1- MEMORY - MEMORIA
La fotografia viene creata da uno strumento meccanico e poi diventa essa stessa uno strumento per la riproduzione di immagini.
La sua particolarità è quella di catturare i dettagli.
Riguardo la tecnologia dell’informazione è uno strumento utilissimo nell’ambito dell’archivio: sia su pellicola fotografica che in file digitale, può essere vista, replicata e riusata in vari ambiti.
Questa immagine rimanda a diversi momenti della storia dell'archiviazione delle immagini nella fototeca: lo schedario, elemento chiave per la ricerca; l'espositore bianco in cui sono specificati i termini del servizio di fotocopie e scansioni; la telecamera di sorveglianza, collocata sopra il mobile.
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Kunsthistorisches Institut in Florenz-Max-Planck-Institute, Fototeca, Firenze, Italia, 2018. ©Armin Linke.©foto Monica Galeotti |
Oltretutto la produzione e la riproduzione di immagini oggi avviene a costi ridotti e con uno sforzo relativamente contenuto, cosicché gli archivi sono diventati depositi di memoria visiva e utilizzati per molteplici scopi: sono consultati per
documentazione di persone, luoghi ed eventi;
per fini commerciali e sistemi di sorveglianza; per la ricerca scientifica dove nel tempo hanno contribuito all’evoluzione di numerose discipline come l’antropologia, l’astronomia, la medicina e la storia dell’arte.
Life Magazine, vol. 19, n. 11, settembre 1945, pp. 112-113, 123, 124.
Pagine aperte all'articolo "As We May Think" (come si potrebbe pensare).
Nel 1945 l'ingegnere e scienziato Vannemar Bush presentò una "macchina della memoria", il Memex, che avrebbe permesso di immagazzinare e reperire quantità smisurate di informazioni riprodotte fotograficamente. Benchè il progetto di Bush non sia mai stato realizzato, il Memex è considerato il prototipo degli odierni motori di ricerca.
La fotografia è
memoria storica, politica e culturale.
"Se non hai memoria fotografica, prendine una"
(Kodak, 1966).
Questa macchina, prodotta da Kodak per un breve periodo, utilizzava la pellicola fotografica per l'archiviazione dei dati, combinata a un sistema elettronico per il loro ritrovamento.
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Pubblicità Kodak per il Recordak Miracode System di Kodak, 1966. ©Armin Linke-Estelle Blaschke.©foto Monica Galeotti |
2- ACCESS - ACCESSO
Nell’era digitale è importantissima la modalità di archiviazione, reperimento e indicizzazione delle immagini.
La fotografia digitale ha dato l’avvio ad un cambiamento epocale: le immagini convertite in un codice binario insieme al testo, si fondono in un unico file.
Diventano perciò compatibili con l’elaborazione computerizzata e dipendente dal software.
Sono composte da pixel e diversi tipi di metadati (parole chiave, geodati, didascalie) e sono strutturate da hashtag, like e commenti sui social media.
Oggi con la fotografia digitale, gli smartphone e gli scanner si producono più immagini che mai, più di quelle che possono essere processate e, a maggior ragione, archiviate.
Per questo motivo l’associazione fra fotografia e testo (o metadati) diventa il successo della fotografia come tecnologia dell’informazione.
Sarebbe oltremodo impossibile, in un mare di immagini che costituiscono un archivio, accedere a queste fotografie, quindi riconoscerle e utilizzarle.
Vista del Large Hadron Collider, il più grande acceleratore di particelle al mondo, progettato per studiare alcune fondamentali questioni aperte della fisica, come la struttura profonda dello spazio e del tempo.
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©Armin Linke, CERN, Large Hadron Collider (LHC), Ginevra, Svizzera, 2019. Courtesy: l'artista e Vistamare Milano/Pescara. |
La scheda a finestra (combinazione di immagine e testo) può essere considerata la massima espressione di microtecnica (prima della digitalizzazione): un progetto architettonico, per esempio, viene stoccato come immagine e i metadati sono registrati sulla scheda perforata.
Durante gli anni sessanta e settanta del Novecento, aziende come IBM, 3M e Eastman Kodak hanno investito per fare di questo formato 'visivo' di archiviazione e trattamento delle informazioni uno standard nel campo dell'ingegneria. (ricerca: Estelle Blaschke)
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©Fotografo sconosciuto, scheda a finestra, 1960 c. University of Rochester, Rare
Books, Special Collections, and Preservation (RBSCP), Kodak Historical Collection.Courtesy: MAST.
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In Fortune Magazine l'articolo di Francis Bello "Come gestire l'informazione", pp. 162-63
Negli anni sessanta del Novecento, molti progetti prevedevano una combinazione di dati scritti in codice e riproduzione del documento su pellicola. Con la diffusione di codici sempre più sofisticati, lo spazio all'interno della cornice è andato riempiendosi progressivamente. La ricerca di tecniche sempre più efficienti per processare e immagazzinare le informazioni riflette il timore di essere sommersi da un presunto diluvio di informazioni.
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©Fortune Magazine, vol. 62, no. 3, Settembre 1960. Courtesy: Estelle Blaschke & Armin Linke ©foto Monica Galeotti |
3- PROTECTION - PROTEZIONE
La forma più comune di riproduzione della fotografia è la microfotografia, ovvero la radicale compressione di testi o immagini su microfilm.
Tecnica utilissima per ridurre gli spazi di archiviazione e per garantire l’accesso da remoto a quantità elevate di materiali.
La prima applicazione sistematica del microfilm avvenne nell’ambito bancario e a seguire nelle società di vendita al dettaglio, nelle assicurazioni, nell’industria automobilistica e in molti enti governativi.
Le informazioni contenute nel materiale degli archivi sono diventate ben presto di valore, fino a necessitare di protezione.
Pensiamo alla protezione di un’azienda o di una istituzione.
Ecco allora la creazione di versioni di backup per proteggere i dati a lungo termine per proteggere dal rischio di furto di dati o danneggiamento.
Le immagini, depositi di informazioni potenzialmente deteriorabili, a loro volta devono essere protette.
Gli autori della mostra investigano su queste strategie per la protezione delle immagini.
Investigano gli archivi, a volte monumentali, e i sistemi di backup.
Uno di questi luoghi è Iron Mountain, una cava di calcare esausta situata in una zona remota della Pennsylvania occidentale.
In questo deposito sotterraneo vi lavorano oltre 2500 persone e vi sono raccolte di fotografie, rulli di pellicola in celluloide e documenti cartacei di importanza cruciale, fra cui quelli dell’Ufficio Brevetti e degli Archivi Nazionali degli Stati Uniti.
Servono risorse energetiche enormi per raffreddare i centri di elaborazione dei dati analogici e digitali ma questa società di servizi, sussidiaria di Eastman Kodak, è un’azienda multinazionale e multimiliardaria di gestione dei dati.
Ingresso del sito di stoccaggio di Iron Mountain a Boyers (PA), USA, 1955 c.
Prima dell'avvento della società Iron Mountain, alcune parti del deposito sotterraneo erano gestite dalla Eastman Kodak e dalla sussidiaria Recordak. Nel ventesimo secolo, la Eastman Kodak è stata leader mondiale nel settore delle pellicole e delle macchine fotografiche. (ricerca: Estelle Blaschke)
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Fotografo sconosciuto - University of Rochester, Rare Books, Special Collection, and Preservation (RBSCP), Kodak Historical Collection - ©foto Monica Galeotti |
Sito di stoccaggio di Iron Mountain, massima sicurezza. Vi sono conservati documenti e dati di circa 230.000 clienti.
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©Armin Linke, Iron Mountain, 2018 - ©foto Monica Galeotti |
4- MINING - ESTRAZIONE
In questa sezione gli autori analizzano l’utilizzo delle immagini nelle tecnologie per il riconoscimento automatico.
Vi sono sistemi che estraggono (mining) dalle fotografie una grande quantità di informazioni.
Per questi processi la produzione è senza limiti.
Grandi quantità di immagini simili da cui vengono estratte informazioni simili, non è più la banalizzazione della fotografia, ma si tratta di applicazioni fondamentali per lo sviluppo di tecnologie di riconoscimento automatico, la cosiddetta "computer vision", di cui si servono ad esempio i dataset proprietari dei Big Five (Apple, Amazon, Facebook, Google, Microsoft).
Oggi la computer vision si è diffusa in vari campi: ingegneria, industria manifatturiera, agraria e robotica.
L’obiettivo è raggiungere un modello di comunicazione fra le macchine che operi senza il bisogno di una direzione umana.
L’automatizzazione delle immagini viene influenzato dall’estetica e dalle apparenze.
È presente ad esempio nei filtri che gli smartphone applicano alle immagini e negli algoritmi che ordinano i risultati delle nostre ricerche e ci fanno navigare fra un’infinità di immagini contemporaneamente libere e interconnesse.
L'azienda olandese Ter Laak Orchids, ad esempio, grazie a dei sensori fotografici, indirizza le singole piante di orchidee in diverse zone di questa serra, a seconda del grado di maturazione, e verranno riconosciute quelle che potranno essere inserite nel mercato.
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©Armin Linke, Ter Laak Orchids, linea di produzione delle orchidee, Wateringen, Paesi
Bassi, 2021. Courtesy: l'artista e Vistamare Milano/Pescara. |
Ogni singola pianta viene scansionata con 24 immagini per riconoscere quanti boccioli e fiori possiede e di conseguenza determinarne il valore e destinarlo ad un mercato.
Al mercato del sud dell’Europa nel momento in cui ci sono i fiori, al mercato del nord dell’Europa nel momento in cui ci sono dei boccioli.
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©Armin Linke, Ter Laak Orchids, tecnologia di differenziazione ottica, Wateringen, Paesi Bassi, 2022. Courtesy: l'artista e Vistamare Milano/Pescara - ©foto Monica Galeotti |
La produzione data-driven determina anche lo sviluppo di nuovi software: Priva, per esempio, offre un software registrato con il brand e proprietario “Plantonomy“, che promette una pianificazione delle risorse e un controllo dell’energia più efficienti, capitalizzando le leggi della crescita vegetale. Secondo Priva, l’esperienza e i prodotti generati dalla coltivazione agricola automatizzata possono essere applicati altrettanto efficacemente alla gestione sostenibile ed efficiente degli edifici-grattacieli, hotel, uffici, scuole eccetera.
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©Armin Linke, Priva, serra per pomodori, Priva Campus, De Lier, Paesi Bassi, 2021. Courtesy: l'artista e Vistamare Milano/Pescara - ©foto Monica Galeotti |
Accompagnato da dati empirici e misurazioni scientifiche, questo portfolio documenta le diverse fasi di crescita della pianta di patata. La fotografia è stata profusamente utilizzata nel campo delle scienze umane e naturali come prova e come strumento per la produzione di conoscenza.
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Aimé Girard, Ricerca sulla coltivazione industriale della patata, Portfolio con sei eliografie, 1889. Courtesy: Estelle Blaschke e Armin Linke - ©foto Monica Galeotti |
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Aimé Girard, Ricerca sulla coltivazione industriale della patata, Portfolio con sei eliografie, 1889. Courtesy: Estelle Blaschke e Armin Linke - ©foto Monica Galeotti |
Gli algoritmi di clustering sono sviluppati in database a partire da dataset annotati, in modo tale che gli oggetti possano essere identificati nelle immagini da diverse angolazioni.
I sistemi di apprendimento e di riconoscimento automatico richiedono grandi quantità di immagini simili o dataset.
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Edo Collins, Radhakrishna Achanta, Sabine Süsstrunk, Deep Feature Factorization for Concept Discovery, documento presentato alla Conferenza europea sulla visione computerizzata (ECCV), Monaco, Germania, 2018.. Courtesy: École Polytechnique Fédérale de Lausanne (EPFL) - ©foto Monica Galeotti |
5- IMAGING - IMMAGINE
Nella sezione Imagin la fotografia viene indagata come sistema di visualizzazione della realtà ma anche come realtà progettata e costruita.
Come visualizzazione della realtà, viene utilizzata per documentare i processi di lavoro, per ottimizzare i processi scientifici, per ottenere un’immagine più grande (fotografia aerea), per analizzare le particelle in fisica.
Come visualizzazione di realtà costruita, la fotografia è utilizzata per replicare la realtà con straordinaria fedeltà.
Ecco che si parla di rendering digitali, immagini di derivazione fotografica; attraverso i rendering la realtà si costruisce.
È il caso ad esempio delle rappresentazioni digitali fotorealistiche dell’industria dei videogiochi o le librerie di modelli 3D.
Questa realtà costruita sempre più sofisticata andrà a costituire gli ambienti virtuali del futuro.
In esperimenti come ALICE, diversi tipi di sensori, qui di forma rettangolare, vengono posizionati intorno allo spazio dove avvengono le collisioni, in modo da rilevare e “fotografare“ le tracce e le sequenze di particelle.
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©Armin Linke, CERN, (A Large Ion Collider Experiment), modello del sensore di eventi per le presentazioni al pubblico, Ginevra, Svizzera, 2021. Courtesy: l’artista e Vistamare Milano/Pescara - © foto Monica Galeotti |
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©Armin Linke, CERN, Large Hadron Collider (LHC), sala di controllo, Ginevra,
Svizzera. Courtesy: l’artista e Vistamare Milano/Pescara
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Ricostruzione del Ciclo di Sant’Orsola di Carpaccio ad opera di Gustav Ludwig, modello in legno con fotomontaggio, 1904 c.
Il fotomontaggio qui si attesta come una sorta di rendering pre-digitale.
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Courtesy Kunsthistorisches Institut in Florenz, Firenze, Italia - ©foto Monica Galeotti |
Movimenti di particelle catturati nella LExan Bubble Chamber (LEBC) installata nella zona nord dell’acceleratore noto come Super Proton Synchrotron, 09.12.1981, CERN, Ginevra, Svizzera.
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©Courtesy: CERN, Ginevra, Svizzera - ©foto Monica Galeotti |
Tutte le immagini forniscono una veduta parziale della camera a bolle LEBC e hanno un orientamento diverso rispetto alla direzione del fascio in entrata.
Il fascio qui entra dall’angolo in alto a sinistra, diretto verso l’angolo in basso a destra. Si nota un’interazione vicino al bordo sinistro dell’immagine dove si crea un flusso di particelle ad alta energia.
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©Courtesy: CERN, Ginevra, Svizzera - ©foto Monica Galeotti |
6- CURRENCY - MONETA
Il valore delle immagini.
Fin dalle sue origini la fotografia ha posseduto un valore peculiare in campo industriale, scientifico, pubblicitario.
Con la fotografia digitale il sistema di attribuzione di valore è cambiato.
Il mercato della fotografia stock è in declino dagli anni 2000.
Oggi il valore delle immagini è legato all’accumulo di enormi quantità di materiale visivo, come accade nei social media.
Valore soprattutto perché ogni immagine possiede dati e informazioni (metadati).
Il valore delle immagini originali e l’importanza di mantenere un archivio analogico si riflettono nelle celebri fotografie del 1932 Lunch atop a Skyscraper, attribuite a Charles C. Ebbets.
Benché esistano innumerevoli copie analogiche e digitali di queste immagini, le lastre originali sono conservate in archivio come testimonianze culturali e prove dei diritti di proprietà.
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©Armin Linke, Sito di stoccaggio di Iron Mountain, Boyers (PA), USA, 2018.
Courtesy: l’artista e Vistamare Milano/Pescara |
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Dice Armin Linke: "La mostra deriva da una performance organizzata alcuni anni fa al Centre Pompidou di Parigi.
La domanda è: come trasformare una performance in una mostra? Insieme ai designer e a Francesco Zanot si è costruito una specie di paesaggio, un po’ come entrare in un giardino; ho chiesto di non appendere le fotografie alle pareti: sono esposte come sculture.
Ci si muove un po’ come in un videogame attraverso questi sei livelli.
Il visitatore è invitato a navigare in un ipertesto digitale, trovandosi così in una sorta di flânerie, ma allo stesso tempo c'è un invito a studiare."
Gli autori hanno invitato al ragionamento e devo dire che, dopo essermi "immersa" in questo "non percorso" mi sono posta una domanda: "Iron Mountain in Pennsylvania è uno dei tanti luoghi dove viene depositato materiale fotografico digitale in quantità straordinaria.
Microfotografie conservate in archivi; archivi protetti da codici; codici protetti da sistemi di sicurezza; sistemi di sicurezza protetti...ecc.
Una spessa matrioska che nasconde apparati sempre più complessi e sensibili, un equilibrio difficile da preservare.
La sicurezza appesa al filo dell’equilibrista, la precarietà delle cose come quella delle nostre vite?
"Come l’acqua, il gas o la corrente elettrica entrano grazie a uno sforzo quasi nullo, provenendo da lontano, nelle nostre abitazioni per rispondere ai nostri bisogni, così saremo approvvigionati di immagini e di sequenze di suoni, che si manifestano a un piccolo gesto, quasi un segno, e poi subito ci lasciano".
(Paul Valéry, 1929)
L'argomento è complesso (proprio per questo affascinante). Consiglio di arrivare alla mostra con la consapevolezza di avere appreso le informazioni contenute in questa pagina.
Per un ulteriore approfondimento gli autori hanno sviluppato un sito, una piattaforma di pubblicazione: image-capital.com
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