mercoledì 9 giugno 2021

VILLA ALDINI E ROTONDA DELLA MADONNA DEL MONTE

 via dell'Osservanza, 37 - BOLOGNA


ultimo aggiornamento 5 febbraio 2024

“Ça c’est superbe!” avrebbe esclamato Napoleone una volta giunto a cavallo sulla sommità del Colle dell’Osservanza nel giugno del 1805.


Fu così che il conte Antonio Aldini, che era stato ministro e segretario di Napoleone, fece costruire la villa proprio in quel luogo, così da ricordare quel tour e ingraziarsi lo stesso imperatore. 

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Si trova circa 1 km da Porta San Mamolo, lungo la ripida via dell'Osservanza.

©google earth - ©mappatura Monica Galeotti




Per via delle leggi emanate da Napoleone riguardanti la soppressione degli ordini ecclesiastici e la vendita dei loro beni, Aldini acquistò tutti gli immobili presenti sul colle: il Complesso Benedettino della Madonna del Monte e la Chiesa di San Paolo in Monte dell'Osservanza.
Fece demolire entrambi i complessi per ricavarne materiale da destinare alla villa.

Dell'antica Chiesa di San Paolo in Monte non rimase quasi nulla e, su quel che rimase, la si ricostruì a partire dal 1824.

Il luogo scelto per la costruzione di Villa Aldini fu invece sulle ceneri del Complesso della Madonna del Monte, della quale si salvò la Cappella Rotonda, che venne inglobata nella villa.

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Ritratto del ministro Antonio Aldini (1755-1826)
©pubblico dominio



La villa fu edificata con una spesa di 100.000 scudi nel 1811-16, con una buona architettura di Giuseppe Nadi e Giovanni Battista Martinetti.

Chiaramente di stile neoclassico, è in posizione dominante sul colle e si ispira ai templi greci che dominavano le acropoli.

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La facciata principale presenta otto colonne ioniche sormontate da un timpano a bassorilievo esprimente l’Olimpo degli Dei, decorato da Giacomo De Maria e Adamo Tadolini. 
La decorazione dell’interno, rimasta incompiuta, è attribuita a Felice Giani.

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Al centro del bassorilievo primeggia la figura di Zeus, attorniato dagli altri dei dell'Olimpo. 

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Percorrendo la salita del parco che porta alla villa il panorama è veramente superbo.

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La vista cade in primo luogo sull'altura del grande Parco di Villa Ghigi, dove intravedo la villa omonima.

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Scorgo anche il Centro di Ricerca Codivilla-Putti, che fa parte dell'Istituto Rizzoli.

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 Oltre il cortile antistante la villa la visuale si apre sulla città in pianura.

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 Non vi è più la visione ottocentesca, con la cinta muraria ancora integra, che fece esultare Napoleone, e la vegetazione ha in parte coperto la veduta, ma lo scenario è ancora notevole. 

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I RESTI DELLA CHIESA ROMANICA DELLA MADONNA DEL MONTE (LA ROTONDA)
E CRONOLOGIA


La Chiesa fu costruita nel 1116 da Picciola Galluzzi, una nobildonna bolognese, che probabilmente intendeva creare un ritiro dedicato alle donne.
A quei tempi, soprattutto le donne, fondavano i cosiddetti romitori, luoghi per pregare. 
Erano donne nobili che desideravano uscire dal contesto sociale in cui vivevano e a Bologna vi sono diversi esempi, primo fra tutti il Santuario di San Luca, che si è evoluto a partire dall'antico romitorio di Angelica Bonfantini.

 Fu Picciola a fondare la comunità di Santa Maria del Monte, che si ampliò poi nel 1445-1550, quando divenne un Monastero Benedettino, e il cardinale Bessarione la fece dipingere dal ferrarese Galasso Galassi.

Nel 1602 circa il pittore centese Giovan Battista Cremonini murò le nicchie della Rotonda per ottenere una superficie continua sulla quale realizzare un nuovo ciclo di affreschi.¹


Quando fu costruita Villa Aldini, ad opera di Nadi e Martinetti, fu inglobata la Rotonda, tutto il resto del complesso abbattuto: le due cappelle annesse, il convento, l’atrio e il campanile.

L’aula circolare, chiamata oggi appunto Rotonda della Madonna del Monte, fu usata come sala di rappresentanza o da pranzo all’interno della villa.

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"Chiesa della Madonna del Monte", anonimo bolognese, fine XIX secolo, olio su tela
©pubblico dominio wikipedia




Dopo la caduta di Napoleone i lavori restarono incompiuti, la villa mai abitata e, nel 1820, l’Aldini vendette a Paolo Bignami. 
Nel 1831 purtroppo fu acquisita all’asta da un certo Girolamo Bertocchi, un ricco senza gusto e senza amore per l’arte, che iniziò una demolizione a scopi speculativi, volendo ricavare dall’intero edificio materiale da costruzione.

Per una sorta di contrappasso voleva fare della villa ciò che aveva fatto Aldini con i complessi religiosi.

Villa Aldini si salvò proprio grazie alla presenza della Rotonda della Madonna del Monte, per la cui conservazione si formò un comitato cittadino e nel 1832 la villa fu acquistata dal Municipio. 

Intorno al 1842 l’architetto bolognese Antonio Serra curò il ripristino della Rotonda in edificio di culto.
Il cardinale Opizzoni si oppose alla riapertura, ritenendo il frontone pagano della villa inadeguato ad un luogo di culto cristiano e avrebbe voluto abbatterlo per sostituirlo con "croci o dipinti di cose sante".
In questo caso si formò una Commissione ausiliaria dei professori di Belle Arti che riuscì ad evitarne l’abbattimento. 

Negli 11 anni intercorsi fra il 1848 e il 1859 la villa sarà occupata dagli austriaci, che ne faranno un ospedale per militari convalescenti.

In seguito divenne magazzino ed infine chiusa. 

Nel 1919 gli fu addossato sul retro un brutto serbatoio dell’acquedotto comunale, per servire le aree collinari, compreso l’Istituto Rizzoli. 
Oggi non sembra più così brutto, anch'esso è diventato un manufatto da salvaguardare. 

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Sempre sul retro, in lontananza, la Chiesa di San Paolo in Monte dell'Osservanza, quella abbattuta da Aldini e ricostruita nel 1824.

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Nel 1935 la villa divenne Monumento alla Vittoria della Prima Guerra Mondiale, e fu affiancata da una casa di riposo per i familiari dei caduti.

Nel 1937 il Comune ne affidò il restauro all’architetto Guido Zucchini, il quale cercò di dare alla Rotonda l’aspetto che aveva prima degli stravolgimenti ottocenteschi.
Zucchini scoprì meravigliosi affreschi strappando la carta da parati che rivestiva i muri interni.

L'entrata è sul retro, di fianco al serbatoio dell'acqua: entro alla Rotonda.

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L'interno ha un diametro di 10 metri, è completamente costruita in mattoni con copertura a cupola.

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Un frammento di affresco di Maria, titolare della chiesa, è conservato incorniciato sotto al crocifisso.

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Questo frammento faceva parte di un affresco molto più grande che ricopriva l'intera nicchia e non la rendeva adatta come oggetto di venerazione.

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Per questo all'interno della Rotonda venne collocata una "Madonna con Bambino" su tavola, 1378 ca., dipinto attribuito a Simone dei Crocifissi, e divenne oggetto di culto locale.
Oggi la tavola è conservata nella Pinacoteca di Bologna.

"Madonna con Bambino",
Simone dei Crocifissi,
 1378 ca.
©Pinacoteca Nazionale di Bologna




Nel 1443 ca. Simone dei Crocifissi dipinse la tavola "Madonna della Vittoria" perchè ad essa venne attribuita la vittoria della battaglia dei Bentivoglio bolognesi contro i Visconti milanesi, il 14 agosto del 1443 a San Giorgio di Piano.
Questa tavola andò a sostituire la precedente "Madonna con Bambino".
Oggi la tavola è conservata nella Chiesa del Salvatore.

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"Madonna della Vittoria", chiesa del Salvatore, Bologna.



In onore di quella vittoria dal 1443 fino al '700 si tenne il 14 agosto una processione come ringraziamento alla Vergine.
Il corteo partiva da San Petronio e percorreva via della Mela attraverso i terreni Marescalchi, all'epoca unica strada che portava alla Madonna del Monte.
Via dell'Osservanza fu costruita nel 1660.
La testimonianza di questa processione, chiamata la "Cavalcata alla Madonna del Monte", proviene da un acquerello su pergamena del 1624, visibile alle Collezioni Comunali d'Arte di Bologna.

"Cavalcata alla Madonna del Monte"
"Cavalcata alla Madonna del Monte", anonimo, acquerello e tempera, 1624
©Musei Civici d'Arte Antica: Collezioni Comunali d'Arte





Dopo questa importante parentesi individuo all'interno le 19 nicchie, un tempo interamente decorate. 
 Gli affreschi sono di grande importanza artistica, databili fra il 1100 e il 1200.

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Zucchini, collaboratore e continuatore delle opere di restauro di Alfonso Rubbiani a Bologna, condusse i lavori fino al 1939 e portò alla luce gli affreschi rappresentanti figure di Apostoli togliendo intonaco e carta da parati che da quattro secoli li copriva.


Le prime tre figure degli apostoli, a sinistra dell'ingresso, sono riconoscibili per via delle iscrizioni quasi complete rimaste:
Bartolomeo (S BARTHO LOME<US>), Filippo (S PHI LIPUS) e Giovanni (SCSIOH<ANNE>S).
Le raffigurazioni non hanno attributi iconografici abituali: in mano solo rotoli o codici (Vecchio e Nuovo Testamento), secondo una rappresentazione abituale nella pittura bizantina.

Sulla base di queste prime identificazioni si è potuto stabilire una disposizione per sequenza concorde al passo evangelico di Matteo, che li elenca.

Per successione quindi sono stati individuati i nomi degli altri Apostoli nelle nicchie, tenendo conto dei personaggi mancanti andati perduti.

Il Cristo benedicente, ottava nicchia, risale al XV secolo.

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Le ultime quattro nicchie, a destra dell'ingresso.

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VILLA ALDINI NEL CINEMA

Alcuni esterni del film di Pierpaolo Pasolini "Salò o le 120 giornate di Sodoma" furono girate nel cortile principale di Villa Aldini (1975).

Villa Aldini dal film di Pasolini - ©www.iviaggidigolosulliver




OGGI

La villa non è visitabile perché necessita di seri interventi di manutenzione, presi in carico dal Comune di Bologna per il 2021. 
La ristrutturazione riguarderà la villa e l’ex casa di riposo costruita a fianco. 
Diventerà un centro educativo e culturale, all’interno di un parco urbano con progetti sul rispetto dell’ambiente e della natura.

Nel corso di Bologna Estate 2021 è in programma fino all’autunno una messa in scena di spettacoli all'aperto a cura di Archivio Z, dal titolo → "inosservanza".

Il cartellone, promosso dal Comune di Bologna prevede anche letture e incontri al tramonto, con un piccolo spazio cucina a cura di ZOO. 

Per Bologna Estate 2022 (12 maggio - 30 settembre), sempre a cura di Archivio Z, la mostra fotografica "100 colpi / Pasolini a Villa Aldini", affiancata da un ricco programma con letture, proiezioni e teatro.

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Il parco intorno alla villa è di proprietà del Comune di Bologna e non è pubblico, pertanto non sempre aperto ma soltanto in alcuni giorni e orari, che sono da consultare on line.

Ancora oggi è dedicato ai Caduti della Prima Guerra Mondiale, nomina data nel 1935 quando anche la villa ne divenne monumento.

La Rotonda è visitabile in occasione di visite guidate segnalate sul sito → Musei Civici d'Arte Antica.




LA PAGINA DI BOLOGNA


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Bibliografia:
-Corrado Ricci e Guido Zucchini, "Guida di Bologna", Edizioni Alfa Bologna, 1976.
-Marcello Fini, "Bologna Sacra, tutte le chiese in due millenni di storia, Ed. Pendragon, 2007, pp. 108-109.
-Roberto Sernicola, "Gli affreschi della Madonna del Monte a Bologna: considerazioni sul programma iconografico", pdf.
-Tiziano Costa, "Donne da prima pagina nel passato di Bologna", Costa Editore 2017,  pp.15-17.
¹-Guido Zucchini, "La Madonna del Monte", pp. 36-37.

-resoconto visita guidata durante le giornate FAI maggio 2021.


Sitografia:




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