PERCORSO URBANO
(aggiornato 2023)
A Bologna viene celebrato a 100 anni dalla nascita (1922 - 2022) uno dei più grandi intellettuali del Novecento: Pier Paolo Pasolini.
Nell'incipit del poema autobiografico "Poeta delle ceneri" Pasolini scriveva:
"Sono nato nel 1922 in una città piena di portici".
E a Bologna, oltre ad esserci nato, trascorse 7 anni della sua vita, dal Liceo Galvani fino agli anni dell'Università.
La città gli dedica:
2 - la mostra "100 colpi / Pasolini a Villa Aldini"
(12 maggio - 30 settembre 2022)
pensata e realizzata da Archiviozeta in collaborazione con Cineteca di Bologna e Cinemazero.
Bellissime foto, molte delle quali inedite, di Deborah Imogen Beer, fotografa ufficiale sul set di Salò.
Mostra affiancata da un ricco programma, con letture e proiezioni sempre a cura di Archiviozeta.
3 - una rassegna cinematografica curata dalla Cineteca
4 - spettacoli teatrali
5 - incontri pubblici
6 - infine un percorso urbano attraverso 10 installazioni in 10 luoghi significativi della sua permanenza a Bologna.
Esiste una cartolina con le tappe sul sito culturabologna.it, senza un ordine organizzato.
Personalmente ho creato un itinerario ideale disegnando su Google Earth i 10 luoghi.
LE TAPPE
1- PALAZZO D'ACCURSIO
2- PORTICO DELLA MORTE
3- LICEO GALVANI
4- CASA NATALE
5- PORTICO DEI SERVI
6- UNIVERSITÀ
7- EX GAM
8- CINETECA
9- STADIO RENATO DALL'ARA
10- VILLA ALDINI
1- PALAZZO D'ACCURSIO
Piazza Maggiore, 6
Il palazzo del Comune di Bologna è l’ideale punto di inizio di questa mostra a cielo aperto, perché è affacciato sulla Piazza Maggiore che Pasolini attraversa da bambino, da adolescente e poi da adulto.
Su Piazza Maggiore si affaccia anche la Basilica di San Petronio, sulla cui scalinata Pasolini gira alcune scene finali del film "Edipo re" (1967).
L’ingresso principale di Palazzo d’Accursio vede esposto il bellissimo ritratto in bianco e nero realizzato nel 1975, anno della sua tragica morte, da Dino Pedriali.
Nel Cortile d’Onore un altro scatto realizzato da Pedriali all’interno della Torre di Chia a Soriano nel Cimino, provincia di Viterbo, che Pasolini aveva acquistato nel 1970.
In via Rizzoli 4, a pochi passi dal palazzo, vi era la sede della rivista Officina, fondata nel 1955 dallo stesso Pasolini assieme agli amici Roberto Roversi e Francesco Leonetti, un’esperienza durata quattro anni.
2- PORTICO DELLA MORTE
via de' Musei, 5
Durante la sua adolescenza a Bologna Pasolini ricorda i pomeriggi passati sotto il portico dell’ex Ospedale di Santa Maria della Morte, detto comunemente Portico della Morte, adiacente a Piazza Maggiore.
L'Ospedale, che oggi ospita il Museo Civico Archeologico, era un antico centro assistenziale tardo medievale dove venivano portati i moribondi, i condannati a morte e i cadaveri dei giustiziati, che erano pure presi in carico dai medici dello Studio (Archiginnasio), per le loro analisi anatomiche.
Per Pasolini il portico era luogo del cuore perché qui ha sede la storica libreria Nanni, con espositori all’esterno sotto il porticato in cui, racconta il poeta, trascorse tanti pomeriggi sfogliando i libri a poco prezzo e dove maturò la sua passione letteraria.
In una pagina de "I quaderni" dichiara di avere comprato qui i suoi primi libri "ed è stato bellissimo, perché non si legge mai più, in tutta la vita, con la gioia con cui si leggeva allora."
La cugina Graziella Chiarcossi racconta che quello di Pasolini con i libri era un rapporto fisico, riguardo le pieghe, gli appunti, le sottolineature sulle pagine, anche con le unghie quando non aveva a portata di mano una penna.
L'immagine sulla vetrina della libreria vede Pasolini a passeggio per via Rizzoli assieme all'amico Luciano Serra, anch'egli poeta, conosciuto sui banchi del Liceo Galvani.
3- LICEO GALVANI
via Castiglione, 38
Nel 1936 la famiglia di Pasolini si trasferisce nuovamente a Bologna e Pier Paolo si iscrive al Liceo Galvani, nella classe V ginnasiale D, dove conclude nel 1937 il Ginnasio iniziato a Scandiano, vicino a Reggio Emilia.
Il Liceo ha sede nell'antico Collegio Gesuita di Santa Lucia, adiacente all'ex Chiesa di Santa Lucia, sconsacrata, oggi utilizzata come Aula Magna dell'Università di Bologna.
Nella primavera del 1939 frequenta la II liceale C e ottiene la licenza, sostenendo anticipatamente e in maniera brillante, nella sessione autunnale, l’esame finale.
Al Galvani Pasolini coltiva amicizie fondamentali, come quella con Luciano Serra e Renzo Renzi.
Alcuni suoi insegnanti saranno fondamentali nel suo percorso umano e artistico:
-Alberto Mocchino, professore di italiano, latino e greco ma anche grande appassionato di cinema (sono proprio le novelle proposte a scuola da Mocchino che Pasolini sceglierà poi per il suo Decameron).
-Evangelista Valli, docente di filosofia, noto per le sue posizioni fieramente antifasciste.
-Antonio Rinaldi, giovanissimo supplente di storia dell’arte, che aveva destato nella classe un vivo interesse leggendo agli allievi una poesia di Rimbaud "Il battello ebbro" come lezione civile e voce di libertà.
Il Liceo Galvani costudisce al suo interno la bellissima Biblioteca Galvani Pasolini, restaurata nel 2019, nell’ex Oratorio dei Gesuiti costruito nel 1707 al primo piano della sagrestia della Chiesa di Santa Lucia.
4- CASA NATALE
via Borgonuovo, 4
Pasolini nasce in questa casa il 5 marzo del 1922, nel quartiere Santo Stefano.
All’epoca era una foresteria militare, suo padre Carlo Alberto infatti era ufficiale di fanteria, mentre la madre Susanna Colussi una maestra.
Il padre era nato nel 1892 a Bologna, figlio di Argobasto dei Pasolini dall’Onda, nobile famiglia ravennate, mentre la madre era originaria di Casarsa, in Friuli.
Avendo abbracciato la vita militare il padre già nel 1923 si trasferisce a Parma, poi a Conegliano, Casarsa, Sacile, Cremona, Reggio Emilia, per poi ritornare a Bologna nel 1936 (abiterà in via Nosadella) dove Pierpaolo trascorre gli anni della formazione, forse i più belli della sua vita, come già ricordato.
A conferma di questo l’amico Roberto Roversi scrive che Pierpaolo nei confronti di Bologna conservò intatta "la vicenda di un tempo mai inquinato dal maleficio della non-speranza".
A Bologna Pasolini non si fermerà più stabilmente ma ritornerà a più riprese.
In un articolo del 1969 sul settimanale il tempo scrisse: "Cos’ha Bologna, che è così bella? L’inverno col sole e la neve, l’aria barbaricamente azzurra sul cotto.
Dopo Venezia, Bologna è la più bella città d’Italia, questo spero sia noto".
Oggi l'edificio è sede del Comando Regionale Emilia-Romagna della Guardia di Finanza.
Nel 2004 sulla facciata della sua casa natale è stata apposta la targa commemorativa.
5- PORTICO DEI SERVI
Strada Maggiore
Il Portico dei Servi, insieme a Piazza Maggiore, é il luogo in cui sono ambientate le scene finali del film "Edipo re", girato fra aprile e luglio del 1967.
Il film è autobiografico in chiave mitica:
"Racconto la storia del mio complesso di Edipo. Il bambino del prologo sono io, suo padre è mio padre, ufficiale di fanteria, e la madre, una maestra, è mia madre.
Racconto la mia vita mitizzata, naturalmente, resa epica dalla leggenda di Edipo."
Franco Citti, Edipo, è un giovane suonatore cieco di flauto, accompagnato nella sua peregrinazione dall’amico Anghelos, interpretato da Ninetto Davoli.
La città di Bologna è significativa per l’ambientazione dell’epilogo della tragedia.
"La vita finisce dove comincia", sono le ultime parole pronunciate da Citti/Edipo, a chiudere il cerchio fra nascita e morte.
6- UNIVERSITÀ
via Zamboni, 38
Pasolini si iscrive all’Università di Bologna, Facoltà di Lettere e Filosofia, nel 1939.
La sede, fino al 2012, era nello storico Palazzo Riario.
Qui ritrova l’amico Luciano Serra e conosce Francesco Leonetti, Roberto Roversi, Fabio Mauri, Giovanna Bemporad.
Gli studenti si muovono nell’ambiente dell’epoca, cioè quello fascista e lui stesso partecipa a Littoriali e raduni sportivi organizzati dal partito; ai tornei di calcio studenteschi del 1941 è capitano della squadra di Lettere.
Gli stimoli culturali sono molti: con gli amici Leonetti, Roversi e Serra fonda nel 1941 la rivista "Eredi", omaggio ai maestri della poesia moderna, da Montale a Luzi a Sereni.
La rivista non arriverà mai alla stampa per le disposizioni ministeriali sul consumo della carta, ma gli aspiranti poeti decidono di stampare i primi volumetti di poesia a loro spese.
Grazie all’aiuto di Mario Landi, libraio di piazza San Domenico, nel 1942 esce "Poesie a Casarsa", con la dedica al padre, e ottiene incoraggiamento da Gianfranco Contini.
La gioia è tale che, ricorda l’amico Serra, "Pasolini ballò e saltò sotto i portici".
Nello stesso anno vede la luce la rivista "Il Setaccio", cui lavorano Pasolini e Mauri, e si affrontano argomenti come letteratura, cinema, teatro e politica.
All’università il corso di Roberto Longhi , "Fatti di Masolini e Masaccio", lo stimola intellettualmente e chiede a lui la tesi di laurea ma Pasolini, nel 1943, viene chiamato al fronte e catturato dai tedeschi.
Riesce a scappare dopo l’8 settembre ma durante la fuga perde la tesi già abbozzata e, tornato all’università dopo un periodo di soggiorno a Casarsa, decide di cambiare relatore rivolgendosi a Carlo Calcaterra, titolare della cattedra della Facoltà di Lettere.
Si laurea nel 1945 con una tesi su Giovanni Pascoli.
Pochi mesi dopo l’amato fratello Guido, nome di battaglia "Ermes", viene ucciso dai partigiani garibaldini, nei fatti legati all'eccidio di Porzûs (tragico e controverso episodio), che auspicavano l’adesione del Friuli alla Jugoslavia di Tito.
Si chiude la pagina di Bologna, luogo di formazione intellettuale, di maestri, amicizia e poesia.
"Una visione apocalittica, certamente, la mia. Ma se accanto ad essa e all'angoscia che la produce, non vi fosse in me anche un elemento di ottimismo, il pensiero cioè che esiste la possibilità di lottare contro tutto questo, semplicemente non sarei qui, tra voi, a parlare."
(Pier Paolo Pasolini, estratto di un intervento orale alla Festa dell'Unità di Milano, 1974. La stesura scritta venne riportata dalla redazione di Rinascita, poi in Scritti Corsari, 1975)
7- EX GAM (Galleria d'Arte Moderna)
Piazza della Costituzione, 3
La Galleria d’Arte Moderna di Bologna è stata fondata nel 1926 con sede a Villa delle Rose, in via Saragozza.
Nel 1975 si trasferisce nel nuovo spazio di Piazza della Costituzione, un compatto volume in cemento armato progettato dall’architetto Leone Pancaldi, con una superficie espositiva di 2700 m quadri.
In occasione dell’inaugurazione Pasolini viene chiamato dall’amico fraterno Fabio Mauri, conosciuto ai tempi dell’università e diventato un apprezzato artista, per dare vita ad una performance intellettuale.
Il 31 maggio 1975 Mauri sistema Pasolini in esterno davanti al portone su un alto sedile.
Sulla sua camicia bianca viene proiettato "Il Vangelo secondo Matteo", suo film del 1964, Leone d’argento alla 25ª mostra del cinema di Venezia.
Il film aveva scatenato un aspro dibattito con accuse di vilipendio alla religione.
Il sonoro altissimo e sproporzionato rispetto alle dimensioni ridotte dello schermo umano Pasolini, accresce il voluto straniamento, del pubblico e dello stesso Pasolini, il quale è costretto a restare immobile per le oltre due ore del film e a subire sul suo corpo gli effetti della sua opera.
Il fotografo Antonio Masotti immortala la performance in 15 fotografie che diventano iconiche.
Pasolini morirà nel novembre dello stesso anno.
8- CINETECA
Piazzetta Pasolini
La Cineteca di Bologna, nella nuova struttura di via Azzo Gardino, all’interno della Biblioteca intitolata a Renzo Renzi, è il sorprendente contenitore della figura di Pierpaolo Pasolini.
Il Fondo Pier Paolo Pasolini nasce nel dalla volontà di Laura Betti, grande attrice bolognese, unita a lui da un profondo legame di amicizia, tanto da definirlo "l’uomo della mia vita".
Il Fondo nasce a Roma nel 1975, dopo la morte del poeta, dove rimane per più di vent'anni, in piazza Cavour.
In seguito l'attrice creò presso la Cineteca di Bologna il Centro Studi Archivio Pier Paolo Pasolini nel quale trasferì, tramite donazione, tutta la documentazione del Fondo.
Il trasferimento da Roma a Bologna causò notevoli attriti fra l'attrice e l'amministrazione capitolina.
Laura muore nel 2004 e il fratello, Sergio Trombetti, ha voluto che si istituisse anche il Fondo Laura Betti con fotografie, testi e oggetti personali dell’attrice.
Oggi la Cineteca è il luogo in cui si conserva la gigantesca produzione di Pasolini, in ambito letterario, cinematografico e teatrale.
Sono a disposizione per la consultazione 1500 volumi e una vasta bibliografia critica sull’opera, la vita e la figura di Pasolini, con articoli di giornali quotidiani e periodici, datati dal 1943 all’anno in corso, volumi monografici, una raccolta iconografica di migliaia di fotografie, una sezione audiovisiva che raccoglie registrazioni video e audio, infine tutti i film di Pasolini in vari formati e diverse edizioni italiane e straniere.
9- STADIO RENATO DALL'ARA
via De Coubertin
Ad Enzo Biagi quando lo intervistò chiedendogli cosa avrebbe voluto diventare se non avesse fatto il regista e lo scrittore, Pasolini rispose "Un bravo calciatore, perché il calcio è uno dei grandi piaceri, dopo la letteratura e l’eros".
Fin da ragazzo coltiva questo piacere, durante gli anni del liceo ai Prati di Caprara, dove il Bologna Football Club aveva stabilito il proprio campo da gioco dal 1909 sino alla fine del 1910 e rimane tifoso del Bologna per tutta la vita.
Come scrisse nel 1973 su Paese Sera, da tifoso del Bologna soffriva molto per la sua squadra.
Stiamo parlando del Bologna degli anni '30, che "faceva tremare il mondo", con Dall'Ara, Schiavio e Biavati, verso il quale nutre una venerazione: "Non ho mai visto niente di più bello degli scambi fra Biavati e Sansone. Che domeniche allo stadio comunale!".
In un sonetto di "Roma 1950" celebra la sua passione in versi:
"E io so come sia terso in questo ottobre
il colle di San Luca sopra il mare
di teste che copre il cerchio dello stadio".
Nel 1963 riesce a realizzare il sogno di incontrare i giocatori del Bologna, che nel 1964 vinceranno lo scudetto.
All’epoca stava realizzando il film-inchiesta "Comizi d’amore", indagine sul rapporto fra gli italiani e il sesso.
Approfitta quindi per intervistare anche i giocatori: Pascutti si schermisce mentre Bulgarelli risulta più estroverso, tanto che Pasolini gli propone di interpretare una parte ne "I racconti di Canterbury", ma l’invito viene declinato.
Bulgarelli non diventerà una comparsa o interprete di un film, ma rimarrà per Pasolini un idolo.
10- VILLA ALDINI
via dell'Osservanza, 37
Pasolini nato a Bologna, per ironia della sorte torna nel 1975, anno della sua morte, per girare quello che sarà il suo ultimo film, "Salò o le 120 giornate di Sodoma".
Gira alcune scene a Villa Aldini, costruita su un colle che domina Bologna.
Le scene vengono girate nello spiazzo antistante la villa, così la bellezza dell’edificio fa da contraltare alla tragica narrazione, che prende in prestito il romanzo di De Sade come metafora della sopraffazione del dominio nazista attraverso l’orrore del potere, della violenza e del sesso.
Nel film alcuni ragazzi fatti prigionieri vengono portati in questo luogo dopo il rastrellamento di sadici nazifascisti e subiranno torture fisiche e psicologiche.
La foto sul cancello d’ingresso alla villa fu scattata da Debora Berr, fotografa inglese di scena, l’unica ad essere ammessa sul set blindato.
Gira alcune scene a Villa Aldini, costruita su un colle che domina Bologna.
Le scene vengono girate nello spiazzo antistante la villa, così la bellezza dell’edificio fa da contraltare alla tragica narrazione, che prende in prestito il romanzo di De Sade come metafora della sopraffazione del dominio nazista attraverso l’orrore del potere, della violenza e del sesso.
Nel film alcuni ragazzi fatti prigionieri vengono portati in questo luogo dopo il rastrellamento di sadici nazifascisti e subiranno torture fisiche e psicologiche.
La foto sul cancello d’ingresso alla villa fu scattata da Debora Berr, fotografa inglese di scena, l’unica ad essere ammessa sul set blindato.
PASOLINI CONTINUA CON LA MOSTRA FOTOGRAFICA
_________________________________
Sitografia:
Nessun commento:
Posta un commento