via Farini, 22 - BOLOGNA
Questo bellissimo palazzo è stato progettato appositamente come sede centrale della Cassa di Risparmio di Bologna.
Si trova fra via Farini, da cui si accede, Piazza Minghetti, Piazza del Francia e via Castiglione.
É stato ideato da Giuseppe Mengoni, architetto e ingegnere, lo stesso della Galleria Vittorio Emanuele II di Milano.
Mengoni, uno dei più importanti architetti dell’Ottocento, era originario di Fontanelice (Imola) e aveva completato la sua formazione artistica a Bologna come studente e insegnante dell’Accademia delle Belle Arti.
Dopo aver vinto il concorso bandito dal Comune di Milano nel 1859 per la sistemazione della zona di Piazza Duomo, concepì nella sua casa di via San Vitale 36 la Galleria Vittorio Emanuele II.
Purtroppo anche la sua morte gli darà grande fama, morì infatti nel 1877 alla vigilia dell’inaugurazione, precipitando dall'impalcatura più alta della sua galleria, sulla quale si era inerpicato per ispezionare alcuni dettagli.
LA STORIA
Il palazzo viene costruito fra il 1868 e il 1873 con una notevolissima architettura, per le proporzioni, l’armonia delle parti e la nobiltà dei materiali.
Rivestito di marmi dalle sfumature rosate, infrange i dettami dell'edilizia bolognese, dominata dal mattone rosso (laterizio).
Viene definito in Stile Eclettico Liberty.
L’Eclettismo in architettura definisce lo stile nato dall’insieme di diversi stili architettonici (Movimento Architettonico Storicista ma anche Orientalismo).
Per puntualizzare serve dire che normalmente l’Eclettismo e il Liberty vengono identificati in periodi diversi:
1860 - 1890 Stile Eclettico
1890 - 1910 Stile Liberty.
Con l’avvento del Liberty, lo stile Eclettico Storicista viene unito a volte con il movimento non Storicista Liberty, chiamato anche Modernismo, pertanto moderno.
Mengoni rappresentava questa nuova architettura legata appunto a un contesto culturale eclettico, internazionale, che andava diffondendosi grazie alle Esposizioni.
Possedendo l’Eclettismo Liberty di fine Ottocento, il palazzo si inserisce pertanto nell’itinerario Liberty del centro storico di Bologna.¹
Per l’epoca fu un progetto veramente grandioso, con un costo enorme di 2 milioni di lire, il coinvolgimento di numerosissime maestranze specializzate, non solo sotto il profilo architettonico ma anche scultoreo e ornamentale.
L’obiettivo non era adattarsi al contesto urbanistico, piuttosto cambiarlo, con un’opera monumentale estranea al luogo, in linea con una visione propria delle grandi capitali europee.
Il portico sulla via Farini presenta notevoli lampadari in metallo, tutt'ora in uso.
Pregevoli i disegni in ferro battuto alle finestre, del maestro Sante Migazzi.
GLI INTERNI
Una volta entrata mi accolgono finestroni per l’accesso agli sportelli bancari, frutto di un rimaneggiamento del 1950 che ha portato alla copertura del cortile interno.
A sinistra lo scalone scenico decorato con ornamenti in marmo dagli artisti Marzocchi, Vespignani e Galassi.
I bellissimi vasi in marmo sono di Ferdinando Amadori.
È uno scalone decisamente imponente e si fa oltremodo notare per una curiosità:
lungo il decoro della scalinata l’autore Davide Venturoli ha voluto inserire una rana, che a Bologna simboleggia la miseria e la povertà: "Avere della rana".
Inserita nel tempio del denaro e del benessere economico può avere due significati: una povertà nascosta alla vista oppure, in maniera più scaramantica, mai potrebbe presentarsi in questo luogo la miseria dato che è già presente al suo interno (la rana).
Alla parete la lapide commemorativa della fondazione della Scuola Superiore D’Agraria, 1901.
Tutto il primo piano presenta meravigliose sale, che ospitano gli uffici dirigenziali e uffici di altre banche, sale eleganti con raffinate decorazioni e splendidi lampadari, alcuni di Murano.
ANTICAMERA DEL CONSIGLIO
Il piano si apre con una grande elegantissima sala di attesa.
Dalle finestre si vede bene la copertura del cortile interno, sotto la quale vi sono gli sportelli aperti al pubblico.
SALOTTO AZZURRO
Nome dato dal colore del velluto che ricopre le pareti.
Con il tempo la luce ha cambiato la tonalità verso il verde.
STANZA DEL DIRETTORE DELLA CASSA DI RISPARMIO
SALA DELLE ASSEMBLEE o DEI CENTO
In questa sala di riunione sono incisi alle pareti i nomi dei grandi soci della Cassa di Risparmio e di personaggi illustri legati alla sua storia.
A sinistra lapide commemorativa in memoria di Enrico Sassoli, direttore della Cassa di Risparmio.
Al centro in memoria di Carlo Bevilacqua, senatore e fra i promotori della nascita della Cassa di Risparmio, su modello dell'analoga istituzione che era stata fondata poco prima a Roma, primo direttore in assoluto, ricoprì la carica fino alla sua morte.
Decorazioni e affreschi sono di Luigi Samoggia.
Fra gli azionisti fondatori della Cassa di Risparmio in Bologna si legge il nome di Marco Minghetti, politico della destra storica italiana, del quale fa bella mostra la sua statua posta nell'omonima piazza adiacente.
Fra i soci eletti ad integrare il numero dei 100 si nota un certo Mussolini Benito.
I mobili sono disegnati e intarsiati da Carlo Fraboni.
La tappezzeria delle sedie vede l'immagine delle api, simboleggianti l'operosità e di conseguenza il rinnovo della vita, l'abbondanza e la ricchezza.
In questa sala di assemblea simboleggia anche il lavorare insieme, far parte di un gruppo di persone che condividono lo stesso fine.
Dall'alto delle finestre della Sala dei 100 ecco lo spazio dell’attuale Piazza Minghetti, un tempo occupato da edifici fatiscenti che il Comune voleva sostituire con nuove case.
La direzione della Cassa di Risparmio si adoperò per fare un giardino che avrebbe dato risalto al palazzo, e così fu, con un incarico a Ernesto di Sambuy, l’architetto dei Giardini Margherita.
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Note: il palazzo al piano terra è normalmente aperto al pubblico per le sole finalità legate all’attività della banca, il primo piano non è solitamente accessibile.
La visita è stata possibile grazie alle Giornate FAI di Primavera, marzo 2022.
Bibliografia:
-Corrado Ricci e Guido Zucchini, "Guida di Bologna", ed.Alfa 1968, ristampa ottobre 1976.
-resoconto visita guidata giornate FAI di primavera 2022.
Sitografia:
Praticamente la considero una seconda casa in quanto mio padre ha lavorato alla Cassa di Risparmio per 40 anni e quindi ho un legame piuttosto forte con questo palazzo. Non ho potuto però fare la visita perché sono contraria al green pass, pur possedendolo. Grazie per le tue belle foto e interessanti curiosità.
RispondiEliminaBuongiorno! Sono contenta se hai potuto ritrovare luoghi di bei ricordi e grazie dei complimenti. Non avevo ancora avuto occasione di visitare questo palazzo che, come tutti gli edifici che hanno una lunga storia, è davvero molto interessante.
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