venerdì 12 gennaio 2024

VILLA TORLONIA

e "breccia di PORTA PIA" 
Roma Nord


La tenuta di Villa Torlonia, un tempo di proprietà della famiglia Torlonia, è ora sede dei Musei di Villa Torlonia, caratterizzata da maestosi pini marittimi, palme esotiche e affascinanti villini immersi nel verde.


Villa Borghese, Villa Ada, Villa Doria-Pamphili e Villa Torlonia, sono parchi chiamati Ville.


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Questo secondo itinerario nella Roma Nord, che ho pensato per una passeggiata di 30 minuti, si estenderà per l'intera giornata, coinvolgendo tre siti di grande rilevanza storica: 

-PORTA PIA
-VILLA TORLONIA
 -BASILICA DI SANT'AGNESE FUORI LE MURA.


Inizierò dall'importante episodio risorgimentale rappresentato da Porta Pia.

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©google earth - ©mappatura Monica Galeotti



PORTA PIA
Piazzale Porta Pia

Michelangelo realizzò Porta Pia come sua ultima opera architettonica, commissionata da Pio IV per rimpiazzare le rovine di Porta Nomentana, una delle antiche porte delle Mura Aureliane.
L'edificio fu completato tra il 1561 e il 1564.

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Porta Pia è celebre soprattutto per un cruciale episodio del Risorgimento italiano: la presa di Roma.
 Il 20 settembre 1870, le truppe italiane attraversarono una breccia nelle Mura Aureliane di Porta Pia, annettendo Roma al Regno d'Italia.


FACCIATA DI PORTA PIA
La facciata, in sintonia con la cinta muraria, presenta due statue di santi martiri, Sant’Agnese vergine e Sant’Alessandro papa, collocate nelle nicchie nel 1869 secondo la volontà di Papa Pio IX.
Le due statue, danneggiate dalle cannonate del 1870, furono restaurate e ricollocate nel 1929.

Ogni statua è accompagnata da un'epigrafe che afferma che la santa adorna e riscalda, mentre il santo governa e protegge.
Questo ricorda il pericolo scongiurato durante il crollo della sala d’udienza del convento di Sant’Agnese, che sorge poco distante (e illustrerò a breve), dove Pio IX si recò in visita il 12 aprile 1855.
 In cima all'edificio, un'iscrizione latina commemora l'evento.

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All'interno dei fabbricati che collegano le due facciate di Porta Pia, una volta adibiti all'ufficio doganale, si trova il Museo Storico dei Bersaglieri.

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LA BRECCIA DI PORTA PIA
Corso Italia

Durante l'attacco delle truppe del Regno d'Italia contro la guarnigione pontificia, si formò una vasta breccia a circa cinquanta metri a sinistra di Porta Pia.

 Grazie alla concentrazione del fuoco, la breccia divenne sufficientemente ampia per consentire il passaggio delle truppe dei Bersaglieri che penetrarono attraverso di essa.

La breccia di Porta Pia è anche protagonista di uno dei primi film italiani, "La Presa di Roma" del 1905, un film muto di circa 6 minuti.

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Screenshot dal film "La presa di Roma".



 Questa battaglia segnò la conclusione dello Stato della Chiesa e l'annessione di Roma all'Italia, completando così il processo di unificazione.

La breccia nelle mura, riparata nel 1871, è commemorata da lapidi, quella centrale posta nel punto esatto dell'irruzione.
 Di fronte si trovano una colonna celebrativa e una vittoria alata in bronzo del 1895.

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Nel 1932, l'Associazione Nazionale Bersaglieri eresse il
MONUMENTO AL BERSAGLIERE
nel piazzale di Porta Pia.

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Questo monumento presenta una statua in bronzo di un trombettiere dei bersaglieri, in corsa su un maestoso basamento.

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 Ai lati bassorilievi raffiguranti momenti salienti della storia del corpo.

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IL PARCO DI VILLA TORLONIA E I SUOI MUSEI
via Nomentana, 70


La tenuta storica della famiglia Torlonia è oggi un parco pubblico, con le sue tre ville trasformate in musei contenenti una variegata collezione di sculture, dipinti, mobili e vetrate liberty.

Pur avendo un costo di ingresso separato per ogni villa, è disponibile un biglietto cumulativo che offre un prezzo più conveniente.
La biglietteria è all'interno del Casino Nobile.

Le ville sono:
-CASINO NOBILE
-CASINO DEI PRINCIPI
-CASINA DELLE CIVETTE

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CASINO NOBILE

La vasta tenuta appartenne alla famiglia Torlonia sotto la guida di Giovanni Torlonia, banchiere e proprietario terriero, dal 1756 al 1829.

La sontuosa villa principale, chiamata Casino Nobile, fu progettata in stile neoclassico da Giuseppe Valadier, lo stesso architetto di Piazza del Popolo, tra il 1802 e il 1806.

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La maggior parte dei lavori però furono effettuati soprattutto nel 1842 per Alessandro Torlonia, il quale ingaggiò il pittore e architetto Giovan Battista Caretti e Giuseppe Jappelli.

Caretti aggiunse un pronao ionico.

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Jappelli disegnò il parco, arricchendolo con palmeti, e realizzò diverse strutture come scuderie, palazzine, casini e tempietti.

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Di fronte e sul retro della palazzina sorgono due obelischi, eretti in memoria dei genitori del principe Torlonia.
Questi imponenti monumenti furono realizzati in granito di Baveno, cittadina sul Lago Maggiore, trasportati via acqua risalendo l'Aniene, infine sbarcati lungo la Via Nomentana.

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Nel parco si trovano anche un teatro, una limonaia (caffetteria) e una serra moresca.



Dal 1925 al 1943, il Casino Nobile fu la residenza di Benito Mussolini, che vi abitò con la moglie e i figli. 

Egli accettò l'offerta del principe Giovanni Torlonia jr. di affittare la villa al simbolico prezzo di una lira all'anno.
Il principe si trasferì nella Casina delle Civette.

Nel 1938, con la morte di Giovanni, l'affitto fu confermato dal fratello Carlo Torlonia.

Con la morte dell'ultimo erede diretto dei Torlonia, iniziò il declino della villa a causa di complesse questioni ereditarie e dell'occupazione disastrosa dell'esercito anglo-americano dal '44 al '47.

 Dopo decenni di abbandono e degrado, nel 1978 il Comune di Roma acquisì la villa, avviando il recupero del parco e degli edifici.
Oggi, tali strutture sono destinate a diverse funzioni e aperte al pubblico.



Le sale riccamente decorate ospitano 2 musei:
-la pregevole collezione della famiglia Torlonia e 
-opere della Scuola Romana attiva nella capitale fra le due guerre mondiali.



GLI INTERNI

PIANO TERRA
1-Ingresso
2-Vestibolo
3-Bagno
4-Biblioteca
5-Stanza a Berceau
6-Stanza con la storia di Villa Torlonia
7-Portico
8-SALA DA BALLO
9-Camera di psiche
10-Camera dei poeti e degli artisti italiani

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©mappa tour virtuale Musei di Villa Torlonia
©didascalie Monica Galeotti


Effettuo il percorso di visita in senso orario.


1-Ingresso
La sala d'ingresso è decorata con 12 colonne di marmo bianco; la volta presenta una complessa partizione in stucco con gli stemmi della famiglia Torlonia e figure allegoriche della Fama con trombe. Le pareti sono rivestite con un pregevole marmo che imita il fior di pesco.
 I pavimenti in marmo bianco di Carrara e bardiglio seguono il disegno del soffitto.

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2-Vestibolo
Nel vestibolo spicca il frontone di aedicula (edicola) del II secolo d.C., ritrovato nei sotterranei del teatro nel 1997 e proveniente dal Mausoleo di Claudia Semne sulla via Appia.

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Il frontone è abbellito con simboli di fortuna, tra cui cornucopie al centro, a sinistra un timone e una patera, e a destra una ruota con un urceus (piccola brocca).

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3-Bagno
L'elegante ambientazione si ispira alle "stufe" del primo Cinquecento.
Le pareti e la volta sono ornate da grottesche su fondo rosso, dipinte da Giovan Battista Caretti, mentre i riquadri con storie mitologiche di divinità femminili sono opera del pittore bellunese Pietro Paolettidipinte con l'insolita tecnica dell'olio su muro.

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Tra le rappresentazioni si alternano scene come:
"Leda con il cigno",

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"Il ratto di Europa",

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"Pan e Siringa", "Diana e Callisto",

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 "Galatea".

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L'ambiente è suddiviso da colonne antiche in alabastro con capitelli compositi in marmo; nella sezione più intima trovava posto la vasca da bagno, anch'essa in alabastro.



4-Biblioteca
Nella piccola stanza, spicca la decorazione del soffitto con un riquadro centrale raffigurante "Dante guidato da Virgilio nel limbo per incontrare i grandi poeti dell'antichità", opera di Pietro Paoletti (1801-1847).

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5-Stanza a Berceau
Della volta originale di questa stanza, un tempo arricchita da un riquadro centrale andato perduto con lo stemma di Torlonia, rimane la decorazione a "berceau", un termine che sta ad indicare un finto pergolato.

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Questa sala conserva tre dei dieci rilievi, ritrovati nei sotterranei del teatro nel 1997. Appartenevano alla Sala da Ballo e furono realizzati da Canova tra il 1787 e il 1792, raffigurando episodi tratti dalle opere di Omero, Virgilio e Platone.
Sono copie di esemplari attualmente situati a Possagno (Museo Canova), al Museo Correr e alle Gallerie dell'Accademia di Venezia.


"Socrate che beve la cicuta"
(dal "Fedone" di Platone)
Per Canova, Socrate rappresenta un ideale di virtù civiche e abilità tecniche; la sua morte simboleggia un sublime sacrificio e un messaggio di riscatto per l'umanità.
La rappresentazione della tragedia si sviluppa come un rituale, con la figura centrale di Socrate che funge da fulcro per gli altri personaggi, esprimendo sia dolore che dignità morale.
La figura piegata a sinistra suggerisce una frattura fisica e psicologica in risposta alla tragedia.

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"Morte di Priamo"
(dall'Eneide di Virgilio)
Canova crea una struttura compositiva che eleva la brutalità dell'atto a una grandezza umana e morale quasi mitica.
La narrazione di Virgilio è sintetizzata, focalizzandosi sulla risoluzione finale, con la spada vibrante di Pirro come apice della composizione.




"La danza dei Feaci"
(dall'Odissea di Omero)
Canova concepisce l'opera come complemento alla "Morte di Priamo" per contrastare il tema del dolore con quello della gioia e raffigura l'episodio della danza dei figli di Alcinoo alla presenza di Ulisse.

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6-Stanza con la storia di Villa Torlonia
In questa sala spoglia sono esposti pannelli narrativi che raccontano la storia della villa, dei suoi proprietari e degli interventi di restauro.

Prima ancora di esplorare la Sala da Ballo, luogo simbolo di questa villa, si è già percepita la straordinaria qualità delle opere.
Durante l'apice della famiglia, le numerose residenze Torlonia ospitavano centinaia di opere d'arte.

Dal 1800 Giovanni Torlonia avviò la raccolta con l'acquisizione dell'intero patrimonio artistico di Bartolomeo Cavaceppi, scultore e restauratore, cui si aggiunsero nel 1816 le sculture della famiglia Giustiniani.

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La famiglia Torlonia.




Mussolini risiedette a Villa Torlonia dal 1925 al 1943, utilizzando tutti i piani del Casino Nobile.
L'arredamento originale fu in gran parte mantenuto, con Mussolini che dormiva nella stanza del principe al primo piano e sua moglie Rachele nella stanza speculare sull’altro lato dell’edificio.

La sala da ballo aveva diverse funzioni, da ricevimenti a proiezioni cinematografiche private e perfino un biliardo in alcuni periodi.

Il ricevimento più celebre fu per la visita del Mahatma Gandhi nel 1931, ma la villa raramente ospitava personalità famose, per preservare la privacy della famiglia.

Fu il parco il fulcro delle attività pubbliche dei Mussolini, con il piazzale del Casino Nobile utilizzato per incontri ufficiali, allenamenti di scherma e ricevimenti. Il matrimonio di Edda con Galeazzo Ciano nel 1930 fu l'evento più noto.

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Mussolini con Guglielmo Marconi
in occasione dell'incontro con i congressisti elettrotecnici nel 1927.


 Il campo da tornei divenne un campo da tennis, e la zona sud, in cui c'era un laghetto, fu trasformata in un galoppatoio, oggi non più esistente.

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Mussolini a cavallo nel galoppatoio, 21 ottobre 1933.




Il bunker
Nel sottosuolo si estendono circa 9 km di catacombe ebraiche, risalenti al II e III secolo, dove Mussolini e Carlo Torlonia fecero costruire due rifugi antiaerei e un bunker tra il 1940 e il 1943.

Questo bunker, situato direttamente sotto il Casino Nobile, a 6 metri di profondità, con mura spesse 4 metri, era ancora in fase di completamento al momento dell'arresto di Mussolini il 25 luglio 1943.

Le strutture incomplete del bunker furono poi utilizzate come rifugio durante la guerra.

L'accesso è possibile solo tramite visite guidate, per esplorare ambienti spogli con porte antigas e sistemi di filtraggio dell'aria.

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La Seconda Guerra Mondiale
L'occupazione in primis dell'esercito tedesco tra il 1943 e il '44 e poi dell'esercito anglo-americano dal '44 al '47, causò danni significativi alla struttura.



Restauri
Nel 1978, dopo aver acquisito Villa Torlonia, il Comune di Roma ha aperto al pubblico il PARCO, inaugurato alla presenza dell'allora sindaco Giulio Carlo Argan.

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Nel 2007 iniziò la prima fase di restauro degli edifici, seguita da una seconda fase nel 2021, che ha portato al completo recupero, rendendo Villa Torlonia visibile in tutta la sua bellezza.



7-Portico
Colonne toscane in travertino con ampie porte vetrate collegano le ali del palazzo.
Statue di Cerere e Atena adornano l'ambiente luminoso.

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Attraverso le vetrate vedo il lago artificiale e il secondo obelisco sul retro.

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Il Casino Nobile visto dal retro: posso identificare il portico con le sue vetrate.

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8-SALA DA BALLO
La sala da ballo è centrale (intorno sono disposte le varie stanze delle edificio) e in altezza occupa due piani.

Dipinti, stucchi, dorature e marmi sono disseminati su tutte le superfici donando un effetto complessivo di grande fasto. 

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I dipinti nelle volte narrano storie di Amoreaffrescate da due artisti della cerchia di Caretti.

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La lunetta centrale presenta un maestoso dipinto del Parnaso, la montagna leggendaria della mitologia greca, considerata la residenza delle Muse, luogo associato all'ispirazione poetica e artistica.

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Parnaso, di F. Coghetti.



Al centro la figura di Apollo con la cetra, e intorno illustri personaggi come Dante con Beatrice, Galileo, Petrarca, e altri.

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Parnaso, di F. Coghetti.




 Il pavimento in marmo e le colonne scanalate di Carrara contribuiscono all'opulenza dell'ambiente, con le pareti rivestite di marmoridea giallo antico.

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9-Camera di Psiche
La stanza presenta sette riquadri nella volta, dipinti a tempera da Pietro Paoletti (1801-1847), che narrano la "Storia di Psiche".

 La statua di Diana cacciatrice, in marmo di Carrara, si trova insieme a un calco in gesso di un satiro, replica dell'originale conservato a villa Albani, proveniente dallo studio Cavaceppi.

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Diana cacciatrice, di Ercole Dante, XIX sec.





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Satiro.




La decorazione a grottesca circostante è opera di Caretti, ispirata al ciclo di affreschi raffaelleschi di Villa Farnesinamolto amato e imitato nelle decorazioni nobiliari dal Rinascimento all'Ottocento.

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10-Camera dei poeti e degli artisti italiani
In un complesso e bellissimo ornamento gotico, dipinto da Caretti, 32 medaglioni mostrano ritratti di personaggi illustri, tra cui Carlo Torlonia, fratello di Alessandro, prematuramente scomparso.

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La scultura in ghisa della "Diana di Gabi" è una replica di quella rinvenuta nel 1792 durante gli scavi a Gabi, antica città romana, effettuati da Gavin Hamilton per conto di Marcantonio IV Borghese, oggi conservata al Louvre.

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La statua marmorea di Diana al Louvre è una replica del I secolo di un originale greco.
Originariamente collocata nel Tempietto di Diana nel Parco di Villa Borghese, fu venduta da Camillo II Borghese a Napoleone nel 1807.

Artemide, detta Diana di Gabi,
Museo del Louvre
©foto Marie-Lan Nguyen




PRIMO PIANO

1-Anticamera
2-Sala di Bacco
3-Camera Gotica
4-Camera da letto
5-Sala di Alessandro
6-Camera Egizia
7-Camera da letto del principe Giovanni Torlonia

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©mappa tour virtuale Musei di Villa Torlonia
©didascalie Monica Galeotti




1-Anticamera
Nella volta sono inseriti riquadri del Giorno, dell'Alba e della Notte, opere di Decio Trabalza (1804-1842).

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"Il Giorno", di Decio Trabalza.


Le ali del palazzo non sono connesse come al pianterreno.
Da un lato dell'anticamera, è possibile scegliere tra l'ala destra o sinistra e per esplorare l'ala opposta sarà necessario fare ritorno.

Inizio con l'ala destra.



2-Sala di Alessandro
La sontuosa sala da pranzo del palazzo, come testimoniano le mensole in marmo e legno poste lungo le pareti, è dedicata alle gesta di Alessandro il Macedone, con un chiaro omaggio al committente Alessandro Torlonia.

 Il fregio in stucco di Berthel Thorvaldsen, lungo il perimetro sotto la volta, raffigurante il trionfo di Alessandro a Babilonia, trae ispirazione dall'originale marmoreo del Quirinale.

Il pavimento a mosaico di Carlo Seni è denominato "all'etrusca".

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Gli affreschi di Francesco Coghetti sulla volta ritraggono momenti salienti della vita del condottiero, con al centro il trionfale ingresso a Babilonia.

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Le pareti presentano figure allegoriche e putti che simboleggiano le virtù dell'eroe, mentre nelle nicchie sono collocate le statue di Apollo e delle nove muse scolpite da giovani artisti.

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3-Camera Egizia
Questa camera incarna l'eclettismo prevalente delle decorazioni del palazzo, richiamando lo stile egizio attraverso le pitture murali di Luigi Fioroni (1795-1864). I dipinti si ispirano alle vicende di Antonio e Cleopatra, rappresentando l'Incontro, l'Incoronazione e Cleopatra inginocchiata davanti ad Antonio.

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Le ampie tavole dipinte sono integrate in una complessa decorazione a geroglifici, estesa anche sulle porte, con colonne e strutture architettoniche finte che imitano il basalto egiziano.

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4-Camera da letto del principe Giovanni Torlonia
Due camere da letto simmetriche al secondo piano sono dipinte con l'illusione di ricchi drappeggi a baldacchino, realizzate da Caretti.
Nel centro della volta, Pietro Paoletti raffigura "Il sonno portato in volo dai sogni (Morfeo, Icelo e Fantaso)".

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Una foto del 1910 mostra i mobili di Giovanni Torlonia, successivamente appartenuti a Benito Mussolini, conservati in un deposito del provveditorato dello Stato per la damnatio memoriae.

 Attualmente, questi arredi sono concessi in comodato al Comune di Roma per ripristinare l'arredo originario, incluso il letto del principe di Torlonia.

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Ritorno indietro fino all'Anticamera e mi dirigo a sinistra verso l'ala orientale del secondo piano per continuare la visita.

Quindi entro nella Sala di Bacco.

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5-Sala di Bacco
La sala è interamente decorata con gli affreschi di Francesco Podesti, narrando le storie di Bacco, all'interno di un motivo decorativo a grottesche.
Il pavimento presenta un mosaico centrale con l'immagine di Ercole bambino che afferra i serpenti.

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6-Camera Gotica
Le architetture gotiche simulano vetrate alle pareti, e il pavimento in marmo, anch'esso in stile gotico, è notevole.

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7-Camera da letto
La seconda camera, simmetrica alla precedente, conserva il bel riquadro di Pietro Paoletti sul soffitto: "Toletta di Venere".
Gli arredi, mobili Torlonia provenienti dalla stessa manifattuta dell'altra camera, sono stati acquistati da privati tramite un'asta e donati al museo nel 2013 dagli eredi.
Nel periodo fascista era la camera di donna Rachele.

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SECONDO PIANO
La scala che porta ai piani, realizzata da Caretti, presenta una ringhiera in bronzo cesellato di Filippo Ghirlanda, con stelle comete richiamanti lo stemma della famiglia Torlonia.

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L'intero secondo piano è occupato da opere d'arte della

SCUOLA ROMANA.


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La "Scuola Romana", termine coniato nel 1930 da Waldemar George, più che una vera e propria scuola rappresenta un gruppo di artisti attivo tra il 1920 e il 1945 a Roma.

Questa comunità condivideva un forte legame con la città, un culto per l'arte e una sperimentazione creativa, e una netta avversione all'idea di arte come espressione di un regime.

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Narrando una Roma in trasformazione e reagendo alla retorica dominante, gli artisti dipingevano una città malinconica in continuo cambiamento.

Questa comunità si incontrava in gallerie d'arte, caffè, come l'Aragno o il Caffè Greco e altri luoghi sparsi per la città.

Gli artisti associati a questa scuola appartengono a diverse correnti:

1-Realismo magico, con dettagli realistici sospesi in atmosfere senza tempo.

2-Scuola di via Cavour, definizione coniata dal critico d'arte Roberto Longhi (professore di Pasolini a Bologna), luogo in cui abitavano e lavoravano artisti che costituirono un gruppo di innovazione: precursori, pionieri nell'ambito artistico.

Antonietta Raphaël, fra i massimi esponenti della Scuola Romana (e madre di Miriam Mafai), viveva con il marito Mario Mafai, anch'esso pittore, in via Cavour.

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"Le due sorelle", Antonietta Raphaël, ante 1960, olio su tela.



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"Ritratto di Raphaël", Mario Mafai, 1928, olio su tavola.



3-I Tonali, focalizzati sulla relazione tra luce, colore e spazio.

4-I Realisti, che a ridosso della Seconda Guerra esprimono in modo impulsivo la cruda realtà (Renato Guttuso).







LA DONAZIONE INGRAO-GUINA
Il Museo della Scuola Romana ospita la donazione Ingrao-Guina, una raccolta d'arte contemporanea, che abbraccia il periodo del Dopoguerra, dagli anni 1940 agli anni '90.

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Francesco Ingrao e Ksenija Guina 


Francesco Ingrao, medico specializzato in malattie polmonari e fratello di Pietro Ingrao, ha raccolto, insieme alla moglie, un centinaio di opere, di cui 35 sono attualmente qui esposte nella donazione degli eredi.

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Dalle finestre porgo uno sguardo sul retro dell'edificio, che si apre sul parco, e mi dirigo verso la seconda tappa a Villa Torlonia: il Casino dei Principi.

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CASINO DEI PRINCIPI

Il Casino dei Principi, una raffinata palazzina usata dal principe Alessandro Torlonia per sontuosi eventi mondani, è collegato al Casino Nobile tramite una galleria sotterranea.

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 La sua posizione privilegiata offriva una magnifica vista sul Casino Nobile e consentiva di godere degli spettacoli nell'anfiteatro sottostante, demolito nel 1910 per l'ampliamento della via Nomentana.

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Attualmente, l'edificio ospita mostre temporanee.

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Percorrendo le vie del parco, mi dirigo ora verso la Casina delle Civette.

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CASINA DELLE CIVETTE

La Casina delle Civette, con la sua insolita combinazione, nasce come Capanna Svizzera, collocata ai bordi del parco e concepita come rifugio, per evadere dall'ufficialità della residenza principale. 

Nel tempo, dal 1840 al 1930, ha subìto una progressiva trasformazione, con aggiunte e riprese, tanto che gli stili spaziano dal cottage, al castello, a una casa in stile liberty.

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Dal 1916, l'edificio fu chiamato "Villino delle Civette" a causa di una vetrata con due civette stilizzate realizzata da Duilio Cambellotti nel 1914.
Questo nome è dovuto anche alla presenza quasi ossessiva del tema della civetta nelle decorazioni e nell'arredamento, voluto dal principe Giovanni, uomo scontroso e appassionato di simboli esoterici, il quale ha influenzato la tipologia costruttiva dell'intera casina.

Oltre alla rovina dovuta all'occupazione militare, fu semidistrutta da in incendio nel 1991 e, dopo un accurato restauro, è stata aperta al pubblico.

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Prima e dopo i restauri, foto dal pannello illustrativo del Casino Nobile.



Le decorazioni dell'edificio sono varie, ma le vetrate, installate tra il 1908 e il 1930, emergono come la sua firma distintiva, rappresentando un unicum nel panorama artistico internazionale, per questo il villino è diventato sede del
MUSEO DELLA VETRATA LIBERTY.

Entro nell'edificio.

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Stanza delle Civette
La stanza è quella che dà il nome all'edificio, con una bellissima vetrata decorata da civette stilizzate su tralci d'edera e nastri colorati.
Sono realizzate con vetri dipinti a fuoco per rendere meglio l'effetto del piumaggio.

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Civette, Duilio Cambellotti, 1914.


La stessa vetrata prima di essere restaurata.

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Foto da pannello illustrativo,  stanza con la storia di Villa Torlonia, Casino Nobile.





Stanza del Chiodo
Questa stanza prende il nome dalla vetrata a forma di chiodo, decorata con pampini e grappoli d'uva.

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Chiodo con edera ed uva, Duilio Cambellotti, 1914.




Nella stessa sala sono esposti anche il bozzetto e il cartone preparatori della stessa vetrata.

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Chiodo con edera ed uva, bozzetto per vetrata, matita, tempera,
acquerello e inchiostro di china su cartone, Duilio Cambellotti, 1914.




Sala da pranzo.

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Vetrate con grappoli d'uva e foglie, laboratorio Picchiarini, 1914 ca.




Stanza dei Trifogli
Vetrate con stemmi dei Torlonia.

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Vetrate con stemmi Torlonia, laboratorio Picchiarini, 1914 ca.



Salottino delle 24 ore
Ricavato nel cupolino ottagonale della Casina, inizialmente pensato da Jappelli come cucina rustica, fu trasformato da Giovanni Torlonia nel salottino del principe.
 La volta a cupola, dipinta da Giovanni Nesi nel 1909, raffigura la danza delle 24 ore, fra tralci di rose e comete, simbolo araldico dei Torlonia.
Le pareti erano rivestite da una stoffa damascata argento e oro, ormai scomparsa.

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Le leggiadre fanciulle sono ricoperte di veli a gruppi di tre, mentre alla base otto rilievi a stucco raffigurano la Fenice che risorge dalle ceneri.

Se le rose e le comete simboleggiano i Torlonia, la Fenice conclude il tema, rappresentando la famiglia eterna nel tempo.

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Le piccole finestre hanno vetri con un elegante disegno dato da bacchette di ottone.

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Il pavimento presenta un mosaico ottocentesco con Marte e Venere.

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Il museo ha aggiunto più di 100 disegni e schizzi per vetrate istoriate, oltre a piastrelle decorative, parquet, legni intagliati e vetrate dello stesso periodo, come la seguente, splendida decorazione.

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Melograno, mandarini, mele, prugne, vetrate per casa Zingone, di Umberto Bottazzi, 1914.




Stanza dei Pipistrelli
Era la camera da letto del principe, così chiamata per la presenza di animali notturni.

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L'idolo, consolle con specchiera, di Vittorio Grassi, 1918, Collezione Francesca Cassandro Nardi Mancinelli.



Bagno del principe
Della stanza da bagno rimane solo una piccola parte del rivestimento parietale, piastrelle in maiolica con ninfee. 

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Ninfee, ditta Villeroy & Boch, 1910-1920.



Stanza dei Ciclamini
Mi appresto a varcare la soglia della Stanza dei Ciclamini, e da una vicina finestra, osservo già il delicato disegno sulla vetrata esterna.

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La stanza presenta anche il pavimento con disegni di ciclamini, una complessa lavorazione in marmette di graniglia di cemento, ideato da Umberto Bottazzi della ditta Vianini.

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 La stanza fungeva da stanza per gli ospiti e presenta una vetrata principale, chiamata "I pavoni".
É una delle più belle e complicate creazioni nel campo delle vetrate, con vetri policromi legati a piombo a formare un disegno di sei pavoni, posti a scalare, attorno a un vaso elaborato, arricchito da gemme e cabochons multicolori.

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I pavoni, di Umberto Bottazzi, vetro antico di Germania, soffiato a bocca, colorato in pasta,
placcato, 1912. 





Balcone delle Rose
Lo stretto balcone si affaccia sulla parte meridionale del parco ed è chiuso da vetrate con decorazioni di rose, nastri e farfalle.

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Vetrata con decorazioni di rose, di Cesare Pischiarini su disegno di Paolo Paschetto.



Stanza degli ospiti
In realtà questa stanza ha accolto raramente ospiti e presenta ampie vetrate realizzate da Cesare Picchiarini nel 1920 ca.

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Bagno degli ospiti

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Lago con cigno, bagno degli ospiti, laboratorio Picchiarini, 1914 ca.





Stanza delle Rondini
Sono giunta all'ultima stanza della Casina, con un decoro in vetro che oserei definire il più bello : "Rondini".

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Rondini, laboratorio Picchiarini, 1914 ca.

 


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Scala delle Quattro stagioni
La scala conduce all'esterno, presentando bellissime pareti e sopraluce.
Le vetrate romboidali dei sopraluce sono ispirate agli uccelli migratori: rondini, allodole, tordi e sule bassane. 

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Le vetrate alle pareti rappresentano le stagioni: primavera, estate, autunno; manca l'inverno, disperso.

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Primavera




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Estate




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Autunno



E con il calice d'autunno concludo la mia visita-itinerario nella grandiosa tenuta di Villa Torlonia.

Nella foto la scala dall'esterno.

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Tuttavia, vorrei esprimere tre considerazioni:

1-l'architettura del periodo fascista, che incorporava stili come il razionalismo e il monumentalismo, era un simbolo di potere, imponendo un design quadrato e austero al popolo, mentre Mussolini risiedeva nel Casino Nobile, una splendida villa in Stile Neoclassico.

2-il Museo della Scuola Romana, situato nell'intero secondo e ultimo piano del Casino Nobile, incarnava un'arte innovativa contraria al regime.
 Questo spazio, precedentemente abitato da chi simboleggiava la più cruda espressione della dittatura in Italia, oggi sovrasta quelle banali idee abbracciando simbolicamente l'edificio con idee più civili e profonde.

3-aprire al pubblico i Musei di Villa Torlonia, con la loro vasta tenuta e le collezioni appartenute inizialmente a pochi, significa rendere accessibili queste opere a un vasto pubblico e, contemporaneamente, promuovere la bellezza della cultura.

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ROMA




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Note: questo intinerario è stato effettuato martedì 18 aprile 2023.


Bibliografia:
-Bella Roma, Bell'Italia Speciale supplemento al n. 49, Editoriale Giorgio Mondadori, 1990, "Magiche isole verdi", di Roberto Zichittella, pag 179.
-pannelli descrittivi Musei di Villa Torlonia


Sitografia:

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