Il Canale delle Moline è un tratto del Canale di Reno che scorre all'interno del centro storico.
Il Canale di Reno entra in città alla Grada e, dopo aver percorso via Riva Reno, in prossimità di via Marconi si biforca: in direzione Mambo si chiamerà Canale del Cavaticcio, mentre in direzione via Augusto Righi diventerà CANALE DELLE MOLINE all'angolo con via Capo di Lucca e Alessandrini.
Le due diramazioni andranno poi a ricongiungersi al Sostegno della Bova dando inizio al Canale Navile.
Nel suo percorso scoperto a partire da via Malcontenti, rinchiuso tra le case, in passato è rimasto a lungo nascosto; lo si poteva vedere solo in parte dalla famosa Finestrella di via Piella.
Oggi sono stati riaperti tre affacci sui ponti.
Ogni anno, in occasione delle opere di manutenzione, il Consorzio delle Chiuse arresta lo scorrere dell'acqua per circa tre settimane.
Ed è in questo periodo che vengono effettuate visite guidate in alcuni tratti scoperti e sotterranei dei canali.
Il ricavato di queste iniziative andrà a costituire un fondo per progetti di illuminazione ed eventuale riapertura dei canali ove possibile, al fine di valorizzare l'intera opera ingegneristica delle Chiuse e dei Canali.
Il tratto scoperto del Canale di Reno, che diventerà Canale delle Moline, inizia dall'affaccio sul ponte di via Malcontenti, dove è stato ricostruito il parapetto.
Nelle foto l'affaccio è senz'acqua (ponte di via Malcontenti) e la visita si effettua camminando sull'alveo del canale, ma ho inserito anche foto con l'acqua, scattate alcuni anni fa.
GUAZZATOIO
La breve discesa del Guazzatoio è poco visibile.
Si trova dietro un cancello in via Augusto Righi e si può entrare solo in occasione di visite guidate, in quanto oggi è uno spazio privato.
Lo scivolo scende in quello che un tempo era il Guazzatoio appunto, una zona di beveraggio e lavaggio di cavalli e bovini, realizzato nel 1219, anno in cui venne aperta l'attuale Piazza 8 Agosto, un tempo Piazza del Mercato.
Il Guazzatoio a quel tempo era molto più ampio, perchè comprendeva quello spazio ora occupato dall'edificio di via Indipendenza, 43, a destra nella foto.
Scesi al Guazzatoio, l'alveo del canale prosegue verso la Finestrella di via Piella.
LA FINESTRELLA DI VIA PIELLA
La famosa finestrella sotto al portico, è stata dimenticata per decenni e recentemente scoperta.
La sua storia è curiosa: era lo spioncino di guardia di un funzionario.
Quando i mulini erano funzionanti, per andare a vedere il livello dell'acqua e non compiere tutto il tracciato, il funzionario approfittava di questa finestrella.
Noto la finestrella in alto a sinistra osservata dal canale: è meno affascinante del paesaggio che ci regala da via Piella.
DA VIA PIELLA A VIA OBERDAN
Sempre su via Piella, dal ponte, l'affaccio sul canale in direzione via Oberdan.
In passato il canale era fornito di lavatoi privati con ponte levatoio, cioè tavolati di legno sospesi sul livello dell'acqua, e di botti e vasche in cui si calavano le lavandaie per lavare i panni senza bagnarsi.
In via Oberdan il terzo affaccio guarda indietro verso via Piella ed è riparato da cancelli, dove vengono appesi i 'lucchetti dell'amore'.
Dopo avere sottopassato via Oberdan il canale cambia direzione verso nord (cioè svolta a sinistra).
In questo punto vi è l'edificio al numero 45 di via Oberdan, edificio che prese il posto dell'Oratorio della Madonna degli Annegati, così chiamato perchè vi venivano esposti i cadaveri degli annegati nel canale, per essere riconosciuti.
La curva ad angolo retto infatti, faceva sì che i corpi dei tanti annegati che la corrente trascinava lungo il canale si fermassero nell'angolo, e lì venivano recuperati.
L'oratorio fu soppresso nel 1808 e trasformato nell'edificio attuale nel 1909.
Fu segato il muro dove era dipinta La Beata Vergine di Lippo di Dalmasio, e trasportata alla Basilica di San Martino.
IL CANALE DELLE MOLINE
Dopo aver curvato a sinistra, il Canale di Reno prende il nome di Canale delle Moline e si allunga per 600 metri.
Questo tratto di canale deve il nome al grande numero di ruote idrauliche che azionavano i mulini.
Qui una rara foto in cui compare una ruota idraulica in disuso, vista da via Alessandrini.
©Paolo Mandrioli, ottobre 1971 |
Per tutto l'800 il canale scorreva del tutto scoperto. Le attuali coperture furono realizzate, in più tappe, durante il 1900.
Per secoli rimasero attivi fino a 18 mulini da grano dell'Università delle Moline (consorzio di mugnai), eretti sui salti d'acqua (alcuni artificiali) dovuti alla pendenza del suolo.
Dalla terrazza della bella → Caffetteria Opera, Caffè e Tulipani, che si trova in via Alessandrini, 7, si può osservare tutto l'anno il tratto scoperto del Canale delle Moline: l'alveo in secca e
l'alveo con l'acqua.
Lo scivolo delle Moline, in occasione della visita, permette di uscire dal canale su via Capo di Lucca.
Sulla via Capo di Lucca le casette comprese fra i numeri 9 e 25, costruite nel 1516 dall'Università delle Moline e delle Moliture, ospitarono i mugnai addetti ai mulini da grano operanti lungo il canale.
Alcune furono demolite dal bombardamento del 1944 e sono state ricostruite nel 1948-49.
Nella serata conclusiva della Notte Blu 2016, al Guazzatoio, ho calato la ninfea galleggiante sul Canale di Reno illuminato di blu. Le associazioni che insieme al Consorzio hanno organizzato l'evento hanno voluto che i partecipanti fossero i protagonisti di un gesto di buon augurio, per affidare all'acqua i propri sogni e desideri.
Bibliografia:
-Marcello Fini, "Bologna Sacra: tutte le chiese in due millenni di storia", ed. Pendragon
-cartigli blu dei canali, a cura del Comune di Bologna
-pieghevole "Bologna Città d'Acque", a cura di Stefano Pezzoli, Cecilia Ugolini, Sergio Venturi, Editrice Compositori 1998
-Tiziano Costa, "Il grande libro dei canali di Bologna", Costa Editore 2011.
Sitografia:
-Marcello Fini, "Bologna Sacra: tutte le chiese in due millenni di storia", ed. Pendragon
-cartigli blu dei canali, a cura del Comune di Bologna
-pieghevole "Bologna Città d'Acque", a cura di Stefano Pezzoli, Cecilia Ugolini, Sergio Venturi, Editrice Compositori 1998
-Tiziano Costa, "Il grande libro dei canali di Bologna", Costa Editore 2011.
Sitografia:
Bellissimo post, grazie per questo virtual tour.
RispondiEliminaGrazie mille! Monica.
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