10 - YOSUKE BANDAI
Museo della Musica
Strada Maggiore, 34
Yosuke Bandai nasce a Tokyo, dove vive e lavora, nel 1980.
In una sala affrescata al piano terra del Museo Internazionale e Biblioteca della Musica, una griglia circolare bianca di metallo espone 70 immagini a colori che illustrano piccole, effimere sculture realizzate con rifiuti raccolti per strada.
Sono state realizzate assemblando brandelli inutili di immondizia, poi scannerizzati e presentati come fotografie.
©Yosuke Bandai - Monica Galeotti©photo
©Yosuke Bandai - Monica Galeotti©photo
Sono indicatori minimi del bisogno di costruire dell'uomo, la questione rifiuti come impegno sociale portata su un piano metafisico e poetico.
©Yosuke Bandai - Monica Galeotti©photo
I rifiuti sono oggetto di attenzione e dibattito nel contesto della Tecnosfera, tema centrale della Biennale Foto/Industria di quest'anno.
©Yosuke Bandai - Monica Galeotti©photo
© Yosuke Bandai. Courtesy of TARO NASU, Tokyo |
Yosuke Bandai nasce a Tokyo, dove vive e lavora, nel 1980.
La sua indagine come artista si basa principalmente sulla fotografia, spaziando dal cinema agli oggetti scultorei.
Al suo attivo numerose mostre personali e collettive a Tokyo, New York e Parigi.
LA MOSTRA
A Certain Collector B
In una sala affrescata al piano terra del Museo Internazionale e Biblioteca della Musica, una griglia circolare bianca di metallo espone 70 immagini a colori che illustrano piccole, effimere sculture realizzate con rifiuti raccolti per strada.
Sono state realizzate assemblando brandelli inutili di immondizia, poi scannerizzati e presentati come fotografie.
©Yosuke Bandai - Monica Galeotti©photo
Sono indicatori minimi del bisogno di costruire dell'uomo, la questione rifiuti come impegno sociale portata su un piano metafisico e poetico.
©Yosuke Bandai - Monica Galeotti©photo
Con questo lavoro Bandai idealizza un salvataggio di rifiuti destinati alla sparizione, sottraendoli all'oblio con un estremo gesto di riciclaggio.
Non solo: riproducendoli con lo scanner e poi con stampa fotografica (anzichè esporli direttamente), li sottrae allo scorrere del tempo perchè rende impossibile il deterioramento, rendendoli immortali.
I rifiuti del quotidiano non possiedono più alcuna funzione, lasciando all'osservatore un vuoto che si può riempire di personale carica irrazionale, visionaria.
Diventano totem dell'inutilità.
©Yosuke Bandai - Monica Galeotti©photo
I rifiuti sono oggetto di attenzione e dibattito nel contesto della Tecnosfera, tema centrale della Biennale Foto/Industria di quest'anno.
©Yosuke Bandai - Monica Galeotti©photo
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11 - STEPHANIE SYJUCO
MAMbo
Nasce a Manila, nelle Filippine, nel 1974. Attualmente vive e lavora a San Francisco come artista ed educatrice concettuale.
Opera nella fotografia, nella scultura e nell'istallazione, passando da supporti fatti a mano di ispirazione artigianale, all'editing digitale.
Esplora il contrasto fra autentico e contraffatto, affrontando le preoccupazioni politiche sulle questioni del lavoro e dell'economia nel sistema capitalista.
I suoi lavori sono stati esposti in diverse sedi a New York e a San Francisco.
Su di lei:
- appare come protagonista nell'episodio n. 3 "San Francisco Bay Area", stagione 9, di "Art in the 21st Century", una serie educativa che si concentra sull'arte visiva e sugli artisti contemporanei.
LA MOSTRA
Spectral City
Si tratta di un'istallazione video su grande schermo.
Parallelamente viene proiettato il film "A Trip Down Market Street" del 1906 dei Miles Brother, pionieri del cinema muto, ed è da qui che l'artista Stephanie trova ispirazione.
I Miles Brother avevano montato la macchina da presa sulla parte frontale di una Cable Car, la tranvia (oggi monumento storico) che serve la città di San Francisco, dando agli spettatori l'impressione di trovarsi a bordo, riprendendo il centro della città.
©Stephanie Syjuco - Monica Galeotti©photo
Il film rimane come patrimonio e testimonianza storica perchè, pochi giorni dopo le riprese, il grande terremoto di San Francisco cancellò gran parte degli edifici presenti sulla pellicola.
©Stephanie Syjuco - Monica Galeotti©photo
Testimonianza storica ma anche oscuro presagio di catastrofe imminente.
Stephanie Syjuco parte da questa correlazione per la realizzazione della sua opera.
Ripercorre lo stesso itinerario del film del 1906 con il software di Google Hearth.
©Stephanie Syjuco - Monica Galeotti©photo
Google cancella ogni presenza umana, la città è completamente deserta e distorta.
©Stephanie Syjuco - Monica Galeotti©photo
E appare proprio come dopo una catastrofe.
©Stephanie Syjuco - Monica Galeotti©photo
La riflessione è sullo spazio pubblico e sulla continua costruzione e ricostruzione della città.
©Stephanie Syjuco - Monica Galeotti©photo
→ la pagina della Biennale di Foto/Industria
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Videografia:
-episodio n. 3 "San Francisco Bay Area", stagione 9, di "Art in the 21st Century"
Bibliografia:
-pieghevole Foto/Industria
Sitografia:
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