giovedì 28 febbraio 2019

LANZAROTE - da La Geria alla Playa de Famara

QUARTO ITINERARIO

(torna al 3° itinerario)

ultimo aggiornamento marzo 2025

Lanzarote




Il 4° itinerario:

1- LA GERIA

2- MONUMENTO AL CAMPESINO

3- JARDIN DE CACTUS

4- CHARCO DEL PALO

5- PLAYA DE FAMARA


Lanzarote 4° itinerario





1- LA GERIA

L'entroterra di Lanzarote è rappresentato dalla Geria, un'area disseminata di strani cerchi di pietre: la coltivazione della vite.

Lanzarote-La-Geria


La storia di Lanzarote confluisce in questa coltivazione e vediamo il perchè.

Si è già visto come la colonizzazione di Jean de Bethencourt nel 1402 (che rese le isole Canarie di dominazione spagnola) e le invasioni dei pirati, avessero costretto gli abitanti dell'isola a rifugiarsi dove potevano, nella Cueva de Los Verdes, ad esempio.

Ci furono anche attacchi di pirati inglesi, tra cui un'incursione di Walter Raleigh nel 1616.
 Intorno al 1650 la popolazione si ridusse ad appena 300 persone.

A tutto questo si aggiunsero le eruzioni vulcaniche del 1730, che durarono oltre sei anni, distrussero numerosi villaggi e modificarono la conformazione dell'isola.

Nel tempo i Lanzarotes scoprirono che lo spesso strato di suolo vulcanico è perfetto per coltivare la vite.
Quindi dalla vite rinascono le coltivazioni e anche la storia dell'isola.

La vite non viene coltivata in modo tradizionale, va pur ricordato che l'isola è sferzata dai venti; viene protetta da semicerchi di mezzelune di pietra, chiamati zocos.

Lanzarote-La-Geria




Vengono utilizzate le ceneri vulcaniche come concime, selezionando le piante più adatte ad ogni tipologia di lava.

Il vino prodotto è la Malvasia, che si può degustare e comprare nelle varie aziende vinicole della zona.
Fra le tante, due sono le più antiche, fondate alla fine del 1800; si trovano una di fronte all'altra.

Bodega La Geria è stata la prima ad offrire visite guidate e a vendere vino al dettaglio.

Lanzarote-La-Geria






La Bodega Rubicon.

Lanzarote-La-Geria-Bodega Rubicon




A mio avviso, la BODEGA STRATVS è la più interessante: un'elegante cantina dove degustare un'eccellente Malvasia, sia al banco che ai tavoli all'aperto.
Dispone anche di un negozio e di un ristorante incastonato in una conca che offre la specialità carne alla brace.





Oggi Lanzarote vive di turismo ma anche di questo piccolo e fiorente settore agricolo, dove le grandi distese di vitigni sembrano istallazioni artistiche.

Lanzarote-La-Geria




2- MONUMENTO AL CAMPESINO

Il monumento al contadino è una scultura bianca in stile modernista realizzata da Cèsar Manrique nel 1968, per onorare il lavoro svolto da generazioni dalla maggior parte degli abitanti dell'isola.

Lanzarote-Monumento-al-Campesino




Ai piedi del monumento il Museo del Campesino ad ingresso libero, una riproduzione di una corte contadina con abitazioni tradizionali.
All'interno diverse botteghe per la vendita di prodotti artigianali.

Lanzarote-Monumento-al-Campesino








Lanzarote-Monumento-al-Campesino









Lanzarote-Monumento-al-Campesino





3- JARDIN DE CACTUS

Diciotto km dopo, raggiunto il piccolissimo villaggio di Guatiza, sarà facile raggiungere il giardino, inaugurato nel 1990, segnalato da un cactus in metallo alto 8 metri.

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 Manrique ha trasformato una vecchia cava, dominata dal villaggio, in un grande giardino-anfiteatro, dove sono ospitati oltre 10.000 esemplari di cactus di oltre 1.400 specie diverse, provenienti da Americhe, Madagascar, Isole Canarie, Marocco, Etiopia e altre zone desertiche della terra. 








Lanzarote-Jardin-de-Cactus








Lanzarote-Jardin-de-Cactus




Un antico mulino a vento, un tempo impiegato nella macina del mais e oggi funzionante a fini didattici.
Sotto il mulino una torre che permette di accedere, attraverso una scala a chiocciola, al bar-ristorante.

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Scendendo le scale, nella torre, un magnifico lampadario a cascata.

Lanzarote-Jardin-de-Cactus






Il ristorante, mimetizzato nell'ambiente, ha una bella terrazza che si affaccia sull'anfiteatro. 
In primo piano esemplari di Echinocactus Grusonii Inermis, meglio conosciuti come "cuscini della suocera".

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Jardin de Cactus ha vinto il Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino, anno 2017.

Lanzarote-Jardin-de-Cactus





Allego 5 minuti di video del bellissimo film-documentario → "Lanzarote, Jardìn de Cactus", realizzato dalla Fondazione Benetton, regia e riprese di Ziyah Gafic, per il premio Carlo Scarpa.


Non vi è altro da segnalare, se non ammirare le numerose, meravigliose piante.

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Lanzarote-Jardin-de-Cactus








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Echinopsis Thelegonoides (cactaceae, Argentina)

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Lanzarote-Jardin-de-Cactus








Lanzarote-Jardin-de-Cactus








Lanzarote-Jardin-de-Cactus








Lanzarote-Jardin-de-Cactus








Lanzarote-Jardin-de-Cactus











4- CHARCO DEL PALO

A pochi chilometri da Guatiza c'è il villaggio naturista Charco del Palo.

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Se non siete naturisti ed arrivate per ammirare le spiagge della zona è bene sapere che qui risiede una grande comunità di nudisti che girano liberamente le spiagge e i sentieri di accesso, quindi hanno validità la quiete e il rispetto.

Lanzarote-Charco-de-Palo





Una piccola e bella strada porta alle spiagge e alle insenature rocciose.
La più famosa è una piscina naturale, preservata da alcuni manufatti in muratura dove, quando il mare è agitato, si infrangono le onde in modalità spettacolare.

Lanzarote-Charco-del-Palo








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5- PLAYA DE FAMARA

Mi dirigo verso la costa nord dell'isola e i venti sono molto forti, proprio per questo le onde di Famara sono ambite dai surfisti.

















Lanzarote-Playa-de-Famara








Lanzarote-Playa-de-Famara





Ho trovato bellissima questa spiaggia, una distesa di sabbia lunga 2 km che termina a ridosso di una scogliera altissima, il Risco de Famara.
Sono i resti di una caldera di vulcano di circa dieci km di diametro.

Lanzarote-Playa-de-Famara








Lanzarote-Playa-de-Famara



Oggi il nome Risco de Famara si riferisce all’intera falesia che si estende per circa 23 km, dalla spiaggia di Famara fino al Mirador del Río.
Questa imponente scogliera è il bordo dell’antica caldera vulcanica, ma nel tempo il nome Risco de Famara è stato esteso all’intera formazione, includendo anche tratti che non fanno direttamente parte dei resti della caldera, fino alla zona del Mirador del Río.

Lanzarote-Playa-de-Famara








Bibliografia:
Rivista Meridiani, "Canarie", n. 218, aprile 2014

Sitografia:




sabato 23 febbraio 2019

LANZAROTE - da Timanfaya alle Salinas de Janubio

TERZO ITINERARIO

(torna al 2° itinerario)

ultimo aggiornamento marzo 2025


Parque National de Timanfaya, Lanzarote: paesaggio vulcanico unico e affascinante. Foto Monica Galeotti.




Il 3° itinerario:

1- PARQUE NACIONAL DE TIMANFAYA

2- EL GOLFO

3- CHARCO DE LOS CLICOS (lago verde)

4- LOS HERVIDEROS

5- LAS SALINAS DE JANUBIO


Parque National deTimanfaya, Lanzarote: paesaggio vulcanico unico e affascinante. Mappa Monica Galeotti.
©google map - ©Monica Galeotti mapping




1- PARQUE NATIONAL DE TIMANFAYA

Il parco Nazionale di Timanfaya si estende per 50 km², ed è stato istituito nel 1974.
E' un'escursione incredibile e rappresenta l'isola.

Parque National deTimanfaya, Lanzarote: paesaggio vulcanico unico e pieno di contrasti. Foto Monica Galeotti.





Il parco infatti si trova sopra un substrato geologico esclusivamente vulcanico, con i 30 coni delle Montanas de Fuego (Montagne di Fuoco).

Parque-Nacional-de-Timanfaya





 Qui non si può costruire e la strada LZ-67 attraversa un'area immensa di lava solidificata.

Parque-Nacional-de-Timanfaya





Per accedere alla Ruta de Los Volcanes (la Via dei Vulcani) c'è un'entrata a pagamento, e la strada diventa ancora più suggestiva. 

Parque-Nacional-de-Timanfaya




Il simbolo del parco, che delimita i vari confini dell'area, è la scultura "El Diablo", di César Manrique.

-Parque-Nacional-de-Timanfaya




L'artista ha progettato un punto panoramico situato su un rilievo chiamato Islote de Hilario.
Da qui si ammira un paesaggio lunare, con la colorazione del nero, marrone, grigio e rosso.

Parque-Nacional-de-Timanfaya




Nel progetto di Manrique è compreso anche il Ristorante del Diablo, con la vista panoramica sulle Montagne di Fuoco. 
E' considerato uno dei locali più pericolosi al mondo per il punto in cui si trova.
Sotto questo rilievo infatti c'è una camera di magma bollente a 4 km dalla superficie.
A poca distanza dalla superficie la temperatura è di 100°C e a distanza di 10 metri arriva a 600°C.
In realtà il vulcano su cui sorge, nonostante produca tanto calore, non erutta dal 1824 ed è considerato spento.

Parque-Nacional-de-Timanfaya





Il ristorante ha la specialità della carne cotta con il calore del vulcano: sfrutta un pozzo ad una profondità dove il calore è di 450°C.
Quindi non serve accendere il fuoco ma si sfrutta il vapore bollente che risale dal pozzo.

Parque-Nacional-de-Timanfaya




Parque National de Timanfaya, Lanzarote. Foto Monica Galeotti.






L'interno del bar-ristorante ha originali lampadari a forma di padelle, opera del solito Manrique.

Parque-Nacional-de-Timanfaya




Il personale del parco inviterà ad assistere a tre esperimenti:
1- provare a tenere in mano la ghiaia, indiscutibilmente calda.

Parque-Nacional-de-Timanfaya




2- in buche scavate nel terreno infilano sterpaglie, che in poco tempo vanno a fuoco spontaneamente, a causa dell'enorme calore.

Parque-Nacional-de-Timanfaya








Parque-Nacional-de-Timanfaya





3- viene versata acqua in tubi di ferro di 12 metri conficcati nel terreno. I 600°C presenti a quella profondità, a contatto con l'acqua, provocano un getto di vapore alto diversi metri, insomma un geyser artificiale.

Parque National de Timanfaya, Lanzarote: il geyser. Foto Monica Galeotti.









Il prezzo d'entrata del parco comprende anche l'escursione a bordo di un autobus sulla via dei vulcani.

Parque National de Timanfaya, Lanzarote: in autobus attraverso i vulcani. Foto Monica Galeotti.




Non si può scendere durante il tragitto e neanche camminare nel parco, a causa della fragilità del suolo: le impronte rimangono visibili per anni.
E' possibile effettuare alcune escursioni ma solo con il personale del parco, prenotando con un certo anticipo al centro visitatori.

La vegetazione è molto rada e la fa da padrone il lichene.

Parque-Nacional-de-Timanfaya



Lo si vede bene lungo le pareti della Caldera del Corazoncillo, il vulcano più imponente del parco, quello che secoli fa con la sua lava seppellì l'antico villaggio chiamato Timanfaya.

Parque National de Timanfaya, Lanzarote: Caldera del Corazoncillo. Foto Monica Galeotti.
Il paesaggio vulcanico con la Caldera del Corazoncillo.






La caldera ha una profondità di 100 mt.

Parque-Nacional-de-Timanfaya





Attraverso il vetro dell'autobus ecco la bocca vulcanica di El Horno, detta Manto de la Virgen (Mantello della Vergine) perchè assomiglia a un cappotto nero.

Parque-Nacional-de-Timanfaya





Il percorso si snoda intorno ad altre bocche e tunnel vulcanici spettacolari, che confermano la straordinaria geologia di Lanzarote.

Parque National de Timanfaya. Foto Monica Galeotti.







Parque National de Timanfaya, Lanzarote: paesaggio vulcanico unico. Foto Monica Galeotti.






Parque-Nacional-de-Timanfaya






Parque National de Timanfaya, Lanzarote: paesaggio vulcanico affascinante. Foto Monica Galeotti.





Centro Visitatori di Mancha Blanca

La mia prossima tappa è El Golfo, ma prima vale la pena fare una breve deviazione a nord del parco, per il Centro Visitatori di Mancha Blanca.

Parque National de Timanfaya, Lanzarote. Mappa di Monica Galeotti.



Questo spazio ospita un’interessante mostra audiovisiva dedicata al Parco Nazionale di Timanfaya, allestita in un edificio moderno perfettamente integrato nel paesaggio lavico.

Centro Visitatori di Mancha Blanca, Lanzarote. Foto di Monica Galeotti.




Centro Visitatori di Mancha Blanca, Lanzarote. Foto di Monica Galeotti.



L’ingresso è gratuito, e il centro è aperto dalle 9:00 alle 17:00.

Al suo interno, ampie sale espositive con pannelli informativi offrono un quadro completo del fenomeno vulcanologico.

Centro Visitatori di Mancha Blanca, Lanzarote: un'introduzione del paesaggio vulcanico dell'isola. Foto di Monica Galeotti.


La mostra permette di approfondire la comprensione di Timanfaya, della sua fauna, flora e della costa, rendendo la visita all’isola ancora più coinvolgente e significativa.

Centro Visitatori di Mancha Blanca, Lanzarote: scopri la storia geologica di Lanzarote. Foto di Monica Galeotti.



All’esterno, alcuni punti panoramici e una passerella sopraelevata consentono di ammirare le colate laviche da una prospettiva privilegiata.

Centro Visitatori di Mancha Blanca, Lanzarote: passerella sopraelevata sulla colata lavica. Foto di Monica Galeotti.




2- EL GOLFO

Andare a El Golfo è un'esperienza.
La strada è panoramica, e si arriva dominando il piccolo villaggio dall'alto.

El Golfo, Lanzarote: un pittoresco villaggio costiero sull'oceano. Foto di Monica Galeotti.





Il villaggio è di per sè molto rilassante, con un susseguirsi di case tradizionali.

El Golfo, Lanzarote: un pittoresco villaggio di pescatori sull'oceano. Foto di Monica Galeotti.




Vi sono numerosi bar e ristoranti affacciati sul mare, un invito a pranzare guardando le onde dell'oceano che si infrangono sulla spiaggia.

El Golfo, Lanzarote: le onde sull'oceano. Foto di Monica Galeotti.






Il Ristorante Costa Azul ha una bellissima posizione, e con il pescato del giorno o il polpo alla gallega si va sempre bene.
Saramago amava venire a El Golfo la domenica, e mangiava proprio qui.

El Golfo, Lanzarote: ristorante Azul sull'oceano. Foto di Monica Galeotti.








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3- CHARCO DE LOS CLICOS

Una delle immagini più belle di Lanzarote si trova qui, a El Golfo, ed è il lago verde, un manufatto della natura veramente incredibile.

CHARCO DE LOS CLICOS, lago verde, Lanzarote: acque verdi in un cratere vulcanico. Foto Monica Galeotti.




 Il lago è stato generato da un antico cratere vulcanico sprofondato sotto il suo peso, nella cui cavità confluisce l'acqua marina dell'oceano attraverso un canale sotterraneo.
La particolare colorazione è dovuta alle alghe.

CHARCO DE LOS CLICOS, lago verde, Lanzarote: acque verdi in un cratere. Foto Monica Galeotti.





Il luogo è super protetto (Riserva Naturale) per il delicato equilibrio del contesto in cui si trova.
Non è permesso toccare l'acqua del lago e neppure fare il bagno nel mare, dove peraltro sarebbe pericoloso per via delle correnti molto forti.

Charco-de-Los-Clicos





Si arriva a piedi dalle case di El Golfo, dopo aver scavalcato la bella spiaggia con le piccole barche sulla sabbia, attraverso un sentiero sopraelevato.

Charco-de-Los-Clicos






CHARCO DE LOS CLICOS. Foto di Monica Galeotti.





Si rimane incantati a guardare il contrasto dei colori:
il verde smeraldo del lago e l'azzurro dell'acqua impetuosa che combaciano parallelamente alla striscia di spiaggia nerissima e imponente.
Il tutto incorniciato dalle alte pareti di quello che era il cratere del vulcano.

CHARCO DE LOS CLICOS, lago verde, Lanzarote: acque verdi in un cratere vulcanico. Foto Monica Galeotti.

Sembra tutto finto, invece è tutto vero.



4- LOS HERVIDEROS

L'itinerario continua sulla bellissima strada LZ-703: da una parte i vulcani di colore rosso, dall'altra il mare.

Lanzarote-Los-Hervideros







Lanzarote-Los-Hervideros





Los Hervideros è un flusso di lava solidificato che raggiunge l'oceano.

Lanzarote-Los-Hervideros





Questa antico flusso ha formato due grotte e da alcuni piccoli sentieri si possono osservare da vicino.

Los Hervideros, Lanzarote : scogliere vulcaniche in un paesaggio selvaggio. Foto Monica Galeotti.









Lanzarote-Los-Hervideros








Lanzarote-Los-Hervideros








Lanzarote-Los-Hervideros






5- LAS SALINAS DE JANUBIO


Lanzarote-Las-Salinas-de-Janubio





Sono le saline più estese dell'isola, ancora oggi attive grazie al sostegno dell'Unione Europea, che le ha dichiarate area naturale protetta.

Salinas de Janubio, Lanzarote. Foto Monica Galeotti.





L'insieme scultoreo, opera di Cintia Machin Morin, del 2021, è un omaggio ai "salineros" e a Francisco Padron Viñas (1921-2013), per il suo contributo allo spazio culturale delle saline.

Salinas de Janubio, Lanzarote. Foto Monica Galeotti.







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Una parte della superficie è di colore rosso, dovuto a un piccolo gamberetto, l'Artemia partenogenica, e ad una particolare alga.

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