e PIPER CLUB
Roma Nord
Raggiungo agevolmente il caratteristico quartiere Coppedè, dall’uscita di Villa Borghese (Parco dei Daini), in circa 10-15 minuti a piedi.
©google earth - ©mappatura Monica Galeotti |
Il quartiere è preceduto dalla splendida Chiesa di Santa Maria Addolorata in Piazza Buenos Aires, un luogo di culto cattolico gestito dalla comunità argentina.
È uno degli angoli più insoliti e affascinanti della capitale e ora mi trovo proprio di fronte all'ingresso del quartiere: l'incrocio tra via Tagliamento e via Dora, con il passaggio dal grande arco fra i due corpi di fabbrica principali, chiamati Palazzi degli Ambasciatori.
Non si tratta propriamente di un quartiere, direi piuttosto un angolo cittadino, ma fu chiamato così dal suo ideatore, l'eclettico architetto fiorentino Gino Coppedè.
Questo spazio è stato edificato fra il 1913 e il 1926, rappresenta un trionfo di torrette toscane, sculture liberty, archi moreschi, gargolle gotiche, facciate affrescate e giardini di palme, uno stile artistico palesemente Art Nouveau o Liberty, definito in questo caso barocchetto.
La creazione di Gino Coppedè è stata ritenuta un'audace follia architettonica, quasi un capriccio edilizio e unisce 17 villini e 26 palazzine, realizzati per la borghesia romana e per una serie di ambasciate tuttora presenti.
Se si cerca ispirazione in campo architettonico di questo visionario, Antoni Gaudì rappresenta un punto di riferimento, ma Coppedè, tramite simboli complessi, crea un'opera unica nel suo genere, contrapponendo continuamente gli elementi, come luce e buio, maschile e femminile.
Questa dialettica suggerisce la presenza della dottrina esoterica, indicando un percorso iniziatico attraverso la manipolazione di natura e materia per raggiungere una nuova saggezza.
Coppedè infatti aveva avuto carta bianca dal sindaco Ernesto Nathan, influente nella Massoneria (dove l'esoterismo è ben presente), di cui era Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia, il quale dimostrò entusiasmo verso il progetto.
Diverse furono le caratteristiche, innovative per l'epoca:
-la presenza dei garage quando quasi nessuno possedeva una macchina, ma l'architetto prevedeva l'uso diffuso delle auto nel futuro.
-l'introduzione di acqua corrente e bagni in casa, allora insoliti.
-l'abolimento delle camere per la servitù, riflettendo su una concezione moderna della famiglia.
Il quartiere ha attirato l'attenzione del regista Dario Argento, che lo ha scelto come scenografia per alcune scene dei suoi film.
PALAZZI DEGLI AMBASCIATORI
Il complesso edilizio è formato da due blocchi triangolari separati da via Dora, con cinque livelli ciascuno.
Ha una copertura a terrazzo, e presenta corpi aggettanti con finestre diverse per ogni piano.
LA FACCIATA PRINCIPALE
Osservando l'arco, lo sguardo è attratto verso il centro da una sequenza verticale di elementi, suggerendo che per raggiungere la luce è necessario affrontare le tenebre (l'ombra formata dall'arco).
Il mascherone rievoca le raffigurazioni dei Giudizi Universali sulle facciate delle cattedrali, ma è una figura laica: un guerriero con elmo.
Questo simboleggia come, attraverso la lotta contro le passioni, l'uomo domini gli istinti naturali per raggiungere la serenità, fondamentale per il cammino spirituale.
Due figure sostengono l'elmo del guerriero, evocando l'associazione di Cautes e Cautopates nel culto mitraico, parallelo all'affiancamento di San Pietro e San Paolo al Cristo, nella tradizione paleocristiana.
La presenza di leoni ai lati dell'arco richiama i portali medievali delle basiliche.
Al centro lo Stemma dei Medici, che si lega alla città natale di Gino Coppedè.
In alto, tre dipinti: al centro, un personaggio su un cavallo bianco tiene un globo con una figura alata.
La scritta posta alla base riporta un verso dal XIII canto del Purgatorio di Dante: "ESSER DIEN SEMPRE LI TUOI RAGGI DUCI" - "I tuoi raggi ci devono essere sempre da guida", una frase che rappresenta il demiurgo, l'ispirazione suprema.
Il XIII canto del Purgatorio, dedicato all'Invidia, richiama anche le critiche a Coppedè ricevute dagli architetti romani, all'epoca più inclini alle direttive razionali del regime, una volontà politica a promuovere l'edilizia industriale, vietando l'uso delle decorazioni.
PIAZZA MINCIO
Una volta oltrepassato l'arco, si giunge nella suggestiva Piazza Mincio, dove troneggia la FONTANA DELLE RANE,
in stile barocco, eretta nel 1924 e ispirata alla celebre
Viene alimentata dall'Acqua Marcia.
La vasca centrale, leggermente elevata rispetto al livello stradale, ospita quattro coppie di figure, ciascuna sorreggente una conchiglia su cui posa una rana, dalla quale scaturisce acqua nella vasca sottostante.
Al centro della fontana svetta una seconda vasca alta circa 2 metri, il cui bordo è coronato da otto rane.
Curiosità: il 28 giugno 1965 i Beatles, dopo un concerto al Teatro Adriano, si sono recati al Piper Club e, al termine di una notte vivace con qualche drink, si sono gettati vestiti nella fontana.
Nella foto, alle spalle della fontana il
PALAZZO DELLE COLONNE.
Il primo piano è dominato da imponenti colonne, senza funzione portante, ma di decoro.
L'ingresso è caratterizzato da un vasto arco ribassato ispirato ai portali gotici delle cattedrali.
Una targa al terrazzo del primo piano mostra un messaggio in latino: "INGREDERE HAS AEDES QUISI ES AMICUS ERIS HOSPITEM SOSPITO" (Entra in questa casa (o tempio) chiunque tu sia sei un amico io proteggo l'ospite).
PALAZZO DEL RAGNO
Il Palazzo, su Piazza del Mincio, 4, costruito tra il 1916 e il 1926, prende il nome dalla decorazione sopra il portone principale e si trova in contrapposizione con il Palazzo delle Colonne.
Con quattro piani, include una torretta e presenta un balconcino con loggia al terzo livello.
In alto la scritta LAB OR è un invito ad essere uomini laboriosi, in caso contrario si rischia di finire nella trappola del ragno.
La scritta laterale MAIORUM EXEMPLA OSTENDO, secondo Ettore Maria Mazzola, può essere così tradotta:"Ai divieti delle arti recenti mostro gli esempi maggiori (del passato)", sottolineando il concetto dell'invidia visto in precedenza.
IL VILLINO DELLE FATE
A mio parere, questo edificio rappresenta la massima bellezza nel quartiere.
Il villino celebra le città d'arte italiane attraverso dettagli architettonici distintivi.
È situato su Piazza Mincio, 3, via Aterno, 4, e via Brenta 7-11.
Lungo via Aterno l'affresco dominante dell'intero villino, è dedicato alla Firenze di Coppedè, con Dante e Petrarca in primo piano.
Su via Brenta, il Leone di San Marco simboleggia Venezia.
Il terzo corpo di fabbrica rappresenta Roma con la lupa che allatta i gemelli.
Il villino, arricchito da marmi, travertino, terracotta, vetri smaltati e laterizio, presenta sul retro un orologio solare con 10 linee orarie valide dalle 5 del mattino alle 14 del pomeriggio.
Infine, alcune scritte in latino affermano: "Offro gioia al padrone" e "Dalla pietra la solidità, dall'arte la bellezza."
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PIPER CLUB
via Tagliamento, 9
Il Piper si trova di fronte al Quartiere Coppedè.
È stato inaugurato nel 1965, diventando in breve tempo un celebre locale e fenomeno culturale, che ha regalato alla città uno stato di primo piano.
Vi hanno suonato i migliori protagonisti della scena musicale beat italiana, ma su tutti vanno ricordate Caterina Caselli e Patty Pravo, quest'ultima ricordata come "la ragazza del Piper".
Anche i giovani Pink Floyd si sono esibiti qui in due serate il 18 e 19 aprile 1968, nell'ambito del "First International Pop festival" (Palazzo dello Sport all'EUR il 6 maggio e Piper Club).
Negli anni '70 la Formula Tre, Mia Martini, e tanti altri.
Nel 1972 i Genesis si esibirono agli esordi e questo video rappresenta una gemma imperdibile.
Dopo un periodo di trasformazione nel 1973-75, il Piper ha assunto anche la forma di discoteca.
Il 27 novembre 1989, durante il concerto del primo album "Bleach" dei Nirvana, il cantante Kurt Cobain uscì completamente di sé. In preda all'isteria, distrusse la sua chitarra e si arrampicò su una trave, minacciando di gettarsi giù, e sciolse la band. Poi ricomposta, come sappiamo.
Negli anni '90, con l'emergere della musica techno ed elettronica, il Piper si trasformò totalmente in discoteca. Tuttavia, nel 2006, i concerti hanno fatto ritorno grazie alla forte volontà di uno dei figli del proprietario storico.
La mia prima giornata nella Roma Nord è stata interamente dedicata al Parco, alla Galleria Borghese e al Quartiere Coppedè.
Il prossimo sarà un itinerario a piedi di soli 30 minuti, ma coinvolgerà un'intera giornata a causa di tre siti storicamente molto rilevanti:
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