martedì 25 maggio 2021

DOLINA DELLA SPIPOLA

La Dolina della Spipola è la più grande di tutte quelle presenti nel Parco dei Gessi Bolognesi e dei Calanchi della Abbadessa, ed è fra le maggiori d'Europa, con un diametro che supera i 700 m. e una profondità di 100.


 Il suo nome deriva da Pispola, un piccolo uccello passeriforme, protetto dal 1984, che nel dialetto locale viene chiamato Spepla o Spiplen.


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La dolina è una conca chiusa, tipica dei pianori di rocce calcaree. Queste rocce, chimicamente costituite da un sale, il solfato di calcio diidrato (CaSO₄).2H₂O, cioè gesso, tendono a dissolversi regredendo verso il basso.

Se le sue pareti e il fondo fossero impermeabili, la dolina si riempirebbe d'acqua formando un laghetto, mentre in questo caso quasi sempre è presente un inghiottitoio (imbuto naturale), attraverso il quale l'acqua piovana penetra in sotterranea.

All'interno della Spipola vi sono doline minori, i cosiddetti buchi, inghiottitoi che comunicano con le relative grotte. 

Il gesso, insieme ad altri elementi, costituisce la normale soluzione delle acque marine, dalle quali precipita durante le fasi di prolungata evaporazione.

Hanno iniziato a formarsi durante il Messiniano (fra 6 e 5 milioni di anni fa), quando nell'intero bacino del Mediterraneo, rimasto a più riprese isolato dall'Oceano Atlantico, ci fu un progressivo disseccamento, dovuto all'evaporazione dell'acqua.

Il clima era molto più caldo dell'attuale e l'intera area divenne una gigantesca e bianca salina.

Si è calcolato che anche nelle attuali condizioni climatiche, con la chiusura dello Stretto di Gibilterra, il Mediterraneo impiegherebbe solo un migliaio di anni per prosciugarsi.



Da Bologna la Dolina della Spipola dista circa 15 minuti. 

dolina-spipola-©mappatura-Monica-Galeotti
©google map - ©mappatura Monica Galeotti
 


Il sentiero natura tracciato nel parco è facile e breve, ricchissimo di interessanti documenti geologici e flora spontanea. 

PERCORSO AD ANELLO DOLINA DELLA SPIPOLA 
(Sentiero Natura Gessi della Croara)


Tempo di percorrenza: ore 1,30 
(compresi i tempi di fermata per osservare inghiottitoi e flora selvatica)
 
Lunghezza: Km 3

©relive - ©mappatura Monica Galeotti
©relive - ©mappatura Monica Galeotti





Il sentiero si chiama Gessi della Croara per via della vicina località omonima e prende inizio dal parcheggio de La Palazza, che prende il nome dalla casa colonica adiacente.

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Prendo il sentiero e scendo verso il basso costeggiando prativi ripidi.

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 Nel grande imbuto dolinico il sentiero raggiunge il fondo attraverso una ripida scalinata che porta all’ingresso della Grotta della Spipola. 

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La grotta fu scoperta nel 1932 attraverso l'ingresso naturale (chiamato poi Buco del Calzolaio) da Luigi Fantini e gli altri componenti del Gruppo Speleologico Bolognese.
L'accesso divenne in seguito impraticabile per il crollo di grossi massi gessosi.

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 Oggi vi è un ingresso artificiale aperto dallo stesso Gruppo nel 1936 per favorirne l'uso turistico.
 Vi si può accedere esclusivamente con visite guidate. 

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Il grosso portale ne garantisce la tutela ed è affiancato da feritoie per il passaggio dei pipistrelli.

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Dal fondo della dolina risalgo per il versante opposto e, una volta uscita dalla boscaglia, percorro il prativo che a inizio percorso osservavo dall'alto, con meravigliose fioriture gialle primaverili.

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Trovo bellissimi fiori in quantità.

La Stellaria:
le larve di alcune farfalle si cibano specificatamente di questo genere di pianta.

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Veronica comune (Veronica persica).
L'epiteto persica è in riferimento alla Persia (l'attuale Iran), da cui provenivano i campioni della specie.
Viene anche chiamata "occhio della Madonna".

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Geranio a foglie divise (Geranium dissectum L.)
Possiede fiori appaiati con la corolla formata da cinque petali bilobati di uno sgargiante rosa porpora.

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Il biancospino (Crataegus monogyna)
già incontrato ai Prati di Caprara.

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BUCO DELLE LUMACHE

Incontro una cavità chiamata Buco delle Lumache, nota anche come Buca del Pipistrello.
Larga 50 m. e profonda 15, assorbe le acque del sistema Spipola-Acquafredda.

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Il ruscellamento ha creato solchi verticali, le cosiddette erosioni a candela.

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Percorro un lembo del manto boscato, il più fresco e ombroso della dolina: trovo aceri e noccioli.

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AFFIORAMENTI IN OMBRA

Le pareti di gesso sono all'ombra del bosco.
Questi gessi vengono colonizzati da una vegetazione legata a questo microclima, come la

Borracina Glauca (Sedum Hispanicum L.)
La borracina è una succulenta che cresce facilmente su muri, greti, rupi e luoghi rocciosi.

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AFFIORAMENTI ASSOLATI

Sulla roccia gessosa nei punti più scoperti vi è una copertura vegetale povera, con piante che si adattano all'elevata aridità, come altre specie di borracina.

Borracina acre (Sedum acre L.)

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La fioritura del Timo.

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Il sentiero risale la dolina costeggiando il bosco dove prevale la roverella.

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Incontro una splendida Rosa canina.

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La Rosa canina piace molto al coleottero verde smeraldo (Cetonia aurata), sorpreso ad amoreggiare.

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Una leggera deviazione dal Sentiero Natura mi porta al Buco delle Candele, una delle morfologie carsiche superficiali più singolari.

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Queste forme sono il risultato delle azioni combinate di erosione e dissoluzione in zone localizzate dell'ammasso gessoso.

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L'ultimo strappo in salita mi porta a 
raggiungere, in cima alla dolina, la parete gessosa della Palestrina. 
Cespugli di Senape selvatica (Sinapis arvensis L.)...

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...si alternano ai fiori rossi smaglianti
 dell'Adonide annua (Adonis annua L.).

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PALESTRINA

Usata come palestra di roccia oggi abbandonata (vi sono ancora inseriti punti di ancoraggio ad anello), si tratta probabilmente di uno dei fronti di cava più antichi della collina bolognese.

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Dalla Palestrina il panorama si apre su Bologna.

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Qui trovo il Lampascione (Leopolda comosa L.).
Viene chiamato in tanti modi: 
cipollaccio, aglio delle vigne, aglio delle bisce, muscari chiomato.
Il suo bulbo globuloso che cresce nel sottosuolo, è simile a una piccola cipolla.
È riconosciuto come uno dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani soprattutto di Basilicata e Puglia.

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ALTOPIANO DI MISERAZZANO

Proseguo verso l’altopiano di Miserazzano, adiacente alla dolina, il cui nome è legato alla rossa villa ottocentesca dei conti Negri, che ne domina l'estremità.

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Scendo da Palestrina lungo un sentiero ornato dal Gladiolo dei campi (Gladiolus italicus), dal colore rosa porpora intenso.

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Il nome latino Gladiolus significa "piccola spada", per via della forma delle foglie.
Un tempo molto comune, oggi è sempre più raro trovarlo.

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 Risalgo verso l'altopiano ormai vicino.

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L’altopiano è caratterizzato da piccole doline, inghiottitoi e dossi gessosi. 
Gli affioramenti gessosi determinano il cosiddetto paesaggio carsico. 

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Il gesso di Bologna è chiamato anche Selenite, una varietà di gesso cristallino (gesso secondario) composto da solfato di calcio diidrato.
Ha la particolarità di depositarsi in strati, quindi si trova in forma di scaglie, trasparenti traslucide che vengono attraversate dalla luce.
Una luce simile a quella della luna, da cui il nome:
luna selene in greco ↝ selenite.
Per questo è conosciuta anche come pietra di luna.

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Le colline bolognesi, ricche di questo minerale, contavano numerose cave che hanno rifornito la città fin dall'antichità.
Alcune torri medievali, come la Garisenda, possiedono il basamento in blocchi di selenite.
Macinata finemente e calcinata tra i 130 e i 170 ⁰C dà origine alla scagliola.

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BUCO DEI VINCHI

Lascio l'altopiano e a breve incontro il Buco dei Vinchi. 
Come già accennato, le cosiddette buche non sono altro che doline più piccole all'interno della grande Dolina della Spipola.
Si può altrimenti dire che la grande voragine della Spipola contiene la piccola voragine del Buco dei Vinchi, con una cavità che misura 54 m.

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Discendendo il fianco di questa dolina si raggiunge l'ingresso della cavità.

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Sopra la cavità una parete di gesso, sulla quale risiede una ceppaia di tiglio.

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Infine, mediante una larga strada sterrata, ritorno a La Palazza, e incontro l'ultimo fiore di questo splendido percorso: 
la Campanula patula.

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Bibliografia:
-pieghevole "Gessi Bolognesi e Calanchi dell'Abbadessa", Parco Regionale, a cura del Centro Villa Ghigi, 1993 e 2020.


giovedì 13 maggio 2021

EX PALAZZINA MAGNANI, EX CINEMA EMBASSY: lavori e nuova destinazione

Via Azzo Gardino 61, BOLOGNA


ultimo aggiornamento ottobre 2025

L’ex Palazzina Magnani, identificabile con l’ex Cinema Embassy, di proprietà del Demanio, è stata acquistata dal Comune di Bologna nel dicembre 2020, a seguito di una proposta di Matteo Lepore del 2019, in qualità di assessore alla cultura e al patrimonio.


Era stata designata come futura sede del nuovo Museo Morandi, attualmente ospitato al MAMbo.

Tuttavia, sembra che la collezione sia ora destinata a essere trasferita al Museo della Storia di Palazzo Pepoli. Queste decisioni hanno generato alcune controversie legali, poiché la famiglia Morandi, donando la collezione al Comune di Bologna, aveva posto come condizione che il museo rimanesse a Palazzo d'Accursio, la sua sede originaria.


La palazzina in ristrutturazione sarà integrata nel grande Polo Culturale noto come Manifattura delle Arti, un'area che si affaccia sull’antico Porto di Bologna, restaurata e rivitalizzata alla fine degli anni '90 dall’ex sindaco Walter Vitali (vedi Canale del Cavaticcio¹).



In coda alla pagina l'aggiornamento 2025, con l'attuale destinazione della palazzina.



Ex cinema Embassy a Bologna fotografato nel 2021, edificio dismesso in attesa di nuova destinazione.
Ex cinema Embassy, 2021.






Ex cinema Embassy ed ex palazzina Magnani, visione del corpo intero.
Ex cinema Embassy ed ex palazzina Magnani,
visione del corpo intero, 2021.


LA STORIA DELLA PALAZZINA

Secondo la tipologia della villa suburbana, l’edificio è appartenuto fino al 1602 alla famiglia Malvasia e in seguito nel 1657 al marchese Vincenzo Enea Magnani. 

Prima del 1744 il senatore Paolo Scipione Magnani fece ristrutturare l’edificio dall’architetto Giovanni Andrea Padevilla, che trasformò la palazzina in una villa con loggiato ad arcate aperto sul giardino-orto.

 Possiede due piani, è coronata da un timpano e le finestre separate da lesene.
La facciata con giardino guarda verso il Cavaticcio.


Palazzina Magnani - ©Comune di Bologna
Palazzina Magnani - ©Comune di Bologna



La facciata sulla via Azzo Gardino è la parte posteriore della villa, e possiede un doppio ordine di arcate alternate a lesene. 


Facciata posteriore su via Azzo Gardino della ex palazzina Magnani, nel 2021 in ristrutturazione.


Le arcate del corpo centrale sono più ampie per creare maggiore risalto, mentre quelle dei due corpi laterali si aprono in due ampie terrazze. 


Particolare della facciata posteriore con arcate e terrazza laterale della ex palazzina Magnani.
Particolare della facciata posteriore con arcate e terrazza laterale.



Dopo la proprietà Magnani l'edificio passò in eredità a diverse famiglie, infine alla famiglia Allegri prima del 1831. 

Nel '900 divenne proprietà della Manifattura Tabacchi – Monopoli di Stato, per ospitare gli uffici del dopolavoro.

La targa in via Azzo Gardino, 61, testimonia la fase in cui nell'edificio vi era la sede del dopolavoro.


Numero civico 61, ingresso della ex palazzina Magnani quando divenne sede della Manifattura Tabacchi.
Numero civico 61, ingresso della ex palazzina Magnani in via Azzo Gardino.


Furono realizzate numerose ristrutturazioni, e fu aggiunto un nuovo corpo di fabbrica: il Cinema Ariosto, poi diventato Cinema Embassy.

©Genus Bononiae - ©Fototecnica Bolognese, 1967.
Film "La caccia"(1966), di Arthur Penn, con Marlon Brando e Jane Fonda.





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©Genus Bononiae - ©Fototecnica Bolognese, 1967.
Ingresso all'arena estiva.



La foto mostra il cantiere di restauro per la copertura del cinema Ariosto.
Si nota sulla destra la facciata della Palazzina Magnani.


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©Genus Bononiea - ©Fototecnica Bolognese, 1967.




©Progetto fattibilità, Agenzia del Demanio.
Film "Codice Homer" (2004), di Marek Kanievska, con Rupert Everett e Sharon Stone.


Ex cinema Embassy, 2021.


Immagine dell’ex cinema Embassy nel 2021, durante la fase di abbandono.




LA COSTRUZIONE DEL CORPO CINEMA

Non ci sono documenti sulle date precise di edificazione del cinema.
Si ipotizza che non sia stato costruito e accorpato nello stesso momento, ma in fasi diverse.

All'inizio degli anni 1930 fu costruito il corpo corrispondente alla sala cinematografica, addossato alla ex Palazzina Magnani, della quale riproduce lo stile architettonico.


Ex cinema Embassy con evidenziato il corpo della sala cinematografica principale.
Ex cinema, 2021.





Dettaglio ravvicinato del corpo sala del cinema Embassy con lo stile architettonico della palazzina Magnani.
Ex cinema, 2021.


Probabilmente nel dopoguerra fu costruito il corpo corrispondente all'atrio, al corridoio di ingresso e alla cabina di proiezione della sala cinematografica, affiancato al fronte principale della Palazzina.


Ex cinema Embassy con evidenziato l’atrio, il corridoio d’ingresso e la cabina di proiezione.
Ex cinema, 2021.


Nel 2005 l'edificio divenne di proprietà dell'Agenzia del Demanio, successivamente chiuso e murato nel 2007.

Nella mappa aerea si può vedere chiaramente la collocazione nel contesto urbano.
La facciata con il giardino si affaccia sul Parco del Cavaticcio, in passato Porto Navile, quando le acque erano allo scoperto.


Mappa Google Earth realizzata da Monica Galeotti con la collocazione della ex palazzina Magnani nel Parco del Cavaticcio a Bologna.
©Google Earth - ©mappatura Monica Galeotti




Attualmente l’edificio (2021), stando alla scheda informativa della suddetta Agenzia, risulta essere in "mediocri condizioni di conservazione, stante la prolungata assenza di manutenzione."


palazzina.magnani-bologna
Palazzina Magnani - ©Comune di Bologna



Il bene è inserito fra gli edifici di interesse storico-architettonico, quindi si procederà con interventi progettati con l’obiettivo di garantire e conservare i caratteri di pregio storico, culturale e testimoniale.


Foto artistica della ex palazzina Magnani a Bologna e dell’ex cinema, ripresi da dietro delle grate.
Ex cinema, 2021.

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AGGIORNAMENTO 2025

Come ricordato in apertura, la palazzina Magnani, conosciuta a Bologna anche come ex cinema Embassy, poi diventato bene demaniale, è stato infine acquistato dal Comune di Bologna nel 2020.

I lavori di recupero, avviati nel 2022, avrebbero dovuto concludersi nel giugno 2023.
Siamo alla fine del 2025 e il cantiere è ancora aperto.

La destinazione d’uso è cambiata più volte, con una promessa di utilizzo culturale fino alla scelta finale di assegnarla alla nuova sede della direzione regionale Emilia-Romagna dell’Agenzia del Demanio, un ambito che nulla ha a che fare con la cultura.

È inoltre un paradosso: un immobile che era già demaniale, passato per le casse comunali e riportato, dopo anni di ritardi, al demanio stesso.
Un percorso che lascia inevitabilmente qualche perplessità su logiche e tempi della gestione pubblica.

Cartello lavori recupero ex cinema Embassy a Bologna con importo, data inizio e durata contrattuale.
Cartello lavori recupero ex cinema Embassy con importo,
data inizio e durata contrattuale.


Palazzina Magnani a Bologna ancora in piena ristrutturazione a febbraio 2025, con ponteggi e lavori in corso.
Palazzina Magnani ancora in piena ristrutturazione a febbraio 2025,
con ponteggi e lavori in corso



Palazzina Magnani a Bologna nell’agosto 2025, facciata visibile con lavori vicini alla fine.
Palazzina Magnani a Bologna nell’agosto 2025,
facciata visibile con lavori vicini alla fine.

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NOTE:
-Tutte le foto sono di Monica Galeotti, salvo giardino Palazzina Magnani e foto storiche ex cinema Ariosto ed Embassy (copyright indicato).

FONTI:

- cartellonistica in loco


Siti:
-Scheda informativa Agenzia del Demanio-pdf
-Progetto di fattibilità 2017-pdf