aggiornato 2021
Sintra era la residenza estiva dei sovrani portoghesi, inserita in uno scenario di case dai colori pastello.
Sintra era la residenza estiva dei sovrani portoghesi, inserita in uno scenario di case dai colori pastello.
Il centro storico è tutelato dall'Unesco.
Arrivare da Lisbona è molto semplice. I treni partono dalla Stazione Rossio, sono frequenti e impiegano circa 45 minuti. Si scende all'ultima fermata Portela de Sintra, che dista circa 1 km a piedi dal centro.
A Sintra e dintorni vi sono numerosi luoghi che sarebbe impossibile visitare in un giorno; ho concentrato la giornata sui due palazzi principali:
1- PALACIO NACIONAL DE SINTRA
2- PALACIO NACIONAL DA PENA
Dal centro storico osservo il profilo del Castelo dos Mouros, Castello dei Mori, a 412 metri di altitudine.
La fortezza moresca è inserita fra enormi massi circondati dalla foresta.
La prima cosa da fare, soprattutto se non si è ancora consumata la colazione, è andare alla ricerca del travesseiro (cuscino), il dolce più famoso di Sintra.
Si tratta di una pastasfoglia con un ripieno di crema di mandorle, molto sostanzioso ed energetico.
Come per l'Antiga Confeitaria de Belem e il suo Pastel de Nata, dove questo dolce nazionale si distingue, a Sintra per il travesseiro esiste la CASA PIRIQUITA, che sembra lo produca dal 1862.
PALACIO NACIONAL DE SINTRA
In origine fu costruito dagli arabi, poi nei secoli ampliato, fino al 1500 quando fu decorato con elementi in stile manuelino da Manuel I.
Gli interni sono quindi una mescolanza fra stile manuelino e moresco.
Famosa è la cucina con i comignoli gemelli che rendono riconoscibile il palazzo da lontano.
Sotto i camini ci stanno quattro buoi allo spiedo contemporaneamente.
PALACIO NACIONAL DA PENA
Il palazzo dista dal centro di Sintra circa 2 km.
La fermata dell'autobus n.434 si trova di fronte al Palacio Nacional e il biglietto viene fatto dall'autista (vi è una fermata anche in stazione, se volete salire direttamente quando arrivate).
E' una costruzione stravagante con cupole, portali moreschi e torri merlate con i colori giallo, viola, rosso.
Fu commissionato dalla regina Maria II di Braganza, come regalo di nozze per il marito, re Ferdinando II del Portogallo (conosciuto anche come Ferdinando di Sassonia), all'architetto prussiano Ludwig von Eschwege nel 1840, in pieno periodo romantico.
Il palazzo fu aperto al pubblico dopo la proclamazione della Repubblica nel 1910, ovvero una volta divenuto proprietà dello Stato.
L'ultimo membro della monarchia portoghese ad occupare il palazzo fu la regina Amelia.
L'antico chiostro decorato con mujedar policrome d'ispirazione ispanico-moresca è miscelato allo stile manuelino.
I lussuosi interni della Sala Nobile.
I banchetti più importanti venivano preparati nella cucina principale del palazzo. Gli utensili in rame sono marcati con il simbolo PP (Palácio da Pena) e il monogramma della corona del re Ferdinando II.
Sul retro una grande terrazza si affaccia sulle alture ondulate.
Le colline hanno una vegetazione fittissima,
e tutt'intorno al palazzo vi è il Parque da Pena, un'area di 200 ettari con sentieri, giardini, grotte, piante tropicali e fontane.
Purtroppo il giorno della mia visita non è stato possibile accedervi per il rischio incendi (una bolla africana di 45 gradi, vento, alberi secchi e un grande incendio che stava colpendo la zona di Monchique, in Algarve).
Il Palazzo sorge nel luogo in cui sorgeva il Monastero di Nossa Senhora da Pena, edificato nel 1503 dai frati dell'ordine di Jeronimos, e dalla terrazza si accede all'unica zona conservata dell'antico monastero, cioè una piccola cappella con una pala d'altare in marmo e alabastro dello scultore portoghese Nicolau Chanterenne. La cappella è rivestita di azulejos arabescati del 1520 circa.
Vi sono anche vetrate del palazzo restaurate:
re Manuel e Vasco da Gama.
Sono molteplici gli stili che si susseguono alla vista, gotico, rinascimentale, arabo e manuelino, tanto da far sembrare il palazzo un castello immaginato da Walt Disney, anche se l'architetto Ludwig von Eschwege fu ispirato dai castelli della Baviera.
Il viaggio prosegue → Cascais
Bibliografia:
-Guide d’Europa, Portogallo, Collana Marco Polo, Istituto Geografico de Agostini, 1999
-plico informativo LisboaCard
-legende Palacio da Pena
Sitografia:
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