domenica 22 ottobre 2017

ACCADEMIA DELLE BELLE ARTI

via delle Belle Arti, 54 - BOLOGNA


ultimo aggiornamento 9 dicembre 2023


Nel medesimo edificio della Pinacoteca Nazionale, si trova l'Accademia delle Belle Arti.


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L'edificio intero (Accademia e Pinacoteca) era in origine il Convento dei Gesuiti con l'annessa Chiesa di Sant'Ignazio. Oggi l'Accademia si trova nell'ex Chiesa.

Accademia-delle-Belle-Arti-Bologna





Il palazzo fu compiuto con disegno di Alfonso Torreggiani nel 1727 e si trova alla fine di via delle Belle Arti, e incornicia piazza Puntoni, quasi a raggiungere via Zamboni.

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Dal corridoio d'ingresso dell'Accademia, già si intravedono opere e riproduzioni.

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LA STORIA

L'Accademia artistica a Bologna nasce in altra sede con i Carracci nel 1582, l'Accademia dei Desiderosi, un tentativo per l'insegnamento che nel tempo andò in declino.

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Più fortunata la fondazione a Palazzo Fava e poi a Palazzo Poggi, per merito di alcuni pittori bolognesi e al riconoscimento di papa Clemente XI.
Da qui la nomina di Accademia Clementina
Vi lavorarono grandi maestri come Carlo Cignani, Donato Creti, i fratelli Bibbiena e altri.


"Impresa dell'Accademia Clementina", di Giuseppe Orsoni, 1722.
 Lo stemma vede gli strumenti delle tre arti:
pennello, compasso, scalpello.

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E' con l'occupazione napoleonica che l'Accademia Clementina fu soppressa, e istituita un'Accademia Nazionale di Belle Arti, nell'ex collegio gesuitico, dove attualmente si trova, per istituire una concentrazione di istituzioni di studi superiori, in un'unica area della città.

L'ex chiesa gesuita di Sant'Ignazio oggi è l'Aula Magna dell'Accademia e, appena vi si accede, sorprende per la bellezza.

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Si affacciano alla balconata tre modelli in cera per lo studio anatomico. Nell'arte della cera Bologna eccelle fra Sette e Ottocento.

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L'Aula Magna viene usata per lezioni, conferenze, videoproiezioni, e contiene numerose riproduzioni in gesso di opere di scultura greco-romana, medievale e rinascimentale.

I due dipinti sulla balconata sono gli unici a risalire al periodo religioso dell'edificio, entrambe ritraggono San'Ignazio, fondatore dei Gesuiti.
A sinistra: "Visione di Sant'Ignazio di Lojola", di Giacomo Pavia, 1732.
A destra: "Sant'Ignazio aggredito", di Felice Torelli, 1726.

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Alla parete "Allegoria della Fama", tela applicata su tavola, 1720, di Marcantonio Franceschini, in memoria di Carlo Cignani, presente con un ritratto nell'opera, morto l'anno precedente.
Franceschini e Cignani sono stati fra i grandi Maestri all'Accademia.

L'opera è stata assunta come immagine simbolo dell'Accademia delle Belle Arti di Bologna.

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Si nota fra gli altri il calco in gesso della "Madonna col bambino" di Niccolò dell'Arca, presente sulla facciata principale di Palazzo d'Accursio.

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SALA CLEMENTINA

Un corridoio attiguo all'Aula Magna ci porta a quella che oggi è l'aula dei docenti, dove si svolgono esami e ricevimenti.
Il luogo deve il nome al busto di Papa Clemente XII.

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Alle pareti la maggior parte dei dipinti della quadreria, che ritraggono personalità, maestri ed allievi, dal Settecento al Novecento e, curiosamente, il ritratto di un solo volto femminile.

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"Autoritratto", di Rose Matthieu, 1770.

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La presenza di colonne suggerisce l'ideale prosecuzione dell'Aula Magna, quindi presumibilmente questa era in origine l'abside della Chiesa di Sant'Ignazio.

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SALETTA DI CURLANDIA

La sala deve il nome al monumento del principe baltico Pietro di Curlandia, duca di Curlandia e Senigallia, opera di Angelo Venturoli (Collegio Venturoli) Giacomo de Maria, mezzo busto d'uomo nelle fogge di nobile romano.
Il duca, nominato Accademico d'Onore durante il suo tour in Italia, decise di istituire nel 1787 il Premio Curlandese, un premio annuale di mille ducati d'oro, da consegnare agli allievi più meritevoli dell'Accademia Clementina.

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Il premio, che si aggiungeva agli altri esistenti Marsili-Aldrovandi e Fiori, costituiva l'aspetto più stimolante della vita accademica.

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Il bel cortile interno.

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In fondo al corridoio d'ingresso altre numerose riproduzioni, con i modelli in gesso delle principali statue di Roma e Firenze.

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Alcuni calchi in gesso sono stati donati da Benedetto XIV nel 1700 e altri dal Canova, il quale era molto attento al rapporto con le Accademie.

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"La Pietà" di Michelangelo.

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Sulla destra nella foto il modello in gesso della "Morte di Virginia", tema tratto dalla storia romana, 1806, di Giacomo de Maria.
L'originale in marmo viene scolpito per mostrare agli allievi i segreti della lavorazione del marmo, mettendo a frutto le esperienze maturate dallo scultore bolognese a Roma presso lo studio del Canova.
Sarà poi acquistato da un gentiluomo inglese e successivamente esposto a Liverpool presso la Walker Art Gallery.

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Il Discobolo di Mirone.

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Si conclude con il calco di Nettuno del Giambologna, in posa diversa rispetto a quello della famosa fontana.

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Negli anni del Novecento i più importanti docenti sono stati, fra i tanti, Giorgio Morandi e Carlo Rambaldi.

La scuola offre laboratori di pittura, scultura e incisione, anatomia, decorazione e scenografia del teatro.

La prima Accademia d'Arte del mondo fu istituita a Firenze da Lorenzo il Magnifico, nel suo giardino di San Marco.


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Nov 2021 - Nel volume Dizionarietto di decorazione per l'architettura (ed. La Mandragora, Imola), di Enrico Arceti, docente dell'Accademia di Belle Arti di Bologna, è stata inserita la seguente immagine alla voce "Telamone".

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©foto Monica Galeotti - Museo Davia Bargellini


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Bibliografia:
-resoconto visita guidata giornate FAI autunnali 2017.


Sitografia:





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