Il parco è il polmone verde storico di Imola e si sviluppa intorno al modesto rilievo di Monte Castellaccio, interamente circondato e chiuso dall'anello dell'Autodromo Enzo e Dino Ferrari.
Ebbe origine nel 1830 con la scoperta delle sorgenti curative di acque sulfuree di ferro e zolfo (la cosiddetta acqua "puzzona", per il caratteristico odore di uovo marcio), che resero il luogo immediatamente popolare.
Erano acque ritenute prodigiose per la salute fisica e per la cura di molte malattie.
Fu costruito uno chalet, che sorgeva dove ora c'è una discoteca estiva.
Era bianco a righe rosse e si componeva di un locale al piano terra con caffè, birreria, gelateria, quindi riparava i visitatori delle acque in caso di maltempo. All'esterno una pista da ballo e il gioco delle bocce. Sopra c'era l'abitazione del custode.
Lo chalet fu distrutto durante la seconda guerra mondiale.
Lo chalet delle Acque Minerali nel 1940.
Le sorgenti di acque minerali sono rimaste fruibili fino al 1988, quando furono chiuse per l'eccessiva presenza di acido solfidrico.
La fontana delle Acque Minerali, definitivamente chiusa.
Il vero e proprio parco fu istituito nel 1871, con la realizzazione di viali e aiuole secondo il modello detto all'inglese, all'epoca in voga.
Oltre alla zona delle antiche sorgenti, negli 11 ettari di estensione oggi vi sono:
-aree giochi
-gli impianti sportivi dello stadio comunale
-il Circolo Tennis Camillo Cacciari
I confini del Circolo tennis: qui ogni elemento richiama i piloti, le loro vittorie, le tragedie che hanno segnato il mondo delle corse.
-un laghetto con pavoni e anatre
-una piazzetta lastricata, coperta da una sorta di grande gazebo
-una poco visibile entrata ottocentesca, ristrutturata nel 1999.
Un tempo era l'ingresso principale del parco, poi negli anni '70 l'organizzazione del circuito provocò l'isolamento e la perdita di funzione del cancello.
Antica entrata ottocentesca. |
In seguito alla morte dei piloti di Formula 1 Ayrton Senna e Rolan Ratzenberger, avvenuta nel 1994, sono state effettuate radicali modifiche del tracciato dell'autodromo che hanno comportato profondi cambiamenti al tessuto del parco.
Il campo del Tamburello, costruito nel 1950, che dà il nome alla tristemente famosa variante del circuito, è stato completamente eliminato.
Campo del Tamburello negli anni '70.
Nella foto di oggi il muro che delimitava il campo da gioco, unico pezzo superstite.
Il polmone verde più antico di Imola è un parco meraviglioso dove perdersi fra larghi viali e aree pianeggianti, prati alberati, biancospini, olmi, frassini, querce e pini.
E poi alberi esotici, cedri, liquidambar, lecci e gli splendidi ginkgo biloba, che nella veste autunnale regalano luminose, incantevoli foglie gialle.
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