martedì 26 ottobre 2021

BIENNALE FOTO/INDUSTRIA 2021 - MISHKA HENNER e MAURIZIO MONTAGNA

 (torna a Biennale 2021 presentazione)



 2 - MISHKA HENNER
Palazzo Zambeccari
Via De’ Carbonesi, 11



L’autore, nato l’8 giugno 1976, è un artista belga che vive e lavora a Manchester, in Inghilterra.

Ha studiato sociologia e, rimasto a Londra per alcuni anni, nel 2003 ha visitato "Cruel and Tender" alla Tate Modern, un sondaggio sulla fotografia documentaria, che gli ha cambiato la vita.

Viene descritto come uno dei principali sperimentatori del linguaggio fotografico contemporaneo, per la sua appropriazione di tecnologie ricche di immagini fra cui Google Earth, Google Street View e YouTube e per la sua adozione della stampa su richiesta come mezzo per aggirare i modelli editoriali tradizionali.

Nel 2013 ha ricevuto il prestigioso Infinity Award for Art dell’International Center of Photografy di New York.
Nel 2015 è stato consacrato dalla mostra collettiva "New Photografy"
 al MoMA di New York.


LA MOSTRA
In the Belly of the Beast
(nel ventre della bestia)


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Palazzo Zambeccari.

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È un'esposizione sul rapporto fra uomo, tecnologia e animali, in un processo incessante fatto di consumo, digestione e scarto.

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Interrogandosi sulla ridefinizione del ruolo della fotografia nell’epoca di Internet, l'autore in questa mostra presenta 3 progetti:

1-Feedlots
Una serie di grandi fotografie realizzate attraverso la combinazione di centinaia di immagini di Google Earth, raffiguranti enormi allevamenti di bovini, in cui la descrizione dettagliata si combina a un senso di astrazione.

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Feedlots, Coronado Feeders, Dalhart, Texas, 2012.





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Feedlots, Wrangler Feedyard, Tulia, Texas, 2013.





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Feedlots, Centerfire Feedyard, Ulysses, Kansas, 2013.





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Feedlots, Black Diamond Feeders, Herington Air Base, Kansas, 2013.




2-Scope
Un montaggio di video reperiti su YouTube di animali che ingeriscono fotocamere e videocamere.

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Scope, 2021.





3-The Fertile Image
Un'accumulazione di oltre 300 immagini generate automaticamente da un software alimentato dall’artista.

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The Fertile Image, 2021.






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3-MAURIZIO MONTAGNA
Museo di Zoologia
via Francesco Selmi, 3


Nasce nel 1964 a Milano. Lavora con la fotografia da vent’anni e il suo lavoro è stato esposto nei musei e gallerie in Italia e all’estero. 
Docente di fotografia presso la Nuova Accademia di Belle Arti a Milano e dal 2015 al 2018 all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Vive e lavora a Milano. 

Il suo lavoro attraversa architettura e paesaggio urbano, in un’indagine del linguaggio fotografico per mettere alla prova il potenziale documentario di questo mezzo.


LA MOSTRA 
Fisheye 
(occhio di pesce)


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Questo progetto è stato realizzato appositamente per Foto/Industria e indaga il territorio della Valsesia, selezionata come campione. 
In questo territorio nel corso dei secoli, si è sviluppata la pesca, a partire da una tradizione fra le più antiche del mondo.

L’autore analizza il cambiamento del territorio perpetrato dalla natura e dall’uomo e come quest’ultimo abbia inciso nettamente sul cambiamento con costruzione di dighe ed emissioni di gas serra ad esempio, alterando il corso dei fiumi la vita delle specie autoctone e quella delle persone che di questa pesca si cibano, seppur sempre meno.

Sono esposte tre serie di fotografie: a colori, in light box e in B/N, inserite nelle bacheche di un'ala del museo.

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Quelle a colori danno il titolo alla mostra, occhio di pesce, perché l’immagine dell’acqua in movimento è ciò che viene visto dal pesce stesso, come presuppone l’autore. 

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La seconda serie sono immagini all’interno di una light box e vi sono fotografate delle esche realizzate a mano da un novantenne abitante della Valsesia, molto geloso di questi suoi materiali.
Le esche imitano gli insetti e il filo di seta ricorda le immagini a colori movimento dell’acqua della precedente serie. 

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Maurizio Montagna, Valsesiana, AP #005, 2021




Le  mosche artificiali da sempre costituiscono le uniche esche tradizionali della Valsesia.
Sono piccole ricostruzioni di insetti realizzate a mano: un amo, un filo di seta, una piuma.

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Maurizio Montagna, Valsesiana, AP #003, 2021




La terza serie sono immagini in B/N dove è più evidente ciò che vuole denunciare l’autore, ovvero l’effetto dell’uomo sulla natura, che ha cambiato il corso del fiume e quindi anche l’habitat del pesce. 

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Ormai non esiste quasi più la pesca per alimentarsi nella Valsesia ma solo pesca sportiva.
I pesci andrebbero pescati con un amo che non fa male, presi senza rovinare le branchie, la foto di rito stile trofeo e poi andrebbero rigettati nel fiume. Ognuno di noi può giudicare secondo la propria sensibilità.


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