mercoledì 29 novembre 2017

PARCO DELLE ACQUE MINERALI

Il parco è il polmone verde storico di Imola e si sviluppa intorno al modesto rilievo di Monte Castellaccio, interamente circondato e chiuso dall'anello dell'Autodromo Enzo e Dino Ferrari.


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Ebbe origine nel 1830 con la scoperta delle sorgenti curative di acque sulfuree di ferro e zolfo (la cosiddetta acqua "puzzona", per il caratteristico odore di uovo marcio), che resero il luogo immediatamente popolare.
Erano acque ritenute prodigiose per la salute fisica e per la cura di molte malattie.

Fu costruito uno chalet, che sorgeva dove ora c'è una discoteca estiva.
 Era bianco a righe rosse e si componeva di un locale al piano terra con caffè, birreria, gelateria, quindi riparava i visitatori delle acque in caso di maltempo. All'esterno una pista da ballo e il gioco delle bocce. Sopra c'era l'abitazione del custode.
 Lo chalet fu distrutto durante la seconda guerra mondiale.

Lo chalet delle Acque Minerali nel 1940.

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Le sorgenti di acque minerali sono rimaste fruibili fino al 1988, quando furono chiuse per l'eccessiva presenza di acido solfidrico.

La fontana delle Acque Minerali, definitivamente chiusa.

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Il vero e proprio parco fu istituito nel 1871, con la realizzazione di viali e aiuole secondo il modello detto all'inglese, all'epoca in voga.

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Oltre alla zona delle antiche sorgenti, negli 11 ettari di estensione oggi vi sono:

-aree giochi

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-gli impianti sportivi dello stadio comunale

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-il Circolo Tennis Camillo Cacciari

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I confini del Circolo tennis: qui ogni elemento richiama i piloti, le loro vittorie, le tragedie che hanno segnato il mondo delle corse.

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-un laghetto con pavoni e anatre

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-una piazzetta lastricata, coperta da una sorta di grande gazebo

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-una poco visibile entrata ottocentesca, ristrutturata nel 1999.

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Un tempo era l'ingresso principale del parco, poi negli anni '70 l'organizzazione del circuito provocò l'isolamento e la perdita di funzione del cancello.

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Antica entrata ottocentesca.




In seguito alla morte dei piloti di Formula 1 Ayrton Senna e Rolan Ratzenberger, avvenuta nel 1994, sono state effettuate radicali modifiche del tracciato dell'autodromo che hanno comportato profondi cambiamenti al tessuto del parco.

Il campo del Tamburello, costruito nel 1950, che dà il nome alla tristemente famosa variante del circuito, è stato completamente eliminato.

Campo del Tamburello negli anni '70.


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Nella foto di oggi il muro che delimitava il campo da gioco, unico pezzo superstite.

parco_acque_minerali_imola_tamburello







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Imola-Parco-delle-Acque-Minerali


Il polmone verde più antico di Imola è un parco meraviglioso dove perdersi fra larghi viali e aree pianeggianti, prati alberati, biancospini, olmi, frassini, querce e pini. 
E poi alberi esotici, cedri, liquidambar, lecci e gli splendidi ginkgo biloba, che nella veste autunnale regalano luminose, incantevoli foglie gialle.









lunedì 27 novembre 2017

MUSEO CHECCO COSTA ALL' AUTODROMO DI IMOLA

(torna a storia dell'Autodromo)
ultimo aggiornamento settembre 2015


Dal 30 giugno 2013 l'Autodromo di Imola ospita il Museo Checco Costa, inaugurato ufficialmente il 1° maggio 2014 in occasione del 20° anniversario della scomparsa di Ayrton Senna.


Fotografia di Ayrton Senna al Museo Checco Costa di Imola con titolo del blog Facciamo un giro in centro..




Si tratta di una vasta area realizzata sopra ai box del circuito, con documenti, immagini e mezzi che raccontano la storia dell'Autodromo.

Facciata del Museo Checco Costa all’autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola.





Ho visitato il museo il giorno dell'inaugurazione; titolo della mostra:
"ImolAyrton 2014".

Cartellone dell’inaugurazione della mostra Imolayrton 2014 al Museo Checco Costa di Imola.





La mostra presenta cimeli e vetture di Ayrton, ed è curata da Claudio Giovannone, rappresentante europeo dell'Istituto Senna, e Paola Senna, nipote del pilota e responsabile dell'istituto.

E' una monoposto del campione brasiliano a dominare l'ingresso del museo, la Williams FW16 del 1994.

Monoposto Williams FW16 del 1994 guidata da Ayrton Senna, esposta al Museo Checco Costa di Imola.








Dettaglio frontale della monoposto Williams FW16 di Ayrton Senna al Museo Checco Costa di Imola.








Particolare tecnico della monoposto Williams FW16 di Ayrton Senna al Museo Checco Costa di Imola.





Il kart in edizione limitata speciale Ayrton Senna Collection.

Kart in edizione speciale Ayrton Senna Collection esposto al Museo Checco Costa di Imola.





Due esemplari di Formula Ford 2000 della scuderia Van Diemen, quando Senna correva nel 1982 e si aggiudicò 22 gare su 28 nell'intera stagione.

Due esemplari di Formula Ford 2000 della scuderia Van Diemen, guidati da Ayrton Senna nel 1982.





La Ralt RT3 della West Surrey Racing, per la Formula 3 britannica, 1983.

La Ralt RT3 con cui Ayrton Senna corse nella Formula 3 britannica del 1983.








Ayrton Senna immortalato all’interno dell’abitacolo di una monoposto di Formula 1.






Gli anni di Senna alla Lotus, dal 1985 al 1987, con la livrea John Player Special.

Lotus 98T di Ayrton Senna, livrea John Player Special, Formula 1 dal 1985 al 1987.
Lotus 98T John Player Special








Retro della Lotus 98T di Ayrton Senna con in primo piano le grandi ruote posteriori.
Lotus 98T John Player Special








Lotus 98T di Ayrton Senna esposta al Museo Checco Costa e ripresa in penombra.





La foto di Ayrton riportata nel monumento al Parco delle Acque Minerali. 





La consacrazione di Senna alla McLaren, dal 1988 al 1993.

McLaren con cui Ayrton Senna vinse in Formula 1 tra il 1988 e il 1993.








Fiancata della McLaren di Ayrton Senna esposta al Museo Checco Costa di Imola.





Nei box al piano terra, un'altra esposizione di auto.

La Porsche 956, guidata da Senna alla 1000 km del Nürburgring nel 1984, portata a Imola dall'attuale proprietario, il collezionista Alexander Seibold.
Tre giri di pista come co-pilota alla modica cifra di €790.

Porsche 956 guidata da Ayrton Senna alla 1000 km del Nürburgring nel 1984.








Ayrton Senna al volante della Porsche 956 durante la 1000 km del Nürburgring nel 1984.Cartello accanto alla Porsche 956 con offerta di tre giri in pista come copilota a 790 €.






La Minardi M193B di Michele Alboreto, 1994.

Minardi M193B guidata da Michele Alboreto nel 1994, esposta al Museo Checco Costa di Imola.





L'auto d'epoca Stanguellini 1100 Sport Nazionale, con motore di derivazione Fiat, della storica casa automobilistica di Modena.
185 chilometri orari, nel 1946 e 1947 ha vinto il campionato italiano della categoria.

La conversione di Enzo Ferrari da pilota e direttore di scuderia sportiva, a industriale dell'automobile fu stimolata dall'amicizia-competizione con Vittorio Stanguellini, il modenese che alla fine degli anni '40 dominava i circuiti del mondo con le auto Fiat abilmente modificate.
Testimonianze modenesi attestano che Ferrari si sarebbe avvalso dell'esperienza delle officine di Stanguellini usufruendo anche di tecnici dell'amico-avversario.

Auto storica Stanguellini 1100 Sport Nazionale in esposizione al Museo Checco Costa di Imola.






La Ferrari 412 T2 del 1995 di Jean Alesi.

Ferrari 412 T2 guidata da Jean Alesi nel 1995, esposta al Museo Checco Costa di Imola.





Il numero 27 rimane comunque legato al ricordo degli anni in Ferrari di Gilles Villeneuve.

Fotografia di Gilles Villeneuve esposta al Museo Checco Costa di Imola.





Il museo è aperto tutto l'anno, anche al di fuori delle manifestazioni sportive e, dopo questa mostra, ha proposto mostre temporanee che ruotano intorno al mondo dei motori in generale.
Per sapere quale mostra è attualmente in corso, consiglio di consultare il → i canali informativi legati all'Autodromo di Imola.

Immagine artistica del Museo Checco Costa con fila di alberi lungo il fiume Santerno.
Museo Costa e fiume Santerno.








       



> IMOLA


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AGGIORNAMENTO :

 la facciata del Museo Checco Costa è stata rinnovata con un murale dedicato ad Ayrton Senna,
 realizzato dall'artista brasiliano Eduardo Kobra nel 2019, in occasione del 25° anniversario della scomparsa del pilota.

Facciata del Museo Checco Costa con murale di Ayrton Senna realizzato da Eduardo Kobra nel 2019.




Dettaglio del murale di Ayrton Senna sulla facciata del Museo Checco Costa a Imola.



NOTE:
-Tutte le foto sono di Monica Galeotti.

-Per vedere nitide e ingrandite le foto che ti interessano, cliccaci sopra: si aprirà una versione ad alta definizione. Ricordo che la visione ottimale della narrazione attraverso le immagini (fotoreportage) è possibile solo da PC.

-La visita al museo è stata effettuata il 1° maggio 2014.


FONTI:
-Pannelli informativi in loco.

AUTODROMO ENZO E DINO FERRARI

Imola
(torna a Imola)

ultimo aggiornamento settembre 2025




Michele Alboreto su Ferrari n.27 all’autodromo di Imola, 1985.o
Autodromo di Imola 1985, Michele Alboreto , vettura Ferrari 156-85
Olympus OM1 Reflex, 
©Monica Galeotti.






L'Autodromo di Imola è cittadino; al suo interno è racchiuso il Parco delle Acque Minerali.


Entrata principale dell’autodromo internazionale Enzo e Dino Ferrari a Imola.





La fondazione del progetto per la costruzione di un circuito chiuso al traffico risale al 1946, con alcuni promotori fra cui Checco Costa, presidente del Moto Club imolese.

Autodromo di Imola
©Wikipedia/autodromo Enzo e Dino Ferrari




La trasformazione del circuito motociclistico in autodromo si ebbe nel 1948 con Tommaso Maffei Alberti, presidente della società del circuito, 
insieme a Giovanni Canestrini, segretario generale dell'Automobile Club d'Italia, l'approvazione del CONI e la supervisione di Enzo Ferrari e i fratelli Maserati.

Disse Enzo Ferrari: "Valutai fin dal primo momento che quell'ambiente collinoso poteva un giorno diventare un percorso veramente selettivo per uomini e macchine. Un piccolo Nürburgring, con pari risorse tecniche, spettacolari e una lunghezza di percorso ideale. Questa mia convinzione si è realizzata attraverso i decenni che da allora sono trascorsi."

A sinistra Enzo Ferrari,
a destra Checco Costa.
©wikipedia/checcocosta
Checco Costa con Barry Sheene
 ©gazzetta dello sport








Nel 1949 la lunghezza totale del tracciato fu portata a 5 km in ottemperanza alle nuove norme internazionali, e fu ricavato collegando fra loro strade già esistenti che si snodavano sulle colline prospicienti la città di Imola, con tratti di strada nuovi.

sedute alla curva della Tosa con tribune e colline di Imola sullo sfondo
Le sedute della curva Tosa sovrastate dalle colline di Imola.






Dopo alcune gare motociclistiche e collaudi automobilistici, la prima gara di automobilismo si realizzò nel 1954 con auto Ferrari e Maserati, nel circuito con strade aperte al traffico.

Rettilineo del Tamburello con vista sulla città di Imola.
Il rettilineo del Tamburello sullo sfondo della città di Imola.






Per arrivare a realizzare un autodromo permanente si arrivò fino a metà degli anni '60 per via dei vari ricorsi, contrari all'esproprio dei terreni adatti a ospitare le tribune e i box.

Curva Tamburello dell’autodromo di Imola in una foto del 1980.
Autodromo di Imola, Tamburello, 1980 - Olympus OM1 Reflex, ©Monica Galeotti.




Dal 1972 al 1985 si è disputata la 200 Miglia motociclistica, competizione omonima della celebre gara di Daytona.

Qualche nome:
 Marco Lucchinelli, Jarno Saarinen, Johnny Cecotto, Giacomo Agostini, Kenny Roberts.


Marco Lucchinelli - ©motosport.com
                                                                               
Kenny Roberts -©alfonsix2-pinterest







Parcheggio per la curva Tosa durante le 200 miglia di Imola, 1980.
Autodromo di Imola, 200 miglia 1980, parcheggio per Curva Tosa - Olympus OM1 Reflex, ©Monica Galeotti.





A parte un breve excursus nel 1973 di una gara di Formula 1 vinta da Jim Clark su Lotus 25, si dovette attendere il 1980 per la nuova era della Formula 1 di Imola.

Gilles Villeneuve in pista all’autodromo di Imola, 1982.
Autodromo di Imola 1982, Gilles Villeneuve, vettura 126C2 - Olympus OM1 Reflex, ©Monica Galeotti.





Gli anni della Formula 1, dal 1980 al 2006, sono stati un grosso rilancio per il circuito e hanno reso Imola famosa in tutto il mondo.

Stephan Johansson su Ferrari all’autodromo di Imola, 1985.
Autodromo di Imola 1985, Stefan Johansson,
vettura Ferrari 156-85.
Olympus OM1 Reflex, 
©Monica Galeotti.





Nelson Piquet ai box con la Williams-Honda a Imola, 1986.
Autodromo di Imola 1986, Nelson Piquet ai box, vettura Williams-Honda FW11 - Olympus OM1 Reflex, ©Monica Galeotti.





Formula 1 in salita dopo la Tosa vista da dietro, Imola 1985.
Autodromo di Imola 1985 - Olympus OM1 Reflex, ©Monica Galeotti.







IL MEMORIALE GILLES VILLENEUVE

Nel 1983, accanto alla curva Villeneuve, in seguito trasformata in variante, il Memoriale dedicato a Gilles Villeneuve.

Memoriale dedicato a Gilles Villeneuve presso l’autodromo di Imola.




Il monumento, opera di Ferdinando Forlani, è idealmente posizionato nella curva che lo vide protagonista di uno spettacolare incidente. 
E' inoltre studiato pensando al pilota canadese che qui ad Imola, il 25 aprile 1982, corse la sua ultima gara, prima del fatale incidente di quell'anno a Zolder, in Belgio.
Le tre sedute ricordano le tre ruote su cui Gilles compì 
→ il leggendario giro di pista a Zandvoort, Olanda, nel 1979. 
E' illuminato con i colori del Canada, bianco e rosso e, sul bordo, un acero, altro simbolo del paese.

Monumento a Villeneuve di Ferdinando Forlani alla curva del suo incidente.





Sulla pedana la scritta "Salut Gilles" (Ciao Gilles), uguale a quella disegnata sul traguardo del circuito di Montreal, e la frase dell'ex direttore sportivo Ferrari e dell'autodromo Roberto Nosetto.

Pedana con la scritta Salut Gilles, Ciao Gilles come a Montreal.





La targa con parole di Enzo Ferrari .

Targa commemorativa con parole di Enzo Ferrari per Villeneuve.






A 100 metri dal Memoriale Villeneuve troviamo uno dei quattro ingressi al Parco delle Acque Minerali, all'interno del circuito fra la variante Villeneuve e il Tamburello.

Ingresso al Parco delle Acque Minerali vicino al memoriale Villeneuve.




Qui necessariamente raccolgo il corso degli eventi dell'anno 1994, il Gran Premio più drammatico, che cambierà per sempre la storia della Formula 1:

-Venerdì 29 aprile, durante le prove, → Rubens Barrichello ha un grave incidente all'uscita della variante bassa, si rompe il setto nasale, un'incrinazione di una costola, ed è costretto a saltare la gara.

-Sabato 30, qualifiche di gara, il pilota → Roland Ratzenberger si schianta alla curva Villeneuve a 300 km all'ora e muore.

-Domenica 1° maggio, giorno della gara, la Benetton di JJ Letho rimane ferma sullo schieramento e → viene presa in pieno dalla Lotus di Lamy. Una ruota e alcuni pezzi volano in tribuna centrale ferendo alcune persone fra il pubblico.

-Ai box una ruota staccatasi dalla Minardi di Michele Alboreto → ferisce quattro meccanici.

-La Williams di Ayrton Senna esce dritta contro il muro del Tamburello per la rottura del piantone dello sterzo. Il puntone spezzato della sospensione penetra nella visiera del casco alla regione temporale destra, causando fatali lesioni.
Senna viene trasportato all'Ospedale di Bologna, dove morirà poche ore dopo.

Ayrton Senna incidente

Il pilota era molto amato e il dolore dei tifosi sarà enorme.

Ayrton Senna da Silva.





In prossimità della curva del Tamburello nel 1997 viene inaugurato un monumento a Senna, ed è diventato luogo di pellegrinaggio per gli appassionati di Formula 1.

Monumento ad Ayrton Senna all’autodromo di Imola.






Bandiere e maglie appese alle reti in onore di Senna.






bandiere e omaggi lungo le reti del circuito per Senna.







E' una statua in bronzo alta 2 metri, dell'artista Stefano Pierotti.

Statua in bronzo di Ayrton Senna alta 2 m di Stefano Pierotti.





Vista laterale della statua di Ayrton Senna all’autodromo di Imola.





Poco più avanti si intravedono anche oggi bandiere e omaggi al pilota dall'altra parte del circuito, appesi nel punto esatto di collisione al Tamburello.

Bandiere e ricordi per Senna nel punto del Tamburello del 1994.
Bandiere e ricordi per Senna nel punto del Tamburello del 1994.




In questa foto che ho scattato nel 1994 il punto di collisione molto evidente.

Foto scattata nel 1994 al Tamburello, punto del fatale incidente.
Foto scattata nel 1994 al Tamburello, punto del fatale incidente.




Dopo questa gara il circuito ha subìto radicali modifiche per renderlo più sicuro.
La curva del Tamburello, teatro dell'incidente di Senna, è stata sostituita da una più lenta chicane, come anche la curva Villeneuve dove picchiò Ratzenberger.

Modificato anche il tratto delle Acque Minerali, dove ora ci sono due pieghe veloci al posto della vecchia chicane, e una via di fuga molto più ampia.

Circuito alle Acque Minerali con doppia piega al posto della chicane.
Circuito alle Acque Minerali con doppia piega al posto della chicane, 2017.





Auto rossa in pista al settore delle Acque Minerali di Imola.
Autodromo di Imola, Acque Minerali, 2017.





Auto rossa dietro le reti al tratto delle Acque Minerali.
Autodromo di Imola, Acque Minerali, 2017.





Vista panoramica del settore Acque Minerali dell’autodromo di Imola.
Autodromo di Imola, Acque Minerali, 2017.




La volontà politica della "Formula One Management" decide di non far disputare più di una corsa nello stesso paese (in Italia, il Gran Premio di San Marino a Imola e il Gran premio d'Italia a Monza), oltre a non considerare più l'Europa il baricentro del campionato mondiale.
Tutto questo farà sì che l'Autodromo perderà la Formula 1 al termine della stagione 2006.

Foto artistica del circuito di Imola con raggi di sole tra gli alberi.




In seguito i box sono stati totalmente ricostruiti; l'unico manufatto sopravvissuto è la storica torre Marlboro.

In questa foto del 1986: a sinistra la tribuna centrale, a destra i vecchi box e la torre Marlboro.

Tribuna centrale e vecchi box con Torre Marlboro, Imola 1986.
Tribuna centrale e vecchi box con Torre Marlboro, Imola 1986 – Olympus OM1 Reflex, ©Monica Galeotti.




Oggi la torre Marlboro è diventata torre Dekra.

Torre Dekra, ex Torre Marlboro, all’autodromo di Imola.





La tribuna centrale è dedicata ad Ayrton Senna.

Tribuna centrale dedicata ad Ayrton Senna all’autodromo di Imola.





Attualmente l'Autodromo ospita varie manifestazioni, la più importante delle quali è il campionato mondiale di Superbike.

Ha ospitato anche eventi extra sportivi come l'Heineken Jammin Festival dal 1998 al 2006.
Il 9 luglio 2015 il concerto degli AC/DC nel paddock Rivazza, 92.000 persone.
Il 10 luglio 2017 il concerto dei Guns N' Roses, 79.000 persone.


Dall'anno 1994, teatro dei tragici eventi ad Imola, il mondo della Formula 1 cambia radicalmente: tutti i circuiti diventano oggetto di controlli e, ove necessario, vengono effettuate modifiche dei tracciati, per garantire maggior sicurezza ai piloti.

Foto artistica con raggi di sole e bandiere vicino al monumento Senna.



Misure di sicurezza anche sulle autovetture e diminuzione della velocità, tanto che dopo l'incidente di Senna non ci sono più stati incidenti mortali, ad eccezione di Jules Bianchi che andò a sbattere contro una gru, trovatasi momentaneamente a bordo pista per rimuovere una vettura incidentata, nel corso del Gran Premio del Giappone 2014.


Aggiornamento: la Formula 1 torna a gareggiare al Circuito di Imola domenica 1 novembre 2020, dopo 14 anni di assenza.
Non ci sono precedenti per quanto riguarda la attuale Formula 1 ibrida (connubio motore elettrico/termico, arrivando a sistemi ibridi di locomozione con la miglior efficienza al mondo), dato che l'ultima gara di Formula 1 risale al 2006.
Su questo circuito inoltre nessun pilota d'oggi vi ha mai messo piede, essendo tutti di nuova generazione, ad eccezione di Kimi Räikkönen.

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Le corse di moto e di auto hanno caratterizzato e influenzato la mia vita per 15 anni, dal 1980 al 1994.
Gli amici uomini della compagnia erano superiori numericamente alle donne, e non si parlava d'altro, l'argomento principe erano i motori.
La domenica davanti alla tv a guardare le corse e ad Imola per la 200 miglia e la Formula 1.
E poi c'erano i fratelli Marsigli, piloti, meccanici, amici: Walter, campione italiano 125 del Trofeo Grand Prix, e William, campione italiano ed europeo di velocità in salita.

A volte pesava avere come unico argomento di conversazione i motori da competizione, ma poi documentandomi con la rivista Grand Prix International, che compravo costantemente e tenacemente per stare "al passo", ho conosciuto e conservato nel tempo un mondo affascinante e complesso.

Ho ammirato e amato molti piloti, come Barry Sheene per le moto; Gilles Villeneuve, Renè Arnoux e Ayrton Senna per le auto.
Rivedere l'incidente di Senna e le sue immagini fuori e dentro i circuiti, mi emoziona ancora, come se il tempo si fosse fermato, rivedo le immagini e rivedo il passato, nitido, vero, attuale.
Dopo il '94 non mi sono più interessata alle corse.

L'Emilia è terra di motori, il mito delle corse da queste parti è notevole.
Oggi posso dire di essere stata una privilegiata per avere percorso e assistito ad una parte importante degli eventi agonistici del Circuito di Imola, grazie al mio compagno e agli amici di sempre.

Autodromo di Imola, 1986, con gli amici di sempre.

Foto personale con amici a Imola 1986 e Formula 1 sullo sfondo.





Porto Cervo, 1990, barca di Gerhard Berger: con Senna, prima dell'era dei selfie.

Ayrton Senna con Mirco Bianchi a Porto Cervo.
Ayrton Senna con Mirco Bianchi
a Porto Cervo, 1990.





                                                    > MUSEO CHECCO COSTA



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Fonti: