Il terzo e ultimo percorso:
1- CHIESA DI SANTA MARIA DEL GRADARO
2- PALAZZO TE
3- PALAZZO SAN SEBASTIANO (Museo della città)
4- TEMPIO DI SAN SEBASTIANO
5- CASA DEL MANTEGNA
6- CASA DI GIULIO ROMANO
7- PIAZZA VIRGILIANA
1- CHIESA DI SANTA MARIA DEL GRADARO
Si trova defilata dal centro storico.
Il termine Gradaro è riconducibile alla parola latina cretarium, cumulo di creta, caratteristica del terreno dove sorge la chiesa.
Fu costruita nell'anno 1256 e dopo quattro anni fu aggiunto il convento.
Vi risiedevano canonici mantovani, poi alla fine del 700 divenne magazzino militare; durante la seconda guerra mondiale si trasformò in campo di concentramento e campo profughi.
Nel 1952 è stata acquisita dal comune di Mantova, restaurata e affidata alle Oblate dei Poveri di Maria Immacolata.
uno dei più bei palazzi italiani, merita una pubblicazione a parte.
Dal CHIOSCO RIFUGIO GRAFFER,
il Parco del Te e il Palazzo, dietro agli alberi.
3- PALAZZO DI SAN SEBASTIANO (Museo della città)
Il palazzo fu la dimora preferita del marchese Francesco II Gonzaga, il quale vi morì, nel 1519.
Fu marito della splendida Isabella d'Este, che persino Leonardo ritrasse; e l'Ariosto, il Bembo e il Tasso la esaltarono come una benefica dea.
Nel salone superiore vi erano le nove tele del Mantegna raffiguranti "I Trionfi di Cesare", oggi conservate ad Hampton Court presso Londra.
Vi sono sette sezioni tematiche che raccontano i momenti più emblematici della storia di Mantova, attraverso varie opere.
Busto in terracotta di Francesco II, opera di Gian Cristoforo Romano, uno dei più importanti pezzi della collezione del museo.
L'opera più significativa è "Occasio e Poenitentia" di Andrea Mantegna, decorava la cappa di un camino a Palazzo Cavriani.
L'affresco vede un uomo con le braccia aperte che tenta di afferrare l'elusiva Occasio (Occasione), che ha le sembianze di una vergine con il volto coperto da uno spesso ciuffo di capelli (perchè essa non è conosciuta dall'uomo), la testa calva e le ali ai piedi.
L'uomo starebbe per cogliere l'occasione al volo afferrandole il ciuffo di capelli prima che essa scompaia: la sfera ai suoi piedi ne rappresenta infatti l'istabilità.
L'uomo è trattenuto dalla Poenitentia (Penitenza), in senso di virtù, collocata su un piedistallo quadrato simbolo di stabilità.
L'uomo sarebbe quindi una personificazione del pentimento, il cui esempio sembra voler essere un invito a non lasciarsi catturare dall'imprendibile fortuna, preferendo la prudenza e la virtù.
4- TEMPIO DI SAN SEBASTIANO
Si trova dall'altra parte della strada; fu progettato da Leon Battista Alberti e oggi adibito a Famedio dei Caduti per la Patria.
5- CASA DEL MANTEGNA
Poco distante l'edificio che Andrea Mantegna costruì nel 1476 su un terreno donatogli dal marchese Ludovico Gonzaga, probabilmente premio per gli affreschi della Camera degli Sposi.
Il disegno architettonico è caratterizzato da un disegno geometrico perfetto: un cerchio incluso in un quadrato, in cui il cortile cilindrico e racchiuso in un corpo di fabbrica quadrato.
Oggi ospita esposizioni temporanee.
Andrea Mantegna, chiamato a Mantova nel 1460, visse nella città fino alla morte, avvenuta nel 1506.
6- CASA DI GIULIO ROMANO
Si trova al numero 18 di via Carlo Poma.
Uno dei primi esempi di edifici progettati da un artista per se stesso, una sorta di autobiografia in forma di edificio.
Con opere di questo genere si voleva quindi sia innalzare il proprio status sociale, sottraendolo al concetto di artigiano di bottega e portandolo alla statura di intellettuale e nobile, a mostrare pubblicamente le proprie capacità artistiche e il proprio programma estetico, in una sorta di opera-manifesto.
7- PIAZZA VIRGILIANA
Qui si conclude il percorso su Mantova.
Una bella e ampia area verde, voluta nel 1797 dal generale francese De Miollis per onorare il poeta latino Virgilio.
La devozione che Mantova riservò sin dai tempi più antichi a Virgilio, favorì l'inserimento nello stemma cittadino del busto di Virgilio laureato. Su alcuni edifici del centro storico si conservano gli antichi stemmi comunali, utilizzati in origine per segnare i confini delle piazze entro i quali si svolgeva il mercato.
Stemma cittadino con l'immagine di Virgilio |
Virgilio nacque nel 70 a.C. vicino a Mantova.
Morto a Brindisi nel 19 a.C., i suoi resti furono trasportati a Napoli sulla collina di Posillipo, anche se l'urna che conteneva i suoi resti andò persa nel Medioevo.
Sulla tomba fu posto il celebre epitaffio:
"Mantua me genuit, Calabri rapuere, tenet nunc Parthenope; cecini pascua, rura, duces" - ovvero - "Mi generò Mantova, la Calabria (il Salento) mi rapì: ora mi custodisce Partenope (Napoli); cantai i pascoli (le Bucoliche), i campi (le Georgiche), i condottieri (l'Eneide).
Mantova città di grande incanto, di storia antica, di insolito splendore.
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