venerdì 3 novembre 2023

OLIVO BARBIERI e DANIEL FAUST - BIENNALE FOTO/INDUSTRIA 2023

BOLOGNA






7 - OLIVO BARBIERI
Museo Civico Archeologico
via dell'Archiginnasio, 2


©davidkregenow/flickr



Olivo Barbieri è un fotografo italiano nato il 4 febbraio 1954 a Carpi, in Italia.
Negli anni '70 del '900, ha studiato al Dams di Bologna e qui nasce il suo interesse per la fotografia. Successivamente, ha collaborato a progetti con Luigi Ghirri, come "Viaggio in Italia"; ha realizzato film, pubblicato libri e cataloghi, diventando noto per l'effetto di "miniaturizzazione del paesaggio", ottenuto grazie all'uso di riprese aeree della messa a fuoco selettiva, il tilt-shift.

Ha vinto numerosi premi ed è considerato un artista di rilievo nel panorama della fotografia contemporanea.



LA MOSTRA
"Flippers"

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Flippers è uno dei primi lavori di Olivio Barbieri, realizzato nel 1977 quando aveva 23 anni.
Barbieri fotografò un deposito abbandonato di flipper vicino a casa sua, creando un ricco universo di immagini che non erano solo un catalogo dettagliato dei luoghi e degli oggetti, ma anche una rivelazione dei miti e dei desideri legati all'epoca, come il cinema hollywoodiano, l'esplorazione spaziale, il West, la musica rock e lo sport. Le immagini dei flipper diventano testimonianze di un'archeologia futura, mentre le foto sembrano scattate con un cannocchiale, permettendo di scrutare nel passato e catturare le emozioni di quell'epoca.

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Flippers si ispira a Man Ray e Andy Warhol, incorporando il ready-made e la cultura pop attraverso simboli e colori vivaci.
Luigi Ghirri, che negli anni Settanta è stato un artista concettuale usando la fotografia e il suo linguaggio, nota e si appassiona a questo lavoro, trasformandolo in una delle prime mostre personali di Barbieri, esposta in gallerie d'arte in Italia. Il flipper, con le sue figure e simboli, si integra perfettamente nella società dell'immagine e dello spettacolo, anticipando l'era della realtà virtuale e l'accelerazione dell'uso delle immagini con l'avvento delle tecnologie digitali e di Internet. Flippers diventa un archivio, un caso studio e un caleidoscopio di riflessi psichedelici, rappresentando un'anticipazione di come le immagini sarebbero state utilizzate nell'era digitale.


La prima sala è caratterizzata da immagini scattate in analogico, con fotografie posizionate sulla sinistra e suggestive immagini su carta da parati alla parete destra.

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Questa fotografia mostra il magazzino autentico dove sono stati ritrovati i flipper, ripulito e riorganizzato con i flipper alle pareti, illuminati dalla luce che filtra dall'esterno.

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L'immagine con un frammento di un flipper raffigurante grattacieli che assomigliano agli alberi di una nave, è stata la fonte d'ispirazione per creare le tre installazioni all'entrata di entrambe le mostre.

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In questa situazione, il gioco è centrale, poiché i visitatori che attraversano le mostre diventano, metaforicamente, le palline di un flipper.

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 La seconda sala.

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Le immagini esposte sono state ingrandite e stampate appositamente per questa biennale.
Nella terza sala invece una lunga bacheca con le foto originali.

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Al termine del percorso espositivo, un video di Barbieri che, sebbene non faccia parte del tema trattato, svolge un ruolo di connessione con la seconda mostra, poiché è strettamente legato al tema di Las Vegas, titolo della mostra di Daniel Faust.

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©film di Olivo Barbieri, 2005




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8 - DANIEL FAUST
Museo Civico Archeologico
via dell'Archiginnasio, 2

©Paula Gillen, digital collage, 2007



Daniel Faust (1956) è un artista di fama internazionale, noto per le sue ampie raccolte di fotografie provenienti da tutto il mondo. Il suo archivio comprende oltre 20.000 immagini da America, Europa, Asia, Sud Africa, Medio Oriente, Brasile, India, Nuova Zelanda e altri paesi.
Le sue opere sono state esposte in importanti istituzioni artistiche, come il Metropolitan Museum of Art di New York.
La sua formazione ha avuto luogo presso istituzioni di alto prestigio in diverse città americane.



LA MOSTRA
"Las Vegas"

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Daniel Faust ha fotografato Las Vegas dal 1987, catturando le numerose trasformazioni della città.
Il suo approccio documentario ha esplorato il "nuovo ordine spaziale" incarnato da questa città, affrontando temi legati all'american dream e all'ipercapitalismo. Attraverso tre decenni, ha creato un assemblaggio di immagini che esplora la storia, la memoria e l'illusione pubblicitaria, in un contesto in cui la realtà sembra sfiorare il surreale.

Quindi l'artista ci presenta la città e le sue trasformazioni.
È un appassionato viaggiatore che ha esplorato numerosi luoghi in tutto il mondo, e Las Vegas è uno dei suoi preferiti.
La disposizione verticale delle immagini in esposizione è stata scelta perché l'artista desiderava mostrarne il maggior numero possibile, considerando la vastità delle sue fotografie.

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Il suo lavoro fotografico è ampio, in quanto la sua visione artistica è strettamente legata al concetto di archiviazione. Le fotografie sembrano catturate da un turista, con alcune che appaiono sfocate o realizzate durante una corsa in taxi. L'obiettivo è quello di ritrarre la città in tutta la sua autenticità e cruda realtà.

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A sinistra, Liberace Museum, Las vegas, 1991.
A destra, Las Vegas, 1994.



Le foto sono estremamente semplici, ma rivelano un lato oscuro della città, che non a caso è una creazione artificiale che incorpora elementi di città preesistenti e monumenti già esistenti.


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Las Vegas, 1997



 Interessante è l'immagine della diga di Hoover, la quale fornisce elettricità vitale per Las Vegas. Situata in mezzo al deserto, questa diga è di importanza cruciale per garantire la sopravvivenza di una città che consuma una quantità considerevole di energia.

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A sinistra, Hoover Dam, Boulder City, Nevada, 1997.
A destra,  Las Vegas, 2001.


Le immagini, apparentemente semplici e innocenti, suscitano contemporaneamente una riflessione profonda. In un'epoca contrassegnata dal riscaldamento globale, questa città, con il suo enorme consumo energetico, subisce gli effetti del surriscaldamento, aggravati dal fatto che si trova in mezzo al deserto. L'autore ci mostra come, nonostante il progresso delle nuove tecnologie, esse da sole non siano sufficienti a mitigare tali impatti. In effetti, si sta persino considerando la costruzione di un'altra diga, poiché la capacità di quella esistente non è più adeguata a soddisfare le crescenti esigenze della città.


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Bibliografia:
-pannello informativo mostra "Flipper".
-pannello informativo mostra "Las Vegas".


-resoconto visita guidata organizzata dalla Fondazione MAST.


Sitografia:

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