lunedì 18 luglio 2022

CIMA PORTULE - ALTOPIANO DI ASIAGO

PREALPI VICENTINE 


L’Altopiano di Asiago, anche detto "dei Sette Comuni", è una conca verde nel cuore delle Prealpi Vicentine, circondata da cime che sono state teatro della Grande Guerra del 1915-1918. 


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Da qualunque parte dell’Altopiano si osservi Asiago è possibile osservare il grande Arco Monumentale dedicato ai caduti.


Asiago è posto al centro dell’Altopiano mentre gli altri comuni sono tutti intorno.

Il paesaggio è uniforme, tratteggiato dai boschi e possiede il tipico aspetto montano. 

L’Altopiano è delimitato a nord da una dorsale che comprende una serie di cime che si elevano oltre i 2000 metri, la cosiddetta "zona alta".

Verso sud invece è delimitato da una serie di colli che digradano verso la Pianura Padana.

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L’Escursione sull’Altopiano mi porta sulla dorsale nord a
CIMA PORTULE
 (Pòrtel in cimbro, antica lingua di origine germanica parlata nell’altopiano, o Kempel in tedesco).
Il significato della parola cimbra "portule" significa "monte ripido".
Con i suoi 2310 m è la terza in ordine d’altezza, dopo il Monte Trentin (2325m) e Cima XII (2336m). 


Parto da Asiago e percorro la Strada Provinciale 349 fino alla deviazione per la Val Formica.
Lascio l’auto lungo il parcheggio sulla strada nei pressi del bivio per Malga Larici di Sotto, dopo aver percorso 18 km.

©Automobile GPS Relive 3D - ©mappatura Monica Galeotti
©Automobile GPS Relive 3D - ©mappatura Monica Galeotti



PERCORSO AD ANELLO CIMA PORTULE
Sentiero CAI 826
Difficoltà: E*
Tempo di percorrenza: ore 5,20
Lunghezza: km 13,5
Dislivello: 829


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©escursione GPS Relive 3D - ©mappatura Monica Galeotti


Salirò alla cima in senso antiorario, per toccare subito i luoghi di quegli avvenimenti che sono stati testimoni di inutili massacri.

Nulla vieta di effettuare il percorso in senso orario, ma con una salita molto più ripida. 

Salgo quindi per Malga Larici di Sotto per strada sterrata.

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Malga Larici di sotto




Questo sentiero è la Erzherzog Eugen Straße (Strada del principe Eugenio) una strada militare che taglia il profilo del monte, costruita in soli 32 giorni da 1300 soldati del Corpo d’Armata Austriaco nella primavera del 1916. 
Oggi è parte del tracciato denominato ↦ Sentiero della Pace.

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Raggiungo Bocchetta Portule (1937m) dopo circa 6 km.

Trovo una ex postazione in caverna per batteria italiana del 1815, trasformata dagli austriaci nel 1916 in stazione per teleferica e serbatoio di acqua potabile per le truppe impegnate sul Monte Ortigara. 

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UN PÒ DI STORIA

All’inizio della guerra Cima Portule era italiana, assieme a Cima Trentin e Cima XII.

Le tre cime costituivano un baluardo che avrebbe dovuto essere invalicabile per gli austriaci invece, a causa di Comandi inadeguati, le montagne non furono fortificate, se non per la caverna cannoniera appena incontrata.

Questa unica postazione non era assolutamente in grado di difendersi da un assalto laterale che scendesse dalla cima ed in effetti avvenne proprio questo.

Gli austriaci nella primavera del 1916, durante la spedizione punitiva (Strafexpedition) presero tutte le cime, fino a scendere e prendere anche Asiago. 

Ecco allora che occuparono la caverna cannoniera e costruirono la Erzherzog Eugen Straße. 
Le finestre per i cannoni, non più valide perché guardavano verso le loro basi, vennero utilizzate come arrivo di teleferiche, al sicuro dal fuoco italiano.
Inoltre vennero costruite delle vasche per l’acqua potabile che veniva pompata e distribuita ai soldati sull’Ortigara, dato che lassù di acqua non ce n’è.

L’anno dopo gli italiani cercarono di riconquistare queste vette partendo dall’Ortigara, ma gli austriaci le avevano coperte di reticolati e postazioni di mitragliatrici, cosicché morirono 25.000 uomini, quasi tutti alpini, in 20 giorni di combattimento.

Entro nella caverna.

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Le finestre per i cannoni, dalle quali gli italiani sparavano, si aprono sulla Val Trentin e la Erzherzog Eugen Straße fin qui percorsa.

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Abbandono la strada militare, la quale prosegue fino alla zona del Monte Ortigara e salgo a sinistra per il sentiero, sempre CAI 826, che mi porterà fino al punto più alto di Cima Portule.

La salita non è mai troppo ripida e mi muovo fra distese di mughi e grandi massi dentro una sorta di valle, dove si notano diverse doline, tipico paesaggio carsico.

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Scorgo la Nigritella nera (Gymnadenia nigra), della famiglia delle orchidee.
La sua infiorescenza è una breve spiga molto profumata.
Il suo tipo di habitat è Artico-Alpino, dai 1500 fino ai 2500 metri.
È una specie protetta, quindi è vietata la raccolta.

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Raggiungo un’ampia balconata prativa dalla quale riesco a vedere la strada fin qui percorsa.

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Incontro i ruderi di tre imponenti teleferiche austriache e alloggiamenti per il personale addetto alla manovra.

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Proseguo lungo il Filon di Portule, la suggestiva area dorsale che precede la grande croce della cima.

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Ed eccomi arrivata alla croce, 2310 m.

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©foto Sylvie Papin



Osservo il panorama a 360°. 
Verso ovest i laghi di Levico e Caldonazzo, e Cima Larici che raggiungerò sulla via del ritorno.

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A Nord Cima XII, la più alta dell'Altopiano, Monte Trentin poi, più in basso a destra, Cima XI, l’Ortigara e Cima della Caldera.

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La pausa pranzo su questa cima è molto gratificante, ferma ad ammirare questo panorama tutto intorno. 

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Riprendo il cammino per affrontare la discesa, decisamente ripida su questo versante.
Occorre una certa prudenza.

Raggiungo Monte Kempel (non è altro che una delle due estremità di dorsale del Portule, infatti Kempel è il Portule in lingua tedesca).

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Scendo ancora attraverso un suggestivo ma anche impressionante passaggio fra alberi bruciati.

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È la zona di Porta Renzola, 1949 m, una sella che separa Cima Portule dal Monte Erba. 

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Purtroppo sono i resti di un bosco bruciato il 28-29 dicembre del 2015.
Il rogo, che inizialmente interessava 5 ha di bosco si è poi ampliato fino a interessarne 100.
Nonostante i molti uomini impiegati, a causa del terreno impervio e della presenza di ordigni inesplosi risalenti alla Grande Guerra, l’incendio ha continuato a distruggere il bosco per tutta la notte.

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Raggiungo Cima Larici, un piccolo spiazzo erboso panoramico, dal quale osservo più da vicino Cima Mandriolo.

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Un lembo della Valsugana.

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Il Portule nella sua interezza, l'area di Porta Renzola con il bosco bruciato e la discesa fin qui percorsa.

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 Arrivo a Bocchetta Larici (1876 m). 

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Ancora 25 minuti e, attraverso il bosco, raggiungo il Rifugio Larici, 1658 m.
Sullo sfondo il Monte Verena.

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Da qui raggiungo in breve tempo l’auto, lasciata nel parcheggio lungo la strada nei pressi della salita alla Malga Larici di Sotto.


Lascio l'Altopiano di Asiago scorgendo la Pianura Padana all'orizzonte.
Arrivare a Cima Portule, la più bella e interessante di questo comprensorio (anche per il valore di memoria storica che conserva), mi ha permesso di osservare dall'alto un panorama da cartolina.
Nessuna guglia dolomitica, ma dolci rilievi che si affacciano su verdi pendii e splendidi laghi.

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Gli altri itinerari:



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Note:
- l'itinerario qui descritto è stato percorso personalmente il 25 giugno 2022, consultando preventivamente le previsioni meteo, prestando attenzione all'evoluzione del tempo nella stessa giornata.

*per i livelli di classificazione delle difficoltà nell'escursionismo vedi ↦ Dolomiti presentazione


Sitografia:


Bibliografia:
- cartellonistica Bocchetta Portule dell’Ecomuseo della Grande Guerra


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