c'è il rischio di perdere l'orientamento, manca una guida, ma la rinascita non è da trovare nell'arrampicata come sport o forma di turismo, bensì nell'approccio che si fonda su 300 anni di alpinismo".
Il museo è aperto tutti i giorni escluso il giovedì, dalle 10 alle 18
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→ BOLZANO
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Bibliografia:
-didascalie museo
Sitografia:
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