Osteria storica, un'entrata piccola e quasi invisibile su via De' Poeti.
Una scala porta verso il basso.
Originari soffitti a volta in mattoni, le cantine e il bancone per la vendita al pubblico imposto dal papato nel '600.
Una scala porta verso il basso.
Originari soffitti a volta in mattoni, le cantine e il bancone per la vendita al pubblico imposto dal papato nel '600.
Non è più l'osteria dove Guccini imbracciava una chitarra e insieme al vino e agli amici faceva mattina; è diventato un vero e proprio ristorante, dove però si mangia molto bene e la tradizione culinaria bolognese non viene tradita.
Guccini all'osteria De' Poeti negli anni '70 (foto da "L'eco di Comaschi" - Fra la via Emilia e il West).
Tortelli di ricotta.
La cotoletta alla bolognese: questa è la più sincera, ricca e uguale alla ricetta originale, come quella depositata alla Accademia italiana della cucina, presso la Camera di Commercio di Bologna.
Una super zuppa inglese.
Incorniciato al muro un curioso articolo attira la mia attenzione: Giosuè Carducci frequentava questa osteria e di questo ne scrive Francesco Guccini nel suo libro "Nuovo dizionario delle cose perdute".
"Carducci andava a bere qualcosa all'osteria de' Poeti, così chiamata non perchè a lui dedicata, ma perchè situata in una strada in cui si trovavano, nel medioevo, le case della famiglia Poeti.
Troneggiava attaccato al muro un busto del poeta, e una targa in ottone ricava la scritta pare dettata da lui stesso: "Quando morirò seppellitemi in una vigna, a ciò che possa ridare alla terra tutto quello che ho bevuto nella mia vita".
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