venerdì 8 ottobre 2021

EREMO DI RONZANO

 via di Gaibola, 16-18 - BOLOGNA


L’eremo di Ronzano, di impianto medievale, è il tipico convento di campagna.


Fondato come romitorio da una donna, Cremonina Piatesi, diventa successivamente sede di ordini religiosi: i Frati Gaudenti e i Domenicani. 


Vado a scoprire cosa è diventato oggi attraverso la sua storia.

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DOVE SI TROVA

Si trova a circa 3 km da Porta San Mamolo. 
In auto sono soltanto 10 minuti, la deviazione decisa verso l'eremo dalla via Gaibola è segnata da un cippo con croce in pietra, ben visibile.
La croce è copia dell'originale conservato nell'eremo.

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 Diventa alternativa interessante effettuare un’escursione a piedi con giro ad anello passando per il Parco di Villa Ghigi.

Ho effettuato un circuito di 5,7 km partendo dall’inizio di via dell’Osservanza. 
250 m di dislivello per una durata complessiva di
ore 1,20:
ore 0,50 andata
ore 0,30 ritorno

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DA VIA DELL'OSSERVANZA PASSANDO PER VILLA GHIGI E RONZANO

 Salgo lungo via dell’Osservanza oltrepassando Villa Aldini, Villa Scarani e la Chiesa di San Paolo in Monte dell’Osservanza.
Al termine della strada trovo sulla sinistra il sentiero CAI 904 al quale accedo attraverso una porticina sempre aperta. 

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Il sentiero attraversa terreni privati, nei quali i proprietari hanno cortesemente concesso il passaggio sulla base di un'apposita convenzione con il Comune di Bologna e il CAI, subordinata al rispetto delle elementari norme di comportamento, che si basano sull'educazione dei frequentatori.

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 In seguito il sentiero è interrotto dalla strada di via Gaibola, ne percorro un piccolo tratto per accedere all’entrata superiore del Parco di Villa Ghigi. 

Seguo la segnaletica fino ad incontrare quattro scalini e salgo fino in cima alla collina. 

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Il panorama è su Bologna e Villa Aldini.

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Ancora scalini e un’altra porticina: le indicazioni sono ben presenti.

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Raggiungo le colonnine in pietra grigia, edicole della Via Crucis dell’eremo.

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Ultimo strappo, ed eccomi arrivata, mi accoglie un’immagine suggestiva: l’eremo è circondato da querce secolari e cipressi.
La chiesa si eleva sul quarto lato del chiostro.
La facciata sotto la gronda presenta un grazioso fregio in cotto di mensole a T.

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Lungo il prato antistante, in corrispondenza della colonnina in angolo, un bel panorama: 
la Chiesa di San Paolo in Monte dell'Osservanza e Villa Aldini.

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Se allungo l'obbiettivo riesco ad osservare da vicino la Rotonda della Madonna del Monte, unico resto di ciò che fu l'antica chiesa romanica, distrutta per costruire Villa Aldini, che la ingloba e conserva.

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LA STORIA DELL'EREMO DI RONZANO

Un importante ritrovamento, una spada di bronzo dell’età del ferro conservata al Museo Civico Medievale, fa risalire questo luogo frequentato sin dalla prima età del ferro.

La spada venne trovata nel 1848 dal conte bolognese Giovanni Gozzadini. 

Il ritrovamento di altri numerosi reperti testimoniano la civiltà degli etruschi e poi quella dei romani.

Il toponimo Ronzano deriverebbe da Arruntiani fundus, fondo di proprietà della famiglia romana Arruntia. 


LA FONDAZIONE

Una nobile bolognese, Cremonina Piatesi, fondò nel 1140 un romitorio e una cappella insieme a cinque compagne.

Nel 1209 la pronipote Raimondina ampliò il romitorio e costruì una chiesa.

Diana d’Andalò de' Carbonesi, sorella di Loderingo, futuro fondatore dei Frati Gaudenti, si rifugiò a Ronzano nel 1221 e nel 1222 a causa di una pesante situazione familiare. Fu in seguito dichiarata beata dalla chiesa.

Sotto la formazione di Domenico di Guzman, che conosce personalmente, fondò il monastero domenicano di Santa Agnese, in via Pianoro 21 a Bologna, oggi 
quasi tutta trasformata in caserma militare.

Le sue ossa vengono trovate e raccolte a Ronzano dal Gozzadini nel 1851.


I FRATI GAUDENTI

Loderingo degli Andalò de' Carbonesi fondò l’Ordine Cavalleresco dei Frati Gaudenti insieme a cinque confratelli. 
Uno di questi era Catalano dei Catalani, quello della Torre Catalani, una delle torri rimaste nel centro di Bologna.

L’ordine era nato per garantire la pace fra le fazioni cittadine, come quella fra le famiglie bolognesi degli Asinelli e dei Scannabecchi.

Nel 1266 Loderingo e Catalano furono inviati a Firenze per riportarvi la pace dopo la Battaglia di Montaperti, ma dovettero lasciare la città dopo pochi mesi con accuse di mancata imparzialità, e per questo furono inseriti da Dante Alighieri nella Bolgia degli Ipocriti:
"Frati godenti fummo, e bolognesi;
io Catalano e questi Loderingo
nomati, e da tua terra insieme presi,
…"
(Inferno, canto XXIII, 103-105).

L'Alighieri li considera quindi degni rappresentanti del peccato d'ipocrisia e li condanna a camminare in eterno sotto pesantissime cappe di piombo.


Loderingo, fratello di Diana, comperò Ronzano per volere dei Frati Gaudenti nel 1267.

Alla fine i due monaci Loderingo e Catalano si ritirarono nell'eremo sino alla fine della loro vita, nella preghiera e nel lavoro; Catalano morì nel 1285 e Loderingo nel 1293.

I cavalieri si diffusero in diverse regioni, ma la sede principale rimase il Convento di Ronzano.
A quei tempi erano nati pettegolezzi: il cronista Alberti scrisse che "quanto più cresceva la loro ricchezza, tanto più calava la loro devozione, tanto che col passar del tempo non facevano altro che godere degli opulenti benefici che avevano ottenuto nei tempi passati".¹
Per questo si chiamavano "i Gaudenti".

Ai Cavalieri Gaudenti, che si estinsero alla fine del 1500, è legata la misteriosa storia della Pietra di Bologna "Aelia Laelia Crispis", inserita nell'ex Villa di Casaralta del gaudente Achille Volta e oggi conservata al Museo Civico Medievale.


I DOMENICANI 

I Frati Domenicani acquistarono Ronzano nel 1475 dall’ultimo frate gaudente, Lodovico Barbieri.

Nel 1480 abbatterono due chiesette costruite in precedenza, compreso il sepolcro di Loderingo, e costruirono il complesso attuale: la chiesa e l’annesso convento.
È con i domenicani che vengono commissionati gli affreschi a pittori della scuola bolognese del Francia, quali l'Aspertini, Innocenzo da Imola, il Bagnacavallo (primo Cinquecento).


GLI AFFRESCHI 

Gli interni sono semplici, ma arricchiti da splendidi affreschi, in parte perduti. 

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Un largo fregio occupa il perimetro alto dell’unica navata:
14 medaglioni di santi, vescovi e papi domenicani. 
Sopra il fregio, il Padre Eterno invia la mistica colomba verso la Vergine Maria, dipinta nel pennacchio destro sottostante. 

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Le otto cappelle laterali purtroppo presentano i segni di quella che fu la soppressione napoleonica: si trasformò il convento in abitazione e gli affreschi contenuti nelle cappelle furono mutilati per aprire le finestre. 
 
Fu grazie a Gozzadini nel 1848 che si riportarono alla luce gli affreschi che erano stati coperti, quelli che possiamo vedere ancora oggi.


PRIMA CAPPELLA A SINISTRA
La più completa.
Sulla parete di fondo la Vergine in Trono con Bambino, attorniata dai quattro dottori della chiesa occidentale: Gregorio Magno, Ambrogio, Girolamo e Agostino.
L'attribuzione è data ad Amico Aspertini.

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SECONDA A SINISTRA
Gli affreschi sono quasi tutti perduti.


TERZA A SINISTRA
La Vergine in Gloria, con Francesco d'Assisi e un vescovo domenicano.
Sulle pareti laterali: Maria di Magdala e Caterina d'Alessandria.

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Caterina d'Alessandria.




QUARTA A SINISTRA
È rappresentata la gloria della famiglia domenicana, con santi, dottori e monache, fra cui Tommaso d'Aquino, Vincenzo Ferreri e Diana d'Andalò, tutti attorno a San Domenico. Attibuito ad Amico Aspertini.



QUARTA A DESTRA
Sul lato sinistro San Tommaso d'Aquino.
Al centro il bassorilievo in marmo bianco della Beata Vergine detta dei Gaudenti, opera del XIII sec. e unica testimonianza artistica della presenza a Ronzano dei Frati Gaudenti, espressa dai simboli della congregazione:
la stella dietro la testa della Madonna e la croce dietro il capo del bambino.
Al di sotto sono conservate le ossa di Diana d'Andalò.

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TERZA A DESTRA
Una statua in cotto di Angelo Piò che riproduce il bozzetto dell'Addolorata, venerata nella Basilica dei Servi di Bologna.

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SECONDA A DESTRA
San Rocco di Montpellier, in abito di umile pellegrino e il cane ai piedi.


PRIMA A DESTRA
Martino di Tours a cavallo, in atto di tagliare il mantello e darlo al povero.

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NAPOLEONE 

Nel 1798 il convento venne soppresso e trasformato in proprietà privata.
Venne venduto al marchese Pietro de Lucca, che trasformò gli edifici ad uso mondano, distruggendo gli affreschi aprendo finestre lungo le pareti e coprendo di calce i rimanenti.

Dal 1806 al 1848 fu proprietà del Rettore del Collegio di Spagna, Simon Rodriguez Laso.


GIOVANNI GOZZADINI

Il conte Giovanni Gozzadini, divenutone proprietario nel 1848 insieme alla moglie Maria Teresa Serego Alighieri, discendente di Dante, restaurò l’eremo, ma rimase un'abitazione privata, nota come Villa Gozzadini.
Nel 1851 Gozzadini pubblicò la "Cronaca di Ronzano e Memorie di Loderingo d'Andalò Frate Gaudente", rimise in luce gli affreschi, recuperò i capitelli del chiostro e raccolse memorie e opere d'arte.

Villa Gozzadini divenne centro della vita culturale di quel tempo: ospiti famosi furono Marco Minghetti, Giosuè Carducci, Alfonso Rubbiani e tanti altri. 


OGGI

Proprietario dell’Eremo di Ronzano oggi è l’Ordine dei Servi di Maria che, dopo averlo acquistato nel 1922, lo ha destinato al suo antico uso religioso; alla fine degli anni '60 fu costruito accanto all'eremo il Collegio San Giuseppe, seminario sino alla fine degli anni '70.
Da tempo offre accoglienza a gruppi per ritiri spirituali, parrocchie e scout.

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 Gli edifici sono circondati da un oliveto, un frutteto e una vigna, che produce il Pignoletto dell'eremo.






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Bibliografia:
-¹Tiziano Costa, "Donne da prima pagina nel passato di Bologna", ed. Costa Editore 2017, p. 22.
-brochure "Eremo di Ronzano".
-Corrado Ricci e Guido Zucchini, "Guida di Bologna", ed. Alfa Bologna, 1968,  ristampa 1976.



Sitografia:



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