A Bologna le famiglie nobili bolognesi costruivano le torri presso le loro case e le usavano come luoghi di vedetta e di difesa in tempo di guerra, ma erano anche simbolo di prestigio.
una Manhattan medievale.
Disegno ©Cineca Bologna
Disegno ©Cineca Bologna
I crolli rovinosi furono diversi durante il Medioevo, dovuti perlopiù a calcoli ingegneristici errati, a materiali inadeguati o a interventi di ampliamento successivi alla costruzione.
Divenuti frequenti, i crolli cominciarono a preoccupare la popolazione.
Lo spavento raggiunse il culmine dopo il 3 aprile 1484 a causa del precipitare della Torre Dalle Perle, della famiglia Bianchini, che sorgeva dietro il palazzo della Mercanzia in via Castiglione, sulle case Bolognetti, provocando diversi morti.
In seguito a questo evento, che scosse profondamente i cittadini, il Senato dispose la verifica delle torri esistenti e l'abbattimento di quelle considerate a rischio per la pubblica incolumità.
Nelle due pubblicazioni riservate alle torri, ho fotografato le 22 rimaste, tutte nel centro storico di Bologna, ordinate attraverso un percorso disegnato sulla mappa.
La prima parte:
1-2- TORRI ASINELLI E GARISENDA
3- TORRE ALBERICI
4- TORRE OSELETTI
5- TORRE BORTOLOTTI
6- TORRE TOSCHI
7- TORRE CARRARI
8- TORRE GALLUZZI
9- TORRE CATALANI
10- TORRE AGRESTI
11- TORRE LAPI
Il percorso inizia dalle più famose:
1-2- TORRI ASINELLI E GARISENDA
immagine simbolo di Bologna.
Rimando alla pubblicazione → Due Torri.
3- TORRE ALBERICI
Si trova all'inizio di via Santo Stefano, al n. 4,accanto alle duecentesche Case Seracchioli.
E' alta oggi 27 metri ma forse lo era di più quando venne fatta costruire dalla famiglia Alberici nel XII secolo.
Ospita alla base la bottega più antica di Bologna, del 1273.
Sono stati mantenuti: la caratteristica serraglia di legno a ribalta sotto l'arco, e alcuni fori da ponte sulla facciata, aperture che in origine erano per l'accesso a ballatoi e scale o anche a pensiline che mettevano in collegamento le torri alle case vicine.
4- TORRE OSELETTI
Alcune torri sono presenti nel tessuto urbano ma confuse e assimilate agli edifici circostanti.
Torre Oseletti è una di queste, si eleva fra il civico 34 e 36 di Strada Maggiore, poco prima di piazza Aldrovandi.
Si può vedere sotto al portico la base in blocchi di selenite, rivestimento dovuto ad una ristrutturazione del 1924.
Il Dolfi, nei suoi Annali Bolognesi, riferisce che il 30 agosto 1645 due "saltatori da corda" fissarono una fune lunga 240 metri dalla Torre Asinelli alla Torre degli Oseletti e con "ardimento temerario" attraversarono la via aerea tenendo l'intera città col fiato sospeso e col naso all'insù.
Un'altra famosa esibizione fu quella del tedesco Strohschneider che si esibì nella vicina piazza Aldrovandi.
La foto è del 1910, anonimo.
Torre Oseletti è inglobata nel palazzo Sanguinetti, sede del Museo della Musica, la si può vedere dal portico a fronte.
5- TORRE BERTOLOTTI
via Farini, 15.
Il bel palazzo rinascimentale Casa Saraceni incorpora i resti di una torre appartenente ai Clarissimi, precisamente dove la casa fa angolo con vicolo San Damiano.
La sua altezza originaria è sconosciuta in quanto fu mozzata nella seconda metà del 400. Oggi è alta 16 metri.
I Bertolotti furono attivi e presenti nella vita pubblica cittadina nei secoli XIII e XIV. Furono maestri cartolai, cioè nella concia delle pelli per ricavarne pergamena.
Di proprietà oggi della Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna, che ha provveduto nel 1934 a riportare alla luce la soglia in selenite e una lapide commemorativa, visibili su vicolo San Damiano.
La lapide contiene però informazioni errate, in quanto identifica la torre come quella di Alberto Clarissimi, che in realtà non l'ha costruita. Inoltre anche anno di costruzione e di mozzatura sono imprecisi.
6- TORRE TOSCHI
Siamo ad un passo da piazza Minghetti, ed è solo da qui che si può osservare Torre Toschi.
Si trova inglobata nella cinquecentesca casa Policardi al n.3 di piazza Minghetti.
E' alta 26 m., ma in origine probabilmente di più.
Conserva ancora gli originali fori da ponte e una finestra ad arco sul lato meridionale.
Nel 400 i Toschi furono protagonisti di due vicende che suscitarono molto clamore in città e segnarono il definitivo tramonto di questa antica famiglia:
la prima fu il tentato avvelenamento di Giovanni degli Orsi e di sua moglie da parte di Giovanni de' Toschi, pazzamente innamorato della donna; però fu scoperto e fuggì dalla città.
La seconda fu l'omicidio nel 1467 di Ugolino Stefano Toschi, da parte dei suoi stessi fratelli per questioni di eredità.
7- TORRE CARRARI
via Marchesana, 4.
Poco appariscente, innalzata all'inizio del XIII sec., oggi è alta 22 m.
I Carrari erano ghibellini e vennero per questo esiliati nel 1274, anche se fecero ritorno in città qualche anno più tardi. I membri della famiglia furono docenti universitari, giuristi, politici e anche cavalieri.
La torre attualmente appartiene alla Società di Rinnovamento Edilizio.
E' inserita in un contesto edilizio in stile falso medievale, costruito alla fine degli anni 20 dall'architetto Ugo Arata.
I falsi architettonici a Bologna sono tutt'altro che una rarità: questo è uno dei più notevoli con la costruzione di un quartiere di aspetto medievale composto da un insieme di edifici in stile romanico e gotico.
L'unico elemento autentico in questo complesso è proprio la torre, e il falso architettonico che la circonda è uno dei rari casi in cui non è l'antico ad adattarsi al moderno, ma il moderno a prendere sembianze più antiche.
8- TORRE GALLUZZI
Si trova in Corte Galluzzi, è alta 32 m. e fatta costruire dalla famiglia guelfa nel 1257; risulta essere quindi l'ultima torre ad essere costruita a Bologna.
E' notevole l'apertura a sesto acuto al primo piano, antica porta d'ingresso della torre, mediante la quale si accedeva a ponti mobili di legno e alle case attigue.
I Galluzzi furono un'importante famiglia , fedelissimi al papato, si scontrarono ferocemente con le famiglie ghibelline, in particolare con i Carbonesi.
Erano tanto potenti quanto prepotenti, precisando che in quei tempi tutti erano comunque prepotenti.
Furono anche protagonisti, secondo una storia probabilmente romanzata, di una vicenda simile a quella di Romeo e Giulietta, quando una giovane della famiglia, Virginia Galluzzi, si innamorò di un rampollo degli odiati Carbonesi, sposandolo in segreto. Quando i fratelli e il padre della ragazza scoprirono il fatto, li uccisero entrambi, simulando anche il suicidio della sorella, che fu trovata impiccata. Inoltre, inferociti, portarono a termine la loro vendetta sterminando quasi tutti i Carbonesi.
Oggi il piano terra ospita una libreria.
9- TORRE CATALANI
Individuata Piazza dei Celestini si prosegue in Vicolo dello Spirito Santo n. 2.
La torre apparirà alla fine della strada all'angolo sinistro.
Oltre le finestre lunghe e strette,
sono notevoli le due porte con soglia, modiglioni ed architrave in selenite, sovrastate da lunette ad arco cieco, fasciate da mattoni lavorati. Alta 16 m., alla base si notano alcuni anelli in ferro che servivano per legare i cavalli e altri animali.
I Catalani, nobile famiglia di fazione guelfa, ebbero fino a 75 servi nei momenti di maggiore prosperità.
Come per i Galluzzi, si legarono alla versione probabilmente romanzata dei Romeo e Giulietta bolognesi: la torre fu fatta alzare per il nipote Alberto Carbonesi affinchè potesse rimirare da lontano la sua amata Virginia, appartenente alla famiglia nemica dei Galluzzi, la cui torre sorge infatti poco distante.
Tra i membri degni di nota della famiglia va ricordato Catalano de Catalani, che insieme a Loderingo degli Andalò fu il fondatore dei Frati Gaudenti. Nel 1266 entrambi furono chiamati a reggere Firenze, ma dovettero lasciare la città dopo pochi mesi con accuse di mancata imparzialità, e per questo furono inseriti da Dante Alighieri nella bolgia degli ipocriti:
Frati godenti fummo, e bolognesi;
io Catalano e questi Loderingo
nomati, e da tua terra insieme presi,
...
(Inferno, canto XXIII, 103-105).
Torre Catalani |
10- TORRE AGRESTI
Incastonata fra moderni edifici si affaccia su piazza Galileo. Alta 20 m., ha resistito nei secoli ad incendi e ristrutturazioni, e ai bombardamenti della seconda guerra mondiale, perdendo qualcosa in altezza.
La lapide ricorda la generosità del cardinale Albornoz, fondatore del Collegio di Spagna, istituzione accademica bolognese, proprietaria della torre dal XIV secolo.
11- TORRE LAPI
Inglobata nel complesso del Palazzo Comunale, si affaccia in via IV novembre ma anche su piazza Galileo. Fu utilizzata come polveriera. Alcuni studiosi ipotizzano che fosse uno dei varchi della muraglia nell'alto medioevo.
I Lapi la vendettero insieme all'annesso edificio per 400 lire al Comune di Bologna che doveva ampliare il Palazzo Comunale.
In epoca napoleonica è stata abbassata quasi della metà, cioè da quelli che potevano essere 30 m. agli attuali 18, per essere assimilata alla restante muraglia.
Attualmente è uno dei passaggi per Palazzo d'Accursio.
Bellissimo lavoro. Sul numero, siamo d'accordo,ma le consiglio di procurarsi il libro (Magari in una biblioteca comunale)che è stato pubblicato a cura di Giancarlo Roversi.Lì c'è la completa e più accurata ricostruzione di ciò che si è finora accertato sulle torri,case-torri,ecct.
RispondiEliminaComunque un 'altra delle caratteristiche ( E ce ne sono altre),che fanno del centro storico di Bologna un gioiello che meriterebbe molta più cura.
Grazie del suggerimento, cercherò di procurarmelo. Bologna è un gioiello, sono d'accordo.
RispondiEliminaGianfranco Paganelli
RispondiEliminaPrezioso lavoro che unisce informazioni a belle immagini con angolazioni spesso non facili da vedere.
RispondiEliminaGrazie mille Gianfranco per il tuo apprezzamento. Sono felice che tu abbia trovato il lavoro prezioso.
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