(torna al primo percorso LA VIA EMILIA)
Dopo aver percorso il tratto della via Emilia compreso tra Porta Santo Stefano a Porta San Pietro, vado a percorrere un secondo itinerario, pensato per ottimizzare il cammino attraverso i luoghi più significativi della ZONA SUD del centro storico, tra chiese antiche, vicoli silenziosi e luoghi simbolo della memoria civica.
1- DUOMO (Cattedrale di Santa Maria Assunta)
2- BASILICA DI SAN PROSPERO
3- VICOLO BROLETTO
4- MUSEO DEL TRICOLORE
5- BIBLIOTECA PANIZZI
6- CHIESA DI SAN GIORGIO
7- BASILICA DELLA GHIARA
8- CHIESA DEI SANTI GIROLAMO E VITALE
1- DUOMO (Cattedrale di Santa Maria Assunta)
Piazza Prampolini
2- BASILICA DI SAN PROSPERO
Piazza San Prospero
La Basilica di San Prospero, con la sua scenografica piazza e la facciata rinascimentale, è dedicata al patrono della città.
Per raggiungerla percorro Vicolo Broletto, uno dei passaggi più suggestivi del centro, che collega le due chiese.
Alla Basilica di San Prospero ho dedicato un post dettagliato, dove parlo anche del Broletto, soffermandomi sulle origini di questa via, che si sviluppa lungo il fianco meridionale del Duomo.
Qui lascio il link ↦ BASILICA DI SAN PROSPERO
3- VICOLO BROLETTO
Mi sembra interessante aggiungere ora qualche dettaglio più vivo su questa piccola via: i negozi storici che resistono al tempo, insieme agli alimenti simbolo di Reggio, e un ricordo del dopoguerra.
Vicolo Broletto è senza dubbio la strada più graziosa della città.
L'ERBAZZONE
Partendo da piazza San Prospero, incontro Melli, un panificio storico, luogo ideale per assaporare un prodotto tipico ormai celebre: l'erbazzone, una torta salata a base di bietole, unica nel suo genere.
Come in molte panetterie e salumerie, non si vende solo da asporto: questi locali sono diventati anche piccoli ristoranti dove si può mangiare direttamente sul posto.
Ora invece mi trovo all’interno di una storica salumeria di Reggio Emilia, proprio all'inizio del Broletto, al civico n.1.
Oggi possiede anche una piccola ristorazione, e un nome che molti in città conoscono bene: Pancaldi.
Fino a poco tempo fa, prima della ristrutturazione, c’era ancora l’affettatrice a manovella, quella che taglia il prosciutto senza usare la corrente elettrica. Ora il figlio del proprietario ha installato una versione più moderna, ma lo spirito del luogo resta intatto.
IL PARMIGIANO REGGIANO
Le due specialità principali di questo territorio sono il Parmigiano Reggiano, in particolare quello di Vacca Rossa di Cavriago, e i prosciutti.
Negli ultimi anni il parmigiano è spesso abbinato all’aceto balsamico, diventato tradizione in cucina, condiviso con quella modenese.
IL TOSONE
Il tosone è la rifilatura del Parmigiano Reggiano, ottenuta tagliando gli angoli della forma appena fatta per darle la giusta sagoma, evitando che il formaggio assuma un aspetto troppo squadrato.
È quindi un formaggio giovane, non stagionato.
I PROSCIUTTI
L’altra specialità sono i prosciutti, simbolo di una cultura gastronomica profondamente legata al maiale.
Come racconta Giuseppe Caliceti, nel podcast "Le Meraviglie" di Radio 3: "Bastano due dati per capire quanto siano importanti: primo, in provincia di Reggio Emilia ci sono più maiali che abitanti; secondo, si tiene ogni anno una delle più grandi fiere suinicole d’Italia".
A proposito di maiali, vale la pena ricordare una delle manifestazioni culturali più originali mai organizzate: "I Porci Comodi".
Era il 1982, nacque da un’idea di Ivanna Rossi, allora assessore alla cultura di Reggio Emilia, e celebrava il maiale in ogni sua forma: da un punto di vista artistico, culturale e persino filosofico.
D'altronde si sa: "Del maiale non si butta via niente".
Il figlio di Pancaldi descrive i tre tipi di culatello: con cotenna, tradizionale (scotennato e insaccato in vescica), e quello di Zibello, identico ma prodotto con marchio IGP. Tutti fatti con carne italiana.
Poi ci sono i CICCIOLI, ottenuti dalla parte interna delle costine del maiale. Dalle costine si ricava lo strutto e la parte magra rimanente, dopo la cottura (non fritta), diventa ciccioli, spesso serviti con l’aperitivo.
Ricorda che nei salumi e formaggi di qualità prevalgono i grassi "buoni", polinsaturi, più facili da metabolizzare.
IL CLIMA E LA NEBBIA
Il vero segreto del Parmigiano Reggiano e del Prosciutto di Parma non è solo la qualità delle materie prime, ma la stagionatura, che avviene in Emilia, dove l’umidità e il clima giocano un ruolo fondamentale.
Nonostante i tentativi, questi prodotti non si riescono a replicare altrove proprio per le condizioni ambientali uniche.
Il clima emiliano, con le sue nebbie invernali e le estati umide e afose, è la cosa peggiore di questo territorio, faticoso da vivere, ma essenziale per dare vita a queste eccellenze.
La nebbia qui è anche leggenda: si racconta che San Prospero, patrono di Reggio, salvò la città dall'invasione dei Barbari, facendo comparire all'improvviso una fitta nebbia che nascose la città ai loro occhi.
IL LAMBRUSCO
Il Lambrusco reggiano, un vino rosso a lungo considerato di serie B o addirittura C, perché leggero e frizzante, spesso viene etichettato come "vino da donne", perpetuando stereotipi antiquati (in realtà molte donne apprezzano vini strutturati, tannici, e molti uomini bevono prosecco a litri).
Oggi questo vino è sempre più apprezzato, soprattutto in America, dove il suo carattere fresco e beverino l’ha reso un successo commerciale invidiato nel mondo.
Alla salumeria mi sono lasciata consigliare: ho provato lo spritz Pancaldi, uno spritz sorprendente a base di Lambrusco!
E infine, la Casa del Miele, storica bottega che dal 1945 addolcisce Reggio con miele e dolci d'altri tempi.
IL BALLO LISCIO
Qui sotto al Broletto, verso le cinque o le sei del pomeriggio i direttori d’orchestra, nel dopoguerra, si incontravano per decidere i repertori e contrattare le serate, come al mercato: "Tu vieni con la tua? Quanto mi dai?".
Com'è nato tutto questo?
Negli anni '50 e '60 le Case del Popolo organizzavano serate di musica liscio.
A differenza degli altri eventi gratuiti, le serate di liscio erano a pagamento, segno del valore crescente di questa nuova forma di intrattenimento.
Queste serate nascevano in contrapposizione a quelle delle parrocchie, che organizzavano spettacoli teatrali e balli "casti" come i salterelli, dove le coppie non potevano toccarsi: si ballava saltando uno accanto all’altro.
Il liscio rappresentò una rivoluzione: per la prima volta le coppie potevano toccarsi e ballare abbracciate, segnando un primo passo verso l’emancipazione femminile.
Una donna che si lasciava sfiorare, che ballava tenendosi per mano con un uomo (un gesto che allora era considerato audace), era vista come una donna moderna.
Insomma, qui al Broletto si vendeva la musica, e con essa, un pezzo di libertà.
Una volta compreso che il Broletto unisce due luoghi religiosi fra i più importanti e intreccia la sua storia con la tradizione delle eccellenze culinarie, si scopre che è anche un ponte ideale verso l'istituzione civica per eccellenza:
il Palazzo Comunale, sede del Museo del Tricolore.
4- MUSEO DEL TRICOLORE
Piazza Antonio Casotti, 1
5- BIBLIOTECA PANIZZI
via Farini, 3
La Biblioteca Panizzi, ospitata nell’ex convento di San Giorgio, è intitolata ad Antonio Panizzi, celebre bibliotecario di origini reggiane che diresse la British Library di Londra, nell'Ottocento.
Oltre ai servizi bibliotecari, ospita mostre, incontri e attività educative, ed è sede della Biblioteca Digitale Reggiana, che valorizza il patrimonio locale.
Anche alla Biblioteca ho dedicato un post specifico
6- CHIESA DI SAN GIORGIO
Di fronte alla biblioteca, sull'altro lato di via Farini, si affaccia la chiesa di San Giorgio, a cui il convento era originariamente annesso.
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Dal Museo del Tricolore uno scorcio su cupola e campanile della Chiesa di San Giorgio. |
La chiesa risale al XVII secolo, presenta una sobria facciata barocca con un portale sormontato da un altorilievo raffigurante San Giorgio a cavallo nell’atto di trafiggere il drago con una lancia in ottone.
Divenuta proprietà comunale, è rimasta chiusa dopo il terremoto del 1996 ed è stata riaperta in occasione della Settimana Europea della Fotografia, dopo interventi di restauro al tetto e alla facciata.
L’interno, a navata unica, ha perso gran parte della decorazione pittorica originale: i dipinti, ad eccezione di quelli dell’abside, sono conservati nei depositi del Palazzo dei Musei.
L’altare maggiore, in legno argentato, proviene dalla Basilica di San Prospero.
Di particolare interesse la Cappella Pernicelli, restaurata nel 2009, che conserva una pala d’altare di Alessandro Tiarini del 1640.
La chiesa mantiene la sua funzione religiosa, affidata alla comunità greco-cattolica ucraina.
Rimane aperta soltanto durante le celebrazioni (Divina Liturgia) o in occasione di eventi.
7- BASILICA DELLA GHIARA
Dalla Chiesa di San Giorgio, in pochi minuti a piedi raggiungo uno dei luoghi simbolo di Reggio Emilia: la Basilica della Beata Vergine della Ghiara.
Ho raccontato la storia e l'arte di questa basilica in un post dedicato → BASILICA DELLA GHIARA.
8- CHIESA DEI SANTI GIROLAMO E VITALE
via San Girolamo, 24
Questa chiesa è uno degli edifici religiosi più affascinanti e meno conosciuti della città, progettata nel 1646 dall’architetto e scenografo Gaspare Vigarani.
La facciata è austera, e niente lascia intendere si tratti di una chiesa, o che possieda splendidi interni, solo una piccola croce sul tetto.
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Fotografia di Monica Galeotti, da pieghevole della chiesa di San Girolamo. |
Architettura e ambienti interni
La chiesa è un capolavoro barocco che racchiude al suo interno quattro ambienti sacri interconnessi, ispirati ai luoghi della Passione di Cristo.
- L'Atrio con la "Scala Santa": una scala di 28 gradini che i fedeli percorrono in ginocchio durante la Settimana Santa, rievocando la salita di Gesù al palazzo di Pilato.
- L'Oratorio dei confratelli San Girolamo e San Vitale.
- La Rotonda, dedicata ai santi Simone e Giuda: una chiesa a pianta circolare con altare centrale, circondata da colonne e nicchie contenenti statue di santi in stucco.
- La Cripta: situata nel livello sotterraneo, che ospita una riproduzione fedele del Santo Sepolcro di Gerusalemme, basata sulle misurazioni effettuate nel 1600 da Ippolito Pratonieri, membro della Confraternita di San Girolamo.
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Fotografia di Monica Galeotti, da pieghevole della chiesa di San Girolamo. |
Aperture e visite
La chiesa è generalmente chiusa al pubblico, ma apre durante la Settimana Santa, offrendo ai fedeli la possibilità di partecipare al rito della Scala Santa. Inoltre, a partire dal 2 febbraio 2024, è visitabile in autonomia ogni primo venerdì del mese dalle 15:00 alle 18:00, mentre un sabato al mese l’associazione Città di Reggio offre visite guidate su prenotazione e a offerta libera.
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Nel prossimo itinerario esplorerò la → ZONA NORD (A BREVE)
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Centro storico di Reggio Emilia da Google Earth – ©didascalie Monica Galeotti |
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RIFERIMENTI:
Libri:
-Emilia-Romagna, Touring Editore, 2010.
-"Basilica di San Prospero a Reggio Emilia raccontata da Giuseppe Caliceti", programma "Le Meraviglie", Radio 3, 17 dicembre 2017.