aggiornato dicembre 2021
Il Complesso Monumentale si trova affacciato ad un crocevia importante sui viali della città. Riesce a incorniciare dal basso un intravisto Santuario di San Michele in Bosco.
Dicesi a Porta Procula, per differenziarla dalla parrocchia di S. Maria dell'Annunziata del quartiere Fossolo.
L'Antica Porta Procula si trovava all'incrocio tra via d'Azeglio e le vie Farini e Carbonesi.
Poi vi era l'antica croce di Porta Procula posta sulla via d'Azeglio in prossimità delle antiche mura in selenite, facente parte di una delle quattro stazioni di mistica difesa della città. Ora la croce è conservata nella Basilica di San Petronio, insieme alle altre tre.
Oggi per indicare questa zona si dice 'a porta San Mamolo'.
Uno snello porticato cinquecentesco di sedici archi caratterizza questa chiesa, che fu fondata nel 1304 da Monaci Basiliani Armeni e rifatta alla fine del Quattrocento.
Ospitò il lazzaretto durante la peste del 1630.
Sotto agli archi i resti degli affreschi di Paolo Carracci e Giacomo Lippi.
E' stato convento, poi Caserma San Mamolo dal 1870 fino alla fine degli anni '80 del Novecento, restaurata al termine della seconda guerra mondiale dopo un lungo periodo di utilizzo militare.
Nel 1926 il professor Attilio Muggia propose un progetto per realizzare nuove sedi della scuola di Ingegneria, di cui era direttore, proprio nell'area del Complesso, che lo avrebbe circondato e incluso.
Il progetto sarà abbandonato e la → Scuola di Ingegneria di Bologna sarà ubicata in viale Risorgimento a Porta Saragozza, sotto le direttive di Giuseppe Vaccaro, allievo e assistente di Muggia.
Progetto di Attilio Muggia per Ingegneria, 1926
©rivista.ibc.regione.emilia-romagna.it
Durante la visita ho fotografato i cartelli FAI con il modello dell'edificio progettato da Muggia e mai realizzato, ottenuto graficamente dal laboratorio Silab del Dipartimento di Architettura dell'Università di Bologna, con il coordinamento di Simone Garagnani e Luisa Bravo, per riportare in vita l'antico progetto.
Il progetto grafico della Facoltà di Architettura, intitolato "La città con il se", richiama uno studio del 1985 su Venezia intitolato "Le Venezie possibili".
Per capire quale sarebbe oggi l'aspetto della città di Bologna se al tempo fossero stati realizzati alcuni progetti.
Oggi una parte del complesso e la chiesa sono restituiti all'uso religioso, mentre la parte restante, quella che fu destinata a caserma, vede una nuova ristrutturazione che trasformerà il sito in un polo per mostre ed eventi e ospiterà gli uffici territoriali del MIBACT, direzione regionale per i Beni Culturali e paesaggistici dell'Emilia Romagna, i Beni archeologici e i Carabinieri.
Durante la visita si è potuto accedere alle sale, ai corridoi e parte dei sotterranei in via di recupero.
Al momento sono stati rifatti i tetti, le fognature e il sistema antisismico, per 1,2 milioni di euro.
I lavori stanno proseguendo in un'ampia area del complesso per 1,8 milioni.
La superficie da restaurare è enorme, 5.000 mᒾ, ma permetterà alla Direzione Regionale per i Beni Culturali, alla Soprintendenza per i Beni Archeologici e al Comando dei Carabinieri, di risparmiare una complessiva spesa di circa 1 milione di euro all'anno di affitto, pagato nelle attuali rispettive sedi.
In particolare gli ambienti dell'ex refettorio, con bellissimi affreschi, saranno destinati ad ospitare attività culturali ed espositive, fruibili dalla comunità cittadina.
In questo affresco la cena di Gesù ad Emmaus.
In tutto il refettorio immagini di Santi bolognesi.
Una data certa per la conclusione dei lavori non si può esprimere, perchè tutto dipenderà dalla disposizione dei fondi.
Il complesso, dopo essere stato inaccessibile per anni, è destinato a diventare, attraverso questo progetto, un pregevole punto di riferimento, così ben inserito fra la città e i colli, a un passo da San Michele in Bosco.
______________________________________________________________________
Fonti consultate/utilizzate per la ricerca.
Bibliografia:
-foglio informativo FAI.
-resoconto visita guidata durante le giornate FAI di primavera 2017.
Sitografia:
Nessun commento:
Posta un commento