venerdì 20 settembre 2024

MARTIN PARR

MOSTRA "SHORT & SWEET"
12 settembre 2024 - 6 gennaio 2025
Museo Civico Archeologico
via dell'Archiginnasio, 2 - BOLOGNA
aperta tutti i giorni escluso il martedì dalle 10:00 alle 18:00
sabato, domenica e festivi dalle 10:00 alle 19:00



La mostra espone oltre 60 fotografie selezionate dall'artista, affiancate dalla celebre serie "Common Sense", per celebrare i suoi cinquant'anni di carriera, iniziata nel 1975.


Organizzata da 24 ORE Cultura in collaborazione con il Museo Civico Archeologico e Magnum Photos, e patrocinata dal Comune di Bologna, l'esposizione è arricchita da un'intervista esclusiva realizzata dalla storica e critica della fotografia Roberta Valtorta.


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MARTIN PARR

Martin Parr, noto per il suo stile fotografico sociale e provocatorio, ha lasciato il segno con la sua critica alla borghesia, consolidando una carriera con progetti esposti a livello internazionale.

Nasce e cresce ad Epsom, nel Surrey, Inghilterra.

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Autoritratto, To Sang Fotostudio - Amsterdam, 2000.



Il suo interesse per la fotografia, incoraggiato dal nonno, lo ha portato a studiare e realizzare progetti di successo, raggiungendo fama internazionale.

Le sue esposizioni, al Museum of Modern Art di New York nel 1991, dove spicca la nuova fotografia sociale britannica, e una grande mostra alla Tate Modern di Londra nel 2003, hanno consolidato il suo ruolo nel documentarismo fotografico del Novecento.

Nel 1994 è diventato membro della cooperativa fotografica Magnum.
Nel 2003 dirige il videoclip dei Pet Shop Boys e si afferma anche nei nuovi media.
Tra il 2004 e il 2012 è professore all'Università del Galles.


Martin ha condotto un'indagine socio-antropologica sulla società contemporanea, esplorando temi come turismo, consumi di massa e riti collettivi.
Le sue fotografie, crude e ironiche, riflettono con spietata indulgenza la crisi dell'umanità nell'era della globalizzazione.



LA MOSTRA
"Short & Sweet"

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Il percorso espositivo si sviluppa attraverso 9 serie fotografiche più una postazione video con un'intervista a Martin Parr, di Roberta Valtorta.


1- The Non-Conformists
 La mostra inizia con un progetto in bianco e nero realizzato tra il 1975 e il 1980 da un giovane e ispirato Martin Parr, appena diplomato all'Accademia d'Arte.

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All'età di 23 anni, insieme alla sua compagna (e futura moglie) Susie Mitchell, si sposta dalle zone centrali di Londra verso le periferie dello Yorkshire.
Per cinque anni, la coppia documenta la vita quotidiana, concentrandosi sugli eventi dei Non Conformisti, movimenti legati alle cappelle metodiste e battiste, allora in espansione nella zona.
Parr cattura l'ambiente e la vita dei lavoratori locali: operai, minatori, agricoltori e allevatori, realizzando un ritratto toccante dell'Inghilterra del nord, indipendente dallo Stato anglicano.

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Buffet nella Cappella del Battista di Steep Lane; al centro Mrs Doris Wilson.
Calderdale, Sowerby, West Yorkshire, Inghilterra, 1977.




2- Bad Weather
Prima di dedicarsi alle sue note serie a colori, Parr realizzò l’ultimo progetto in bianco e nero, sviluppato tra la fine degli anni '70 e l'inizio degli anni '80, e pubblicato nel 1982.
Il tema centrale del progetto è l'ossessione britannica per il tempo atmosferico.
Utilizzando una fotocamera subacquea, l'artista si immerge nelle tipiche condizioni metereologiche inglesi, come pioggia, acquazzoni, nevischio e tempeste di neve, documentando rigorosamente tali scenari sia in Inghilterra che in Irlanda.
Parr voleva sovvertire le regole fotografiche tradizionali, affermando: "Di solito si dice di scattare solo quando c'è il sole e la luce è buona, ma mi piaceva l’idea di fotografare solo in caso di maltempo".
Con ironia e sensibilità, la serie ritrae le reazioni delle persone costrette a vivere e a sopportare le condizioni climatiche rigide, mostrando espressioni autentiche in un contesto quotidiano.
Invece di concentrarsi sull’iconico paesaggio britannico, Parr volge l’obiettivo verso l'umanità che lo vive, creando un’opera che cattura il legame tra le persone e il loro ambiente, caratterizzato da un clima spesso inclemente.

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Festa di strada per il giubileo, Elland, West Yorkshire, Inghilterra, luglio 1977.




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O'Connel Bridge, Dublino, Irlanda, ottobre 1981.



3- The Last Resort
Il primo progetto a colori è "The Last Resort" (1982-1985), un reportage amaramente ironico realizzato sulle spiagge di New Brighton, sobborgo balneare vicino a Liverpool, durante la metà degli anni '80, un periodo segnato dal profondo declino economico del nord-ovest dell'Inghilterra.
Con una crudezza ironica, ma con una certa tenerezza verso i suoi connazionali, Parr ritrae famiglie a basso reddito in vacanza, mostrando un luogo che, anziché apparire come una località turistica, somiglia più a una zona industriale.

In questo reportage Parr esprime la sua nostalgia per gli anni '60, offrendo una lucida e spietata analisi della fine della classe operaia e dei suoi valori, nonché l'avvento di una nuova concezione consumistica della vita, documentando la decadenza della società del benessere e del consumo.
Questo lavoro, uno dei suoi più celebri, è realizzato con una fotocamera di medio formato e un flash a luce naturale.

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New Brighton, Inghilterra, 1985.



4- Small World
Negli anni '90 l'attenzione si sposta sul fenomeno del turismo di massa (1989-2008).
La serie "Small World" esplora questo tema, mostrando la differenza tra la visione idealizzata dei luoghi famosi e la realtà trasformata dall'uso turistico.

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Acropoli, Atene, Grecia, 1991.




Il fotografo segue il turista medio, cercando di svelare la falsità del viaggio, divenuto un'attività di svago grazie ai voli low-cost.

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Pisa, Italia, 1990.




Attraverso queste immagini, Martin offre una visione critica di un mondo turistico sempre più omogeneo e spersonalizzato, paragonabile al modello di Las Vegas.

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Las Vegas, Nevada, USA, 2000.






5- Common Sense
L'installazione "Common Sense" esposta presso il Museo Civico Archeologico di Bologna, include 250 fotografie, stampate a basso costo su carta A3, con l'utilizzo di una macchina Xerox a colori, selezionate dalle 350 della mostra omonima del 1999, all'epoca installata contemporaneamente in 41 sedi di 17 paesi, conquistando un Guinness World Record.

Le immagini offrono uno studio approfondito del consumo di massa e della cultura dello spreco, concentrandosi in particolare sul contesto occidentale ed europeo.

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Riprendendo gli elementi distintivi della fotografia di Parr degli anni '70 e '80, la serie riflette la sua ricerca ossessiva di ciò che è volgare, assurdo e fuori luogo, rappresentando soggetti legati al cattivo gusto, che affronta con cinismo e sarcasmo.

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Le immagini, spesso audaci negli accostamenti di oggetti kitsch, sono scattate da prospettive insolite e con inquadrature ravvicinate, creando composizioni dinamiche che catturano l’attenzione, un'attenzione al dettaglio che coglie i tratti distintivi della società contemporanea.

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Postazione video-intervista a Martin Parr, di Roberta Valtorta.


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La postazione include sdrai da spiaggia, anticipando la serie fotografica Life's a Beach.

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6- Life's a beach
Martin ha sempre avuto un legame speciale con il tema della spiaggia, e la serie "Life’s a Beach" del 2013 ne è una dimostrazione.
Raccoglie scatti di spiagge di tutto il mondo, immortalando corpi semi-nudi e comportamenti eccentrici in pubblico.

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Magaluf, Majorca, Spagna, 2003.




Mentre negli Stati Uniti la fotografia di strada è una tradizione forte, nel Regno Unito la fotografia da spiaggia ha una simile rilevanza culturale, considerando che nessuno si trova a più di 75 miglia dalla costa.

La spiaggia è uno spazio in cui le persone possono rilassarsi ed esprimere la propria eccentricità, un tratto tipico dei britannici.

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Martin ha documentato la vita in spiaggia per decenni (con scatti che vanno dal 1986 al 2018), immortalando momenti di bagnanti, nuotate e picnic, e catturando l'essenza di questo luogo in cui la gente si mostra in modo autentico.



7- Everybody Dance Now
La serie "Everybody Dance Now" (1986-2018) si concentra sulla danza come forma di espressione universale e democratica, catturando scene di ballo in tutto il mondo, da San Paolo alle isole scozzesi.

Per oltre trent'anni, Parr ha fotografato diversi tipi di danze e ballerini, documentando con precisione i corpi, i movimenti, gli abiti e le espressioni.

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Questa ricerca approfondita rivela l'energia travolgente del ballo, che unisce natura e cultura in un'esplosione di vitalità e libertà.
Le immagini mostrano il corpo collettivo che si esprime senza inibizioni, offrendo un ritratto dinamico e inclusivo di un'attività che accomuna tutti.

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Ballo greco, Christ's Hospital School, West Sussex, Inghilterra, 2011.




8- Establishment
L'Inghilterra è il soggetto principale del lavoro di Parr, che nelle sue serie fotografiche ha esplorato con umorismo e satira l'identità inglese.

L'artista si concentra sull'élite britannica (2010-2016), fotografando luoghi di potere, personaggi politici e università prestigiose.

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La Regina in visita in occasione del 650° anniversario della Worshipful Company of Drapers,
Drapers' Livery Hall, Londra, Inghilterra, 2014.



Reinventa i cliché inglesi, rendendo sorprendenti anche i rituali e le tradizioni più ovvie.
 Attraverso un'analisi dettagliata dei comportamenti, degli abiti, degli sguardi e degli arredi, l'autore svela le convenzioni sociali che caratterizzano l'élite, mostrando la ripetizione di rituali e piccole ossessioni che definiscono il mondo del potere in Inghilterra, offrendo rivelazioni provocatorie.

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A sinistra: Brasenose College Ball, Oxford, Inghilterra, 2015.
Al centro: Burns Night, St Hugh's College, Oxford, Inghilterra, 2016.
A destra: studenti in festa dopo gli esami finali, Oxford, Inghilterra, 2016.




9- Fashion
Parr, sempre sensibile alle convenzioni sociali e alle regole dell'apparenza nel mondo globalizzato, ha affrontato anche il tema della moda con un approccio ironico e satirico, lontano dal glamour tradizionale.

Per oltre vent'anni ha fotografato non solo abiti e accessori, spesso eccessivi o assurdi, ma anche le posture e le espressioni delle persone in Europa, Stati Uniti, Africa e Asia.

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Paris Fashion Week, Parigi, Francia, 2007.



 La serie "Fashion" (1999-2019) include scatti realizzati per riviste e sfilate di moda, ma mantiene la coerenza con il suo stile critico, che esplora le fragilità dell'umanità attraverso un'osservazione acuta e ironica. Queste immagini non si limitano alla moda, ma raccontano i meccanismi sociali di una società sempre più standardizzata e influenzata dalle tendenze globali, mostrando come la moda sia un riflesso delle debolezze e delle contraddizioni del mondo moderno.

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CONCLUSIONI
Durante la conferenza stampa, Roberta Valtorta, spiega il motivo per cui vale la pena visitare questa mostra:

"Short & Sweet", "Corto e dolce".
 Il titolo, ironico, riflette il suo stile: apparentemente leggero, ma con una profondità dolce-amara.

La mostra richiama il tema di "Cruel and Tender", "Crudele e tenero", del 2003, dove l'esposizione fotografica di Parr esplora la condizione umana, bilanciando tenerezza e crudezza nel mostrare la realtà.

Parr si mimetizza nel linguaggio visivo della pubblicità, con immagini colorate e appariscenti, per criticare la società globalizzata e massificata, che ha perso il senso autentico della vita.

È un documentarista, un osservatore attento in un ambito d'azione di tipo antropologico, che indaga sui comportamenti e sui luoghi della nostra civiltà.
Una civiltà triste, poiché sguaiata e colorata, e proprio per questo malinconica. 

Qual è lo scopo di questa mostra? 
La mostra invita a riflettere su una realtà che appare felice ma che in verità cela distruzione e alienazione. Propone di non identificarsi con ciò che si vede nelle fotografie, incoraggiando la ricerca di una vita più semplice e autentica, meno effimera e superficiale, meno simile alla pubblicità. 

Con una grande dose di ironia, Parr cerca di essere serio e giocoso al tempo stesso, come ha sempre fatto, e invita a guardare la realtà in faccia: ci fa sorridere, cosa che non guasta, ma con la consapevolezza di non voler essere ciò che rappresenta, spingendoci a cercare una vita più semplice e autentica.



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Bibliografia:
-catalogo della mostra "Martin Parr. Short & Sweet", edito da 24 ORE Cultura.
-pannelli informativi mostra "Martin Parr. Short & Sweet".
-comunicato stampa della mostra, a cura di Bologna Musei.

-resoconto conferenza e visita in anteprima.

La mostra è curata da:
Martin Parr

Un ricco calendario di eventi accompagnerà l'esposizione, consultabile nel  sito dedicato alla mostra



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Conferenza stampa 11 settembre 2024.
Da sinistra: Roberta Valtorta, storica e critica della fotografia,
Paola Cappitelli, 25 ORE Cultura - Gruppo 24 ORE,
Massimo Bugani, assessore alla Comunicazione Bologna,
Eva Degl'Innocenti, direttrice Musei Civici Bologna,
Andréa Holzheer, Global Culture Director Magnum Photos.
©Monica Galeotti




mercoledì 4 settembre 2024

L' ALTOPIANO DEL RENON

BOLZANO

L'altopiano del Renon, situato tra 900 e 1300 metri d'altitudine e delimitato dai fiumi Isarco e Talvera, è accessibile da Bolzano con la funivia.


Le due principali attrazioni dell'altopiano sono:
-lo STORICO TRENINO che collega i principali centri abitati del Renon.
-le PIRAMIDI DI TERRA DI LONGOMOSO.


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COME ARRIVARE
Per raggiungere le Piramidi, potrei anche arrivare in auto sull'altopiano, ma il viaggio con la funivia e il trenino storico è un'esperienza imperdibile.

A pochi minuti da Piazza Walther, si trova la Funivia del Renon, con un parcheggio auto a pagamento su tre piani.

Il biglietto combinato funivia + trenino fino a Collalbo costa 15 € andata e ritorno.
La funivia raggiunge Soprabolzano in 12 minuti, superando un dislivello di circa 1000 metri.
Da lì, il trenino, con corse frequenti, attraversa prati e colline fino a Collalbo, ultima fermata di una storica ferrovia del 1907.
Dal Collalbo una breve esursione mi porterà alla Piramidi di Longomoso.

Salgo quindi con la funivia e in un attimo mi ritrovo ad osservare Bolzano dall'alto.

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Esco dalla stazione a monte a Soprabolzano.
Trovo subito il trenino e... si parte!

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Il trenino del Renon, ispirato ai modelli svizzeri della Belle Époque, è oggi l'ultimo treno a scartamento ridotto in Alto Adige, e salirci mi ha regalato un'esperienza che evoca il passato.



IL TRAGITTO DEL TRENINO
 Tempo: 17 minuti
Lunghezza: km 5,3

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Traccia GPS Relive 3D - didascalie Monica Galeotti


Un treno a scartamento ridotto è un tipo di treno che viaggia su binari con una distanza tra le rotaie inferiore allo standard ferroviario internazionale, che è di 1.435 mm (1,435 metri). Nello scartamento ridotto, questa distanza è minore, variando tra 600 mm e 1.067 mm.

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L'uso di uno scartamento ridotto offre diversi vantaggi, tra cui la possibilità di costruire ferrovie in aree montuose o con terreni difficili, poiché richiede meno spazio e può gestire curve più strette.
Questo tipo di scartamento è spesso utilizzato in ferrovie storiche, linee turistiche, o in regioni remote dove una costruzione ferroviaria a scartamento standard sarebbe troppo costosa o impraticabile.

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Una delle 6 stazioncine: Lichtenstern - Stella.

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L'anima particolare del Renon è quella che si è sviluppata negli ultimi due secoli: divenne residenza estiva per la borghesia locale, soprattutto i ricchi commercianti di Bolzano, prima dell'era del turismo montano.
Durante tutto l'Ottocento, questo processo portò a un'edilizia residenziale unica. 

Lungo questa linea ferroviaria si concentrano ville signorili e masi-fattorie eleganti.

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Una volta scesa dal treno a Collalbo, mi fermo per un caffè nella caffetteria liberty della stazione: merita!

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 Successivamente, seguo le indicazioni che trovo davanti alla stazione per le piramidi di terra.

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Stazione di Collalbo.




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Seguo il sentiero che, passando per il paese di Collalbo si addentra nel bosco, per poi uscirne.

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Fuori dal bosco eccomi entrare a Longomoso.

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La Chiesa di Santa Maria Assunta a Longomoso.

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Gli edifici sono in gran parte rifatti, ma l'andamento urbanistico è ancora quello di un passaggio fortificato.
                                                                                            
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Dopo aver lasciato il paese, seguo un tratto lungo la strada asfaltata.

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Sono accompagnata da una vista mozzafiato sullo Sciliar, Gruppo del Sassolungo, Gruppo delle Odle.

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Come afferma Fabio Amodeo: "Più che un altopiano, il Renon non è altro che un grande balcone naturale.
Si apre su un panorama straordinario: le più belle montagne che esistano.
Da un'altitudine media di 1000 metri, queste montagne offrono una prospettiva diversa rispetto a quella del fondovalle, diventando presenze costanti che emergono dietro ogni curva e dalle quali non ci si può sottrarre."


L’escursione si addentra nuovamente nel bosco, e posso scorgere le piramidi di terra in lontananza.

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Dei tre siti presenti sul Renon — la Gola del Rio Rivellone sotto Soprabolzano, la Gola del Rio Castro ad Auna di Sotto e la Gola del Rio Fosco a Longomoso — queste ultime sono le più facilmente raggiungibili.
Il sentiero è adatto a tutti.

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Durante il percorso, posso osservare la vista panoramica sulle piramidi da diversi punti, ma solo da lontano.
Non è possibile infatti avvicinarsi come in quelle di Collepietra.
Sullo sfondo la Chiesetta di San Niccolò a Monte di Mezzo.

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In tutti i continenti della Terra esistono piramidi di terra. Quelle del Renon sono le più alte e morfologicamente meglio sviluppate in Europa. 

Come quelle di Perca, Terento, Dobbiaco, Monguelfo e Collepietra, anche queste piramidi sono protette come monumenti naturali di interesse geologico.

Le piramidi di terra in realtà non sono vere piramidi: sono imponenti pinnacoli conici che sostengono enormi massi in un apparente precario equilibrio.
Questo raro fenomeno naturale si manifesta in tutta la sua maestosa bellezza: i pinnacoli ricordano la Sagrada Familia creata da Gaudì o i preistorici Dolmen.

 Non create da un architetto ma dalla natura stessa, queste formazioni richiedono particolari condizioni climatiche e moreniche.
La natura le crea, modella, modifica e infine distrugge, per poi generarne di nuove:
piogge concentrate ma moderate, venti leggeri e sole. La pioggia erode il terreno, creando una rete idrografica che scolpisce il giacimento fino a formare crinali e pinnacoli che possono raggiungere i 40 metri di altezza.

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Foto da Bell'Italia n.1, maggio 1986, pag138.




Ho impiegato 40 minuti per arrivare ai balconi panoramici delle piramidi, partendo dalla stazione di Collalbo.

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Escursione GPS Relive 3D - didascalie Monica Galeotti



Poi ho continuato per altri 10 minuti in salita, attraversando un ponte di legno sopra il Rio Fosco, pensando ci fossero punti di osservazione dall'alto sull'altro versante.

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 Per scoprire che si arriva soltanto alla fermata dell'autobus, da cui parte il percorso opposto per visitare le piramidi.

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 Nonostante questo sforzo non necessario, la vista qui è davvero splendida.

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Ripercorro il medesimo cammino, fra il guizzare delle lucertole nel bosco, finchè non faccio ritorno alla piccola stazione di Collalbo.

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Note:

-l'itinerario descritto è stato percorso personalmente martedì 30 luglio 2024.



Bibliografia:

-"Balcone imperiale", di Fabio Amodeo, rivista Bell'Italia n.52, Editoriale Giorgio Mondadori, agosto 1990.

-"Gotico naturale", di Enrico Pugnaletto, rivista Bell'Italia n.1, Editoriale Giorgio Mondadori, maggio 1986.

-cartellonistica in loco



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