martedì 17 ottobre 2017

PALAZZINA DELLA VIOLA

BOLOGNA
via Filippo Re, 4


aggiornato 2022

La Palazzina della Viola fu fatta costruire da Annibale II Bentivoglio alla fine del 1400 come "casino per li secreti e solitari piaceri", come la definiva il poeta di corte G. Sabadino degli Arienti. 


Bologna-Palazzina-della-Viola




Il casino di delizia all'interno delle mura era un esempio unico, perchè solitamente queste dimore venivano costruite in campagna o in collina.


"Ai maschi della famiglia tornava certamente comodo poter ricevere "visite" lontano dalle mogli, anche se le suddette erano tanto informate quanto rassegnate, perchè allora era usanza diffusa che gli uomini ricchi e potenti avessero una specie di harem."¹

Possedendo il palazzo lungo la via Zamboni (la famosa Domus Aurea andata distrutta), i Bentivoglio raggiungevano la palazzina tagliando di traverso a qualche centinaio di metri da casa.

Era circondata da un hortus, cosiddetto giardino rinascimentale con piante officinali (timo, salvia, lavanda), roseti e prati di viole mammole, da cui il nome.

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L'edificio a due piani possiede un duplice loggiato.

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Al piano terra gli spazi un tempo adibiti a cucine e ambienti di servizio.

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Nel soffitto a cassettoni si conservano frammenti di pittura attribuiti ad Amico Aspertini.

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Dopo la cacciata dei Bentivoglio la palazzina diventò la prima sede del Collegio Teologico fondato dal cardinale Bonifacio Ferrerio, destinato a studenti piemontesi (1540).

Poi nel 1803 sede della Scuola di Agraria dell'Università, guidata dal botanico Filippo Re, che ha dato il nome alla via in cui si trova.
Il giardino venne utilizzato per l'Orto Botanico.

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L'assetto attuale si deve alla sistemazione cinquecentesca voluta dal cardinale  Bonifacio Ferrerio durante il Collegio Teologico.
E' in questa fase che vengono dipinte le scene mitologiche di Innocenzo da Imola (1545), nel loggiato al primo piano:
una delle tre è "Apollo e Marsia", dove Apollo suona la lira e Marsia e altri personaggi ascoltano.

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"Apollo e Marsia", Innocenzo da Imola.





I dipinti più spettacolari si trovano nell'Aula Magna di rappresentanza  dove, alle pareti, sono affrescate le "Storie di Costantino e papa Silvestro", di Prospero Fontana (1550).

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Il dipinto è tratto dalla "Legenda Aurea" di Jacopo da Varazze, finalizzato all'esaltazione del potere temporale e spirituale della Chiesa cattolica, dove il personaggio principale è l'imperatore Costantino che viene raffigurato una sola volta all'inizio del dipinto, cosa inusuale perchè comunemente a quel tempo, il personaggio principale veniva ripresentato in ogni scena del racconto.

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Nella parete seguente dell'aula un'altra scena delle Storie con papa Silvestro e "Il Miracolo del Toro".

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Normalmente la palazzina è chiusa al pubblico perchè ospita dal 2012, dopo un lungo intervento di adeguamento e restauro, gli uffici universitari Area Relazioni Internazionali.

In estate, da metà giugno a metà luglio, sul grande prato antistante, viene organizzato il Festival BOtanique.


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Bibliografia:
¹-Tiziano Costa, "Bologna raccontata strada per strada", Collana C'era Bologna, Costa Editore, 2014.
-Andrea Bacchi e Marta Forlai, "L'Università di Bologna, palazzi e luoghi del sapere", ed. Bononia University Press, giugno 2019.

-resoconto visita guidata giornate FAI autunnali 2017.




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