Il Parco di Villa Spada è il vero spettacolo di questo complesso. La villa, come altre intorno a Bologna sorte fra Settecento e Ottocento, era stata costruita come soggiorno per i proprietari, che vi trascorrevano brevi periodi a poca distanza dalla città, ricevendo ospiti e organizzando ricevimenti mondani. Le piante dunque avevano una funzione scenografica.
Lo si nota particolarmente lungo il percorso in un'area non tanto grande sul lato della villa.
Ospita uno dei rari esempi bolognesi di giardino all'italiana.
Il giardino all'italiana rappresentò una sorta di affermazione dell'uomo sulla natura, che venne piegata, nella forma e nella disposizione, alla sua volontà regolatrice: scale, statue, labirinti verdi.
La vegetazione, considerata alla stregua di ogni altro materiale da costruzione, venne chiamata a svolgere una funzione puramente ornamentale.
Martinetti, l'architetto di Villa Spada, progettò sul fianco della collina questo piccolo giardino all'italiana sfruttando la naturale pendenza del terreno per enfatizzare la struttura a terrazze, con aiuole disposte geometricamente e delimitate da basse siepi di bosso.
Il giardino, sopraelevato rispetto al piano d'accesso della villa, era stato pensato per unire quest'ultima al parco: una terrazza collegata al secondo piano permette di accedere direttamente alla parte alta del giardino e incamminarsi verso il Tempietto, dal quale si ha la visuale migliore per abbracciare l'intero giardino e la facciata della villa.
Il Tempietto è detto "tomba del cane" perchè sul sarcofago fino a qualche anno fa era ancora visibile una cane in terracotta e viene indicato nei documenti come Tempietto di Diana, per le decorazioni che ornavano gli interni. Si tratta di un edificio di ordine ionico di modeste dimensioni e grande eleganza, ideato da Giacomo de Maria, sul quale
è posta una terrazza belvedere, a sottolineare lo stretto legame con l'ambiente circostante.
Numerose sculture, sempre di Giacomo de Maria, già visto nella Sala della Meridiana di Villa Spada, adornavano i vialetti e le aiuole del giardino, ma sono andate disperse.
Oggi rimane soltanto l'imponente statua di Ercole, il più ricorrente fra gli elementi mitologici ornamentali nelle ville e nei palazzi cittadini.
Giacomo de Maria viene denominato il Canova bolognese, per essere stato allievo di Canova nello studio di Roma e aver introdotto a Bologna lo stile canoviano (→ vedi scultura del Duca di Curlandia all'Accademia delle Belle Arti di Bologna).
Sopravvive una vasca d'acqua ai cui lati vi sono sedute in muratura.
Al posto delle statue disperse sono state inserite 12 sculture moderne dell'artista bolognese Nicola Zamboni, un ciclo di "stagioni", dalla donna giovane alla donna anziana attraverso i vari "mesi" della vita femminile.
Le sculture sono rovinate dal tempo, hanno sicuramente cambiato colore e presentano muschi e licheni, ma sono ugualmente bellissime.
Chi è → Nicola Zamboni.
Di fronte al giardino all'italiana la biblioteca del Quartiere Saragozza intitolata allo storico Oriano Tassinari.
MEMORIALE ALLE DONNE CADUTE NELLA RESISTENZA
Superata la biblioteca, una piazzetta con un Memoriale variamente composto, esempio di architettura partecipata, realizzato dal gruppo di architetti "Città Nuova" assieme a studenti del Liceo Artistico "Arcangeli" e dalle scuole medie ed elementari.
L'opera è stata realizzata nel 1975 per volontà delle partigiane bolognesi dell'ANPI del Comune di Bologna.
La piazzetta è fiancheggiata da una scalinata e un muro di mattoni con incisi 128 nomi di partigiane della provincia di Bologna cadute durante la Resistenza (settembre 1943 - aprile 1945).
In cima alla scalinata un'opera dove viene rappresentata simbolicamente una staffetta all'interno di un grande sole splendente.
Con i suoi raggi multicolori abbaglia a sinistra l'SS sovrastato dalla svastica nazista e a destra il repubblichino sovrastato dal fascio littorio fascista.
Un alberello di Ligustro sempreverde di tipo orientale, affianca una scultura in bronzo, anch'essa parte del complesso commemorativo dedicato alle partigiane bolognesi.
Il Memoriale fa da collegamento tra il giardino all'italiana e il giardino all'inglese, con alberi e zone prative dove si può passeggiare o riposarsi.
Stiamo parlando in totale di 6 ettari di parco.
Il lato occidentale è una zona piuttosto ombrosa e fresca con diversi angoli per la sosta. Vi è un boschetto con diversi arbusti e un sottobosco quasi naturale dove ho incontrato bellissimi tulipani selvatici.
Un cedro dell'Himalaya di notevoli dimensioni.
Due grandi lecci occupano un lato della piazzola in cima al boschetto.
Da qui ha inizio in salita una zona prativa molto estesa, in cima alla quale si potrà godere di un bel panorama sulla città e San Luca.
In questa zona panoramica si può arrivare anche in auto, seguendo la via di Casaglia da un altro ingresso del parco.
Dall'ingresso principale di Villa Spada, si prosegue sulla via di Casaglia per 200 metri fin dove la strada in salita curva a destra.
Ancora qualche metro e si può trovare lo spazio per qualche auto nella zona comunemente nota con il nome di "Curvone", dal quale si vede chiaramente la seconda entrata al parco.
Da qui si accede direttamente al grande prato panoramico.
In questa grande area un tempo si estendevano gli alberi da frutto per l'attività agricola (fino all'ultimo dopoguerra era ancora coltivata), e oggi possiamo notare alcuni vecchi peri.
Salendo, fra le cime degli alberi del boschetto, un'intravisto skyline cittadino.
Poi Bologna appare in tutta la sua bellezza.
E sull'altro versante San Luca ci fa l'occhiolino.
Alberi e prati si alternano lungo il pendio che si affaccia su Bologna, un luogo magnifico che si può raggiungere anche dal centro storico seguendo l'antico Portico di San Luca.
Per passeggiare o riposare stesi al sole.
Elenco delle fonti consultate/utilizzate per la ricerca.
Bibliografia:
-Emilia Romagna, Touring Editore, 2010
-pieghevole "Villa Spada", a cura del Centro Villa Ghigi, serie parchi e giardini bolognesi n. 15, omaggio ai lettori di "Repubblica", anno 1992.
Sitografia:
Nessun commento:
Posta un commento