lunedì 3 gennaio 2022

EX CONVENTO DI SANTA MARIA DEI SERVI

Strada Maggiore, 43 
e via dei Bersaglieri, 3 - BOLOGNA



L’antico convento, attiguo all'omonima chiesa e al suo splendido portico, oggi è sede del Comando Legione Emilia-Romagna e del Comando Provinciale dei Carabinieri, Caserma Manara.


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Fin dalla sua fondazione (1346) la Chiesa di Santa Maria dei Servi ha avuto un convento annesso, per ospitare i Frati Serviti (Ordine dei Servi di Maria), dedicata a Filippo Benizi (Firenze 1233 - Todi 1285), sacerdote e massimo diffusore dell'ordine di cui faceva parte, poi fatto santo.
I lunghi corridoi del piano terra dell'ex convento conservano diverse lunette restaurate, raccontano la vita del santo e un tempo si trovavano nel sottoportico della chiesa.

Vado a scoprire questo luogo normalmente chiuso al pubblico.

LA STORIA

Come già delineato per la Basilica, il convento porta la medesima storia fino al 1866.

Con l’invasione napoleonica del 1797 chiesa e convento vennero trasformati in caserma.
Nel 1815, i Servi di Maria entrarono nuovamente in possesso della Chiesa, escluso il convento, che rimase in pratica una struttura militare:
"Nel 1864 i Serviti affittano alcuni locali alla Guardia Nazionale; nel 1866 il governo italiano impone all’Ordine di cedere il convento al demanio, e stabilisce definitivamente la sua funzione di caserma militare. Nel 1869 i frati hanno mantenuto soltanto alcuni spazi adiacenti alla chiesa, e il convento è occupato dalla Guardia Nazionale, dal Genio Militare e dal IV Reggimento Granatieri; nel 1893 si aggiunge il VI Battaglione dei Bersaglieri che intitola la caserma a Luciano Manara. 
A cavallo tra la Prima e la Seconda Guerra Mondiale, il Reggimento abbandona il convento, lasciandovi solo i depositi di materiale; i locali vengono occupati dalle Brigate Nere, e poi dal Comitato di Liberazione Nazionale. 
Il 7 luglio 1945 la caserma viene consegnata alla Legione di Bologna dei Carabinieri, che ancora vi conserva la sede di comando."¹ 


IL PERCORSO

Il percorso di visita ha inizio dall’antico ingresso del convento, cioè dal quadriportico davanti alla facciata della chiesa, oggi Piazzetta dei Servi.

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1- CHIOSTRO MAGGIORE
2- SALA CONFERENZE
3- CHIOSTRO VERDE
4- EX DORMITORIO (PIANO SUPERIORE)
5- SCALONE DEL TERRIBILIA
6- LUNETTE DEL PORTICO (PIANO TERRA)


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1- CHIOSTRO MAGGIORE

Il Chiostro Maggiore e il conseguente Chiostro Verde sono di una bella architettura, di Francesco e Giulio Andreoli (1583-86).

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LO STEMMA ARALDICO DI FILIPPO BENIZI
Nel 2017 il Rotary Club di Bologna Valle del Savena ha finanziato un saggio murario per verificare la presenza di affreschi coperti, all'interno dell'ex convento.

In seguito è stato effettuato il descialbo di quello che appariva l'affresco più interessante in una lunetta del Chiostro Maggiore. 

I lavori, affidati al Laboratorio degli Angeli della professoressa Camilla Roversi Monaco, hanno portato alla luce l'affresco raffigurante lo stemma araldico di San Filippo Benizi.

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L'aquila, il cappello vescovile e il cartiglio consentono di affermarlo con certezza in quanto, nel libro "Vita del Beato Filippo Benizi nobile fiorentino", di Pandolfo Ricasoli Baroni (Firenze, 1626), scrivendo della nobile origine del santo si legge: "ai dì nostri si conserva ancora l'Arme loro, che è un'Aquila bianca in campo azzurro".

Probabilmente l'affresco è stato realizzato in concomitanza con la canonizzazione di Benizi, a metà del Seicento.

La storiografia del santo riferisce che, nel 1269, diffusasi la voce che stava per essere eletto papa, giudicandosi indegno di tale onore, fuggì per lungo tempo in una località nascosta per scongiurare la sua elezione.
Questo luogo è una grotta che oggi porta il suo nome, a Bagni San Filippo sul Monte Amiata.

Di questo parla il cartiglio dello stemma, tradotto dalla dottoressa Ilaria Morresi della Scuola Normale Superiore di Pisa:

[il]ip(pus) Beniti[us] Ord(inis) Serv(orum) pro pac(e) fu[g]a puit se archiep(icopatui) [F]lor(entino) sum(m)oq(ue) pontif(icatui)

ossia

<Filippo Benizi, dell'Ordine dei Servi di Maria, in nome della pace si sottrasse con la fuga dalla carica di Arcivescovo di Firenze e da quella di Sommo Pontefice>.

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2- SALA CONFERENZE

Nel perimetro del Chiostro Maggiore l'ex Aula del Refettorio vede un grande dipinto di Andrea Monticelli.

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3- CHIOSTRO VERDE

 Il secondo chiostro vede un ordinato giardino con siepi e una bella prospettiva affrescata.

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Prospettiva di Giuseppe Maria Mitelli.

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4- EX DORMITORIO (PIANO SUPERIORE)

Nel corridoio dell'ex dormitorio si susseguono alle pareti dipinti di pregevole fattura, un vero e proprio spazio espositivo.

Grazie alle Istituzioni e alla disponibilità della Legione Carabinieri infatti, nel Novecento l’ex convento torna ad essere un luogo ricco di arte e bellezza.
 Negli spazi un tempo adibiti a dormitori, vengono inserite opere di proprietà della Pinacoteca Nazionale di Bologna e dell’Accademia di Belle Arti.

 "Si tratta soprattutto di quadri di artisti dell’Emilia Romagna, realizzati tra Settecento e primi del Novecento; si affiancano agli affreschi rimasti in sede, in una sorta di storia cronologica della pittura locale."¹

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"Sant'Andrea condotto al martirio", ignoto pittore del XVII secolo, copia dell'affresco di Guido Reni esistente in Roma, S. Gregorio (Oratorio di Sant'Andrea), olio su tela, cm 405x610.
Deposito della Pinacoteca Nazionale di Bologna.

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"Polissena che si distacca da Ecuba per essere sacrificata sul sepolcro di Achille", Raimondo Campanili, olio su tela, cm 157,5x224.
Premio Grande dell'Accademia 1817.

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Le opere più importanti sono affrescate ai due capi del corridoio:

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5- SCALONE DEL TERRIBILIA

Il ricco scalone del Terribilia vede sul soffitto i ritratti di sei Cardinali dell'Ordine e
"Inconorazione della Vergine", di Ferrantini.

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6- LUNETTE DEL PORTICO (PIANO TERRA)

Le lunette, dipinte sulla fine del Seicento, rappresentano la vita di San Filippo Benizi, alle quali lavorarono Carlo Cignani e bottega, Giovanni Peruzzini, Giuseppe Maria Mitelli e altri.

La Soprintendenza di Bologna nel 1958 decise di staccare dal portico 6 lunette, ma solo nel 1965 inizieranno i lavori di distacco, che dureranno un anno.

Il lavoro di distacco dell'intero ciclo di affreschi, 20 lunette, non è mai stata completata, le altre 14 sono rimaste nella loro sede originale.

L'opera di conservazione è stata lunga e articolata, le opere quasi dimenticate nel laboratorio di restauro e considerate "opere minori".
 I lavori si sono conclusi nel 2015, grazie ad un finanziamento del Ministero dell'Interno e hanno finalmente trovato la loro collocazione nel 2016.

Associare le 20 lunette agli episodi della vita di San Filippo è stato possibile grazie alle fonti storiche, alcuni episodi infatti, rimasti nella loro sede originale, sono oggi illeggibili.

Le lunette sono posizionate su due lati della chiesa, nel portico della facciata e in quello laterale che guarda Strada Maggiore, con una disposizione cronologica a partire a destra della facciata.

  I 6 episodi delle lunette staccate un tempo erano posizionate nel lato di Strada Maggiore.

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Le lunette superstiti in ordine cronologico:
"Storie della vita di San Filippo Benizi"


1- LA PREDICA AL PAPA
Attribuito a G. M. Viani, fine XVII secolo.

Vi è rappresentato il santo durante la predica fatta al Concilio di Lione II, nel 1274, per volontà di papa Gregorio X.
Uno dei momenti cruciali della vita dell'Ordine dei Servi: grazie a questo intervento di San Filippo, l'Ordine non venne soppresso.

L'autore dell'affresco, il bolognese Viani, ha dipinto almeno altre tre lunette del portico e numerose opere per le chiese dei Servi in Emilia Romagna.

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2- I REALI RICEVONO LA TONACA DEL SANTO
Attribuito a G. Benzi, allievo di Cignani, fine XVII secolo.

Nella lunetta l'Imperatore tedesco Ridolfo e la consorte si inchinano a San Filippo e ricevono da lui la tonaca dei Sette Dolori donatogli dalla Vergine.

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3- IL FULMINE SCAGLIATO VERSO I GIOCATORI
Bottega del Cignani, fine XVII secolo.
Scrive il Malvasia: "La lunetta è degli allievi su disegno preciso del Cignani".

Rappresenta la punizione divina.
San Filippo si trova a passare fra Bologna e Modena, quando incontra un gruppo di soldati accompagnati da prostitute, che si divertono con giochi e bestemmie.
Filippo li ammonisce e, alle loro obiezioni, dal cielo scende un fulmine che ne uccide alcuni e ne converte altri.

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4- LA CONVERSIONE DELLE MERETRICI
Attribuito a Giuseppe Mitelli, fine XVII secolo.

L'opera rappresenta un episodio di evangelizzazione: la conversione al cristianesimo di due prostitute, Elena e Flora, che San Filippo incontra nei pressi di Todi.

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5- IL MIRACOLO DELLA PIANELLA o L'INCENDIO SMORZATO
Attribuito a Giovanni Peruzzini, fine XVII secolo.

Rappresenta uno dei miracoli di San Filippo: l'amico Benedetto smorza un incendio in casa sua gettandovi le calzature del Santo (ancora conservate nel reliquiario di Todi).

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6- IL MIRACOLO PRESSO IL SEPOLCRO
di Carlo Cignani, 1683.

Rappresenta un miracolo "post-mortem" compiuto da San Filippo: un fanciullo morto resuscita al contatto con il sepolcro del santo.
A sinistra, un anziano cieco si fa portare sul luogo della sepoltura, già famosa per gli avvenimenti miracolosi, nella speranza di riacquistare la vista.

Di particolare interesse è l'iscrizione dipinta al di sotto della scena che, elaborata digitalmente, conferma che le iscrizioni sono descrizioni dell'episodio dipinto.

L'episodio conclude la serie di lunette.

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Esiste un'altro importante ciclo di affreschi con gli episodi della vita di Benizi in uno dei chiostri della Basilica della Santissima Annunziata di Firenze 



Esco dall'ex convento da quello che oggi è l'accesso della Caserma dei Carabinieri, su via dei Bersaglieri.
Da qui si ha una bella vista del campanile e dell'abside maggiore del 1437.

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La balaustrata gotica terminale dell'abside, guastata verso il 1650, è stata rifatta negli anni '70 del Novecento con gli antichi frammenti.

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Percorro il bellissimo portico della Chiesa di Santa Maria dei Servi: quante volte sono passata da qui e mai avevo prestato attenzione alla superficie delle lunette.

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Le osservo e oggi so perchè alcune sono irrimediabilmente deteriorate e altre così evidentemente spoglie.

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Bibliografia:

-Corrado Ricci e Guido Zucchini, "Guida di Bologna", Edizioni Alfa Bologna, 1968, ristampa 1976.

-resoconto visita guidata Giornate FAI autunnali 2021



Sitografia:





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