venerdì 19 ottobre 2018

LA CHIUSA DI CASALECCHIO - Bologna

(torna ai Canali di Bologna)

via Porrettana, 187

La Chiusa di Casalecchio è di origine medievale, posta sul fiume Reno, ed è più imponente rispetto alla Chiusa di San Ruffillo, per il semplice motivo che il fiume Reno è quattro volte più grande del fiume Savena.


Chiusa-di Casalecchio-Bologna




All'entrata, su via Porrettana, è stata affissa una targa che ricorda il riconoscimento dell'UNESCO e dichiara la Chiusa di Casalecchio "Patrimonio Messaggero di una Cultura di Pace a favore dei Giovani".

Chiusa-di Casalecchio-Bologna





IL CIPPO DEL CANTAGALLO

Lungo il sentiero che porta alla Chiusa, lungo il primo tratto di canale, si trova il Cippo del Cantagallo (1723).
 Si trovava a monte della Chiusa per segnare la distanza entro la quale nessuno poteva eseguire lavori nel fiume senza autorizzazione del Consorzio. Nella foto appare il lato con lo stemma della città di Bologna.
E' stato spostato dalla sua sede nel 2010 per proteggerlo dal degrado. Si trovava infatti ormai molto distante dall'alveo del fiume, il che dimostra la capacità di un corso d'acqua naturale di spostarsi sul territorio.

 Chiusa-di Casalecchio-Bologna-Cippo-del-Cantagallo





LA STORIA DELLA CHIUSA

L'origine della prima Chiusa è databile tra il 1000 e il 1191, una palizzata di grossi legni conficcati nell'alveo.
Nel 1250 il Comune di Bologna progettò una Chiusa in pietra che integrò quella in legno.
I ruderi di questo manufatto, andati col tempo in rovina, sono ancora visibili, a fianco della casa di guardia.

Chiusa-di Casalecchio-Bologna




A valle dei ruderi si è creato un angolo caratteristico noto come Prà Znèin, Prato Piccolo, un'area dove sostare lungo il fiume.

Bologna-Prato Piccolo-Prà-Znèin





Fu il Cardinale Egidio Albornoz a ordinare la costruzione della Chiusa.
Nel 1400 e 1500 la Chiusa subì seri danni. 
Nel 1547 il pontefice Pio V affidò l'incarico dei restauri a Jacopo Barozzi, detto il Vignola, che operò insieme al fisico bolognese Giovan Battista Guglielmini. E' a loro che si deve l'assetto attuale:
 uno scivolo lungo 160 metri e largo 35, con un dislivello di 8 metri.
La struttura venne per una parte ricostruita nel 1894, in seguito alla ↦ grande piena del 1893, che rese inutilizzabile il Canale.

Chiusa-di Casalecchio-Bologna




Ma vediamo precisamente di cosa si tratta:
l'opera sbarra il corso del fiume Reno, nel punto in cui il fiume arriva in pianura, a Casalecchio di Reno.
Dopo la rotta del Reno del 1893, venne costruito uno sfioratore di colmata, conosciuto come "Chiusa Nuova".

Chiusa-di Casalecchio-Bologna




L'acqua, rallentata dalla Chiusa, favorisce l'origine del CANALE DI RENO.
Sul lato destro infatti, troviamo connessa la vera opera di presa chiamata Boccaccio (Grande Bocca), cioè l'apertura attraverso la quale alimentare il retrostante canale.
La presa è altrimenti detta INCILE, che deriva da incidere, cioè incisione nell'alveo avente soglia più bassa rispetto al piano di scorrimento, atta quindi a prelevare acqua anche in condizioni di scarsità.

Chiusa-di Casalecchio-Bologna-Incile








Chiusa-di Casalecchio-Bologna





L'imponente "muraglia" che divide il canale dal fiume, non è solo un bastione divisorio, ma è un rivestimento di mattoni del sottostante galestro per difenderlo dall'erosione degli agenti atmosferici.

Chiusa-di Casalecchio-Bologna




Un'ultima porzione del complesso della Chiusa sono i paraporti idraulici, denominati scaricatori di fondo o sghiaiatori, strutture capaci di ripulire il canale dai materiali indesiderati, restituendo al fiume la ghiaia e la sabbia che depositandosi ridurrebbero la capacità dell'alveo.
In prossimità della Chiusa ne incontriamo due: vicino all'Incile vi è il primo denominato Stanza e in corrispondenza della casa del custode il secondo denominato Pra Znein, zona già nominata perchè vi sono i ruderi della prima Chiusa.

Chiusa-di Casalecchio-Bologna
Paraporto Stanza


Più a valle si trovano i Paraporti Scaletta, Verrocchio e San Luca.

Lo scolmatore di superficie del Paraporto Scaletta, più noto come "Casa dei ghiacci", consentiva, durante i rigidi inverni, di impedire il passaggio verso la città delle lastre di ghiaccio galleggianti che avrebbero potuto danneggiare le ruote idrauliche dei mulini.

Chiusa-di Casalecchio-Bologna




Nell'insieme, La Chiusa, l'Incile e i Paraporti, sono opere idrauliche collaboranti fra loro, dove l'acqua viene accellerata o rallentata, al fine di essere condotta con pendenza costante in città.

Nella gestione delle acque era fondamentale la figura del custode della Chiusa, che aveva il compito di interpretare i segnali dati dal fiume e di prevedere l'arrivo e la portata delle piene.
Visto il potere che aveva sul corretto flusso e conseguente funzionamento delle industrie, veniva considerato una delle maggiori autorità.
I primi custodi di cui si abbiano notizie certe furono i membri della famiglia Chierici, dal 1768 fino al 1966.
Risiedettero nella Casa di Guardia "Pracinino", costruita dall'ingegnere Ghedini nel 1829 per questo scopo.
Da qualche anno il lavoro di custode è affidato al geometra Davide Cella, che utilizza moderne tecnologie telematiche per monitorare in tempo reale la situazione dell'acqua.

Chiusa-di Casalecchio-Bologna




Ma chi sono i proprietari e paganti per le opere di manutenzione?
Sono proprietari tutti coloro che ne traggono beneficio diretto o indiretto; questi costituiscono i → Consorzi dei Canali di Reno e Savena in Bologna.



STENDHAL

Curiosamente serve citare ciò che scrisse Stendhal  sulla Chiusa, quando si trattenne per circa un mese nella città di Bologna:
"Vado quasi ogni mattina a Casalecchio, passeggiata pittoresca alle cascate del Reno: è il Bois de Boulogne di Bologna".
Naturalmente ciò che vedeva Stendhal nel 1816 era qualcosa di diverso da ciò che si vede oggi, il pendio era oltremodo completamente rivestito di legno.

chiusa-di-casalecchio
Chiusa-di-Casalecchio, antica stampa - ©Consorzi delle Chiuse



IL PERCORSO


Il Canale di Reno dopo 6 km entra in città presso un'opera denominata Opificio della Grada, e si separa in due rami nei pressi di via Marconi:
- il Canale delle Moline.
In pratica è sempre lo stesso Canale di Reno che cambia nome.

Questi canali, a loro volta, si diramano in altri piccoli canali, articolati con affluenti e defluenti, fino ad irradiare la parte ovest della città.

A nord di Bologna i due canali Cavaticcio e Moline si uniscono, in corrispondenza del Sostegno della Bova (zona di via Bovi Campeggi e via Carracci), e qui comincia a chiamarsi Canale Navile. 
Quindi il Navile non è altro che la prosecuzione del Canale di Reno dall'altra parte della città.

Il Canale Navile, un tempo navigabile, è lungo 39 km e si immette nel grande fiume Reno (restituendogli le acque) presso la località Passo Segni, nel Comune di Baricella, al confine con Ferrara.

Chiusa-di Casalecchio-Bologna




L'opera ingegneristica della Chiusa di Casalecchio e  della Chiusa di San Ruffillo, sono il risultato della secolare, costante manutenzione, e oggi, anche se non esiste più l'antico sistema industriale, il reticolo di canali si è convertito in una funzione di conservazione dell'equilibrio ambientale del suolo:
le funzioni principali sono quelle di portare acqua quando non c'è, o di portarla via quando ve ne è troppa per scongiurare i danni in occasione di forti precipitazioni.
Inoltre alimenta l'agricoltura della vasta area a nord della città.

Chiusa-di Casalecchio-Bologna



Ed è bene inoltre ricordare che non è un semplice sbarramento, è un'opera più complessa che ha la doppia funzione di assestare l'alveo del fiume rallentandone il corso delle acque e convogliandone parte, depurata dai materiali di sospensione, nel Canale di Reno ugualmente scavato nella roccia.

Chiusa-di Casalecchio-Bologna


Imponente e meravigliosa, la Chiusa di Casalecchio oggi si pregia di essere l'opera idraulica fluviale funzionante più antica del mondo.


                                                                                      la Chiusa di San Ruffillo



Bibliografia:
-Pieghevole "Appunti storici e notizie varie sulla Chiusa di Casalecchio", a cura di Fabio Marchi per il consorzio della chiusa di Casalecchio e del Canale di Reno, editrice Compositori, 1998.
-Pieghevole "Acque nascoste a Bologna", a cura di Bologna Welcome.
-Pieghevole "Bologna città d'acque", a cura di Stefano Pezzoli, Cecilia Ugolini, Sergio Venturi, Per Regione Emilia Romagna, Ed. Compositori.
-Bell'Italia n. 5, settembre 1986, Ed. Giorgio Mondadori.

-resoconto visita guidata organizzata durante le giornate FAI autunnali 2018, con relatore Fabio Marchi, segretario del Consorzio della Chiusa e del Canale di Reno.

Sitografia:

2 commenti:

  1. Io vengo da Milano e nel 62 sono venuta ad abitare a Bologna epoi a Casalecchio,anche allora era diversa portavo i bambini al lido a fare il bagno al lido bellissimo ma che bello,mi dica dove trovo la storia di casalecchio mi e' dispiaciuto andare via vorrei ritornare e' una zona molto bella grazie ciao Paola

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  2. Ciao Paola, hai vissuto in una Bologna che non c'è più; la storia di Casalecchio mi sa che al momento la trovi solo su Wikipedia, io non l'ho in programma. Ciao Monica

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