(torna a Biennale 2021 presentazione)
11 - TAKASHI HOMMA
Padiglione dell'Exprit Nouveau
piazza della Costituzione, 11
Takashi Homma nasce a Tokyo nel 1962.
Ha studiato al Nihon University College of Art, ma ha lasciato nel 1984 per lavorare come fotografo presso un’agenzia pubblicitaria di Tokyo.
Nel 1991 si trasferisce a Londra per lavorare come fotografo per la
Nel 1999 ha vinto il Kimura Ihei Commemorative Photografy Award per il progetto e libro Tokyo Suburbia (1998), lavoro di tipo topografico, un'opera che è diventata una pietra miliare nella storia della fotografia giapponese.
Le immagini riguardano quartieri periferici poco fotogenici trasformati in luoghi vaghi e irreali.
Appaiono già i ristoranti McDonald's, protagonisti della prima serie di questa mostra, pubblicata nel 2010 con il sintetico titolo di M.
Una grande retrospettiva del suo lavoro è stata aperta al 21st Century Museum of Contemporary Art, Kanazawa, nel 2010.
Grande ammiratore di Le Corbusier, insegue e fotografa le architetture del grande maestro in tutto il mondo.
Nel 2021 espone al CCA di Montreal una mostra sullo studio delle finestre ideate da Le Corbusier e il libro Looking through Le Corbusier Window.
LA MOSTRA
M + Trails
(M + Sentieri)
Non poteva essere migliore la collocazione della mostra di Takashi Homma qui al padiglione dell’Exprit Nouveau, progettato da Le Corbusier.
L’edificio originale fu ideato da Le Corbusier e Pierre Jeanneret per l’Exposition International des Arts Décoratifs di Parigi nel 1925, come edificio espositivo temporaneo, poi demolito.
Ricostruito fedelmente nel parco antistante l’area fieristica a Bologna, fu inaugurato nel 1977 e successivamente restaurato nel 2017.
Le foto di Takashi Homma sono inserite in questo prototipo di alloggio ideale standardizzato, progetto visionario.
Le Corbusier proponeva l’abbattimento della città vecchia per fare posto a spazi verdi e grattacieli e questo edificio si sarebbe inserito nei villaggi che avrebbero circondato il centro cittadino lasciato ai grattacieli.
L’edificio è diviso in due parti: la "cellula tipo" (prototipo di unità abitativa urbana) e una rotonda per l’esposizione di progetti ed enunciati teorici: il "Diorama".
Nella rotonda/diorama rimangono visibili due prospettive visionarie di Le Corbusier, già dal 1925 a Parigi: la prospettiva della "Città di tre milioni di abitanti" e quella del "Plan Voisin de Paris".
Nelle prospettive sono inserite due foto di Takashi Homma della serie M.
Come l’edificio, anche la mostra è divisa in due parti: due progetti che l’artista ha realizzato in un ampio periodo, fra il 2000 e 2018, la serie M e il progetto Trails.
Come si evince dalla biografia, l'architettura e i luoghi sono i soggetti che Takashi Homma predilige, ponendo l'attenzione sull'abitare e il rapporto uomo-territorio.
La serie M vede diversi negozi di McDonald’s in diverse parti del mondo.
Takashi gioca su due basilari distinzioni: differenze e somiglianze.
Differenze perchè riconosciamo il modello McDonald's ma sappiamo che quello fotografato non è quello che abbiamo vicino a casa.
Somiglianze perchè questi non-luoghi per eccellenza offrono il conforto della riconoscibilità, attraverso la standardizzazione del cibo e gli edifici simili fra loro: strutture basse, luci soffuse e un logo composto da due archi gialli.
Un conforto che però può dissolversi, sopraffatto dal disagio che viene dalla sensazione di spostarsi per restare sempre fermi nello stesso posto.
Al piano superiore la seconda parte Trails.
Nel progetto Trails vi è la relazione con il territorio nella dimensione locale della caccia.
Territorio e buchi delle pallottole
In un video di diverse ore un grosso rapace viene ripreso mentre si ciba di una preda e lascia tracce di sangue sulla neve bianca.
Nelle fotografie vengono mostrate le tracce di sangue lasciate da alcuni cacciatori di cervi tra le montagne di Hokkaido, all'interno del parco nazionale di Shiretoko.
Takashi vuole evidenziare, attraverso il sacrificio dell’animale, una crudele eleganza che ricorda la calligrafia tradizionale giapponese.
La neve come le pagine di un quaderno dove la grafia è la traccia di sangue dell'animale.
Le fotografie sono disposte in un gioco di specchio a pavimento, che ritrae nell'insieme l'edificio dal basso.
I mobili presenti sono di produzione industriale (presenti in grande quantità e a basso costo sul mercato). Furono sottratti alla loro funzione originaria e trasformati progettualmente, andando ad assumere così dignità e statuto di Architettura: i casiers standard.
A partire dal '77 questi mobili sono stati riprogettati per essere inseriti nel padiglione (così come Le Corbusier li realizzò nel 1924-25, in collaborazione con produttori cecoslovacchi e artigiani parigini).
Non entrarono mai in produzione prima del 1979, quando iniziò a prodursi la serie Cassina.
Sullo sfondo un'immagine di Le Corbusier.
Al piano terra l'ultima parte della serie Trails, dove Takashi compie un salto concettuale, a partire dalla bellezza della calligrafia giapponese:
sono suoi i dipinti su tela, dove l'astrazione del segno si combina con la realtà della vita e della morte.
Il Padiglione è attraversato da un albero racchiuso in un ampio terrazzo, pensato per dare a ciascun abitante una casa con un grande spazio all'aperto.
L’edificio, da quando è stato ricostruito a Bologna, è utilizzato come spazio espositivo in particolare in occasione di Arte Fiera Bologna, che si svolge proprio nei locali di fronte a questo spazio e, ancora una volta, come spazio espositivo per la mostra di Takashi Homma in occasione della Biennale di Foto/Industria 2021.
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→ IL MAST
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Bibliografia:
-broshure mostra Takashi Homma
Sitografia:
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