sabato 23 novembre 2019

BIENNALE FOTO/INDUSTRIA 2019 - LUIGI GHIRRI e DÉLIO JASSE

(torna ad Anthropocene - Biennale di Foto/Industria parte prima)



8 - LUIGI GHIRRI

Palazzo Bentivoglio - sotterranei
via del Borgo di San Pietro, 1

Biennale-Foto-Industria-Bologna-2019-Luigi-Ghirri

Nasce a Scandiano (Reggio Emilia) nel 1943.
Alla fine degli anni '50 si trasferisce a Modena dove consegue il diploma di geometra nel 1962.
Agli inizi degli anni '70 le prime serie di lavori, tra cui Kodachrome, Colazione sull'erba e Atlante.
Nel 1979 partecipa alla Biennale di Venezia, dove espone immagini di Colazione sull'erba.

Attraverso la Biennale e altre mostre private, raggiunge la notorietà. Arrivano committenze pubbliche e private, che gli permetteranno di vivere della sua arte.

Ghirri immortala l'habitat e i cambiamenti della sua provincia di origine: le strade, le piazze, le periferie di Modena e Reggio Emilia e le spiagge della Romagna.

Negli anni '80 si fa promotore di numerose iniziative e mostre collettive che indagano le trasformazioni dell'ambiente contemporaneo, reinterpretando l'architettura e il paesaggio italiano.
Le più importanti:
- "Iconicittà" a Ferrara nel 1980.
- "Viaggio in Italia" a Bari nel 1984, insieme a Gianni Leone e Enzo Velati.
La mostra diventa un libro con testi di Quintavalle e un diario di viaggio di Gianni Celati.
- "Esplorazioni sulla via Emilia. Vedute nel paesaggio", realizzata a Bologna nel 1986 e allestita in numerose altre sedi italiane e straniere.

Parallelamente inizia l'attività di docenza. La più importante è certamente quella presso l'Università del progetto, scuola di design a Reggio Emilia.

È autore di copertine di numerosi album per la RCA, come Lucio Dalla, Gianni Morandi, Luca Carboni, CCCP Fedeli alla Linea.

Ghirri ha fotografato lo studio del pittore Giorgio Morandi in via Fondazza a Bologna e la casa di Grizzana negli anni 1989/1990, a distanza di più di vent'anni dalla sua morte.
Nascono scatti di spessore, da cui nasce il volume "Atelier Morandi", 1992.

Su di lui:
- il brano "L'uomo delle pianure" dei Modena City Ramblers.
- il documentario "Strada provinciale delle anime", di Gianni Celati.


I suoi paesaggi sono sospesi, non realistici, spesso privi di figure umane, ma mai privi dell'intervento dell'uomo sul paesaggio.

Fotografa coraggiosamente a colori in un'epoca in cui solo il bianco e nero aveva valore artistico, prende le distanze dall'atteggiamento snobistico della cultura "alta", ma anche dall'accettazione passiva di un modello, destinato a prendere piede nei decenni successivi.
Il suo infatti è un approccio anti-ideologico, come testimonia lui stesso:
"La mia intenzione non è quella di testimoniare la banalità quotidiana, di sottolinearne il kitsch. È piuttosto un desiderio di conoscenza, di decifrazione".

Luigi Ghirri muore prematuramente a 49 anni nel 1992, nella sua casa di Reggio Emilia.



LA MOSTRA

Prospettive Industriali



Foto-Industria-Bologna-2019-Luigi-Ghirri




Come molti suoi colleghi, Luigi Ghirri gestisce il lavoro artistico insieme alle committenze per lavori commerciali.
Riesce tuttavia ad inserire la sua poetica, con tono sobrio e pacato, senza la sola celebrazione del prodotto.

Questo è evidente nelle quattro commissioni selezionate per questa mostra, che sono anche i principali incarichi della sua carriera:
Ferrari, Costa Crociere, Bulgari e Marazzi.

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Ferrari



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Nella seconda metà degli anni '80 Ghirri collabora con Ferrari. 
Fotografa tutti i reparti di produzione:
uffici dei progettisti e assemblaggio alle officine meccaniche.

©Luigi Ghirri - Monica Galeotti©photo

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Ghirri riesce ad inserire poetica artistica nel bicolore delle fotografie all'officina, che rimandano al bianco e nero della cultura fotografica "ricercata".

©Luigi Ghirri - Monica Galeotti©photo

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©Luigi Ghirri - Monica Galeotti©photo

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Sono presenti anche gli album di provini originali.

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  Lavorazione del pellame.

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Il processo di trasformazione per immagini.

©Luigi Ghirri - Monica Galeotti©photo


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Costa Crociere


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A inizio anni '90 Ghirri fotografa in particolare la grande nave Costa Classica, finita di costruire nel 1991 a Marghera.
La nave batteva il record di superare la stazza lorda del transatlantico Rex del 1931.

©Luigi Ghirri - Monica Galeotti©photo


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Anzichè concentrarsi su questo, Ghirri basa il suo lavoro sul dentro e fuori, interno ed esterno.

©Luigi Ghirri - Monica Galeotti©photo


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Bulgari



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Per Bulgari Ghirri documenta i lavori di preparazione dello show room che apre nel 1989 a New York al numero 703 di Fifth Avenue.

©Luigi Ghirri - Monica Galeotti©photo


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©Luigi Ghirri - Monica Galeotti©photo

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Fotografa gli schizzi e i disegni dell'architetto Sartogo a Roma.

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©Luigi Ghirri - Monica Galeotti©photo

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Il marmista a Vicenza produce i preziosi rivestimenti per la facciata e le parti interne.
L'officina in cui vengono preparate le parti in metallo è a Verona.

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L'ebanista è a Camerino dove Ghirri fotografa gli oggetti come natura morta.

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Marazzi




©Luigi Ghirri - Monica Galeotti©photo

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©Luigi Ghirri - Monica Galeotti©photo

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Per l'azienda di ceramiche di Sassuolo lavora negli anni '70 e '80.
Ghirri diceva: "Per creare queste immagini ho pensato al fatto che la ceramica è un oggetto su cui si vengono a posare altri oggetti, mobili, gesti, ombre delle persone. Questo lavoro è la ricostruzione di alcune stanze della mia memoria".

©Luigi Ghirri - Monica Galeotti©photo


Foto-Industria-Bologna-2019-Luigi-Ghirri






©Luigi Ghirri - Monica Galeotti©photo

Foto-Industria-Bologna-2019-Luigi-Ghirri





Il lavoro di Luigi Ghirri, considerato internazionalmente fondamentale nella fotografia degli ultimi cinquant'anni, è stato recentemente presentato all'interno di importanti istituzioni di tutto il mondo, tra cui il MAXXI di Roma, il Folkwang Museum di Essen, il Museo Reina Sofia di Madrid, l'Istituto Moreira Salles di São Paulo.

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9 - DÉLIO JASSE

Palazzo Paltroni
via delle Donzelle, 2

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Museo-Colecao-Berardo-©-Lisbona-Délio-Jasse

Nato nel 1980 a Luanda, in Angola, è portoghese d'adozione.
Ha sviluppato fin da giovanissimo un grande interesse per le tecniche di stampa alternative come il cianotipo, platino/palladio e il Van Dick Brown che combina intelligentemente con la fotografia.

Dopo le prime mostre a Lisbona, nel 2009 ha vinto il premio Anteciparte e nel 2015 è stato selezionato per il Padiglione Angola della Biennale di Venezia.

Vive e lavora fra Lisbona, Luanda e Milano.




LA MOSTRA

Arquivo Urbano



Foto-Industria-Bologna-2019-Delio-Jasse




Sono presenti in questa esposizione tre serie dedicate alla rappresentazione di Luanda, capitale dell'Angola, sua terra d'origine, Sem Valor (2019), Arquivo Urbano (2019), e Darkroom (2013).


L'Angola ha vissuto un periodo di ricchezza economica e sociale, dopo vent'anni di guerra civile, fino al collasso nel 2014 per il crollo del prezzo del petrolio.

Jasse indaga e fa riflettere sul futuro di questo paese con la fotografia, partendo da immagini che riguardano il passato coloniale, messe a confronto con le nuove costruzioni attraverso la tecnica della sovrapposizione.


Sem Valor (2019)
Le immagini selezionate dall'archivio di Jasse  sono stampate a mano con un lungo processo che sfrutta la luce solare e successivamente timbrate utilizzando una foglia d'oro.
L'oro delle scritte contrasta con le gravi difficoltà degli ultimi anni.

©Délio Jasse - Monica Galeotti©photo


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Foto-Industria-Bologna-2019-Delio-Jasse






Arquivo Urbano (2019)


Questa serie è fondata sulla sovrapposizione di due fotografie in trasparenza che danno vita a una terza rappresentazione surreale e inquietante.

©Délio Jasse - Monica Galeotti©photo


Foto-Industria-Bologna-2019-Delio-Jasse









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Darkroom (2013)


La stessa sovrapposizione appare nelle immagini di diapositive proiettate contemporaneamente su tre schermi.

Foto-Industria-Bologna-2019-Delio-Jasse



Le serie fanno riferimento alla crescita senza sosta e senza regole di Luanda, città che sta diventando una delle grandi megalopoli globali, abitata da 5 milioni di persone che dovrebbero triplicare entro un decennio e rimanda all'incertezza del futuro delle città africane.



la pagina della Biennale di Foto/Industria



YOSUKE BANDAI al Museo della Musica e STEPHANIE SYJUCO al MAMbo.





Bibliografia:
-pieghevole Foto/Industria 2019.


-resoconto visita guidata per Luigi Ghirri a Palazzo Bentivoglio, organizzata durante la Biennale Foto/Industria 2019.


Sitografia:
-www.wikipedia/luigi-ghirri
-www.agenda.comune-bologna/delio-jasse-arquivo-urbano

Videografia:
-"Strada provinciale delle anime", di Gianni Celati.




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